25 luglio 2014
Doveva recarsi a Tobruk per colloqui e riunioni
Una milizia armata ha impedito al premier Abdallah al Theni di prendere un aereo all'aeroporto militare di Mittiga, vicino a Tripoli, dopo la chiusura lo scorso 13 luglio dello scalo internazionale della capitale libica, teatro di duri combattimenti. Lo ha reso noto il governo libico. Al Theni voleva recarsi a Tobruk, nell'est della Libia, "per una serie di colloqui e riunioni", aggiunge il comunicato.
In ogni guerra, ancora prima della gente, occorre assassinare la verità. Guerra alla libia: 100000 morti, 240000 persone ancora cercate, 78000 dispersi. 10300 donne violentate, 350000 rifugiati.
Translate
giovedì 31 luglio 2014
mercoledì 30 luglio 2014
Nuovi scontri a Tripoli
Posted: 2014-07-25
From: Mathaba
Continuano gli scontri tra opposte milizie per il controllo dello scalo aereoportuale della capitale libica.
Si combatte per il tredicesimo giorno consecutivo nella zona dell'aereoporto internazionale di Tripoli.
I miliziani di Misurata continuano a bombardare lo scalo controllato dal 2011 dai miliziani di Zintan pur non sembrando in grado di sferrare l'attacco finale.
From: Mathaba
Continuano gli scontri tra opposte milizie per il controllo dello scalo aereoportuale della capitale libica.
Si combatte per il tredicesimo giorno consecutivo nella zona dell'aereoporto internazionale di Tripoli.
I miliziani di Misurata continuano a bombardare lo scalo controllato dal 2011 dai miliziani di Zintan pur non sembrando in grado di sferrare l'attacco finale.
martedì 29 luglio 2014
Libia nel caos, continuano gli scontri all'aeroporto di Tripoli
Hanno vinto i candidati più moderati. Probabilmente. Perché nella tormentata Libia, lacerata dagli scontri fra milizie rivali e da un clima di ingovernabilità, anche il più semplice risultato elettorale si presta a diverse interpretazioni.
Dopo un mese dal voto, l'Alta commissione elettorale libica ha annunciato ieri i risultati definitivi delle elezioni parlamentari tenutesi lo scorso 25 giugno. Dire quale corrente abbia vinto con precisione è difficile. Anche perché i partiti politici, che nell'ultimo anno hanno dato pessima prova di loro, sono stati messi al bando. Sui 200 seggi del Parlamento, 168 seggi andranno a candidati indipendenti, o meglio individuali (che potrebbero essere indirettamente legati ai partiti) , mentre i restanti 32 seggi saranno comunque assegnati alle donne come quota rosa.
Dopo un mese dal voto, l'Alta commissione elettorale libica ha annunciato ieri i risultati definitivi delle elezioni parlamentari tenutesi lo scorso 25 giugno. Dire quale corrente abbia vinto con precisione è difficile. Anche perché i partiti politici, che nell'ultimo anno hanno dato pessima prova di loro, sono stati messi al bando. Sui 200 seggi del Parlamento, 168 seggi andranno a candidati indipendenti, o meglio individuali (che potrebbero essere indirettamente legati ai partiti) , mentre i restanti 32 seggi saranno comunque assegnati alle donne come quota rosa.
Etichette:
donne,
fratelli musulmani,
gnc,
jibril,
parlamenti,
partiti,
ratti
lunedì 28 luglio 2014
Libia, liberali battono gli islamisti alle elezioni (farsa) parlamentari.
miracolo, o forse solo volontà di qualche RATTO: Comunicati i risultati delle parlamentari dello scorso 25 giugno. Incertezza sulla maggioranza. Intanto si aggrava il bilancio delle vittime conseguenza dei combatitmenti tra l'esercito regolare e i gruppi ribelli.
22 luglio 2014Le forze liberali hanno battuto quelle islamiste nelle elezioni per il nuovo Parlamento libico, che si sono tenute in Libia il 25 giugno scorso. Dopo alcuni rinvii, la Commissione elettorale libica ha infatti annunciato i risultati definitivi del voto. Queste elezioni sono state caratterizzate dal voto a candidati individuali e non a liste di partiti; per questo motivo, è difficile capire a chi andrà la maggioranza del Congresso generale Nazionale, il Parlamento della transizione, ma la maggior parte dei nuovi eletti sono indipendenti che si oppongono agli islamisti.
22 luglio 2014Le forze liberali hanno battuto quelle islamiste nelle elezioni per il nuovo Parlamento libico, che si sono tenute in Libia il 25 giugno scorso. Dopo alcuni rinvii, la Commissione elettorale libica ha infatti annunciato i risultati definitivi del voto. Queste elezioni sono state caratterizzate dal voto a candidati individuali e non a liste di partiti; per questo motivo, è difficile capire a chi andrà la maggioranza del Congresso generale Nazionale, il Parlamento della transizione, ma la maggior parte dei nuovi eletti sono indipendenti che si oppongono agli islamisti.
domenica 27 luglio 2014
Libia, 16 morti nel conflitto tra esercito e islamisti. Ancora scontri in aeroporto a Tripoli
A Bengasi, nella Libia orientale, sono state uccise 16 persone, prevalentemente soldati, e almeno 81 sono rimaste ferite. Intanto sale a 47 morti e un miliardo di dollari di danni il bilancio degli scontri all'aeroporto di Tripoli.
22 luglio 2014 - Sedici persone, per la maggior parte soldati, sono state uccise e altre 81 ferite negli scontri a Bengasi, nella Libia orientale, tra l'esercito regolare libico (cioè l' esercito di occupazione dei RATTI ) e due gruppi islamisti. Secondo una fonte militare, gli scontri sono scoppiati dopo un attacco condotto dal "Consiglio della Shura dei rivoluzionari di Bengasi", un'alleanza di milizie islamiste e jihadiste, contro una caserma dell'esercito. "La maggior parte dei morti e dei feriti sono militari. Tre civili, fra cui un egiziano, sono stati uccisi quando un razzo ha colpito la loro casa", riporta una fonte ospedaliera.
22 luglio 2014 - Sedici persone, per la maggior parte soldati, sono state uccise e altre 81 ferite negli scontri a Bengasi, nella Libia orientale, tra l'esercito regolare libico (cioè l' esercito di occupazione dei RATTI ) e due gruppi islamisti. Secondo una fonte militare, gli scontri sono scoppiati dopo un attacco condotto dal "Consiglio della Shura dei rivoluzionari di Bengasi", un'alleanza di milizie islamiste e jihadiste, contro una caserma dell'esercito. "La maggior parte dei morti e dei feriti sono militari. Tre civili, fra cui un egiziano, sono stati uccisi quando un razzo ha colpito la loro casa", riporta una fonte ospedaliera.
sabato 26 luglio 2014
LE 13 FAMIGLIE CHE COMANDANO IL MONDO
Pubblicato da Informare per resistere il 8 agosto 2012.
