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martedì 30 giugno 2015

La ricostruzione della Libia è importante, ma prima bisogna fare i conti col fondamentalismo islamico

23/6/2015

La Libia è ormai diventata una spietata polveriera di guerra, dove quotidianamente scorrono fiumi di sangue ed il numero delle vittime cresce sempre più.
La nazione è oggi divisa, in preda alle divisioni etniche e religiose, dove l'anarchia regna sovrana e il terrorismo di matrice islamica ha trovato una nuova terra di conquista. Ma anche qui quando parliamo di terrorismo islamico dobbiamo ragionare su come sia necessario capirlo e comprenderlo bene nelle sua effettiva struttura ed articolazione.

La fazione più preparata, armata e pericolosa è senza ombra di dubbio quella di Ansar Al Sharia, che tiene sotto scacco gran parte delle zone vicino Derma e Bengasi. È necessario qui sottolineare come Ansar Al Sharia sia un gruppo vicino ad Al Quaeda, organizzazione che spesso viene confusa con lo Stato Islamico che è da tutti conosciuto come Isis. Non sono affatto la stessa cosa e spesso si sono create situazioni di reale "concorrenza jihadista" tra le due fazioni sopratutto in Siria. In ogni caso a Derna ci sarebbe stata l'ossidazione di entrambe per il controllo del territorio, complice anche il sempre crescente numero di volontari dello Stato Islamico provenienti dalla Tunisia.

lunedì 29 giugno 2015

i senza cervello al potere: Giovanni Toti vuole invadere la Libia

23 giugno 2015

Martedì a Roma si è svolta un’audizione del comitato Schengen sui flussi migratori. Durante l’incontro si è parlato della riforma del sistema europeo sull’accoglienza e in generale di modelli di accoglienza. Alla riunione ha partecipato anche il nuovo presidente della Liguria Giovanni Toti, che ha chiesto al governo «quali siano le politiche complessive che intende porre in atto per arginare i flussi degli arrivi nel nostro Paese» e ha parlato soprattutto della Libia.

domenica 28 giugno 2015

Come aumentare il CAOS: Campi profughi in Niger e Tunisia per fermare l’esodo dalla Libia

La "bella" proposta la conosciamo da questo articolo della Stampa.

Campi profughi in Niger e Tunisia per fermare l’esodo dalla Libia
Intesa Roma-Londra sul piano. L’operazione anti-scafisti appesa alla risoluzione Onu
24/06/2015 paolo mastrolilli inviato a new york
Nel lungo periodo, l’Italia punta ad affrontare l’emergenza migranti con interventi strutturali finanziati dall’Unione europea e finalizzati soprattutto a farli restare a casa, anche creando campi di accoglienza in Tunisia e Niger per fare il filtro prima dell’arrivo sulle coste nordafricane. Nel breve vorrebbe la risoluzione Onu necessaria per passare alla fase due e tre della missione contro i trafficanti, ma per questo potrebbe essere costretta ad aspettare un paio di mesi, perché ormai il testo è legato alla mediazione di Bernardino Leon per creare un governo di unità nazionale in Libia, che nel migliore dei casi non porterà risultati prima della fine del Ramadan.

sabato 27 giugno 2015

The Rocket, l' auto disegnata dal Leader Muammar Gaddafi

1 settembre 2009

È stata presentata in Libia al summit dei capi di stato africani, ma ha il cuore italiano. A realizzarla, infatti, è stata un'azienda torinese, la Tesco Ts, specializzata in prototipi e componenti.

Stiamo parlando di The Rocket, l'auto voluta dal colonnello Gheddafi in persona. Ha stilato una lista di dieci punti fondamentali nella progettazione, tra i quali ci sono design innovativo, utilizzo di materie prime locali, confort e sicurezza. Persino le forme affusolate e appuntite nel frontale e nella coda sono state suggerite dal leader libico.

venerdì 26 giugno 2015

LA RUSSIA, LA CINA E LA GUERRA CONTRO L'EGEMONIA DEL DOLLARO

Postato il Martedì, 16 giugno @ 06:55:00 BST di davide

DI MICHAEL HUDSON E THE SAKER

counterpunch.org

Le contraddizioni interne della politica estera USA: la Cina e la lotta all’egemonia del dollaro. Un lungo serrato e illuminante dialogo tra il prof. Michael Hudson e The Saker

