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martedì 31 ottobre 2017

Procuratore Zuccaro: Caruana forse uccisa per petrolio-connection Libia-Sicilia

25 ottobre 2017


La giornalista Daphne Caruana potrebbe essere morta per essersi interessata all’indagine sul contrabbando di petrolio dalla Libia? “Si’, e’ chiaro che l’autorita’ giudiziaria maltese dovra’ chiedersi quali fossero i filoni d’inchiesta piu’ importanti che questa coraggiosa giornalista aveva avviato. Tra questi c’e’ sicuramente l’inchiesta di cui ci siamo occupati noi. Bisognerebbe partire da li’ per cercare il mandante di questo efferatissimo omicidio”. Cosi’ a Sky TG24 HD il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, titolare dell’inchiesta sul riciclaggio di gasolio libico rubato dalla raffineria di Zawyia e immesso illegalmente sul mercato italiano.

lunedì 30 ottobre 2017

Il sogno africano di Gheddafi e Chavez

Quando il Colonnello e il Comandante lavoravano insieme per "sconfiggere l'imperialismo occidentale e creare un mondo più bilanciato"
Sarebbe troppo lungo condensare “qui e adesso”, “tutto e subito” anni di tranelli ed imboscate, opportunità sprecate e guerre fratricide inoculate dai soliti untori, peraltro già esaminate da varie prospettive, per cui ci limiteremo ad analizzare, in maniera sintetica, il contributo che alla causa africana ha dato Gheddafi e l’asse creatosi con Hugo Chavez.
La crisi del sistema turboliberista, entrata in una fase acuta con la crisi economica del 2008, ha spinto le potenze imperialiste, in primis la Francia di Sarkozy e Hollande e gli Stati Uniti del guerrafondaio democratico Barack Obama, a lanciarsi nelle guerre di “ricolonizzazione” dell’Africa.

domenica 29 ottobre 2017

La pista del traffico di petrolio dietro l'omicidio di Daphne Caruana. "Semtex veniva dalla Libia"

Tra le tante piste aperte nel caso di Daphne Galizia, la giornalista uccisa a Malta, una delle più credibili riguarda il contrabbando di carburante tra Libia e Italia, quello al centro dell'inchiesta "Dirty Oil" della procura di Catania.
 
23 ottobre 2017 A Rainews24 la reporter americana Ann Marlowe, la prima a parlare dell'argomento già nel 2015, asserisce citando proprie fonti in Libia che l'esplosivo utilizzato, il Semtex, è giunto dalla zona di Zwara. "Ho saputo dalle mie fonti libiche che il Semtex, l'esplosivo che ha ucciso Daphne Caruana Galizia, è giunto dal porto di Zwara, dove c'è il quartier generale di Fahmi Salim [Bin Khalifa, il "re del contrabbando di petrolio libico" ndr.] e diverse mafie del contrabbando di carburante che lavorano in stretto contatto con Malta e con l'Italia", afferma Marlowe.

sabato 28 ottobre 2017

Libia, anniversario morte di Gheddafi, ma oggi molti lo rimpiangono

 
 
Il 20 ottobre è l’anniversario della morte di Muammar Gheddafi, fatto barbaramente uccidere dai sicari della Nato inviati in Libia per destabilizzare il nord Africa.
Molti ne hanno approfittato per rimpiangerlo, per denigrarlo e comunque per parlare di lui attraverso siti e blog.
Questo anniversario sta passando inosservato nei grandi media che evitano di ricordare quello che fu un omicidio commissionato dalle “centrali di potere internazionale” che hanno voluto distruggere la Libia, ma ancora prima l’Iraq e l’Afghanistan e che negli ultimi anni hanno tentato la stessa cosa in Siria.
Oggi la Libia è un paese semi distrutto, il caos regna sovrano e si sta allargando a macchia d’olio.

venerdì 27 ottobre 2017

CAOS LIBIA: Le mani sporche dell'Onu sulla ricostruzione del paese

Mentre la Libia si muove verso una difficile ricomposizione istituzionale attraverso le elezioni del 2018, l'Onu tiene bloccati i fondi e l'oro della ricostruzione. PATRIZIO RICCI
Hillary Clinton parla davanti alla Commissione del Senato Usa sui fatti di Bengasi (LaPresse) 
Hillary Clinton parla davanti alla Commissione del Senato Usa sui fatti di Bengasi (LaPresse)

Nel 2011, i governi della coalizione anti-Gheddafi, per avere mani libere, hanno mentito alle proprie comunità nazionali ed hanno condotto una guerra di aggressione vietata dalle rispettive costituzioni nazionali. Le mail della Clinton pubblicate da Wikileaks il 16 marzo 2016 hanno rivelato le motivazioni della campagna militare: il presidente Sarkozy volle così "ottenere il petrolio libico, consolidare l'influenza nella regione, aumentare la propria reputazione a livello nazionale, affermare il potere militare francese e togliere l'ascendente di Gheddafi sull'Africa francofona". (Foreign Policy).
Poi, i principali attori che hanno dato vita all'operazione Nato "Unified Protector" dopo aver devastato la Libia con l'aiuto di una miriade di gruppi armati caratterizzati dal radicalismo islamico, hanno lasciato che questi se la dividessero, riconoscendo i loro rappresentanti non eletti come "legittimi rappresentanti del popolo libico". 

