Decine di razzi sull'aeroporto della capitale, già chiuso domenica: distrutto il 90% degli aerei fermi sulle piste. Nella seconda città del Paese almeno sette morti e quasi 50 feriti. Il governo valuta l'ipotesi di un intervento internazionale
15 luglio 2014
TRIPOLI - Libia nel caos, con scontri che infuriano sia a Tripoli che a Bengasi. Nella capitale è stato preso di mira soprattutto l'aeroporto, chiuso già da domenica, su cui sono piovuti decine di razzi: un portavoce governativo ha riferito che il 90 per cento dei velivoli fermi sulle piste è stato distrutto, secondo altre fonti due soldati sono rimasti uccisi ed è stata danneggiata anche la torre di controllo.
A Bengasi i combattimenti tra le forze della sicurezza e la milizia jihadista Ansar al-Sharia hanno fatto almeno sette morti e 49 feriti. In questa situazione, le Nazioni Unite hanno deciso di ritirare "temporaneamente" il personale della missione di assistenza (Unsmil), che era già stato ridotto la scorsa settimana. E l'esecutivo sta prendendo "in esame la possibilità di far intervenire forze internazionali".
La Libia è di fatto isolata dal mondo. Oltre a quelli su Tripoli, sono stati sospesi anche i voli su Misurata. Sono quindi solo due gli scali aperti, quelli delle città di al-Baida e di Tobruk, a est. Le regioni orientali sono off limit per gli stranieri che, ha fatto sapere il governo, non sono autorizzati a recarvisi.
A Bengasi i combattimenti, iniziati domenica notte, si sono concentrati nella zona dell'ospedale al-Jalaa, con le forze di sicurezza che hanno cercato di riprendere il controllo della struttura sanitaria occupata nelle settimane scorse dai miliziani di Ansar al-Sharia. Il gruppo salafita, inserito dall'amministrazione Usa nell'elenco delle organizzazioni terroristiche, è da maggio anche nel mirino delle forze leali all'ex generale Khalifa Haftar, che ha dichiarato di voler ripulire la seconda città libica dalle formazioni estremiste e ha lanciato una vera e propria offensiva militare.
La situazione in Libia e in particolare nella capitale preoccupa "profondamente" il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, "per il drammatico aumento delle violenze a Tripoli", e per le ripercussioni dei combattimenti sui civili. "Tali azioni minano i sacrifici fatti da tante persone per creare un Paese basato sullo stato di diritto", ha affermato in una nota, invitando tutte le fazioni ad astenersi dall'usare la forza per raggiungere i propri obiettivi politici. Ban inoltre ha sottolineato l'urgente necessità di un dialogo tra tutte le parti per trovare un accordo pacifico sul processo di transizione politica.
Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2014/07/15/news/libia_scontri_tripoli-91592171/
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