Saker: Pare che l’Ucraina sarà forzata a dichiarare default ma che sarà più un default “tecnico”, rispetto che uno effettivo. C’é pure chi sostiene che la decisione della Rada (parlamento) di consentire a Yatseniuk di decidere a chi spetta essere pagato e chi dovrà aspettare rappresenta in pratica un “default tecnico” già di per sè. Ma esiste davvero qualcosa come un “default tecnico”? e se si, in che cosa differisce, in termini delle conseguenze concrete per l’Ucraina, rispetto a un default classico?

giovedì 25 giugno 2015

movimento 5 stelle, LA STAMPELLA DEL POTERE

Postato Domenica, 14 giugno @ 23:10:00 BST di davide

DI FEDERICO DEZZANI

federicodezzani.altervista.org

Le recenti elezioni regionali certificano l’arretramento del M5S che perde 900.000 voti rispetto alle europee del 2014 e quasi 2 mln di voti rispetto alle politiche del 2013: è il prezzo della defezione di Beppe Grillo, ritiratosi nel novembre 2014 dalla guida del movimento perché “un po’ stanchino”. Perché Grillo abdica quando la situazione economica dell’Italia, sempre più esplosiva, permetterebbe di assestare il colpo definitivo al governo Renzi e realizzare la “rivoluzione araba” promessa nel 2013? La risposta è che M5S è la stampella dell’establishment euro-atlantico. Dall’American Chamber Of Commerce alla Telecom Italia, come è stata assemblata la piattaforma di Gian Roberto Casaleggio: l’arroganza è che tale che è apposta pure la firma “nuovo ordine mondiale”.

mercoledì 24 giugno 2015

Distrutte le barche, meno arrivi dalla Libia

Bruciati e affondati oltre 400 mezzi dei trafficanti: flussi dimezzati a giugno. L’Unione europea lunedì darà il via libera alla prima fase della missione navale

20/6/2015 guido ruotolo
ROMA Il flusso dei migranti dalla Libia si è improvvisamente interrotto. Sembra che un incantesimo abbia stregato il Canale di Sicilia. Da alcuni giorni i radar non segnalano barconi in arrivo, né i satellitari chiamano la sala emergenza delle Capitanerie di porto per segnalare imbarcazioni in difficoltà.

martedì 23 giugno 2015

Da Mare Nostrum all’Unhcr Tutti i soldi buttati in Libia

L'Onu spende 19 milioni per i rifugiati ma non ferma i barconi

Molte parole, tanti fallimenti, troppi morti ma anche un sacco milioni di euro impiegati. L’emergenza immigrazione è dramma umano, tensione politica e sociale, inutili vertici europei, fantomatici piani B e invocazione continua della «comunità internazionale». Come se questa non fosse già presente, come se non avesse in mano i mezzi economici necessari per fare la sua parte sulle coste del Nord Africa utilizzando budget di tutto rispetto. E come se negli ultimi due anni non avesse già utilizzato centinaia di milioni di euro per operazioni che non hanno mai raggiunto il loro obiettivo.

lunedì 22 giugno 2015

"Abbiamo portato in Francia due clandestini dentro un'auto"

Anche la frontiera francese è un colabrodo: abbiamo aiutato due clandestini a varcare il confine. Nessuno ci ha fermati

Andrea Acquarone, Giovanni Masini - Mer, 17/06/2015 - 12:42
L'Europa non comincia a Ventimiglia. Nemmeno al Frejus, al Brennero o al Sempione. Si parte da Linosa «provincia di Lampedusa». E dal resto delle nostre coste. Le president Françoise Hollande mostra i muscoli (che non ha) dimenticandosi la storia, le ex colonie.
Posiziona la gendarmerie gonfia di protervia al confine sul mare. Stracciando Schengen, abbandonando i nostri, ma anche tanti suoi profughi di questo finto condominio targato Ue, sugli scogli della Liguria. Chiudendo le frontiere. A colpi di manganello.