giovedì 26 ottobre 2017

Libia: prima e dopo Gheddafi

19 ottobre 2017

A distanza di 6 anni dalla "rivoluzione per la libertà" la Libia è disgregata in diversi territori controllati da vari gruppi armati.
Libia prima e dopo Gheddafi

Le due principali forze politiche in conflitto non riescono fino ad oggi a formare un unico governo.

Preso da: https://it.sputniknews.com/infografica/201710195157951-Libia-prima-e-dopo-Gheddafi/

mercoledì 25 ottobre 2017

Traffico di gasolio dalla Libia, arresti in Maxcombunker „Traffico di gasolio scadente dalla Libia, gestito da una ditta genovese“

Traffico di gasolio dalla Libia, arresti in Maxcombunker
L'amministratore delegato della Maxcom Bunker è stato arrestato. Al sodalizio criminale hanno partecipato anche miliziani libici, che consentivano a navi cisterna di rifornirsi del gasolio proveniente dalle raffinerie


19 ottobre 2017



Traffico di gasolio dalla Libia, arresti in Maxcombunker

Una ditta genovese è finita al centro di un'indagine della Procura di Catania sul traffico illecito di carburanti dalla Libia. L'amministratore delegato della Maxcom Bunker, Marco Porta, è finito in manette; ai domiciliari l'addetto all'ufficio commerciale, Stefano Cevasco.

I componenti della banda

Su delega di questa Procura distrettuale i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 soggetti (6 dei quali in carcere e 3 agli arresti domiciliari) in quanto promotori, organizzatori e partecipi di un'associazione a delinquere internazionale dedita al riciclaggio di gasolio libico, illecitamente asportato dalla raffineria libica di Zawyia (40 chilometri a ovest da Tripoli) e destinato, dopo miscelazione, a essere immesso nel mercato italiano ed europeo anche come carburante da autotrazione.

martedì 24 ottobre 2017

"I segreti della Corte", il nuovo progetto giornalistico del network EIC

Il consorzio di cui fa parte L'Espresso ha avuto accesso a 40mila documenti riservati sulla Corte Penale Internazionale, il tribunale contro i crimini di guerra basato a l'Aia. Ecco in breve che cosa raccontano le carte
 
di EIC







I segreti della Corte, il nuovo progetto giornalistico del network EIC
The Court Secrets è un nuovo progetto di EIC (European Investigative Collaborations), il network di giornalismo investigativo di cui fa parte L'Espresso, che nei mesi scorsi ha già pubblicato dossier come MaltaFiles e Football Leaks. Questa volta l'inchiesta riguarda Luis Moreno Ocampo, primo procuratore-capo della Corte Penale Internazionale (ICC), il tribunale creato dall'Onu per giudicare i crimini di guerra.

Gli articoli pubblicati dalle testate che partecipano ad EIC sono basati su 40.000 documenti tra cui conti finanziari, cablo diplomatici e corrispondenza. Il tutto verificato attraverso controlli incrociati con fonti aperte. Questi documenti, ottenuti da Mediapart (Francia) e condivisi con i membri di EIC, mettono in luce il modo in cui Ocampo ha profondamente alterato e screditato il Tribunale internazionale, istituito da 124 paesi per perseguire autori di genocidi, crimini contro l'umanità e più in generale crimini di guerra .

lunedì 23 ottobre 2017

Luis Moreno Ocampo e le sue società offshore

L'ex procuratore capo della Corte penale internazionale de l'Aia è stato azionista di quattro sigle registrate in paradisi fiscali. Una delle quali attiva proprio quando l'avvocato argentino guidava le indagini contro i criminali di guerra
 
di Stefano Vergine e EIC Network - Indagine di Sven Becker (Der Spiegel)







Luis Moreno Ocampo e le sue società offshore
Il 15 agosto 2012, due mesi dopo aver lasciato il posto di procuratore capo presso la Corte Penale Internazionale, l'avvocato argentino Luis Moreno Ocampo riceve un bonifico da 50 mila dollari sul suo conto presso la banca olandese Abn Amro. Il denaro arriva dalla Svizzera, ma a ordinare il trasferimento è stata la Tain Bay Corporation, una società registrata a Panama. Non sarà l'ultimo bonifico proveniente dal Centro America. Nei mesi successivi, sempre via Svizzera, la società panamense trasferisce infatti altri 140mila dollari sul conto di Ocampo. Chi si nasconde dietro la Tain Bay Corporation? Secondo i documenti ottenuti da Mediapart e analizzati dal consorzio di giornalismo investigativo Eic, rappresentato in Italia da L'Espresso, dietro la Tain Bay Corporation ci sono Ocampo e sua moglie. E questa non è l'unica società offshore dell'ex procuratore della Corte internazionale de l'Aia.

