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lunedì 30 aprile 2018

LA RUSSIA ACCUSA : TROVATI NELLA GHOUTA ORIENTALE CONTENITORI CON CLORO DALLA GERMANIA, GAS FUMOGENI DAL REGNO UNITO

20 aprile 2018
Risultati immagini per Douma fake

Southfront

Contenitori con cloro dalla Germania e granate di gas fumogeni prodotti nella città britannica di Salisbury sono stati trovati nel sobborgo di Damasco nel Est Ghouta, la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zhakharova, ha riferito ai media durante una conferenza stampa del 19 aprile.



"Nelle aree liberate del Ghouta orientale, le truppe del governo siriano hanno trovato contenitori di cloro, il tipo più orribile di armi chimiche, prodotte dalla Germania, e anche granate di gas fumogeni prodotti, si prega di prestare attenzione a questo, nella città di Salisbury, nel Regno Unito", ha detto Zakharova.

domenica 29 aprile 2018

La mega-battaglia finanziaria si intensificherà da fine febbraio, all'inizio di marzo

19 febbraio 2018



https://benjaminfulford.net/

La battaglia segreta per il pianeta terra sta entrando in una fase critica nelle prossime settimane, specialmente nel regno della finanza, dove infuria un'epica battaglia a tre, concordano diverse fonti. In questa battaglia, le Criptovalutee lo Yuan cinese si combattono a vicenda, così come i combattimenti per sostituire l'attuale petrodollaro della banca centrale occidentale, l'Euro e il sistema giapponese basato sullo Yen.

Nella mossa più grande, la grande sfida al petrodollaro USA è stata lanciata dai cinesi, con l'annuncio formale della partenza, il 26 marzo,  dei trading sul futures sul petrolio  sostenuto con l'oro. Fonti della Società Segreta Asiatica dicono che l'Anno del Cane, che sta iniziando, di solito porta volatilità (in questo caso presumibilmente nei mercati finanziari) prima che le cose si sistemino in una nuova normalità man mano che l'anno avanza. Ciò significa che i cinesi sono pronti per la guerra finanziaria, una volta tornati dalle vacanze del loro nuovo anno lunare, questa settimana e la prossima. 

sabato 28 aprile 2018

Il clamoroso reportage di Robert Fisk dalla Siria: “Non era gas, era polvere”

Robert Fisk è considerato uno dei più grandi reporter di guerra del mondo. In Medio Oriente dal 1976 come corrispondente del Times, ha seguito la guerra civile libanese, l’invasione sovietica dell’Afghanistan, la guerra Iran-Iraq, le guerre balcaniche, la prima e la seconda guerra del Golfo, sempre denunciando crimini di guerra di opposte fazioni e molte delle attività dei governi occidentali in Medio Oriente. Un vero testimone del nostro tempo. Oggi collabora con l’Independent, e qui vi proponiamo ampi stralci del suo ultimo clamoroso articolo sulla Siria. Titolo: “La ricerca della verità tra le macerie di Duma – e i dubbi di un medico sull’attacco chimico”. La parola di Fisk ha un peso, e se anche lui si chiede “gli attacchi con il gas sono avvenuti davvero?”, il mondo non può non ascoltare.
Questa è la storia di una città chiamata Duma, un luogo devastato tra palazzi distrutti, e di una clinica sotterranea le cui immagini di sofferenza hanno autorizzato tre delle nazioni più potenti del mondo occidentale a bombardare la Siria la settimana scorsa. C’è un dottore amichevole in camice verde che, mentre lo seguo nella clinica, allegramente mi dice che il video sul “gas” che ha fatto inorridire il mondo, malgrado i dubbiosi, è perfettamente autentico.

venerdì 27 aprile 2018

Libia, ora si sa perché l’imperialismo ha distrutto il paese.

Libia, ora si sa perché l’imperialismo voleva rovesciare il Paese.

20 aprile 2018.


[Traduzione a cura di Marika Giacometti dall’articolo originale di Abayomi Azikiwe pubblicato su Pambazuka.]
Sette anni fa, a partire dal 19 marzo 2011, il Pentagono negli Stati Uniti e la NATO avviarono un imponente bombardamento contro la Libia.
Per sette mesi i caccia militari sorvolarono migliaia di volte il Paese, allora uno degli Stati africani più ricchi.  Stando a quel che si dice furono sganciate sul Paese decine di migliaia di bombe che provocarono dai cinquantamila ai centomila morti, moltissimi feriti e l’esodo di milioni di persone.
Il 20 ottobre, il Colonnello Muammar Gheddafi, da moltissimo tempo a capo della Libia, stava guidando un convoglio che lasciava la sua città natale di Sirte, quando i veicoli vennero colpiti. Gheddafi venne catturato e ucciso brutalmente dalle forze contro-rivoluzionarie, guidate, armate e finanziate dagli Stati Uniti, dalla Nato e dai loro alleati.