domenica 21 giugno 2015

L’ENI è l’unica rimasta in Libia e… quante coincidenze

16 giugno 2015
Il Wall Street Journal constata che tra le società energetiche internazionali in Libia resiste solo l’ENI
Ha un ruolo predominante in Libia grazie alla protezione di diverse milizie e tribù. Stiamo parlando dell’Italiana Eni, una delle più grandi aziende energetiche internazionali. In quest’ultimo periodo la situazione per i produttori di energia è diventata pressoché insostenibile a causa dei continui scontri tra le varie forze e degli attacchi dell’ISIS in alcuni dei giacimenti petroliferi del paese, così la francese Total, la spagnola Repsol e l’americana Marathon Oil, hanno annunciato la sospensione delle loro attività.

sabato 20 giugno 2015

Libia; al Ghirani, ministro degli Esteri del governo di Tripoli all'Huffpost: "Riconosceteci e vi aiutiamo contro gli scafisti"

Umberto de Giovannangeli 11/6/2015

“Lo abbiamo ribadito in più sedi, in modo ufficiale e i colloqui riservati. Per quanto ci riguarda, siamo pronti a fare la nostra parte nel contrastare gli scafisti. Ciò che chiediamo all’Europa e di riconoscere la legittimità del governo di Tripoli. Non siamo dei pericolosi jihadisti: tra le nostre fila vi sono uomini che hanno combattuto contro il regime di Muammar Gheddafi, milizie e tribù che hanno pagato per questo un altissimo tributo di sangue. Non siamo noi a rifiutare una seria trattativa per formare un governo di riconciliazione nazionale, davvero rappresentativo degli interessi di tutto il popolo libico. Ciò che riteniamo inaccettabile è essere discriminati, perché ciò significa discriminare non un governo o un parlamento ma una parte importante del mio popolo”. In altre parole, riconosceteci e faremo la nostra parte nel combattere i trafficanti di esseri umani. È questo il messaggio che Muhammed al Ghirani, ministro degli Esteri del governo di Tripoli, affida a un'intervista concessa all’Huffington Post. “Noi abbiamo dimostrato la nostra volontà di collaborare anche in un recente episodio che ha riguardato un cittadino italiano" aggiunge, con riferimento alla liberazione di Ignazio Scaravilli, medico italiano sequestrato in Libia lo scorso 6 gennaio.

venerdì 19 giugno 2015

Scaravilli ancora bloccato in Libia: Tripoli vuole i soldi

Il medico italiano liberato martedì non è ancora tornato a casa. Chi ha favorito il rilascio dopo il pagamento di un riscatto vuole la commissione.

sabato 13 giugno 2015 16:41
Ricordate Ignazio Scaravilli? E' il medico italiano rapito in Libia e del quale, martedì pomeriggio, è stata annunciata la liberazione. Si trova a Tripoli, era stato detto. E in un paio di giorni, era stato aggiunto, dovrebbe tornare a casa.

giovedì 18 giugno 2015

LIBIA: LA LUCROSA CACCIA AL NEGRO PER MANDARCELO

Postato il Giovedì, 11 giugno @ 23:10:00 BST di davide

DI MAURIZIO BLONDET

effedieffe.com

«Siamo qui per essere venduti»: così i migranti – quasi tutti subsahariani – che sono parcheggiati nel centro di raccolta di Zaouia, in Libia, un 50 chilometri ad ovest di Tripoli. Due inviati di Le Monde sono riusciti a avvicinarli (non si conoscono i particolari): come risultati dai loro agghiaccianti racconti, diversi sono rimasti vittime di retate delle ‘autorità’ libiche della zona e del momento.