“Illuminati” o ”portatori di luce”. Appartengono a tredici delle più ricche famiglie del mondo e sono i personaggi che veramente controllano e comandano il mondo da dietro le quinte. Vengono, da molti, anche definiti la “Nobiltà Nera”. La loro caratteristica principale è quella di essere nascosti agli occhi della popolazione mondiale. Il loro albero genealogico va indietro migliaia di anni, alcuni dicono che risale alla civiltà sumera/babilonese o addirittura che siano ibridi, figli di una razza extraterrestre, i rettiliani. Sono molto attenti a mantenere il loro legame di sangue di generazione in generazione senza interromperla. Il loro potere risiede nel controllo specie quello economico (gruppo Bilderberg ecc…),“il denaro crea potere” è la loro filosofia. Il loro controllo punta a possedere tutte le banche internazionali, il settore petrolifero e tutti i più potenti settori industriali e commerciali. Sono infiltrati nella politica e nella maggior parte dei governi e degli organi statali e parastatali. Inoltre negli organi internazionali primo fra tutti l’ONU e poi il Fondo Monetario Internazionale. Ma qual è l’obiettivo degli Illuminati? Creare un Nuovo Ordine Mondiale (NWO) con un governo mondiale, una banca centrale mondiale, un esercito globale e tutta una rete di controllo totale sulle masse. A capo ovviamente loro stessi, per sottomettere il mondo ad una nuova schiavitù, non fisica, ma “spirituale” ed affermare il loro credo, quello di Lucifero.
“Illuminati” o ”portatori di luce”. Appartengono a tredici delle più ricche famiglie del mondo e sono i personaggi che veramente controllano e comandano il mondo da dietro le quinte. Vengono, da molti, anche definiti la “Nobiltà Nera”. La loro caratteristica principale è quella di essere nascosti agli occhi della popolazione mondiale. Il loro albero genealogico va indietro migliaia di anni, alcuni dicono che risale alla civiltà sumera/babilonese o addirittura che siano ibridi, figli di una razza extraterrestre, i rettiliani. Sono molto attenti a mantenere il loro legame di sangue di generazione in generazione senza interromperla. Il loro potere risiede nel controllo specie quello economico (gruppo Bilderberg ecc…),“il denaro crea potere” è la loro filosofia. Il loro controllo punta a possedere tutte le banche internazionali, il settore petrolifero e tutti i più potenti settori industriali e commerciali. Sono infiltrati nella politica e nella maggior parte dei governi e degli organi statali e parastatali. Inoltre negli organi internazionali primo fra tutti l’ONU e poi il Fondo Monetario Internazionale. Ma qual è l’obiettivo degli Illuminati? Creare un Nuovo Ordine Mondiale (NWO) con un governo mondiale, una banca centrale mondiale, un esercito globale e tutta una rete di controllo totale sulle masse. A capo ovviamente loro stessi, per sottomettere il mondo ad una nuova schiavitù, non fisica, ma “spirituale” ed affermare il loro credo, quello di Lucifero.
Etichette:
bildelberg,
fmi,
illuminati,
NWO,
ONU,
Rockefeller,
rothschild
venerdì 25 luglio 2014
Tripoli, battaglia per l'aeroporto. Almeno 47 morti
Scontri tra miliziani di Zintan che controllano lo scalo e quelli di Misurata. Molte vittime civili. Utilizzati carri armati e tiri di cannone. Devastate le piste, aerei in fiamme. Struttura inagibile
21 luglio 2014
di VINCENZO NIGRO
Dal 13 luglio l'aeroporto internazionale di Tripoli è stato al centro di una furiosa battaglia ad intermittenza per il controllo delle sue piste. Ieri sera il Ministero della Sanità di Tripoli ha comunicato alla France Presse che i morti in sette giorni sarebbero stati almeno 47. Ma non sono state contate le vittime dei violentissimi scontri di ieri, domenica. Per una settimana si sono affrontate le milizie di Zintan, che da 3 anni controllano l'aeroporto, e un gruppo di armati sostenuti dalla città di Misurata, miliziani classificati come "islamisti" anche se in Libia classificazioni del genere ormai sono sempre più complicate.
21 luglio 2014
di VINCENZO NIGRO
Dal 13 luglio l'aeroporto internazionale di Tripoli è stato al centro di una furiosa battaglia ad intermittenza per il controllo delle sue piste. Ieri sera il Ministero della Sanità di Tripoli ha comunicato alla France Presse che i morti in sette giorni sarebbero stati almeno 47. Ma non sono state contate le vittime dei violentissimi scontri di ieri, domenica. Per una settimana si sono affrontate le milizie di Zintan, che da 3 anni controllano l'aeroporto, e un gruppo di armati sostenuti dalla città di Misurata, miliziani classificati come "islamisti" anche se in Libia classificazioni del genere ormai sono sempre più complicate.
giovedì 24 luglio 2014
LIBIA. Il RATTO Abdelaziz chiede aiuto all’Onu.
18 luglio 2014
Il ministro degli Esteri della Libia, Mohamed Abdelaziz, si è rivolto oggi alle Nazioni unite per chiedere “non un intervento militare”, bensì una “squadra di esperti della sicurezza dell’Onu”, per addestrare l’esercito e le forze di sicurezza e quindi evitare che il paese, percorso da numerose milizie armate in lotta l’uno contro l’altra, dalla criminalità di ogni genere e persino dai venti di secessione delle tribù e delle macroregionni, possa sprofondare ulteriormente nel caos.
Il ministro degli Esteri della Libia, Mohamed Abdelaziz, si è rivolto oggi alle Nazioni unite per chiedere “non un intervento militare”, bensì una “squadra di esperti della sicurezza dell’Onu”, per addestrare l’esercito e le forze di sicurezza e quindi evitare che il paese, percorso da numerose milizie armate in lotta l’uno contro l’altra, dalla criminalità di ogni genere e persino dai venti di secessione delle tribù e delle macroregionni, possa sprofondare ulteriormente nel caos.
mercoledì 23 luglio 2014
PRATICAMENTE SCONOSCIUTE IN OCCIDENTE: LE RISORSE D’ACQUA LIBICHE
Postato il Venerdì, 25 marzo 2014 @ 04:40:00 GMT di davide
FONTE: RICHARD POOR’S BLOG
Il Progetto Grande Fiume Artificiale Libico, 1 Settembre 2010
…Nel 1960 durante un’esplorazione petrolifera nel profondo sud del deserto Libico, vaste riserve di acqua di alta qualità furono scoperte sotto forma di falde acquifere. …
…In Libia ci sono quattro grandi bacini sotterranei, e cioè il bacino di Kufra, il bacino di Sirte, il bacino di Morzuk e quello di Hamada, di cui i primi tre messi insieme contengono una riserva di 35.000 chilometri cubi di acqua. Queste vaste riserve offrono una quantità quasi illimitata di acqua per il popolo libico.
FONTE: RICHARD POOR’S BLOG
Il Progetto Grande Fiume Artificiale Libico, 1 Settembre 2010
…Nel 1960 durante un’esplorazione petrolifera nel profondo sud del deserto Libico, vaste riserve di acqua di alta qualità furono scoperte sotto forma di falde acquifere. …
…In Libia ci sono quattro grandi bacini sotterranei, e cioè il bacino di Kufra, il bacino di Sirte, il bacino di Morzuk e quello di Hamada, di cui i primi tre messi insieme contengono una riserva di 35.000 chilometri cubi di acqua. Queste vaste riserve offrono una quantità quasi illimitata di acqua per il popolo libico.
Etichette:
acqua fossile,
gheddafi,
grande fiume,
usa
martedì 22 luglio 2014
Perché la Libia rischia di essere un nuovo Afghanistan.
16 - 07 - 2014Francesco De Palo
Fatti, ricostruzioni e polemiche
Da tre giorni le milizie islamiste in Libia, dopo aver provocato scontri armati, hanno bombardato a colpi di missili l’aeroporto di Tripoli. E mentre la situazione si fa incandescente anche per gli interessi italiani in zona, senza che il nuovo parlamento sia in grado di arginare i pericoli, il Giornale monta una polemica sul mancato intervento da parte del nostro ministero degli Esteri.