giovedì 26 aprile 2018

Washington impone agli alleati un mondo bipolare

Tirando missili sulla Siria insieme agli alleati, Francia e Gran Bretagna, il bizzarro presidente americano, Donald Trump, è riuscito a fare accettare agli occidentali la fine del loro dominio unilaterale sul mondo. L’irrilevante esito di questa dimostrazione di forza riporta la NATO alla realtà. Senza ricorrere alle armi, la Russia succede all’Unione Sovietica nell’equilibrio mondiale.
| Damasco (Siria)



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Nelle ultime settimane, e per la prima volta nella loro storia, Stati Uniti e Russia hanno profferito reciproche minacce di scatenare una guerra mondiale. Il carattere della crisi, del tutto sproporzionata rispetto all’oggetto del contendere, dimostra che ciò che è in gioco non è più in relazione con quanto accade dal 2001 nel Medio Oriente Allargato, bensì esclusivamente col tentativo di conservare l’attuale Ordine Mondiale.
Rispetto all’immane massacro di milioni di persone in diciassette anni di guerre, dall’Afghanistan alla Siria, il modo in cui sarebbero morte una cinquantina di persone nella Ghuta orientale (Siria) è irrisorio. Eppure Washington, Parigi e Londra vi hanno tratto pretesto per lanciare il 14 aprile un attacco aereo congiunto.

mercoledì 25 aprile 2018

Così i giornalisti provocano le guerre

Il bombardamento della Siria del 14 aprile 2018 resterà negli annali come esempio delle conseguenze del giornalismo scandalistico. Thierry Meyssan ritorna sull’uso del sensazionalismo nella propaganda di guerra.

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A dicembre 2016 i Caschi Bianchi apposero la propria firma sulla rivendicazione degli jihadisti che avevano assediato Damasco e tagliato i rifornimenti d’acqua. Impedire ai civili l’accesso all’acqua è un crimine di guerra.
Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno bombardato la Siria nella notte tra il 13 e il 14 aprile 2018. L’operazione, un’aggressione secondo il Diritto Internazionale, è stata presentata come risposta degli alleati al supposto utilizzo di armi chimiche da parte della Repubblica Araba Siriana.

martedì 24 aprile 2018

Quello che ci hanno detto sulla Libia era tutto falso.

Libia: e se fosse tutto falso?

14/06/2011  In questo Dossier un po' di buoni argomenti per riflettere sulla guerra, sulla missione Nato e sugli obiettivi dell'intervento militare.

La guerra della Nato in Libia (operazione “Protettore unificato”), alla quale l’Italia sta partecipando, è presentata all’opinione pubblica internazionale come un intervento umanitario “a tutela del popolo libico massacrato da Gheddafi”.

lunedì 23 aprile 2018

Libia, contrabbando di carburante costa 750 milioni Usd l'anno

Lo ha denunciato presidente della Noc: "Distrugge tessuto sociale"

(© Askanews)
(© Askanews) ()
Roma, 19 apr. - Il contrabbando di carburante costa alla Libia circa 750 milioni di dollari l'anno. Lo ha detto il presidente del colosso petrolifero National Oil Corp. (Noc), Mustafa Sanalla, in un discorso tenuto a Ginevra e riportato da Bloomberg.

domenica 22 aprile 2018

Le origini naziste della NATO

Mision Verdad, 10 aprile 2018 
Sui nazisti ci sono molti miti e persino fantasie, tuttavia alcune storie su ciò che accadde a certi ufficiali, scienziati, intellettuali del Terzo Reich sono state confermate da documenti, rapporti e dossier declassificati. Si trova sul web la storia delle ratlines (linee dei topi), di cui il Vaticano tesse la logistica. Consisteva in una serie di rotte e punti di transizione per alcuni personaggi del nazismo che il governo statunitense volle arruolare, aiutandosi nella clandestinità. Da qui anche il riferimento ai ratti. La riconversione dal nazismo all’occidente contro il comunismo fu solo proforma, poiché già il Terzo Reich cercò nella Seconda guerra mondiale di sconfiggere l’Unione Sovietica. Come si sa, fallì. Ma alti comandanti nazisti furono poi riciclati nella struttura della coalizione transatlantica guidata dagli Stati Uniti contro il blocco sovietico. Di seguito presentiamo brevi profili dei seguenti ufficiali che, da nazisti, divennero importanti ufficiali dell’Organizzazione del Nord Atlantico (NATO).

sabato 21 aprile 2018

Fallito attacco missilistico: perché gli USA mentono sui loro “successi”

Alessandro Lattanzio, 15/04/2018
Il segretario PCcino ‘Ponzio Pelato’ non ha mai letto il Che fare? di Nikolaj Lenin, ma il Chi? di Alfonso Signorini.
 