mercoledì 17 giugno 2015

SBARCHI DI MASSA, L'UCRAINA DEL MEDITERRANEO

Postato il Sabato, 06 giugno @ 18:26:59 BST di davide

DI FEDERICO DEZZANI

federicodezzani.altervista.org
Dopo i 170.000 immigrati sbarcati nel 2014, il governo italiano stima per il 2015 un nuovo record da 400.000 arrivi, di cui un terzo profughi e due terzi clandestini: i numeri non sono paragonabili a quelli del Libano dove la popolazione è aumentata del 50% a causa della destabilizzazione siriana, ma sono comunque allarmati perché una massa senza alcun legame linguistico e culturale con l’Italia è scaricata su una società già esasperata dalla crisi economica. Dietro l’invasione si cela la volontà di Washington e Londra di replicare nel Mediterraneo la strategia adottata nell’est-europeo con la crisi ucraina: generare instabilità nel tentativo di puntellare la UE/NATO, spacciate come ancora di salvezza anziché come causa dell’immigrazione selvaggia. Dalla Marina Militare alle cooperative passando per i servizi segreti, diversi attori italiani assecondano l’operazione.

martedì 16 giugno 2015

EMAIL INTERCETTATE METTONO ALLA LUCE LA FIGURA DI GEORGE SOROS COME BURATTINAIO DELLA SITUAZIONE UCRAINA

Postato il Mercoledì, 03 giugno @ 16:15:41 BST di davide

DI TYLER DURDEN

zerohedge.com

Giusto un paio di giorni dopo che George Soros aveva avvisato che la terza guerra mondiale sarebbe stata imminente a meno che Washington non avesse ceduto nei confronti della Cina riguardo l’inclusione nel paniere di valute dell’FMI, il collettivo di hacker CiberBerkut ha individuato il miliardario come il vero burattinaio alle spalle della situazione ucraina. In tre compromettenti documenti, presumibilmente estratti da una corrispondenza tra il manager di hedge fund e il presidente ucraino Poroshenko, Soros tira fuori “Una strategia globale a breve-medio termine per la nuova Ucraina”, esprime la sua sicurezza che gli USA forniranno all’Ucraina l’appropriato sostegno militare letale, “con lo stesso livello di sofisticazione nelle armi di difesa per contrapporsi alle forze nemiche” ed infine spiega che “la prima priorità di Poroshenko deve essere riprendere il controllo dei mercati finanziari”, nella quale assicura che il presidente potrà avere l’aiuto della FED aggiungendo “Sono pronto a chiamare Jack Lew del Tesoro USA per sondare la sua opinione circa l’accordo sullo swap”.

lunedì 15 giugno 2015

BILDERBERG 2015. (TELFS-BUCHEN, AUSTRIA 11 – 14 GIUGNO 2015 + LISTA PARTECIPANTI)

DI CHARLIE SKELTON –

theguardian.com –

Un summit si chiude e un’altro si apre. Questo giovedi inizierà l’importante conferenza politica del Bilderberg, che quest’anno si terrà in Austria, a 16 miglia a sud del vertice del G7, e in un resort di lusso alpino simile e inaccessibile. La lista dei partecipanti (leggi nell’articolo) al meeting è stata appena resa nota dall’organizzazione, e già alcuni grandi nomi balzano subito agli occhi.

Non meno di tre primi ministri europei saranno presenti, Paesi Bassi, Finlandia e Belgio. Discuteranno di “strategia europea” con il capo della Nato, Jens Stoltenberg, e il presidente austriaco, Heinz Fischer. Ci saranno due ministri delle finanze europei nella lista: quello olandese, l’altro George Osborne. Quest’ultimo chiamato a dirigere il dicastero delle fiìnanze inglesi è un partecipante regolare del vertice Bilderberg, e quest’anno sarà a mostrare il suo bagliore post-elettorale. A differenza di quell’altro partecipante regolare delò Bilderberg, Ed Balls, che viene invitato a tornare, pur avendo da una considerevole distanza il titolo più debole lavoro sulla lista: “ex cancelliere ombra dello Scacchiere!.

domenica 14 giugno 2015

Anche il sindaco anti immigrati voleva 50 centesimi a rifugiato

E Odevaine aveva inventato un Consorzio tra Comuni per aprire il centro di Mineo e avere fondi