QUI TRIPOLI
Il quadro è complesso. Missili contro l’aeroporto sono stati lanciati dalle milizie islamiste: è stato distrutto il 90% della flotta aerea. Per questo il governo locale chiederà un intervento armato internazionale, anche se per il momento non ci sono risposte concrete da parte dei vertici continentali. La città è un vero e proprio campo di battaglia a causa del quale l’ONU ha evacuato il proprio personale dal Paese.
Fatti, ricostruzioni e polemiche
Da tre giorni le milizie islamiste in Libia, dopo aver provocato scontri armati, hanno bombardato a colpi di missili l’aeroporto di Tripoli. E mentre la situazione si fa incandescente anche per gli interessi italiani in zona, senza che il nuovo parlamento sia in grado di arginare i pericoli, il Giornale monta una polemica sul mancato intervento da parte del nostro ministero degli Esteri.
QUI TRIPOLI
Il quadro è complesso. Missili contro l’aeroporto sono stati lanciati dalle milizie islamiste: è stato distrutto il 90% della flotta aerea. Per questo il governo locale chiederà un intervento armato internazionale, anche se per il momento non ci sono risposte concrete da parte dei vertici continentali. La città è un vero e proprio campo di battaglia a causa del quale l’ONU ha evacuato il proprio personale dal Paese.
lunedì 21 luglio 2014
Libia, violenti combattimenti a Tripoli e Bengasi
Decine di razzi sull'aeroporto della capitale, già chiuso domenica: distrutto il 90% degli aerei fermi sulle piste. Nella seconda città del Paese almeno sette morti e quasi 50 feriti. Il governo valuta l'ipotesi di un intervento internazionale
15 luglio 2014
TRIPOLI - Libia nel caos, con scontri che infuriano sia a Tripoli che a Bengasi. Nella capitale è stato preso di mira soprattutto l'aeroporto, chiuso già da domenica, su cui sono piovuti decine di razzi: un portavoce governativo ha riferito che il 90 per cento dei velivoli fermi sulle piste è stato distrutto, secondo altre fonti due soldati sono rimasti uccisi ed è stata danneggiata anche la torre di controllo.
15 luglio 2014
TRIPOLI - Libia nel caos, con scontri che infuriano sia a Tripoli che a Bengasi. Nella capitale è stato preso di mira soprattutto l'aeroporto, chiuso già da domenica, su cui sono piovuti decine di razzi: un portavoce governativo ha riferito che il 90 per cento dei velivoli fermi sulle piste è stato distrutto, secondo altre fonti due soldati sono rimasti uccisi ed è stata danneggiata anche la torre di controllo.
domenica 20 luglio 2014
Tripoli, aeroporto distrutto, Libia isolata
Posted: 2014-07-16
From: Mathaba
Dopo 2 giorni di combattimenti per il controllo dell'aereoporto internazionale della capitale libica Tripoli la Jamahiriya occupata si ritrova isolata dal resto del mondo, lo scalo internazionale ha subito infatti gravissimi danni.
Secondo fonti del governo di occupazione circa il 90 per cento degli aerei parcheggiati nello scalo al momento dell'attacco sono stati danneggiati, seri danni sono riportati anche alla torre di controllo e alle sale d'attesa.
From: Mathaba
Dopo 2 giorni di combattimenti per il controllo dell'aereoporto internazionale della capitale libica Tripoli la Jamahiriya occupata si ritrova isolata dal resto del mondo, lo scalo internazionale ha subito infatti gravissimi danni.
Secondo fonti del governo di occupazione circa il 90 per cento degli aerei parcheggiati nello scalo al momento dell'attacco sono stati danneggiati, seri danni sono riportati anche alla torre di controllo e alle sale d'attesa.
sabato 19 luglio 2014
Guerra a Tripoli tra Misurata e Zintan
Posted: 2014-07-13
From: Mathaba
Una giornata di guerra a Tripoli tra miliziani di Misurata e quelli di Zintan dal 2011 a guardia dello scalo aereoportuale.
Oggi a Tripoli é stata una giornata di guerra.
I miliziani estremisti di Misurata hanno attaccato alle prime ore del giorno l'aereoporto della capitale, controllato dal 2011 da i miliziani di Zintan.
From: Mathaba
Una giornata di guerra a Tripoli tra miliziani di Misurata e quelli di Zintan dal 2011 a guardia dello scalo aereoportuale.
Oggi a Tripoli é stata una giornata di guerra.
I miliziani estremisti di Misurata hanno attaccato alle prime ore del giorno l'aereoporto della capitale, controllato dal 2011 da i miliziani di Zintan.
venerdì 18 luglio 2014
Il PNAC, l'11 settembre 2001 e il Nuovo Ordine Mondiale
Di Salvatore Santoru
In un'intervista rilasciata nel 2007 all'emittente televisiva Democracy Now, l'ex generale statunitense Wesley Clark ha dichiarato che le recenti guerre degli Stati Uniti sono state pianificate in anticipo .
Clark ha citato un documento ,Rebuilding America's Defenses, prodotto dal think tank PNAC nel 2000 .
In esso viene descritto un piano volto a consolidare l'egemonia statunitense attraverso degli interventi militari in quei paesi considerati una minaccia per tale egemonia, dall'Iraq alla Siria.
Il PNAC
Il PNAC è un'istituto di ricerca con sede a Washington creato nel 1997 e considerato come la base intellettuale del movimento " neocon ", area che ha egemonizzato il partito repubblicano e che è stata molto influente durante la presidenza di George W. Bush . Tra i membri fondatori del gruppo spiccano Donald Rumsfeld,già segretario alla difesa di Bush e Dick Cheney, vicepresidente dello stesso .
L'attuale dirigente è il giornalista ed analista politico Wiliam Kristol, commentatore fisso di Fox News e editorialista del New York Times nonchè fondatore del settimanale politico The Weekly Standard.
Il padre,Irving Kristol, è considerato come il padre fondatore dello stesso movimento neocon.
Irving Kristol inizialmente era un militante e intellettuale trotskista e liberal, e scontento delle politiche allora dominanti nel partito democratico aveva deciso di cambiare strada fondando, con altri intellettuali della stessa area, quello che lo scrittore e attivista politico socialdemocratico Michael Harrington ha chiamato " neoconservatorismo " .
Kristol è stato anche membro del Council of Foreign Relations, uno dei gruppi di potere più influenti in USA e nel mondo .
In un'intervista rilasciata nel 2007 all'emittente televisiva Democracy Now, l'ex generale statunitense Wesley Clark ha dichiarato che le recenti guerre degli Stati Uniti sono state pianificate in anticipo .
Clark ha citato un documento ,Rebuilding America's Defenses, prodotto dal think tank PNAC nel 2000 .
In esso viene descritto un piano volto a consolidare l'egemonia statunitense attraverso degli interventi militari in quei paesi considerati una minaccia per tale egemonia, dall'Iraq alla Siria.
Il PNAC
Il PNAC è un'istituto di ricerca con sede a Washington creato nel 1997 e considerato come la base intellettuale del movimento " neocon ", area che ha egemonizzato il partito repubblicano e che è stata molto influente durante la presidenza di George W. Bush . Tra i membri fondatori del gruppo spiccano Donald Rumsfeld,già segretario alla difesa di Bush e Dick Cheney, vicepresidente dello stesso .