Il Ministero della Difesa russo dichiarava che 95 dei 105 missili lanciati da Stati Uniti, Regno Unito e Francia furono intercettati dalle difese aeree della Siria, impiegando sistemi di difesa aerea S-125, Buk e Kvadrat di fabbricazione sovietica, proteggendo integralmente 4 principali basi aeree siriane; infatti. i 12 missili lanciati sull’aeroporto militare di al-Dumayr furono tutti intercettati, così come i 18 missili contro l’aeroporto militare di Bulayl, i 12 missili contro l’aeroporto militare di Shayrat, i 9 missili contro l’aeroporto militare di Mazah e i 16 missili contro l’aeroporto militare di Homs. Dei 30 missili lanciati su Barzah e Jaramana, a Damasco, solo 7 colpivano l’edificio per la ricerca farmaceutica. Ovviamente, il Pentagono, per nascondere tale imbarazzante fallimento, si esibiva nella conferenza stampa il tenente-generale Kenneth McKenzie, propalando dichiarazioni grottesche tese a nascondere i fatti e a celebrare dei successi che, se fossero veri, sarebbero le mera illustrazione di un piano operativo delirante. “Riteniamo che tutti i nostri missili abbiano raggiunto i loro obiettivi“, dichiarava McKenzie; e cosa significa tale affermazione?

venerdì 20 aprile 2018

Cosa c’è dietro il tam tam sull’ictus di Haftar in Libia?

Di Francesco De Palo
Cosa c’è dietro il tam tam sull’ictus di Haftar in Libia?
Il generale sarebbe stato colpito da un grave malore, in un Paese che adesso sta ricomponendo truppe e strategie intorno a Derna, con influenze provenienti da Mosca, Il Cairo e Teheran. Con il rischio di crisi e sullo sfondo il dramma della Siria
Notizie, smentite e scenari: cosa c’è dietro il tam tam sull’ictus di Haftar in Libia? Prima la notizia del grave malore che avrebbe colpito il generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica e capo dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), poi le numerose smentite fatte circolare su agenzie e siti web. Infine le conferme sul suo ricovero in una clinica militare di Parigi.
Sullo sfondo la nuova composizione di truppe e strategie intorno a Derna e le influenze di Mosca, Il Cairo e Teheran sulla terra che fu di Gheddafi e che ancora fatica a imboccare la strada della normalizzazione istituzionale. E con il rischio di una nuova crisi libica proprio adesso che lo scenario siriano si infiamma.

giovedì 19 aprile 2018

Sequestri e rapimenti, ecco la Libia dopo Gheddafi

9 aprile 2018
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Sono centinaia le persone rapite e sequestrate dalle bande armate in Libia dopo la caduta di Gheddafi. Il numero esatto delle persone scomparse è sconosciuto alle autorità benché, come acclarato dalle organizzazioni per i diritti umani, il fenomeno è in costante crescita, in particolare modo dal 2014 ad oggi. Un dramma che ci dice cos’è la Libia contemporanea a seguito della caduta del Colonnello.
Come racconta Al-Monitor, nonostante i rapimenti sempre più all’ordine del giorno, gli attivisti sostengono che le autorità libiche facciano troppo poco per contrastare il fenomeno. Ahmed al-Sherkse, il fondatore di Allebya for Democracy and Human Rights (Adhr), organizzazione della società civile fondata a febbraio a sostegno delle famiglie che vogliono riabbracciare i propri cari, ha affermato che la sua associazione sta facendo pressioni importanti sul capo Consiglio presidenziale libico a Tripoli, Fayez al-Sarraj, per mettere in campo tutte le azioni necessarie al fine di ritrovare le persone sequestrate e rapite.

mercoledì 18 aprile 2018

Onu: la Libia è un Paese senza diritti anche per i libici

11 aprile 2018

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Pubblicato il Rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, secondo cui sono migliaia le persone detenute nelle carceri del Paese in modo arbitrario e in condizioni disumane, senza accesso all’assistenza legale. A sollevare forte preoccupazione è inoltre il ruolo chiave attribuito dal governo ai gruppi armati nel Paese