domenica 22 ottobre 2017

Dal tribunale dell'Onu ai crimini di guerra in Libia: ecco come Ocampo ha aiutato Haftar

Dopo aver diretto le indagini della Corte Penale Internazionale, il giurista argentino si è messo a lavorare per una delle fazioni del conflitto. Quella del generale che controlla la Cirenaica. Ben sapendo degli orrori commessi dai suoi uomini sul campo    
di Stefano Vergine e EIC Network - Indagine di Hanneke Chin-A-Fo, NRC
29 settembre 2017






Dal tribunale dell'Onu ai crimini di guerra in Libia: ecco come Ocampo ha aiutato Haftar 
È stato uno dei magistrati più importanti al mondo: il primo procuratore capo dell'Icc, la Corte penale internazionale de L'Aia, il tribunale creato dall'Onu per giudicare i crimini di guerra. Ma Luis Moreno Ocampo, argentino classe 1952, non è solo questo. Migliaia di documenti ottenuti dalla testata online francese Mediapart e analizzati dal consorzio giornalistico Eic, di cui fa parte L'Espresso, permettono di svelare retroscena inediti sull'uomo che per nove anni ha diretto le più importanti indagini sui crimini di guerra.  A partire dalle sue società offshore , scatole basate in paradisi fiscali e usate per movimentare soldi, anche durante il suo mandato all'Icc.

Studiando le carte, il consorzio giornalistico Eic ha ricostruito una vicenda che interessa da vicino l'Italia. Una storia che riguarda la Libia, nazione che Ocampo conosce bene avendo condotto le indagini che portarono nel giugno del 2011 a spiccare mandati d'arresto contro Muhammar Gheddafi, suo figlio Saif al-Islam e il capo dei servizi segreti militari, Abdullah al Senussi. Una volta lasciato l'incarico al Tribunale de l'Aia, l'avvocato sudamericano si è messo in proprio. Ha ottenuto un contratto da 3 milioni di dollari per offrire consulenza legale all'uomo d'affari libico Hassan Tatanaki, con l'obiettivo ufficiale di portare "la pace nel Paese nordafricano".

sabato 21 ottobre 2017

Sedici anni di guerra in Afghanistan sono costati all’Italia 1,3 milioni di euro al giorno.

Secondo l’Osservatorio Milex il conflitto è costato all’Italia complessivamente 7,5 miliardi di euro. I risultati? “A parte un lieve calo del tasso di analfabetismo e un modestissimo miglioramento della condizione femminile il paese è in condizioni disperate”. E i talebani controllano ancora molte aree.
La partecipazione alla Guerra in Afghanistan è costata all’Italia sette miliardi e mezzo di euro in 16 anni, cioè 1,3 milioni di euro al giorno.  A riferirlo Osservatorio Milex sulle spese militari italiane, che ha stilato un bilancio del conflitto iniziato il 7 ottobre 2001, a poche settimane dalla attentato alle Torri Gemelle di New York. Presentata come una “guerra lampo contro il terrorismo”, la missione è ad oggi la più lunga e onerosa della storia italiana ed è, soprattutto, ancora in corso.

venerdì 20 ottobre 2017

Stati Uniti: i più grandi terroristi del 20° e del 21° secolo, considerando i milioni e milioni di morti, i prigionieri di Guantanamo Bay torturati, i bombardamenti illegali e gli attacchi dei droni.




“Qual è la sua idea sulla politica degli Usa in Medio Oriente, in particolare in Paesi come lo Yemen, l’Iraq, la Palestina e la Siria, in rapporto al diritto umanitario?”.
“La domanda – che dovremmo porci tutti – è stata rivolta in un’intervista esclusiva dall’Agenzia Ahlulbayt News, a Kenneth Nichols O’Keefe, un cittadino e attivista irlandese-palestinese, ex Marine Usa e veterano della Guerra del Golfo.
L’attivista anti-war, criticando la politica in rapporto al terrorismo, ha affermato che gli Stati Uniti sono il più grande terrorista del 20° e del 21° secolo, considerando i milioni e milioni di morti, i prigionieri di Guantanamo Bay torturati, i bombardamenti illegali e gli attacchi dei droni. “Gli Stati Uniti non sono nella posizione di parlare di moralità o di diritto internazionale, essendo il più grande violatore del diritto internazionale”.

