Le cause dell'infelicità ai giorni nostri...
7 febbraio, 2012 - 16:11 | Da Claudio Bellaroba
Siamo un popolo evoluto? Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere una civiltà per considerarsi progredita?
L'opinione pubblica ritiene spesso che la tecnologia sia un metro di giudizio. In realtà quest'ultima non tiene in considerazione l'aspetto umano, ed è finalisticamente neutra. Può essere infatti adoperata da chiunque.
Come può considerarsi evoluta una civiltà tecnologica organizzata in tirannia? E quale dovrebbe essere il giusto metro di misura?
E' ovvio che la tecnologia non è il metro di misura dell'evoluzione della società. Il metro di misura è la cultura. Per cultura non intendiamo le pure conoscenze teoriche acquisibili con la Scuola o con l'Università. Un laureato, infatti, non è necessariamente culturalmente evoluto.
In un popolo evoluto dovrebbero prevalere sentimenti quali: serenità, felicità, libertà, rispetto ed amore.
In questa società prevalgono questi sentimenti?
Non è possibile fare a meno di constatare che gli stati d'animo che attualmente pervadono l'intero pianeta sono: ansia, disperazione, depressione, infelicità, perdita di fiducia nel futuro e soprattutto paura. Ciò che oggigiorno viene ritenuta felicità deriva dalle passioni, dai vizi.
In molti pensano che avere un rapporto sessuale con una bella ragazza, ubriacarsi o comprarsi una macchina nuova possa dare la felicità.
Come si può confondere la vera felicità con il piacere?
La felicità è dell'animo ed il piacere è del corpo. La virtù risiede nell'animo e mai nel corpo, il vizio invece risiede principalmente nel corpo. E' l'ignoranza la nostra peggior nemica.
E' opportuno evidenziare alcune similitudini tra i nostri tempi ed il passato e mostrare che benché oggi sia possibile spostarsi in macchina, vedere la televisione, telefonare a persone lontane, l'evoluzione umana si sia da tempo arrestata.
Accendendo la televisione è possibile constatare che si è aperta una “caccia agli evasori”, così come nel 1200 si aveva la caccia alle streghe (caccia creata, oggi come in passato, dal bisogno di avere un colpevole).
Per difenderci dal nostro nemico, l'Islam (stabilito dai media), abbiamo iniziato guerre contro l'Afghanistan, l'Iraq e la Libia e presto probabilmente le inizieremo con l'Iran; per lo stesso motivo per cui nel Medioevo vennero avviate le crociate.
La solidarietà è ormai scomparsa, ogni cittadino cerca di spogliare l'altro dai propri beni. Accettiamo come normale la presenza di persone che elemosinano, spesso mostrando un certo fastidio.
Ma come si può non offrire un aiuto a chi ha meno di noi?
Il fatto che sia lui ad elemosinare è dovuto solo al caso: se fossimo nati in Togo o in Ghana probabilmente non avremo avuto un destino migliore della persona che mendica.
Tali soggetti, tra l'altro, a causa delle esperienze vissute, sono spesso più ricchi di animo rispetto a tanti di noi.
Se riempiamo la nostra vita di beni materiali come possiamo trovare spazio per la cura del nostro animo?
La felicità si ha nell'animo e non nel corpo. Non è la condizione economica dell'individuo a renderlo felice. “Per molti avere acquisito ricchezze non fu la fine, ma il cambiamento di una condizione miserabile”. Così definì Epicuro l'accumulo di ricchezze, e Seneca ribadì: “E non mi meraviglio, perchè il difetto non sta nelle cose, ma nell'animo stesso. Com'è del tutto indifferente che tu ponga un ammalato in un letto di legno o in uno d'oro – dovunque lo avrai trasportato, egli trasporterà con sé la propria malattia -, così non importa che un animo sofferente venga a trovarsi in mezzo alle ricchezze o nella povertà: il suo male lo segue.”
Nella società attuale è in atto una gigantesca opera di manipolazione attraverso i mass media e l'istruzione che hanno come scopo la fomentazione della paura, la sfiducia, il sentirsi inadeguati (per ogni cosa c'è un esperto, quindi voi non potete esprimere nessun giudizio... dovete chiedere prima al Professorino di turno... ma tutti questi esperti dove ci hanno portato?), e tutto è reso possibile dalla nostra ignoranza. Dovremo elevarci culturalmente così da poter trovare una felicità duratura attraverso la conoscenza di noi stessi. Una volta che avremo raggiunto tale obiettivo sarà impossibile per i tiranni raggiungere i loro scopi.
La situazione degli attuali finanzieri che continuano ad ordire trame contro l'umanità per la loro sete di potere è ben descritta da Epicuro che affermava: "Se uno ha l'impressione che i suoi beni non siano sufficienti, anche se è il padrone del mondo, è tuttavia un miserabile.”
Fonte: http://testelibere.it/article/la-decadenza-culturale
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