Persone ridotte in schiavitù e violenze estreme. È un quadro disumano quello dipinto dalle Nazioni Unite nel Rapporto sulla Libia pubblicato martedì scorso. L’ennesima denuncia di una situazione che viola oltre ogni misura i diritti umani e che non può essere tollerata dalla comunità internazionale.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, torna a parlare di Libia dopo che lo scorso novembre aveva dichiarato in un comunicato durissimo che «la sofferenza dei migranti detenuti nel Paese è un oltraggio alla coscienza dell’umanità», commentando le politiche dell’Unione Europea e dell’Italia a sostegno dei Centri di detenzione in Libia e della Guardia Costiera libica nell’intercettazione e nel respingimento dei migranti nel Mediterraneo.

martedì 17 aprile 2018

La Libia piange i tre bambini al-Shershari scomparsi dal 2015: trovati assassinati

di Vanessa Tomassini
Sui social è arrivato il cordoglio anche dell’ambasciata d’Italia a Tripoli, che si è stretta intorno alla famiglia al-Shershari da due anni col fiato sospeso per la scomparsa dei suoi tre figli. I tre bambini sono stati ritrovati ieri, uccisi, nella zona di Abu Issa tra Sorman e al-Zawiya nella parte nord-occidentale della Libia. Per le tre anime innocenti era stato richiesto un riscatto di 20 milioni di dinari libici nel dicembre del 2015. Le indagini sui corpi hanno rivelato che i bambini sono stati uccisi già due anni fa. In questi due anni i genitori non hanno mai smesso di cercarli con ogni mezzo.

lunedì 16 aprile 2018

GABBIA EURO: EUGENIO SCALFARI SAPEVA TUTTO!



Grazie al mio amico Lim Bo, veniamo in possesso di importantissimi documenti attestanti che uno dei 2 grandi vecchi sapeva tutto.

Eugenio Scalfari:
nel lontano 17 dicembre 1978 scrive un articolo dal titolo “Quota novanta” in cui paragona l’adesione al Sistema monetario europeo alle politiche monetarie di Mussolini:

domenica 15 aprile 2018

Dall’amministrazione Obama 9 milioni di dollari a Soros per destabilizzare l’Albania


Sono 32 pagine che inchiodano l’amministrazione Obama e l’Usaid (l’Agenzia governativa Usa che lavora per “sostenere la politica estera americana”nel mondo), mostrando i loro legami con George Soros nell’attività di destabilizzazione nei Balcani.

di Giampaolo Rossi  – – www.occhidellaguerra.it

In pratica si parla di 9 milioni di dollari con cui il Governo americano ha finanziato la campagna “Justice for all” in Albania, promossa da East West Management Institute legato a George Soros, con lo scopo di realizzare la riforma giudiziaria del governo socialista di Tirana.
Il documento è stato reso pubblico da Judicial Watch un’organizzazione conservatrice specializzata nel controllo delle attività governative.
Le 32 pagine sono state ottenute attraverso un FOIA (il Freedom Of Information Act che consente l’accesso ad atti del Governo) presentato nel 2017 contro il Dipartimento di Stato e l’Usaid, dopo che questi ultimi si erano rifiutati di consentire la visione dei documenti richiesti.

sabato 14 aprile 2018

Occorre una Commissione parlamentare d’inchiesta su Napolitano e Monti



di Paolo BECCHI e Giuseppe PALMA
All’apertura della nuova Legislatura sono avvenute due cose che hanno sorpreso molti. Da un lato Giorgio Napolitano in un discorso del tutto irrituale dallo scranno di Presidente (provvisorio) del Senato ha rivendicato il diritto delle forze anti-establishment che hanno vinto le elezioni a formare il nuovo governo, dall’altro Mario Monti in una trasmissione televisiva ha affermato di non condividere i governi tecnici preferendo quelli politici. Che cosa ha spinto a queste prese di posizione? Noi crediamo che siano il segno di un timore, il timore che una eventuale intesa di governo tra Centro-destra e M5S abbia come conseguenza l’apertura di una commissione parlamentare d’inchiesta sui gravi fatti avvenuti dal 2011 al 2014, una lente di ingrandimento sui due personaggi che giocarono in quegli anni il ruolo di protagonisti: per l’appunto Napolitano e Monti.

venerdì 13 aprile 2018

USA: Il nuovo record del debito


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Secondo le ultime stime, il debito interno statunitense ha raggiunto il triste record 5,6 trilioni di dollari. Al debito interno, occorre poi sommare quello detenuto da soggetti privati, cioè persone fisiche, finanza e grandi aziende o enti, che ammonta al colossale imoporto 15,3 trilioni di dollari. Volendo rinfrescarci la memoria, occorre ricordare che un trilione di dollari equivale a 1 miliardo di miliardi degli stessi: un’enormità.
Per comprendere meglio l’entità dei macro numeri, nello scorso febbraio il debito pubblico italiano ha toccato i 2.295 miliardi di euro. Secondo gli analisti economici, la crescita progressiva dello stesso, equivale a 268.140 euro al minuto. Cifre che sicuramente spaventano l’Unione Europea, ma irrisorie se paragonate al debito degli Stati Uniti.