giovedì 19 ottobre 2017

D. Icke “L’Agenda 21” Piano di Dittatura Mondiale




Gentili Lettori, penso che ancora molti non conoscano nulla, o quasi, del piano varato dalle Nazioni Unite nel lontano 1992 che coinvolge l’intera Umanità.
In questi ultimi anni, siamo diventati tutti più consapevoli di un grande inganno perpetrato contro di noi da un esiguo numero di individui, grazie anche al coraggioso lavoro di diffusione espletato da chi, come David Icke e molti altri, ha dedicato parte della sua vita a risvegliare le coscienze.
Questo articolo mette in evidenza, ancora una volta, come ciò che appare “oro” in effetti non lo sia, ed anzi, possa prendere i connotati di un vero e proprio “Cavallo di Troia”.
Avevo già trattato questo argomento in un post in cui ho parlato dello Yellowstone,QUI, e ritengo che ormai troppe cose coincidano per non avere più dubbi concernenti l’incubo che stiamo vivendo, come pubblicato da me, QUI, di nuovo con la paternità di David Icke.
Vi consiglio perciò di leggere pure, sempre che non lo abbiate già fatto, questi due articoli suggeritivi per avere una maggiore visuale di come stanno veramente le cose.
Ma vi segnalo anche lo splendido articolo, tradotto e postato da “Anticorpi“, tratto dal medesimo libro di Icke: «The Perception Deception» (L’Inganno della Percezione), ora anche in italiano.

mercoledì 18 ottobre 2017

Purchè non si pensi: utilizzare la libertà per instaurare il totalitarismo dei desideri indotti

Se vogliamo essere tranquilli, siamo invitati a metterci tutti in divisa, ad essere senza volto. Scriveva Karl Jaspers: «E’ possibile spiegare tutto, senza nulla comprendere». Proprio quanto ci sta accadendo. Crediamo di sapere tutto senza comprendere nulla.



Viviamo in tempi stranissimi che, oltre ad un volgare conformismo, non ci consigliano di andare. E chiamiamo questo conformismo “buon senso”, “saper vivere” e persino lealtà alla patria, o addirittura “fede”.
Così siamo giunti al punto che manifestare un desiderio di conoscere e riflettere, di pensare, oppure dichiarare di avere un punto di vista diverso da quanto ogni autorità ci propone, significa candidarsi al sospetto.
Come minimo, si rischia di trovarsi ai margini del proprio gruppo. L’attuale sistema ha come presupposto che qualcuno pensi e giudichi per tutti.
Ed allora, l’ordine interiorizzato e che nessuno verbalizza, ma che scivola indisturbato nelle pieghe di ogni coscienza è: «Non pensate, gente, non pensate, ricordatevi di non pensare, pensare stanca, è inutile, pensa uno per tutti e vi protegge dal vostro stesso pensiero…». Così viviamo tempi di conformismo coatto.

martedì 17 ottobre 2017

Ho lasciato mio marito in Libia


12 ottobre 2017
La coraggiosa testimonianza di M., una donna africana nell’inferno libico (testimonianza raccolta in una video intervista da Medici per i diritti umani presso lo Sprar di Ispica, Ragusa, leggi anche Signor Minniti, questi si chiamano lager).

In Libia siamo stati portati in un centro di raccolta: ho avuto la fortuna di restare solo tre mesi. Ma durante questi tre mesi ciascuna donna ha avuto il suo giorno per essere violentata. Loro vengono, ti scelgono e fanno di te quello che vogliono…
Questo viaggio non lo consiglierei nemmeno ai miei nemici.
Noi siamo obbligati a lasciare il nostro paese e cercare una vita altrove. In Libia siamo stati portati in un centro di raccolta, in questo centro non c’erano neanche i bagni, niente da mangiare. Avevamo soltanto dei pacchi di spaghetti, che eravamo costretti a cucinare con l’unica acqua messa a disposizione in un grande recipiente, dove ci si lavava e si urinava. Eravamo obbligati a cucinare in quel modo perché non avevamo niente.

lunedì 16 ottobre 2017

Migranti, Strasburgo chiede spiegazioni a Italia su accordi con la Libia

Il Consiglio d'Europa chiede chiarimenti all'Italia sul suo accordo con la Libia, ricordando l'obbligo di rispettare i diritti dei migranti e di non esporli al rischio di tortura o trattamenti inumani rinviandoli verso il Paese. E la risposta del ministro dell'Interno Marco Minniti arriva a stretto giro: «l'Italia non fa respingimenti». Ai libici offriamo «solo formazione e diamo supporto logistico». Intanto il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, in un'audizione all'Europarlamento, prende le distanze: «non abbiamo interlocutori in Libia, noi collaboriamo con le missioni europee Eubam e EunavForMed».

domenica 15 ottobre 2017

Chi controlla realmente i soldi? Alla scoperta dell’inquietante Banca dei Regolamenti Internazionali, passando per il caso greco.