L'attuale dirigente è il giornalista ed analista politico Wiliam Kristol, commentatore fisso di Fox News e editorialista del New York Times nonchè fondatore del settimanale politico The Weekly Standard.
Il padre,Irving Kristol, è considerato come il padre fondatore dello stesso movimento neocon.
Irving Kristol inizialmente era un militante e intellettuale trotskista e liberal, e scontento delle politiche allora dominanti nel partito democratico aveva deciso di cambiare strada fondando, con altri intellettuali della stessa area, quello che lo scrittore e attivista politico socialdemocratico Michael Harrington ha chiamato " neoconservatorismo " .
Kristol è stato anche membro del Council of Foreign Relations, uno dei gruppi di potere più influenti in USA e nel mondo .
giovedì 17 luglio 2014
Secondo Dick Cheney ci sarà un attentato di gran lunga peggiore del 9/11 entro la fine del decennio
Di Salvatore Santoru
Come riportato in un articolo del Daily Mail del 25 giugno, l'ex vicepresidente statunitense Dick Cheney ha affermato che molto probabilmente ci sarà un'attacco terroristico di gran lunga peggiore rispetto a quello dell'11 settembre 2001.
Precisamente le parole di Cheney sono state: "Penso che ci sarà un altro attacco. E la prossima volta credo che sarà ben più letale dell'ultima. Immaginate cosa sarebbe se qualcuno riuscisse a portare nel paese una testata atomica, la mettesse dentro un container e la portasse sin alle porte di Washington".
Come riportato in un articolo del Daily Mail del 25 giugno, l'ex vicepresidente statunitense Dick Cheney ha affermato che molto probabilmente ci sarà un'attacco terroristico di gran lunga peggiore rispetto a quello dell'11 settembre 2001.
Precisamente le parole di Cheney sono state: "Penso che ci sarà un altro attacco. E la prossima volta credo che sarà ben più letale dell'ultima. Immaginate cosa sarebbe se qualcuno riuscisse a portare nel paese una testata atomica, la mettesse dentro un container e la portasse sin alle porte di Washington".
mercoledì 16 luglio 2014
Asmara-Milano passando per la Libia "Dove è meglio non farsi vedere in giro, ché li ti sparano"
Le testimonianze di rifugiati eritrei a Milano che sognano di arrivare in Germania. Storie si ascoltano sotto gli alberi di piazza Oberdan, storico quartiere eritreo in pieno centro. Soprattutto adolescenti soli e uomini, ma anche donne e bambini; da una sera all'altra, non sono quasi mai gli stessi, perché il capoluogo lombardo è terra di transito in attesa di ripartire andare verso il Nord Europa
di STEFANO PASTA
3 luglio 2014
MILANO - Filimon, 17 anni, trema di freddo anche se è giugno e indossa un giaccone caldo. È scappato dall'Eritrea tre anni fa per evitare il servizio militare. Dopo aver attraversato l'Etiopia, il Sudan, la Libia, poi la barca, Agrigento e ora Milano, sogna di arrivare in Germania per aiutare i suoi fratelli. Facendo il segno della pistola, indica una ferita al braccio che ha fatto infezione e spiega: "In Libia è pericoloso girare per le strade". Accanto a lui, un ragazzino di 14 anni, che viaggia solo, racconta che suo fratello Yesuss ha preso una barca, ma non risponde più via Facebook e non sa se sia rimasto in fondo al mare o in qualche parte d'Italia.
di STEFANO PASTA
3 luglio 2014
MILANO - Filimon, 17 anni, trema di freddo anche se è giugno e indossa un giaccone caldo. È scappato dall'Eritrea tre anni fa per evitare il servizio militare. Dopo aver attraversato l'Etiopia, il Sudan, la Libia, poi la barca, Agrigento e ora Milano, sogna di arrivare in Germania per aiutare i suoi fratelli. Facendo il segno della pistola, indica una ferita al braccio che ha fatto infezione e spiega: "In Libia è pericoloso girare per le strade". Accanto a lui, un ragazzino di 14 anni, che viaggia solo, racconta che suo fratello Yesuss ha preso una barca, ma non risponde più via Facebook e non sa se sia rimasto in fondo al mare o in qualche parte d'Italia.
martedì 15 luglio 2014
Il lavoro di Gheddafi continua , il Fondo monetario africano è nato!
Il 23 esimo vertice dell'Unione africana (UA) tenutosi a Malabo ha adottato lo Statuto del Fondo Monetario Africano (AMF), un istituto finanziario pan-africano con un capitale iniziale di 22.640 milioni di dollari e la cui missione è promuovere lo sviluppo economico del continente.
Il fondo, la cui attuazione è prevista dalla legge costitutivo dell'UA adottato nel 2000 a Sirte, in Libia, mira a contribuire alla stabilità economica e la gestione delle crisi finanziarie in Africa, promuovere la crescita macroeconomica e lo sviluppo del commercio intra-regionale.
Il fondo, la cui attuazione è prevista dalla legge costitutivo dell'UA adottato nel 2000 a Sirte, in Libia, mira a contribuire alla stabilità economica e la gestione delle crisi finanziarie in Africa, promuovere la crescita macroeconomica e lo sviluppo del commercio intra-regionale.
Etichette:
africa,
Algeria,
egitto,
gheddafi,
unione africana
lunedì 14 luglio 2014
Immigrazione: a chi giova?
16 ottobre, 2013 - 15:47 | Da Ferro Ferrarese
L'immigrazione è uno dei temi che tante persone considerano un tabù o peggio ancora lo affrontano come se fossero in uno stadio dove le opposte tifoserie si insultano.
Ritengo ci siano diverse questioni da conoscere e comprendere prima di lanciarsi in qualunque giudizio o proposta fattiva, senza minimamente comprendere di esserne vittime (con modalità e strumenti diversi) proprio come gli stessi immigrati.
Quando si vedono centinaia di bare allineate in un hangar o le immagini dei naufragi nel canale di Sicilia, è naturale un moto di pietà verso chi, sognando una vita diversa, ha trovato la morte. Ed è altrettanto naturale e doveroso prestare soccorso ai naufraghi. E' un obbligo del diritto marittimo sancito e in vigore sia in contesto di guerra (Convenzioni di Ginevra e allegati Protocolli), che di pace. Rispetto dunque alla campagna di disinformazione su chi presta soccorso – che secondo qualche disinformato – sarebbe perseguito penalmente per 'favoreggiamento alla clandestinità', non vi è nulla di più insussistente. Anzi, il non soccorso dei naufraghi diverrebbe immediatamente reato di omissione di soccorso.
L'immigrazione è uno dei temi che tante persone considerano un tabù o peggio ancora lo affrontano come se fossero in uno stadio dove le opposte tifoserie si insultano.
Ritengo ci siano diverse questioni da conoscere e comprendere prima di lanciarsi in qualunque giudizio o proposta fattiva, senza minimamente comprendere di esserne vittime (con modalità e strumenti diversi) proprio come gli stessi immigrati.
Quando si vedono centinaia di bare allineate in un hangar o le immagini dei naufragi nel canale di Sicilia, è naturale un moto di pietà verso chi, sognando una vita diversa, ha trovato la morte. Ed è altrettanto naturale e doveroso prestare soccorso ai naufraghi. E' un obbligo del diritto marittimo sancito e in vigore sia in contesto di guerra (Convenzioni di Ginevra e allegati Protocolli), che di pace. Rispetto dunque alla campagna di disinformazione su chi presta soccorso – che secondo qualche disinformato – sarebbe perseguito penalmente per 'favoreggiamento alla clandestinità', non vi è nulla di più insussistente. Anzi, il non soccorso dei naufraghi diverrebbe immediatamente reato di omissione di soccorso.