giovedì 12 aprile 2018

Saif Gheddafi: Ho altre prove contro Sarkozy




Ferma restando la nostra condanna per l’eliminazione fisica del colonnello, rileviamo che il sordido Sarkozy, unicamente per nascondere le sue malefatte, non ha esitato a distruggere un paese sovrano e il suo popolo. L’ex presidente francese, in un mondo più giusto, dovrebbe essere sottoposto a giudizio dall’Alta Corte dell’Aja come criminale di guerra e condannato, quanto meno, alla medesima pena di Radovan Karadžić, Mirjan Kupreškić e altri, che hanno compiuto reati complessivamente meno gravi dei suoi.
Alcuni giorni or sono, Saif Gheddafi, ha rilasciato un’intervista telefonica a Zineb Ben Zita di Africanews, affidando a questi una serie di commenti e dichiarazioni sull’assassinio del padre Muammar Gheddafi. Dapprima ha voluto congratularsi con gli inquirenti francesi, che hanno sfidato la rete di protezione che protegge Sarkozy. L’ex presidente è attualmente in regime di semilibertà, nel quadro di un’indagine per appropriazione indebita di fondi pubblici, corruzione attiva e passiva.

mercoledì 11 aprile 2018

Una tribù di 500 persone in Amazzonia sta morendo lentamente e vuole che tu sappia il perché




Molte volte la mano dell’uomo non è usata per costruire ma per distruggere; le ambizioni del mondo attuale di avere sempre più potere e conquistare più mercati hanno fatto in modo che venissimo colpiti da una piaga che ci riguarda tutti: l’inquinamento (in tutto il suo splendore).
Ed è proprio questo errore dell’umanità che ha minacciato la sopravvivenza di molte specie sul nostro amato pianeta Terra, incluso l’uomo. È il caso di una donna indigena del Perù che vive in Amazzonia, dove sfortunatamente stanno subendo un grave avvelenamento da mercurio che ha già ucciso diverse persone.
Si tratta dei Nahua, una tribù che è entrata in contatto con la civiltà solo a metà degli anni ’80, e questo ha causato la morte di quasi il 50% della popolazione a causa di malattie respiratorie e infettive per le quali il suo sistema immunitario non era preparato.

martedì 10 aprile 2018

Licenza di uccidere

4 aprile 2018 
 
DI SERGE HALIMI
La polizia inglese dice che le indagini sull’avvelenamento del colonnello dell’esercito russo Sergei Skripal a Salisbury potrebbero richiedere molti mesi, ma il Primo Ministro Theresa May ha già trovato il colpevole e dice che l’ordine è arrivato dal Cremlino. Il Segretario agli Esteri Boris Johnson, vede l’incidente come parte del modo di fare spericolato del Presidente Vladimir Putin e  afferma che questo è il filo conduttore che collega  [l’avvelenamento] all’annessione della Crimea [da parte della Russia], agli attacchi informatici in Ucraina, all’hacking del parlamento tedesco … alle sue interferenze nelle elezioni in paesi stranieri e “alla sua indulgenza” per le atrocità commesse da Assad in Siria”  (1)  Il ragionamento funziona così: se Putin è capace di fare cose del genere, allora deve essere lui il colpevole.
Da Leone Trotsky, ucciso in Messico con un punteruolo per rompere il ghiaccio, ad Alexander Litvinenko, avvelenato con il polonio a Londra, i servizi di sicurezza russi hanno sicuramente liquidato molti degli oppositori del Cremlino che vivono all’estero. Altri paesi hanno fatto ricorso alle stesse misure senza che si fosse mai sollevato un clamore diplomatico come questo. Francia, Germania e Stati Uniti sono stati coinvolti in assassini sponsorizzati dai loro governi, simili a quello che ha tanto offeso Johnson, ma questo non ha impedito che gli stessi paesi si unissero a lui e alla May per condannare la Russia.

lunedì 9 aprile 2018

Ecco come sarà l’Italia nel 2041 secondo uno studio di Bankitalia

4/4/2018
Uno studio di Banca d’Italia mette in rilievo come, entro il 2041, anche l’apporto degli immigrati «non sarà più sufficiente a risollevare il Pil»
Rassegniamoci: o facciamo più figli o dovremo lavorare di più
Un interessante articolo di Repubblica riporta le conclusioni di uno studio di Banca d’Italia intitolato Il contributo della demografia alla crescita economica: duecento anni di storia italiana. La conclusione è che il futuro italiano è nero e che siamo di fronte a un aut-aut: o ricominciamo a fare figli o saremo costretti a lavorare di più e più a lungo.

domenica 8 aprile 2018

Terrorizza et impera

2 asosto 2016.