La Banca dei regolamenti internazionali è un'organizzazione internazionale avente sede sociale a Basilea, in Svizzera. Fondata nel 1930 in attuazione del Piano Young, essa è la più antica istituzione finanziaria internazionale. Pur essendo un'organizzazione internazionale, la BRI è strutturata come una società anonima per azioni, avente un Consiglio di amministrazione e un direttore generale; tuttavia, le sue azioni possono essere sottoscritte unicamente da banche centrali o da istituti finanziari designati. Attualmente possiedono quote azionarie, e sono pertanto rappresentate alle sedute dell'Assemblea generale, 55 banche centrali, nonché la Banca centrale europea.






«Datemi il controllo sulla moneta di una nazione e non mi preoccuperò di chi ne fa le leggi».
Questa triste massima di Mayer Amschel Rothschild, banchiere tedesco del XVIII secolo, fondatore dell’impero bancario della famiglia Rothschild, una dinastia tra le più influenti del pianeta, ci introduce in uno degli argomenti più spinosi della nostra epoca: il controllo dell’emissione della moneta.
Apparentemente, potrebbe sembrare un argomento di scarsa importanza rispetto alle più concrete questioni politiche che i governi devono affrontare nel corso delle legislature. Ma il caso greco ci motiva particolarmente ad affrontare il tema dal punto di vista dei complottisti quali siamo!
Le regole che di scelgono per far funzionare il meccanismo che serve ad immettere denaro nel sistema economico di un paese sono quelle che maggiormente ne determinano il reale andamento dell’economia, più delle politiche fiscali e di sviluppo.

sabato 14 ottobre 2017

I Padroni Del Mondo Usano Queste 25 Regole Per Soggiogarci Tutti. Leggi La Lista.

4 ottobre 2017


Amschel Mayer Rothschild, banchiere ebreo tedesco della dinastia finanziaria Rothschild (rinominato dagli ebrei dell’Europa orientale come “il pio Rothschild”) nel 1773 riunì 12 influenti banchieri per presentare un piano, in 25 punti, per “dominare le ricchezze, le risorse naturali e la forza lavoro di tutto il mondo”.
Egli svelò “come la Rivoluzione Inglese (1640-60) fosse stata organizzata e mise in risalto gli errori commessi: il periodo rivoluzionario era stato troppo lungo, l’eliminazione dei reazionari non era stata eseguita con sufficiente rapidità e spietatezza e il programmato “regno del terrore”, col quale si doveva ottenere la rapida sottomissione delle masse, non era stato messo in pratica in modo efficace. Malgrado questi errori, i banchieri, che avevano istigato la rivoluzione, avevano stabilito il loro controllo sull’economia e sul debito pubblico inglese”.
Rothschild mostrò che questi risultati finanziari non erano da paragonare a quelli che si potevano ottenere con la Rivoluzione Francese, a condizione che i 12 presenti si unissero per mettere in pratica il piano rivoluzionario che egli aveva studiato.

venerdì 13 ottobre 2017

Il cancro della guerra: gli Stati Uniti ammettono l’uso di munizioni radioattive in Siria

30 settembre 2017
( RPI ) Nonostante abbia promesso di non usare munizionamento all’ uranio impoverito nella sua azione militare in Siria, il governo degli Stati Uniti ha ora ammesso di aver usato migliaia di munizioni radioattive nel territorio siriano. Come riferisce la rivista Foreign Policy  :
 “Il portavoce Maj. Josh Jacques,  del Comando Centrale statunitense (CENTCOM), ha detto a Airwars e Foreign Policy che tra il 16 novembre e il 22 novembre 2015 sono stati usati 5,265 nastri di di proiettili da 30 millimetri  contenenti  uranio impoverito (DU) da aerei di tipo A-10 della US Air Force, che hanno distrutto circa 350 veicoli nel deserto orientale del paese “.
Il portavoce dell’Inherent Resolve John Moore ha affermato nel 2015 che:
“Gli aeromobili americani e della coalizione non sono hanno e non utilizzeranno munizioni con uranio impoverito in Iraq o Siria durante l’operazione Inherent Resolve”.

giovedì 12 ottobre 2017

Quei filmati di Al Qaeda? Li faceva il Pentagono


Keystone


5 ottobre 2016.

di MARCELLO FOA - I video di Al Qaeda? Così falsi da sembrare veri e commissionati non da Bin Laden, ma dal Pentagono, per il tramite dell'agenzia di PR britannica Bell Pottinger che per almeno cinque anni ha lavorato in Iraq su mandato del Dipartimento della difesa americano ottenendo un compenso di oltre 100 milioni di dollari all'anno. Totale: 540 milioni di dollari, una cifra esorbitante.
Sì, sì, avete letto bene: certi filmati di Al Qaeda erano "made in USA". A rivelarlo è il Bureau of Investigative Journalism in un'ottima inchiesta appena pubblicata sul web, incentrata sulla testimonianza di un video editor, Martin Wells, che quei filmati li ha fatti in prima persona, e riscontri nei documenti ufficiali.

