Robert Fisk è considerato uno dei più grandi reporter
di guerra del mondo. In Medio Oriente dal 1976 come corrispondente del
Times, ha seguito la guerra civile libanese, l’invasione sovietica
dell’Afghanistan, la guerra Iran-Iraq, le guerre balcaniche, la prima e
la seconda guerra del Golfo, sempre denunciando crimini di guerra di
opposte fazioni e molte delle attività dei governi occidentali in Medio
Oriente. Un vero testimone del nostro tempo. Oggi collabora con
l’Independent, e qui vi proponiamo ampi stralci del suo ultimo clamoroso articolo sulla Siria. Titolo: “La ricerca della verità tra le macerie di Duma – e i dubbi di un medico sull’attacco chimico”.
La parola di Fisk ha un peso, e se anche lui si chiede “gli attacchi
con il gas sono avvenuti davvero?”, il mondo non può non ascoltare.
Questa è la storia di una città chiamata Duma, un luogo
devastato tra palazzi distrutti, e di una clinica sotterranea le cui
immagini di sofferenza hanno autorizzato tre delle nazioni più potenti
del mondo occidentale a bombardare la Siria la settimana scorsa. C’è un
dottore amichevole in camice verde che, mentre lo seguo nella clinica,
allegramente mi dice che il video sul “gas” che ha fatto inorridire il
mondo, malgrado i dubbiosi, è perfettamente autentico.
Le storie di guerra, comunque, hanno l’abitudine di
diventare sempre più oscure. E lo stesso esperto dottore siriano 58enne
aggiunge poi qualcosa di profondamente disturbante: i pazienti,
sostiene, non sono stati sopraffatti dal gas ma dalla carenza di
ossigeno nei tunnel pieni di immondizia e nelle cantine dove vivono,
durante una notte di vento e di pesanti bombardamenti che hanno
sollevato una tempesta di polvere.
Mentre il dottor Assim Rahaibani annuncia
questa straordinaria conclusione, è giusto osservare che per sua stessa
ammissione lui non è un testimone, e malgrado parli un buon inglese si
riferisce due volte ai miliziani jihadisti di Jaish el-Islam (l’Esercito
Islamico) a Dumas come a dei “terroristi”, la parola del regime per
definire i nemici e un termine usato da tanta gente per tutta la Siria.
Sto capendo bene? A quale versione degli eventi dobbiamo credere?
Per mia sfortuna, inoltre, i dottori che erano in servizio
quella notte del 7 aprile sono tutti a Damasco per rispondere ad una
commissione di inchiesta, che cercherà di arrivare ad una risposta
definitiva alla questione nelle prossime settimane.
La Francia, intanto, ha detto di avere “le prove” che
siano state usate armi chimiche, e i media USA hanno citato fonti che
sostengono che i test di sangue e urina hanno mostrato la stessa cosa.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato che i suoi partner
sul posto hanno trattato 500 pazienti “che esibiscono segni e sintomi
consistenti con l’esposizione ad agenti chimici tossici”. Gli ispettori
dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) però
non riescono ad arrivare nel sito del presunto attacco col gas,
apparentemente in quanto mancanti dei corretti permessi ONU.
Prima di andare avanti, i lettori devono sapere che questa
non è l’unica storia a Duma. Ci sono molte persone con cui ho parlato,
tra le rovine di questa città, che affermano di “non aver mai
creduto” alle storie sul gas che vengono solitamente diffuse, così
sostengono, dai gruppi armati islamisti. (…)
E’ stata una breve camminata fino al Dr Rahaibani. Dalla
porta della sua clinica, chiamata “Punto 200” nella strana geologia di
questa città in parte sotterranea, scende un corridoio fino al suo
ospedale e ai pochi letti, dove una bambina piange mentre le infermiere
le curano un taglio sopra un occhio. “Ero con la mia famiglia nella
cantina della mia casa a 300 metri da qui, quella notte, ma tutti i
dottori sanno ciò che è successo. C’erano grossi bombardamenti (delle forze governative) e gli aerei sono sempre sopra Duma durante la notte. Ma
quella notte c’era vento, e grandi nuvole di polvere hanno cominciato
ad infiltrarsi nelle cantine dove vive la gente. Le persone hanno
cominciato ad arrivare qui in ospedale soffrendo di ipossia e scarsità
di ossigeno. Poi qualcuno alla porta, un Casco Bianco, ha urlato “Gas!”
ed è cominciato il panico. Le persone hanno preso a tirarsi addosso l’acqua l’una con l’altra. Sì, il video è stato filmato qui, è genuino, ma quelle che tu vedi sono persone colpite da ipossia e non da avvelenamento da gas. (…)
I Caschi Bianchi -i primi soccorritori, già leggendari in
occidente, ma con alcuni risvolti interessanti nella loro stessa storia-
hanno giocato un ruolo familiare durante le battaglie. Loro sono parzialmente finanziati dal Foreign Office inglese, e molti degli uffici locali impiegano uomini di Duma. (…)
Naturalmente volevamo ascoltare il loro punto di vista, ma
non è stato possibile: una donna ci ha detto che tutti i membri dei
caschi Bianchi hanno abbandonato il loro quartier generale e hanno scelto di evacuare con i bus organizzati dal governo verso la provincia ribelle di Idlib, insieme ai miliziani che hanno aderito alla tregua. (…)
Le mie domande sul gas hanno trovato solo una franca
perplessità. Come è possibile che i rifugiati di Duma che hanno
raggiunto i campi in Turchia abbiano descritto un attacco con il gas che nessuno a Duma oggi sembra ricordarsi?
Mi è venuto in mente, mentre camminavo per un miglio in questi tunnel,
che i cittadini di Duma vivono così isolati gli uni dagli altri e per
così tanto tempo che le notizie come le intendiamo noi semplicemente per
loro non hanno significato. La Siria non è una democrazia, come dico
cinicamente ai miei colleghi arabi, ed è sicuramente una spietata
dittatura, ma questo non dovrebbe trattenere persone felici di
incontrare finalmente stranieri, dal rispondere con parole di verità.
Così, cosa mi stavano davvero dicendo? (…) Un colonnello siriano in cui
mi sono imbattuto davanti a uno di questi edifici mi ha chiesto se
volevo vedere quanto erano profondi i tunnel. Mi sono fermato dopo oltre
un miglio, e lui ha curiosamente osservato: “Questi tunnel possono arrivare lontano, fino in Gran Bretagna”. Ah
sì, la signora May, mi ricordo, i cui bombardamenti sono così
intimamente collegati a questi luoghi di tunnel e polvere. E anche di
gas?
Fonte: www.byoblu.comPreso da: https://www.sapereeundovere.com/il-clamoroso-reportage-di-robert-fisk-dalla-siria-non-era-gas-era-polvere/
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