Etichette:
diritti umani,
immigrazione,
italia,
ribelli,
siria,
terroristi
domenica 13 luglio 2014
MANUALE PER L’ASSASSINIO DELLA DEMOCRAZIA OCCIDENTALE
Postato il Giovedì, 26 giugno @ 23:10:00 BST di davide
DI TONY GOSLING
rt.com
Cos’hanno in comune Olof Palme, Patrice Lumumba, la Principessa Diana, il Dottor David Kelly, Robin Cook, Yasser Arafat, Slobodan Milosevic e Hugo Chavez?
Ed i musicisti che si sono opposti alla macchina da guerra occidentale, come ad esempio Jimi Hendrix, Jim Morrison, Bob Marley, John Lennon e Michael Jackson? Potrebbero essere stati uccisi anche per le loro teste, oltre che per le loro voci troppo indipendenti?
Nonostante le prove indichino che sì, sarebbe possibile, pochissime persone sono disposte ad avventurarsi da quelle parti, compresi i tanti professionisti il cui compito sarebbe invece quello di farlo … e questo, gli assassini, lo sanno benissimo.
DI TONY GOSLING
rt.com
Cos’hanno in comune Olof Palme, Patrice Lumumba, la Principessa Diana, il Dottor David Kelly, Robin Cook, Yasser Arafat, Slobodan Milosevic e Hugo Chavez?
Ed i musicisti che si sono opposti alla macchina da guerra occidentale, come ad esempio Jimi Hendrix, Jim Morrison, Bob Marley, John Lennon e Michael Jackson? Potrebbero essere stati uccisi anche per le loro teste, oltre che per le loro voci troppo indipendenti?
Nonostante le prove indichino che sì, sarebbe possibile, pochissime persone sono disposte ad avventurarsi da quelle parti, compresi i tanti professionisti il cui compito sarebbe invece quello di farlo … e questo, gli assassini, lo sanno benissimo.
sabato 12 luglio 2014
BRETTON WOODS 2 E GEORGE SOROS
Postato il Martedì, 24 giugno @ 10:00:00 BST di ernesto
DI VALENTIN KATASONOV
strategic-culture.org
L'espressione «Bretton Woods II» sta diventando sempre più popolare, e ognuno dà una propria interpretazione a questa formula un po’ vaga. Ci sono i nostalgici del gold standard e altri che vorrebbero tornare all’idea di John Keynes di creare una moneta sovranazionale come il "bancor", oppure di utilizzare i diritti speciali di prelievo emessi in piccole quantità dal FMI nel 1970 per lo stesso scopo. Ci sono anche quelli che credono che Bretton Woods II sarà sostanzialmente diverso dai progetti americani e inglesi discussi nel 1944, e che il mondo dovrebbe essere costituito da diverse zone monetarie regionali.
DI VALENTIN KATASONOV
strategic-culture.org
L'espressione «Bretton Woods II» sta diventando sempre più popolare, e ognuno dà una propria interpretazione a questa formula un po’ vaga. Ci sono i nostalgici del gold standard e altri che vorrebbero tornare all’idea di John Keynes di creare una moneta sovranazionale come il "bancor", oppure di utilizzare i diritti speciali di prelievo emessi in piccole quantità dal FMI nel 1970 per lo stesso scopo. Ci sono anche quelli che credono che Bretton Woods II sarà sostanzialmente diverso dai progetti americani e inglesi discussi nel 1944, e che il mondo dovrebbe essere costituito da diverse zone monetarie regionali.
Etichette:
fmi,
ONU,
Rockefeller,
rothschild,
soros,
usa
venerdì 11 luglio 2014
IL PIANO EBRAICO PER IL MEDIO ORIENTE ED OLTRE
Postato il Mercoledì, 18 giugno @ 11:55:00 BST di davide
DI GILAD ATZMON
gilad.co.uk
Sicuramente, ciò che sta accadendo ora in Iraq e Siria deve servire come sirena d’allarme finale di come siamo stati condotti in una orribile situazione in medio oriente da una potente lobby guidata dagli interessi di una e una sola tribù.
Nel 1982, Oded Yinon, un giornalista Israeliano un tempo legato al ministro degli esteri d’Israele, ha pubblicato un articolo intitolato “Una strategia per Israele negli anni ‘80”. Suggeriva che Israele, per mantenere il proprio predominio nella regione, avrebbe dovuto frammentare i confinanti arabi in unità più piccole. Il documento, poi etichettato “piano Yinon”, inferiva che Arabi e Musulmani che si uccidono a vicenda in interminabili guerre settarie sarebbe stata, in fin dei conti, una polizza sulla vita per Israele.
DI GILAD ATZMON
gilad.co.uk
Sicuramente, ciò che sta accadendo ora in Iraq e Siria deve servire come sirena d’allarme finale di come siamo stati condotti in una orribile situazione in medio oriente da una potente lobby guidata dagli interessi di una e una sola tribù.
Nel 1982, Oded Yinon, un giornalista Israeliano un tempo legato al ministro degli esteri d’Israele, ha pubblicato un articolo intitolato “Una strategia per Israele negli anni ‘80”. Suggeriva che Israele, per mantenere il proprio predominio nella regione, avrebbe dovuto frammentare i confinanti arabi in unità più piccole. Il documento, poi etichettato “piano Yinon”, inferiva che Arabi e Musulmani che si uccidono a vicenda in interminabili guerre settarie sarebbe stata, in fin dei conti, una polizza sulla vita per Israele.
giovedì 10 luglio 2014
LIBIA. IL NAUFRAGIO DELL'EUROPA
Postato il Lunedì, 12 maggio @ 23:37:17 BST di Truman
DI EMILIO BORELLI
Come donchisciotte
Per gentile concessione dell'autore, pubblichiamo la nota introduttiva al suo saggio "Libia. Il naufragio dell'Europa". Il libro è acquistabile in formato Kindle su Amazon.
Perché Libia e perché naufragio dell'Europa.
Libia perché come una cattiva coscienza la vicenda di un neo colonialismo stavolta ci schiaffeggia appena al di là del mare, in regioni che – grazie anche al nuovo benessere – abbiamo cominciato a conoscere, meno aliene di decenni fa.
DI EMILIO BORELLI
Come donchisciotte
Per gentile concessione dell'autore, pubblichiamo la nota introduttiva al suo saggio "Libia. Il naufragio dell'Europa". Il libro è acquistabile in formato Kindle su Amazon.
Perché Libia e perché naufragio dell'Europa.
Libia perché come una cattiva coscienza la vicenda di un neo colonialismo stavolta ci schiaffeggia appena al di là del mare, in regioni che – grazie anche al nuovo benessere – abbiamo cominciato a conoscere, meno aliene di decenni fa.
mercoledì 9 luglio 2014
Un gioco che fa male
1 luglio 2014
Altre 30 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa. Ha ragione Annamaria Rivera a definirle sul Manifesto di oggi vittime anche dell’indifferenza. Sì perchè il freddo conteggio delle morti che avvengono nel Mediterraneo sta uccidendo anche la nostra capacità di indignarci. E di ribellarci.