mercoledì 11 ottobre 2017

IL PENTITO DI ‘NDRANGHETA E MEMBRO DI UNA LOGGIA MASSONICA SEGRETA: “C'ERANO ANCHE CAPI DI STATO ED ESPONENTI DI GOVERNO


IL PENTITO DI ‘NDRANGHETA E MEMBRO DI UNA LOGGIA MASSONICA SEGRETA: “C'ERANO ANCHE CAPI DI STATO ED ESPONENTI DI GOVERNO, ALCUNI ANCORA IN CARICA - ERA L’ACCORPAMENTO DEL VERO POTERE AL DI SOPRA DELLE LEGGI CHE DECIDEVA LE SORTI DEL PAESE - GLI OBIETTIVI ERANO DENARO E POTERE C’ERANO ANCHE ESPONENTI DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA” - VIDEO!

Ignazio Dessì per http://notizie.tiscali.it

Che rapporto esiste tra le mafie e la Massoneria? Ha tentato di chiarirlo la Commissione Parlamentare Antimafia presieduta dall'onorevole Rosy Bindi che, dopo aver impattato contro il diniego delle organizzazioni massoniche italiane a consegnarli, ha deliberato il sequestro degli elenchi degli iscritti.
IL PENTITO DI NDRANGHETA EX MASSONE COSIMO VIRGILIO IL PENTITO DI NDRANGHETA EX MASSONE COSIMO VIRGILIO

Così a inizio marzo scorso gli uomini dello S.C.I.C.O., il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata, hanno sequestrato le liste degli affiliati alle quattro principali associazioni massoniche italiane: il Grande Oriente d’Italia, la Gran Loggia Regolare d’Italia, la Serenissima Gran Loggia d’Italia e la Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori.

martedì 10 ottobre 2017

DOPO RUSSIA E UNGHERIA, ANCHE LA MACEDONIA VUOLE VIETARE A SOROS E ALLE SUE ORGANIZZAZIONI GOLPISTE DI AGIRE NEL PAESE


lunedì 23 gennaio 2017
LONDRA - Dopo Russia e Ungheria anche la Macedonia si appresta a vietare tutti gli enti non governativi finanziati da George Soros e a tale proposito e' stata lanciata l'operazione SOS, Stop Operation Soros.
In una conferenza stampa tenutasi lo scorso Martedi' il fondatore di SOS ha invitato tutti i cittadini a esporre la reale agenda dietro tutte le organizzazioni non governative finanziate dal magnate ungherese.
Secondo Nikola Srbov, giornalista del portale pro-governativo Kurir e co-fondatore di SOS le organizzazioni finanziate da Soros hanno monopolizzato la societa' civile in Macedonia e sopprimono tutte le notizie che il magnate ungherese ritiene scomode.

lunedì 9 ottobre 2017

Guerra perenne e Manipolazione di massa nel Sud. Ecco le 10 costanti che si perpetuano ciclicamente dal 1861 ad oggi.


di Giovanni Greco
Fecero il deserto e lo chiamarono pace” (Tacito)
Sin dal 1861 nel Sud c’è in atto una manipolazione di massa permanente, che è funzionale ad alimentare una sorta di guerra quotidiana. Nel 1861 ci fu l’invasione del Meridione, cui fecero seguito emigrazione, la distruzione delle ricchezze del Sud, le deportazioni a Fenestrelle … Da allora si è impiantata una evoluzione di quella conquista iniziale; una manipolazione di massa permanente ed una guerra invisibile quindi, che si perpetua ciclicamente e che prosegue da ben oltre 150 anni. Ma chi crea e alimenta ancora oggi questa guerra? E contro chi vien fatta? O contro cosa? Tutte domande comprensibilissime, ma siamo nell’ambito di una guerra non canonica, nella quale non c’è più un nemico tangibile; si tratta di una lotta all’invisibile, ai preconcetti, e tramite essa si sono combattute le idee più che le persone. In realtà anche se nessuno ha mai visto un nemico da combattere, comunque da quel 1861 e di decennio in decennio perdura un continuo stato d’allarme per qualcosa di impalpabile eppure persistente. Una sorta di ansia indotta, funzionale a motivare il desiderio di liberarsi da questo strano nemico, se pur invisibile … Mah. In altre parole è solo uno degli effetti raggiunti del falso mito di libertà già sbandierata e imposta sin dall’Unità d’Italia.

domenica 8 ottobre 2017

E l’Italia contribuisce alla costruzione della mafia in Libia. Conversazione con Nancy Porsia



