“Per quanto critiche possano essere la situazione e le circostanze in cui vi trovate, non disperate; è proprio nelle occasioni in cui c’è tutto da temere che non bisogna temere niente; è quando siamo circondati da pericoli di ogni tipo che non dobbiamo averne paura; è quando siamo senza risorse che dobbiamo contare su tutte; è quando siamo sorpresi che dobbiamo sorprendere il nemico.” (Sun Tzu -L’arte della guerra)
“Nella società degli spettacoli il vero non è che un momento del falso.”
(Guy Debord)
“Ci siamo seduti dalla parte del torto perchè tutti gli altri posti erano occupati.” (Bertold Brecht)
- I lealisti di Sirte resistono asserragliati sotto una pioggia di fuoco[09.10.2011]
Forze ribelli libiche hanno lanciato una sanguinosa offensiva”finale”sulla roccaforte lealista di Sirte, combattendo per cancellare la città degli uomini in lotta per la Jamaihiria.
”Stiamo per porre fine a questa resistenza. Sirte è nostra!”
Aveva gridato il comandante Amin El Turki ai suoi uomini ieri, mentre tra le loro fila si stagliavano le mitragliatrici pesanti.
L’ennesima offensiva finale con carri armati T55, camion lanciarazzi e combattenti, aiutati nell’avanzata dai bombardamenti della Nato con jet ed elicotteri, è stata lanciata ancora più feroce nelle ultime ore.
Nel più grande attacco coordinato della campagna ribelle fino ad oggi, migliaia di combattenti armati e camion pick-up delle brigate sono stati raccolti sulle strade intorno alla città assediata prima dell’alba. In un attacco simultaneo, brigate dalla Libia orientale spingono assieme ad altre sul versante sud, mentre un’altra brigata avanza lungo la costa. Nelle prime ore del mattino decine di edifici erano in fiamme, e un denso fumo nero avvolgeva la città. La battaglia per Sirte è il culmine di otto mesi di guerra civile libica. Mustafa Abdul Jalil, il presidente del Consiglio nazionale di transizione, ha detto che il successo della campagna sarà ufficiale solo quando la città cadrà. Ma i combattenti del CNT hanno incontrato una dura resistenza all’interno della città. I lealisti hanno colpito di nuovo all’ingresso del centro conferenze Ouagadougou, una fortezza militare a due chilometri dal centro.
La feroce battaglia è in corso. I proiettili dei cecchini volano fitti e veloci attraverso l’aria da tutte le direzioni mentre granate e razzi esplodono sopra le teste.
I lealisti possono contare sulla conoscenza precisa dei luoghi che sono stati disseminati di trappole; se l’artiglieria non piegherà la resistenza, le forze golpiste del CNT saranno costrette ad una avanzata casa per casa che li esporrà enormemente al fuoco delle difese della città, con un numero di perdite ancora maggiore di quelle che hanno subito in queste ultime settimane. Solo ieri sono stati restituiti ai familiari a Bengasi 200 cadaveri di combattenti ribelli che sono caduti sul fronte di Sirte, mentre centinaia sono i feriti gravi che stanno per essere trasferiti in stati esteri per le cure; i costi dei trattamentei sanitari, lo ha chiesto il CNT, dovrebbero essere stornati dai fondi esteri congelati dello stato libico.
Ambulanze sono avanzate per evacuare i feriti, e un paramedico è morto, colpito alla testa mentre caricava un ferito. Molti ribelli sono terrorizzati, mentre accovacciati, rimangono intrappolati e sotto i loro occhi cadono i loro compagni e la loro caduta porta al fallimento della nuova offensiva.
Fonti ribelli, la cui inattendibilità è divenuta proverbiale, sostengono di avere circondato 2000 lealisti nel centro congressi di Ouagadougou, trasformato dai lealisti in un fortino militare e di controllare le principali arterie della città.
Quel che è certo da fonti sanitarie dei ribelli è che oggi in quattro ore di attacco i golpisti hanno guadagnato più di
227 feriti mentre 17 erano i morti accertati, tra cui il colonnello Amin El Turki che aveva, solo poche ore prima, cantato vittoria …troppo presto.