Va detto che le istituzioni, nazionali o europee che siano, sono sorde. Da anni. Le denunce, le proposte delle associazioni e dei movimenti, le urla disperate dei familiari delle persone scomparse, non hanno lasciato traccia. Niente. Non c’è ascolto. E, da parte nostra (associazioni, movimenti, enti che prestano accoglienza) non c’è neanche la capacità di ribellarsi. Nel 1989 la morte di Jerry Maslo portò più di 300mila persone in piazza. Oggi centinaia di morti riescono se va bene a ispirare qualche comunicato e qualche dichiarazione alla stampa.
Altre 30 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa. Ha ragione Annamaria Rivera a definirle sul Manifesto di oggi vittime anche dell’indifferenza. Sì perchè il freddo conteggio delle morti che avvengono nel Mediterraneo sta uccidendo anche la nostra capacità di indignarci. E di ribellarci.
Va detto che le istituzioni, nazionali o europee che siano, sono sorde. Da anni. Le denunce, le proposte delle associazioni e dei movimenti, le urla disperate dei familiari delle persone scomparse, non hanno lasciato traccia. Niente. Non c’è ascolto. E, da parte nostra (associazioni, movimenti, enti che prestano accoglienza) non c’è neanche la capacità di ribellarsi. Nel 1989 la morte di Jerry Maslo portò più di 300mila persone in piazza. Oggi centinaia di morti riescono se va bene a ispirare qualche comunicato e qualche dichiarazione alla stampa.
martedì 8 luglio 2014
L'arrivo in Italia via mare: l'immigrazione dalla Libia
01 07 2014
La Libia è un paese di transito o destinazione per molti migranti provenienti da diverse aree geografiche. L’instabilità del paese rende l’immigrazione dalla Libia verso l’Europa molto frequente. Gli immigrati Eritrei che arrivano in Italia via mare partono infatti dal paese nordafricano, dove spesso passano mesi rinchiusi in centri di detenzione subendo violenze, maltrattamenti e, in alcuni casi, come da loro raccontato, torture.
Arrivano in Libia dopo aver attraversato il Sudan, da soli o ceduti dai trafficanti sudanesi a quelli libici. Trascorrono mesi in centri di detenzione e, secondo quello che ci hanno raccontato, sono liberati solo a fronte di pagamento o lavorando in condizioni di sfruttamento. Quando riescono a fuggire da queste situazioni resta da affrontare il mare per arrivare in Europa, rischiando, ancora una volta la propria vita. In altri casi vengono detenuti dai trafficanti in luoghi isolati, stipati per mesi, prima di intraprendere un viaggio verso l’Italia organizzato dai trafficanti stessi con imbarcazioni fatiscenti.
La Libia è un paese di transito o destinazione per molti migranti provenienti da diverse aree geografiche. L’instabilità del paese rende l’immigrazione dalla Libia verso l’Europa molto frequente. Gli immigrati Eritrei che arrivano in Italia via mare partono infatti dal paese nordafricano, dove spesso passano mesi rinchiusi in centri di detenzione subendo violenze, maltrattamenti e, in alcuni casi, come da loro raccontato, torture.
Arrivano in Libia dopo aver attraversato il Sudan, da soli o ceduti dai trafficanti sudanesi a quelli libici. Trascorrono mesi in centri di detenzione e, secondo quello che ci hanno raccontato, sono liberati solo a fronte di pagamento o lavorando in condizioni di sfruttamento. Quando riescono a fuggire da queste situazioni resta da affrontare il mare per arrivare in Europa, rischiando, ancora una volta la propria vita. In altri casi vengono detenuti dai trafficanti in luoghi isolati, stipati per mesi, prima di intraprendere un viaggio verso l’Italia organizzato dai trafficanti stessi con imbarcazioni fatiscenti.
lunedì 7 luglio 2014
La decadenza culturale
Le cause dell'infelicità ai giorni nostri...
7 febbraio, 2012 - 16:11 | Da Claudio Bellaroba
Siamo un popolo evoluto? Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere una civiltà per considerarsi progredita?
L'opinione pubblica ritiene spesso che la tecnologia sia un metro di giudizio. In realtà quest'ultima non tiene in considerazione l'aspetto umano, ed è finalisticamente neutra. Può essere infatti adoperata da chiunque.
Come può considerarsi evoluta una civiltà tecnologica organizzata in tirannia? E quale dovrebbe essere il giusto metro di misura?
7 febbraio, 2012 - 16:11 | Da Claudio Bellaroba
Siamo un popolo evoluto? Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere una civiltà per considerarsi progredita?
L'opinione pubblica ritiene spesso che la tecnologia sia un metro di giudizio. In realtà quest'ultima non tiene in considerazione l'aspetto umano, ed è finalisticamente neutra. Può essere infatti adoperata da chiunque.
Come può considerarsi evoluta una civiltà tecnologica organizzata in tirannia? E quale dovrebbe essere il giusto metro di misura?
domenica 6 luglio 2014
La Libia comprerà bombardieri dai paesi NATO
7 luglio, 2012 - 01:44 | Da Davide Zaccaria
Stando a un articolo apparso sul Libya Herald, la Libia vorrebbe acquistare una notevole quantità di veivoli militari da Francia, Regno Unito e USA: gli stessi che hanno bombardato il suo territorio l'anno scorso. Forse gli è piaciuta la demo.
Stando alle dichiarazioni del generale Saqr Geroushi, capo di stato maggiore dell'aeronautica libica, è ora di rinnovare l'aviazione con un bel numero di mezzi nuovi.
Innanzitutto, gli serviranno un po' di arei da combattimento.
Dalla Francia, due squadroni di Rafale, moderni caccia bombardieri multiruolo prodotti dalla Dassault Aviation, utilizzabili sia dall'aeronautica militare sia dalla marina. Con un costo vicino ai 70 milioni di euro ad apparecchio, è forse l'aereo più costoso mai prodotto dalla Dassault. Sarà il principale aereo da combattimento francese fino al 2040.
Stando a un articolo apparso sul Libya Herald, la Libia vorrebbe acquistare una notevole quantità di veivoli militari da Francia, Regno Unito e USA: gli stessi che hanno bombardato il suo territorio l'anno scorso. Forse gli è piaciuta la demo.
Stando alle dichiarazioni del generale Saqr Geroushi, capo di stato maggiore dell'aeronautica libica, è ora di rinnovare l'aviazione con un bel numero di mezzi nuovi.
Innanzitutto, gli serviranno un po' di arei da combattimento.
Dalla Francia, due squadroni di Rafale, moderni caccia bombardieri multiruolo prodotti dalla Dassault Aviation, utilizzabili sia dall'aeronautica militare sia dalla marina. Con un costo vicino ai 70 milioni di euro ad apparecchio, è forse l'aereo più costoso mai prodotto dalla Dassault. Sarà il principale aereo da combattimento francese fino al 2040.