«Si, nomi e cognomi che sono parte della mia inchiesta che va avanti da quasi due anni e che sono stati ripresi dal panel degli esperti dell’ONU del giugno 2017. Stiamo quindi parlando di una associazione mafiosa che dal mio punto di vista è differente dalla semplice corruzione, che hai all’interno di altre unità di Guardiacoste. Per quale motivo, la responsabilità politica e morale è degli stessi italiani o comunque degli europei che stanno in qualche modo definendo, se non sobillando la linea di cooperazione con i libici? Questi personaggi potevano essere tagliati fuori dagli accordi. È vero che in un contesto come quello libico, quindi in un paese senza Stato, senza esercito e senza governo, trattare con i trafficanti e con i miliziani è “atto dovuto”. Però è pure vero che in qualche modo questo diventa atto dovuto se si vuole correre. E l’Italia ha corso per meri fini elettorali. E con l’Italia l’Europa tutta perché come sappiamo, l’ascesa dei nazionalismi viene vista come la minaccia principale alla tenuta democratica dei paesi. I nazionalismi crescono sulla paura dei migranti ma sappiamo che il problema è in realtà molto più profondo. Detto ciò quale è la principale critica che si può fare a questa linea di cooperazione? Sicuramente è un bene smantellare il network dei trafficanti però non è vero che lo si doveva necessariamente fare trattando e pagando gli stessi trafficanti che nel frattempo si sono istituzionalizzati. Io non parlerei necessariamente di tangenti, perché ho visto sulla stampa internazionale tanti articoli di denuncia verso gli italiani che avrebbero pagato le tangenti. Per me non si tratta neanche di tangenti, si tratta di una linea di cooperazione, per quanto discutibile, ma di una linea di cooperazione che prevede i finanziamenti agli ex trafficanti come sostegno legittimo alle autorità. Perché effettivamente Minniti ha lasciato (per usare un eufemismo) che i trafficanti negli ultimi mesi avessero il tempo e il modo per istituzionalizzarsi, quindi per schermarsi dietro una brigata piuttosto che dietro una unità che risponde al Ministero della Difesa o al Ministero dell’Interno e quindi diventare legittimi beneficiari dei finanziamenti. La “Brigata 48” che risponde ad Al Ammu (Anas

sabato 7 ottobre 2017

Libia, la grande spartizione del dopo Gheddafi

04.08.2016 - Manlio Dinucci
Libia, la grande spartizione del dopo Gheddafi
(Foto di www.atacama.it)
Petrolio, immense riserve d’acqua, miliardi di fondi sovrani. Il bottino sotto le bombe
«L’Italia valuta positivamente le operazioni aeree avviate oggi dagli Stati uniti su alcuni obiettivi di Daesh a Sirte. Esse avvengono su richiesta del Governo di Unità Nazionale, a sostegno delle forze fedeli al Governo, nel comune obiettivo di contribuire a ristabilire la pace e la sicurezza in Libia»: questo il comunicato diffuso della Farnesina il 1° agosto.
Alla «pace e sicurezza in Libia» ci stanno pensando a Washington, Parigi, Londra e Roma gli stessi che, dopo aver destabilizzato e frantumato con la guerra lo Stato libico, vanno a raccogliere i cocci con la «missione di assistenza internazionale alla Libia». L’idea che hanno traspare attraverso autorevoli voci. Paolo Scaroni, che a capo dell’Eni ha manovrato in Libia tra fazioni e mercenari ed è oggi vicepresidente della Banca Rothschild, ha dichiarato al Corriere della Sera che «occorre finirla con la finzione della Libia», «paese inventato» dal colonialismo italiano. Si deve «favorire la nascita di un governo in Tripolitania, che faccia appello a forze straniere che lo aiutino a stare in piedi», spingendo Cirenaica e Fezzan a creare propri governi regionali, eventualmente con l’obiettivo di federarsi nel lungo periodo. Intanto «ognuno gestirebbe le sue fonti energetiche», presenti in Tripolitania e Cirenaica.

venerdì 6 ottobre 2017

Attacchi drone in Libia: come è coinvolta l’Italia?


Attacchi drone in Libia: come è coinvolta l’Italia?
(Foto di www.remocontro.it)

27.09.2017 - Rete Italiana per il Disarmo
L’esercito USA ha recentemente dichiarato di aver condotto quattro raid recenti in Libia contro l’ISIS: ma qual è il coinvolgimento dell’Italia? Questa è la domanda che la società civile si pone alla notizia che i raid sarebbero partiti dalla base italiana da Sigonella, come riportato ieri da Repubblica: una certezza quantomeno curiosa, dato che sugli accordi tra il governo italiano e quello americano vige grande segretezza. Mentre è pubblico l’accordo bilaterale su Sigonella, il Technical Arrangement del 2006 – e sono stati gli USA a pubblicarlo – non ci sono infatti notizie sull’accordo aggiuntivo che regola la presenza dei droni armati a Sigonella, al punto che non vi è conferma nemmeno dell’anno della firma.