C’erano attentati continui ed ingiustificati. Fatti a caso. Servivano allo stato per limitare le libertà dei cittadini. Ad ogni attentato si facevano leggi restrittive delle libertà.
George Orwell, 1984

Spesso ricercare l’origine etimologica di un termine può aiutarci ad inquadrarne meglio il significato. Il fatto che il termine “terrorismo” derivi dal francese terrorisme del XVIII secolo, può già darci qualche indizio su quanto questo fenomeno sia solo recentemente identificabile. Molto interessante è invece l’origine della parola “terrore” che, in quasi tutte le lingue, va ad indicare una sensazione di tipo fisico che coglie con un tremito tutto il corpo fino a farci piegare le ginocchia. Nessuno ne è immune, e ci rende identici (e quindi uniti).
Di sicuro non è trascurabile il fatto che la profilazione delle condizioni psichiche degli attentatori si affianca sempre più frequentemente alla “classica” rappresentazione del fanatico musulmano, assoldato dall’ISIS, offertaci dai nostri mezzi di comunicazione.

sabato 7 aprile 2018

Sarkozy e la Hathor Pentalpha, superloggia del terrorismo


http://libreidee.org/prova/wp-content/uploads/2018/03/Nicolas-Sarkozy.jpg La lapidazione pubblica di un politico di rango non ha mai un’unica paternità: di solito sono tante le nubi che, a un certo punto, si trasformano in tempesta. E per un ex presidente della Francia, cioè di una delle cinque potenze atomiche con diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il solo fatto di essere trattenuto in stato di fermo in una stazione di polizia, alla stregua di un criminale comune, costituisce l’atto d’inizio – il più eclatante – di una vera e propria demolizione a reti unificate. I giornali parlano di vendetta a distanza da parte degli ex fedelissimi di Gheddafi: prima di essere assassinato “su ordine dei servizi francesi”, il raiss di Tripoli avrebbe finanziato sottobanco, in modo cospicuo, la campagna elettorale di Sarkozy per le presidenziali del 2007 (in cambio di cosa?).

venerdì 6 aprile 2018

Il telefono è in ascolto: sa dove sei, chi incontri e cosa dici

31/3/2018

Sono negli Usa. Compro un pacchetto di sigari e pago con carta di credito. Arrivo a casa, apro il pc per iniziare il lavoro quotidiano e mi compare una pubblicità di sigari. Pochi giorni fa vado nel bar di un mio amico che aveva messo in vendita su Internet una cucina da ristorante; mi racconta la sua avventura per vendere queste apparecchiature. Torno a casa, apro il cellulare, e mi compaiono annunci di vendita di cucine da ristorante. Quello che mi ha sorpreso è la rapidità con cui il dato che io avevo fornito col mio acquisto (sigari) è stato elaborato per mandarmi una pubblicità mirata. Il tempo trascorso dall’acquisto all’apertura del pc, infatti, era di circa trenta minuti. Un tempo poco superiore è trascorso nell’intervallo in cui ero a casa del mio amico e il momento in cui mi è comparsa la pubblicità delle cucine. Ora, premetto che pur essendo un complottista convinto, non sono affatto preoccupato che venga tracciato tutto ciò che faccio, vendo, compro, ecc. Quando certi strumenti saranno ancora più invasivi, sarà forse la volta buona che inizieremo a lasciare sempre più spesso a casa i cellulari e solleveremo sempre più lo sguardo dagli schermi dei nostri apparecchi elettronici, per volgerlo all’ambiente attorno a noi o al cielo. Le domande che mi faccio sono due, e di altro tipo.
SmartphoneInnanzitutto a me pare che l’analisi dei dati che vengono immagazzinati per dare pubblicità sia sempre più sofisticata e vada molto al di là di quello che ci raccontano. Ci viene detto, infatti, che Google usa decine di indicatori per mandare pubblicitàmirate, comprese il luogo in cui siamo. E fin qui ok, lo si può intuire anche dal fatto che ormai quasi tutti i siti ti chiedono “la tua posizione”, quando addirittura non la individuano in automatico. Mi accorgo infatti che se apro il pc in Francia, immediatamente mi compaiono pubblicità in francese; in Usa mi compaiono pubblicità in inglese, e così via. Se faccio una ricerca su Amazon compare in automatico “luogo di spedizione”, seguito dalla nazione in cui mi trovo. A me pare invece che emerga un controllo molto più permeante e globale, che comprende l’analisi immediata e incrociata di tutti i dati possibili, compresi gli acquisti fatti con carta di credito e il luogo specifico in cui ci troviamo (casa, supermercato, indirizzo di un amico, ecc.). Non si tratta, cioè, di un banale (si fa per dire) incrocio di dati, per rilevare la propensione al consumo degli utenti, ma di qualcosa di molto più specifico e permeante.