Etichette:
francia,
gran bretagna,
italia,
NATO,
usa
sabato 5 luglio 2014
Dopo Soros: “Lobby Ebraica”, un tabù infranto? - 3
AUTORE: Mauro Manno, Aprile 2007
Tradotto da Originale
II. Il dibattito è iniziato
Abbiamo già detto che non c’è nessun complotto segreto ebraico. Non c’è complotto ma c’è la LESPI. Basterebbe seguire la stampa ebraica in America o in Israele per trovare tutte le notizie che la riguardano. Si può anche chiedere a Jeffrey Blankfort di essere inseriti nella sua mailing list e ricevere interessanti articoli della stampa ebraica americana. L’indirizzo di Blankfort è: jblankfort@earthlink.net
Dopo aver analizzato la fondamentale ammissione di Soros, possiamo tentare di ricostruire il dibattito iniziato dopo l’apparizione del già citato libro di M&W, di cui ovviamente la lettura. Gli esponenti della LESPI hanno subito capito (correttamente) che “M&W sono avversari pericolosi. Non sono ebrei (…); sono figure accademiche rispettate; e non hanno profili politici chiaramente delineati”. [17]
La posizione dei due studiosi è semplice e chiara: essi sostengono che l’attuale allineamento degli USA con Israele non è nell’interesse nazionale americano, e che la sua continuazione può spiegarsi solo con il successo conseguito dalla lobby israeliana nel bloccare qualsiasi dibattito serio al riguardo. La prima risposta che il loro studio ha ricevuto è stata una bordata di insulti, calunnie e negazioni. Si è particolarmente distinto negli attacchi al libro dei due studiosi “realisti” dell’Università di Chicago il professore di giurisprudenza di Harward Alan Dershowitz, notorio sionista, che non si perita di negare a tutta voce l’esistenza della LESPI allorché egli stesso ne è un importante esponente. Si tratta quindi di un negazionista. Si dà il caso però che la gatta a forza di andare al lardo, ci lascia lo zampino.
Tradotto da Originale
II. Il dibattito è iniziato
Abbiamo già detto che non c’è nessun complotto segreto ebraico. Non c’è complotto ma c’è la LESPI. Basterebbe seguire la stampa ebraica in America o in Israele per trovare tutte le notizie che la riguardano. Si può anche chiedere a Jeffrey Blankfort di essere inseriti nella sua mailing list e ricevere interessanti articoli della stampa ebraica americana. L’indirizzo di Blankfort è: jblankfort@earthlink.net
Dopo aver analizzato la fondamentale ammissione di Soros, possiamo tentare di ricostruire il dibattito iniziato dopo l’apparizione del già citato libro di M&W, di cui ovviamente la lettura. Gli esponenti della LESPI hanno subito capito (correttamente) che “M&W sono avversari pericolosi. Non sono ebrei (…); sono figure accademiche rispettate; e non hanno profili politici chiaramente delineati”. [17]
La posizione dei due studiosi è semplice e chiara: essi sostengono che l’attuale allineamento degli USA con Israele non è nell’interesse nazionale americano, e che la sua continuazione può spiegarsi solo con il successo conseguito dalla lobby israeliana nel bloccare qualsiasi dibattito serio al riguardo. La prima risposta che il loro studio ha ricevuto è stata una bordata di insulti, calunnie e negazioni. Si è particolarmente distinto negli attacchi al libro dei due studiosi “realisti” dell’Università di Chicago il professore di giurisprudenza di Harward Alan Dershowitz, notorio sionista, che non si perita di negare a tutta voce l’esistenza della LESPI allorché egli stesso ne è un importante esponente. Si tratta quindi di un negazionista. Si dà il caso però che la gatta a forza di andare al lardo, ci lascia lo zampino.
venerdì 4 luglio 2014
Dopo Soros: “Lobby Ebraica”, un tabù infranto? - 2
AUTORE: Mauro Manno, Aprile 2007
Tradotto da Originale
Jeff Blankfort, Domenica 9 luglio 2006
Cari lettori, alcuni di voi hanno espresso la loro preoccupazione per non aver avuto mie notizie nel periodo dal 30 giugno al 5 luglio. Apprezzo tutto ciò, ma succede che ogni tanto io lasci il mio computer per fare qualcos’altro. In questo caso, è stato un viaggio a Londra per un intervento in una conferenza sponsorizzata dalla Commissione Islamica per i Diritti Umani (Islamic Human Rights Commission, IHRC). L’argomento della conferenza era: “Contro il Sionismo: Prospettive Ebraiche”. Mi è stato riferito che tutti gli interventi saranno pubblicati sul sito web dell’IHRC ed anche su un DVD. Vi comunicherò quando saranno disponibili od on-line. La conferenza era stata divisa in tre parti. La prima parte era denominata “Religiosi Contro il Sionismo” e prevedeva l’intervento di due rabbini di Neturei Karta, il rabbino Yisroel Weiss da New York, sul cui biglietto da visita si può leggere lo slogan “Pregate per il rapido e pacifico smantellamento dello stato di «Israele»”, quindi il rabbino Ahron Cohen dalla Gran Bretagna, e infine il professore Yakov Rabkin dal Canada (il suo ultimo libro è intitolato “Ebrei contro il Sionismo”), il quale interveniva sull’argomento “L’uso della forza nella tradizione ebraica e nella pratica sionista”. Neturei Karta, nata dal movimento Satmar, è l’unico dei gruppi hasidici [8] che rimane attivamente fedele ai suoi precedenti di anti-sionismo politico. La seconda parte della conferenza affrontava il tema della “Conquista nel nome dell’auto-determinazione” e prevedeva gli interventi dello storico israeliano Uri Davis, che è stato uno dei primi a definire Israele «Stato di Apartheid», quindi l’intervento di Les Levidow, membro della Campagna di Solidarietà per la Palestina in Gran Bretagna, che parlava sull’argomento “Sostegno occidentale al sionismo: Implicazioni strategiche”, ed infine l’intervento di Roland Rance, un sindacalista che interveniva sull’argomento “Opposizione al sionismo: La strategia fondamentale di un movimento di solidarietà”. Nella terza parte gli oratori erano Michael Warshawsky, che interveniva su “Sionismo come prima linea della cosiddetta civiltà giudaico-Cristiana”; John Rose, un dirigente del Partito dei Lavoratori Socialisti della Gran Bretagna, il quale interveniva su “Smantellare il sionismo – la condizione preliminare per una riconciliazione arabo-ebraica”, ed infine il sottoscritto, che interveniva su “L’influenza di Israele e della sua lobby americana sulla politica mediorientale degli Stati Uniti”.
Tradotto da Originale
Jeff Blankfort, Domenica 9 luglio 2006
Cari lettori, alcuni di voi hanno espresso la loro preoccupazione per non aver avuto mie notizie nel periodo dal 30 giugno al 5 luglio. Apprezzo tutto ciò, ma succede che ogni tanto io lasci il mio computer per fare qualcos’altro. In questo caso, è stato un viaggio a Londra per un intervento in una conferenza sponsorizzata dalla Commissione Islamica per i Diritti Umani (Islamic Human Rights Commission, IHRC). L’argomento della conferenza era: “Contro il Sionismo: Prospettive Ebraiche”. Mi è stato riferito che tutti gli interventi saranno pubblicati sul sito web dell’IHRC ed anche su un DVD. Vi comunicherò quando saranno disponibili od on-line. La conferenza era stata divisa in tre parti. La prima parte era denominata “Religiosi Contro il Sionismo” e prevedeva l’intervento di due rabbini di Neturei Karta, il rabbino Yisroel Weiss da New York, sul cui biglietto da visita si può leggere lo slogan “Pregate per il rapido e pacifico smantellamento dello stato di «Israele»”, quindi il rabbino Ahron Cohen dalla Gran Bretagna, e infine il professore Yakov Rabkin dal Canada (il suo ultimo libro è intitolato “Ebrei contro il Sionismo”), il quale interveniva sull’argomento “L’uso della forza nella tradizione ebraica e nella pratica sionista”. Neturei Karta, nata dal movimento Satmar, è l’unico dei gruppi hasidici [8] che rimane attivamente fedele ai suoi precedenti di anti-sionismo politico. La seconda parte della conferenza affrontava il tema della “Conquista nel nome dell’auto-determinazione” e prevedeva gli interventi dello storico israeliano Uri Davis, che è stato uno dei primi a definire Israele «Stato di Apartheid», quindi l’intervento di Les Levidow, membro della Campagna di Solidarietà per la Palestina in Gran Bretagna, che parlava sull’argomento “Sostegno occidentale al sionismo: Implicazioni strategiche”, ed infine l’intervento di Roland Rance, un sindacalista che interveniva sull’argomento “Opposizione al sionismo: La strategia fondamentale di un movimento di solidarietà”. Nella terza parte gli oratori erano Michael Warshawsky, che interveniva su “Sionismo come prima linea della cosiddetta civiltà giudaico-Cristiana”; John Rose, un dirigente del Partito dei Lavoratori Socialisti della Gran Bretagna, il quale interveniva su “Smantellare il sionismo – la condizione preliminare per una riconciliazione arabo-ebraica”, ed infine il sottoscritto, che interveniva su “L’influenza di Israele e della sua lobby americana sulla politica mediorientale degli Stati Uniti”.