giovedì 5 ottobre 2017

ESCLUSIVA. Gli investigatori svelano origine ed evoluzione di Isis e al-Qaeda in Libia

di Vanessa Tomassini –
Più volte il rappresentante speciale della missione delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamè, ha precisato che dalla stabilità libica dipende la sicurezza dell’Europa e dell’occidente. Il caos libico ha costituito l’ambiente ideale per il proliferare della galassia jihadista, sia nella preparazione di attentati terroristici sia per il suo finanziamento. Poche ore fa l’ufficio del procuratore generale libico ha diffuso in una conferenza stampa congiunta con il direttore del bureau investigativo, generale Saddiq, i risultati delle indagini su criminali e miliziani delle cellule terroristiche attive in Libia e i loro movimenti all’interno del continente africano.

mercoledì 4 ottobre 2017

Libia: Tutto pronto per il ritorno di Saif al-Islam Gheddafi

di Vanessa Tomassini – 
L’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamè, in un’intervista a France 24 ha ammesso che il processo politico libico, sotto gli auspici delle Nazioni Unite, è aperto a tutti, anche ai fedeli e ai funzionari dell’ex-regime di Muammar Gheddafi, ai quali sarà concesso di correre sia per le elezioni parlamentari sia per quelle presidenziali, ad eccezione degli estremisti che ricorrono alla violenza. Via libera quindi anche a Saif Al-Islam Gheddafi, figlio preferito e designato dal padre come erede della gran Giamahiria araba libica.
Lo stesso Salamè ha dichiarato di aver incontrato di persona i sostenitori di Gheddafi. Nel Paese infatti sono in aumento i sostenitori di Gheddafi, con manifestazioni in cui si sventolano le bandiere verdi, seppur senza un’organizzazione ben delineata.

martedì 3 ottobre 2017

Il vizietto di Soros, lo Shelob del Nuovo Ordine Mondiale

Da Ninco Nanco Blog
di Giampaolo Rossi


LO SPECULATORE ILLUMINATO
Ogni volta che si parla di George Soros si è quasi certi di essere accusati di“paranoie complottiste”; è il modo migliore con cui le anime belle della coscienza democratica, liquidano chiunque provi a spiegare il ruolo dell’élite tecnocratiche nella creazione e nella manipolazione delle crisi internazionali che sconvolgono il mondo.
Di tutti i Maestri del Nuovo Ordine Mondiale che dal Medio Oriente all’Europa, fino all’Asia, si divertono a scatenare rivoluzioni, guerre, crisi economiche e a generare quel caos necessario a dare forma ai loro progetti di dominio, George Soros è il più gettonato anche perché, a differenza di altri, non disdegna di svolgere il suo ruolo in maniera arrogante e vanitosa.
Finanziere di origine ungherese, Soros è lo speculatore “illuminato” che si è arricchito mettendo in ginocchio le economie di mezzo mondo; ne sappiamo qualcosa anche noi italiani che nel 1992 vedemmo bruciate le nostre riserve valutarie a causa di un attacco speculativo da lui orchestrato sulla Lira e sulla Sterlina inglese e che portò noi e la Gran Bretagna fuori dallo Sme.

lunedì 2 ottobre 2017

Gheddafi, 2011: «La scelta è tra me o Al Qaeda e L’Europa tornerà ai tempi del Barbarossa»

Da Ninco Nanco Blog
Una delle ultime interviste a Gheddafi, 2011.
Laurent Valdiguié , Journal du Dimanche
(traduzione di Daniela Maggioni) riportata sul  Corriere.it 2 nel Marzo 2011.

TRIPOLI – Qual è la situazione oggi?
«Vede… Sono qui…».
Cosa succede?
«Tutti hanno sentito parlare di Al Qaeda nel Maghreb islamico. In Libia c’erano cellule dormienti. Quando è esplosa la confusione in Tunisia e in Egitto, si è voluto approfittare della situazione e Al Qaeda ha dato istruzioni alle cellule dormienti affinché tornassero a galla. I membri di queste cellule hanno attaccato caserme e commissariati per prendere le armi. E’ successo a Bengasi e a Al-Baida, dove si è sparato. Vi sono stati morti da una parte e dall’altra. Hanno preso le armi, terrorizzando la gente di Bengasi che oggi non può uscir di casa e ha paura».

domenica 1 ottobre 2017

SCANDALO ESAMI ANTICORPALI! I VACCINATI NON RISULTANO PROTETTI – Segnalazioni di medici e genitori.



Giungono sempre più segnalazioni di medici e genitori che hanno, rispettivamente, prescritto ed effettuato gli esami prevaccinali anticorpali ai bambini, con esiti inattesi (per alcuni): i vaccinati non hanno gli anticorpi! 
Vaccinati con l’esavalente, e a tutti i relativi richiami, non hanno gli anticorpi contro Tetano, Pertosse ed Epatite B!
Ma d’altronde sono gli stessi produttori dei vaccini che con massima trasparenza lo scrivono non su documenti riservati ma direttamente sui fogli illustrativi di vaccini come questo, ad esempio.