giovedì 5 aprile 2018

Migranti, pm di Catania contro le ong: "Fino alla Libia ma non collaborano"

28 marzo 2018
Migranti, il pm di Catania accusa le ong: "Vanno fino in Libia ma non collaborano"
Migranti, pm di Catania contro le ong: "Fino alla Libia ma non collaborano"

Migranti: Pm Catania, Ong fino acque Libia ma non collaborano

La situazione di notevole instabilita' dello scenario libico hanno determinato, a partire dall'estate del 2016, l'adozione di modalita' operative diverse da parte dei trafficanti, "che hanno incrementato in misura esponenziale il numero dei migranti da avviare sulle rotte del Mediterraneo". A partire da questo periodo, sottolinea stasera in una nota la procura di Catania dopo la convalida del sequestro da parte del gip della nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms, "l'attivita' di soccorso in mare e' stata in larga misura svolta dalle navi di Ong straniere che sono intervenute a ridosso del confine tra le acque libiche e quelle internazionali (e in alcuni casi anche all'interno delle acque territoriali libiche, come e' stato segnalato dagli organi investigativi per precedenti operazioni effettuate da natanti della Ong Proactiva), che hanno portato in Italia un numero assai elevato di migranti, spesso - sottolinea l'ufficio diretto da Carmelo Zuccaro - senza fornire alcuna collaborazione agli organi di investigazione per la raccolta tempestiva di informazioni utili all'individuazione degli autori del traffico".

mercoledì 4 aprile 2018

controstoria di Muammar Gheddafi.

LA LIBIA DI GHEDDAFI: LA LIBIA CHE NON SI LEGGE SUI GIORNALI 



gheddafi


Testimonianza di un tecnico ENI (anno 2011) 

Sono stato in Libia, da lavoratore, fino al 21 febbraio scorso quando, costretto dagli eventi, ho dovuto abbandonarla con l’ultimo volo di linea Alitalia.

Ho avuto modo di conoscere gran parte del Paese, da Tripoli a Bengasi, a Ras Lanuf a Marsa El Brega a Gadames, non frequentando gli ambienti dorati, ovattati e distaccati dei grandi alberghi, ma vivendo da lavoratore tra lavoratori e a quotidiano contatto con ambienti popolari, sempre riscontrando cordialità e sentimenti di amicizia per certi versi inaspettati e sorprendenti. Non era raro per strada sentirsi chiedere di poter fare assieme una fotografia da chi si accorgeva di stare incrociando degli italiani, peraltro numerosissimi anche per le tantissime imprese che vi operavano, dalle più grandi (ENI, Finmeccanica, Impregilo ecc.) alle più piccole (infissi, sanitari, rubinetterie, arredamenti ecc.), in un ambiente favorevolissimo, direi familiare…

Da quello che ho potuto constatare il tenore di vita libico era abbastanza soddisfacente: il pane veniva praticamente regalato, 10 uova costavano l’equivalente di 1 euro, 1 kg di pesce spada circa 5 euro, un litro di benzina circa 10 centesimi di euro; la corrente elettrica era di fatto gratuita; decine e decine di migliaia di alloggi già costruiti e ancora in costruzione per garantire una casa a tutti (150-200 m2 ad alloggio….); l’acqua potabile portata dal deserto già in quasi tutte le città con un’opera ciclopica, in via di completamento, chiamata “grande fiume”; era stata avviata la costruzione della ferrovia ad alta velocità e appaltato il primo lotto tra Bengasi e il confine egiziano della modernissima autostrada inserita nell’accordo con l’Italia; tutti erano dotati di cellulari, il costo delle chiamate era irrisorio, la televisione satellitare era presente sostanzialmente in ogni famiglia e nessun programma era soggetto a oscuramento, così come internet alla portata di tutti, con ogni sito accessibile, compreso i social network (Facebook e Twitter), Skype e la comunicazione a mezzo e-mail.

Dalla fine dell’embargo la situazione, anche “democratica”, era migliorata tantissimo e il trend era decisamente positivo: i libici erano liberi di andare all’estero e rientrare a proprio piacimento e un reddito era sostanzialmente garantito a tutti.

Quando sono scoppiati i primi disordini, la sensazione che tutti lì abbiamo avuto è stata quella che qualcuno stava fomentando rivalità mai sopite tra la regione di Bengasi e la Tripolitania, così come le notizie che rilanciavano le varie emittenti satellitari apparivano palesemente gonfiate quando non addirittura destituite da ogni fondamento: fosse comuni, bombardamenti di aerei sui dimostranti ecc.

martedì 3 aprile 2018

controstoria di Saddam Hussein.