giovedì 3 luglio 2014
Dopo Soros: “Lobby Ebraica”, un tabù infranto? 1
AUTORE: Manno Mauro, aprile 2007
Tradotto da Originale
I. Si può trascurare M&W [1], ma il finanziere Soros è ineludibile
Una «logica» infame
Ogni discussione sull’influenza delle comunità ebraiche sui governi dell’Occidente ha rappresentato per lungo tempo, praticamente dalla fine della II guerra mondiale ai giorni nostri, uno dei più solidi tabù e un ostacolo alla libera circolazione delle idee nei nostri paesi che pur si vantano di essere la culla della democrazia e della libertà di opinione e della sua diffusione a mezzo stampa o telematica. Parlare dell’influenza ebraica sui governi dell’Occidente, o semplicemente di lobby ebraica, veniva immediatamente assimilato al voler riproporre sotto nuova forma I protocolli dei saggi di Sion e al ripresentare la teoria del complotto ebraico quale tentativo di controllare il mondo. L’accusa non si fermava qui naturalmente e si finiva per essere dichiarati nazisti, cioè rappresentanti del male assoluto.
Tradotto da Originale
I. Si può trascurare M&W [1], ma il finanziere Soros è ineludibile
Una «logica» infame
Ogni discussione sull’influenza delle comunità ebraiche sui governi dell’Occidente ha rappresentato per lungo tempo, praticamente dalla fine della II guerra mondiale ai giorni nostri, uno dei più solidi tabù e un ostacolo alla libera circolazione delle idee nei nostri paesi che pur si vantano di essere la culla della democrazia e della libertà di opinione e della sua diffusione a mezzo stampa o telematica. Parlare dell’influenza ebraica sui governi dell’Occidente, o semplicemente di lobby ebraica, veniva immediatamente assimilato al voler riproporre sotto nuova forma I protocolli dei saggi di Sion e al ripresentare la teoria del complotto ebraico quale tentativo di controllare il mondo. L’accusa non si fermava qui naturalmente e si finiva per essere dichiarati nazisti, cioè rappresentanti del male assoluto.
mercoledì 2 luglio 2014
il giudaismo in Italia: Lista degli ebrei influenti italiani
Il monopolio ebraico nei mass media in Italia
Ugo Stille, nato Misha Kamenetzky, per anni direttore del Corriere della Sera è arrivato alla direzione del principale quotidiano nazionale, come ha scritto Gaetano Afeltra nel suo Corriere primo amore, “al seguito dell'esercito americano”.
“Lo stesso pseudonimo “Stille” era già stato usato da Giaime Pintor – scrive Pietro Sella – un comunista (fratello di Luigi Pintor) gravitante nella cellula giudeo-bolscevica organizzata alla Einaudi di Torino da Leone Ginzburg. Lo “Stille” ha di recente nominato direttore del supplemento illustrato del Corriere il correligionario Willy Molco già direttore di Gente, Novella 2000, Anna e Oggi. Alla direzione del popolare settimanale vi è ora un altro ebreo, Sandro Mayer”.
Willy Molco, recentemente scomparso, è stato negli ultimi anni il curatore della rassegna stampa di Rai Uno e – come ha sottolineato il quotidiano Libero all'indomani della sua morte – era ebreo praticante.
Ugo Stille, nato Misha Kamenetzky, per anni direttore del Corriere della Sera è arrivato alla direzione del principale quotidiano nazionale, come ha scritto Gaetano Afeltra nel suo Corriere primo amore, “al seguito dell'esercito americano”.
“Lo stesso pseudonimo “Stille” era già stato usato da Giaime Pintor – scrive Pietro Sella – un comunista (fratello di Luigi Pintor) gravitante nella cellula giudeo-bolscevica organizzata alla Einaudi di Torino da Leone Ginzburg. Lo “Stille” ha di recente nominato direttore del supplemento illustrato del Corriere il correligionario Willy Molco già direttore di Gente, Novella 2000, Anna e Oggi. Alla direzione del popolare settimanale vi è ora un altro ebreo, Sandro Mayer”.
Willy Molco, recentemente scomparso, è stato negli ultimi anni il curatore della rassegna stampa di Rai Uno e – come ha sottolineato il quotidiano Libero all'indomani della sua morte – era ebreo praticante.
martedì 1 luglio 2014
I flussi finanziari nelle mani jihadiste
26 giugno 2014
Loretta Napoleoni
È dall'indomani dell'11 settembre che la Jihad si alimenta con il contante ed i corrieri del denaro. Quando nel 2006 al Zarqawi fu avvistato vicino al confine tra Iraq e Siria - crocevia importantissimo per il contrabbando e da almeno due anni in mano dell'Isis - nella vettura dove viaggiava venne ritrovata una valigetta con più di 300 mila dollari in contante.
La lotta contro il terrorismo e la crisi economica hanno prodotto una giungla di legislazioni dove diventa sempre più difficile procedere. Molte banche internazionali sono state duramente tassate per aver infranto, a volte senza rendersene conto, le regole del Patriot Act, la legislazione anti-riciclaggio statunitense applicata dovunque ed a tutte le transazioni in dollari. In materia di riciclaggio ed evasione fiscale, poi, nazioni come la Svizzera si sono spesso ritrovate nell’occhio di un ciclone normativo creato dal legislatore straniero.
Loretta Napoleoni
È dall'indomani dell'11 settembre che la Jihad si alimenta con il contante ed i corrieri del denaro. Quando nel 2006 al Zarqawi fu avvistato vicino al confine tra Iraq e Siria - crocevia importantissimo per il contrabbando e da almeno due anni in mano dell'Isis - nella vettura dove viaggiava venne ritrovata una valigetta con più di 300 mila dollari in contante.
La lotta contro il terrorismo e la crisi economica hanno prodotto una giungla di legislazioni dove diventa sempre più difficile procedere. Molte banche internazionali sono state duramente tassate per aver infranto, a volte senza rendersene conto, le regole del Patriot Act, la legislazione anti-riciclaggio statunitense applicata dovunque ed a tutte le transazioni in dollari. In materia di riciclaggio ed evasione fiscale, poi, nazioni come la Svizzera si sono spesso ritrovate nell’occhio di un ciclone normativo creato dal legislatore straniero.
Iscriviti a:
Post (Atom)