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Di Leonardo Olivetti

Quando si parla dell’Iraq contemporaneo non si può fare a meno di pensare alla controversa figura di Saddam Hussein. Il Raìs iracheno è uno dei massimi oggetti di demonizzazione dell’Occidente, accusato di ogni sorta di crimine e usato come archetipo della tirannide. Ma alle costruzioni propagandistiche degli agiografi dell’imperialismo americano, non corrispondono i fatti; Saddam Hussein fu uno dei più geniali e lungimiranti leader mediorientali degli ultimi anni, capace di guidare un paese dalla rovina alla prosperità, di non arrendersi alle minacce e all’arroganza stranieri, per nulla responsabile di quelle “atrocità” tanto vilmente accostate alla sua figura.

Quando Saddam Hussein prese in mano le redini del paese mediorientale, aveva di fronte a sé una situazione molto deteriorata, insicura e sottosviluppata economicamente, culturalmente e socialmente. Il Raìs iracheno risollevò l’Iraq dalla miseria, creando un regime prospero e culturalmente avanzato. L’alfabetizzazione, nel 1973, era solo il 35%; solo nove anni più tardi, le Nazioni Unite dichiararono l’Iraq “libero dall’analfabetismo”, con una popolazione alfabetizzata superiore al 90%, ed una percentuale del 100% di giovani che andavano a scuola. Due anni dopo, nel 1984, le stesse Nazioni Unite ammisero che “il sistema educativo dell’Iraq è il migliore mai visto in un paese in via di sviluppo”. Il sistema scolastico iracheno era anche tra i migliori al mondo per qualità; il tasso di studenti promossi era maggiore che negli altri paesi arabi, e il governo di Saddam, dal 1970 al 1984, spese solo per l’educazione il 6% del PIL, pari al 20% del reddito annuo del paese. In pratica, il governo di Baghdad spese per ogni singolo studente circa 620$, una cifra altissima per un paese in via di sviluppo. E questo dopo che Saddam Hussein era l’uomo forte di Baghdad da solo un decennio. Più tardi, dal 1976 al 1986, gli studenti delle scuole elementari crebbero del 30%, le studentesse femmine del 45%, sintomo della crescente emancipazione femminile, e il numero delle ragazze che studiavano era il 44% del totale, quasi in parità con il sesso maschile. Un altro risultato del fervore culturale importante nell’Iraq di Saddam Hussein è quello ottenuto nell’ambito universitario; l’Università di Baghdad, fondata nel 1957, ebbe oltre 33 mila studenti tra il 1983 e il 1984, l’Istituto Tecnico oltre 34 mila, l’Università di Mustansirya oltre 11 mila. Queste cifre altissime, che manifestano la fioritura culturale dell’Iraq ba’athista, portarono il New York Times, nel 1987, a battezzare Baghdad come “la Parigi del Medio Oriente”.

lunedì 2 aprile 2018

Saif al-Islam Gheddafi: una presidenza per il bene della Libia e dell’Italia

Intervista a Michele Marsiglia, Presidente di FederPetroli, sul suo sostegno alla candidatura di Saif Gheddafi alla Presidenza

domenica 1 aprile 2018

Saif al-Islam Gheddafi. Parola alla Difesa: intervista esclusiva all’avvocato Khaled al-Zeidy

a cura di Vanessa Tomassini
Il portavoce della Corte Penale Internazionale (CPI), Fadi El Abdallah, ha dichiarato durante un’intervista al nostro giornale, realizzata all’Aia in questi giorni, che se il figlio preferito del defunto leader libico, Saif al- Islam Gheddafi, vincesse le prossime elezioni presidenziali “per la Cpi non cambierebbe nulla e si troverebbe nella stessa situazione, in quanto la Corte ha emesso un mandato di arresto per il signor Gheddafi e continua a chiedere che si arrenda e si consegni. Il procuratore ha ribadito ciò al Consiglio di Sicurezza, chiedendo di aiutare le autorità libiche affinché collaborino meglio e rispettino l’ordine emesso dai giudici”. Il portavoce ha anche aggiunto che “il signor Gheddafi non è stato condannato, anzi è innocente fino a prova contraria”, è necessario che l’imputato si consegni alla corte “affinché i giudici dopo un giusto procedimento, stabiliscano se è colpevole o innocente”. Come avviene nelle migliori aule di tribunale ora la parola passa alla difesa, in un incontro esclusivo con l’avvocato storico della famiglia Gheddafi, Khaled al-Zaidy.