8 giugno 2015 francesco grignetti
roma Sull’assistenza ai profughi, secondo quanto sta scoprendo l’inchiesta Mafia Capitale, non c’è soltanto l’avidità di chi ci specula, corrompe per accaparrarsi gli appalti, pretende una tangente pro-capite. C’è anche molta doppiezza. Ci sono sindaci, vedi quello Fabio Stefoni di Castelnuovo di Porto, vicino Roma, che da una parte strepita contro un centro di accoglienza, dall’altra però si fa convincere con la promessa di una tangente da 50 centesimi a profugo. Buzzi stesso, intercettato, ne prova ribrezzo: «Allora io stamattina ho chiamato il sindaco, e gli ho detto “guarda, c’è 950 persone senza onori, perché praticamente... se apriamo noi c’è una serie di garanzie... qui stanno tutti ammucchiati... c’hai soltanto (inc.) e nient’altro”. “Ah, io ora scrivo al Ministero, li caccio via tutti”. Piripin... le solite cazzate che dice Stefoni che magari va giù e se mette co’ na tanica de benzina... e c’ha questi atteggiamenti suoi che praticamente preoccupano la Prefettura».

sabato 13 giugno 2015

Mafia Capitale, tutti i numeri delle tangenti sui profughi

5/6/2015
Secondo le carte dell'inchiesta dal Tavolo nazionale del Viminale, Luca Odevaine avrebbe guidato le scelte verso le strutture gestite dalla cooperativa “La Cascina”, vicina a Cl. Con tanto di "tariffario"
C’era un “tariffario” nel grande affare dell’immigrazione emerso dalle carte della seconda tranche di Mafia Capitale. «Possiamo pure quantificare, guarda. Se me dai cento persone facciamo un euro a perso.. [..] Ti metto 200 persone a Roma, 200 a Messina, 50 là. E le quantifichiamo, poi…», spiegava Luca Odevaine, l’ex vice capo di gabinetto della giunta Veltroni, già finito tra gli arresti nella prima fase dell’inchiesta. Dai 50 centesimi ai 2 euro al giorno di tangente per ogni profugo, ricostruisce anche “Repubblica“, da versare a chi assicura l’assegnazione. Non sono le uniche cifre emerse: c’era anche il compenso di 20 mila euro al mese come stipendio fisso.

venerdì 12 giugno 2015

Africa, Libia, europa, a grandi passi verso l' attuazione del piano kalergi

in questi giorni l' immigrazione è tornata di moda:vediamo uno dei tanti articoli in rete, e dopo facciamo qualche considerazione.

Immigrati: 6.500 clandestini salvati nel weekend al largo della Libia e trasportati in Italia
Migliaia di profughi sono stati tratti in salvo nel weekend e smistati in varie Regioni d’Italia; una maxi operazione coordinata dal Centro nazionale di soccorso della Guardia Costiera

giovedì 11 giugno 2015

Libia, Julian Assange svela i piani dell'Europa: "Guerra terrestre". L'Espresso rivela documenti riservati dell'Ue

Umberto de giovannangeli 26/6/2015

Quei documenti segreti svelano una verità scottante che ministri, premier e capi di Stato europei hanno provato a mascherare. Altro che “nessuna operazione terrestre” e solo “pattugliamenti navali rafforzati”. La realtà è un’altra e a svelarla sono alcuni documenti “secretati” dell’Unione europea . WikiLeaks svela carte riservate dell’Ue. Che indicano l’unica strada percorribile, con mille rischi, di cui l’Huffington Post aveva raccontato nelle scorse settimane: operazioni terrestri per fermare gli scafisti in Libia. Fonti diplomatiche e analisti militari ascoltati dall’Hp avevano convenuto su un fatto: per combattere davvero i trafficanti di esseri umani e i loro alleati jihadisti, non bastano qualche nave, drone, o elicotteri, occorre predisporre piani di “bonifica del territorio” con soldati a terra, e tanti: almeno 60mila a rotazione per una guerra che non sarà breve né indolore. Così è.

mercoledì 10 giugno 2015

Politi al Diariodelweb: la vera emergenza? Scongiurare la terza guerra mondiale

Giulia Pozzi mercoledì 3 giugno 2015 - 19:00

ROMA - Nelle «puntate» precedenti ci ha parlato di terrorismo, Isis, immigrazione, missione in Libia. Quest'oggi, in occasione dell'ultimo appuntamento in esclusiva per il DiariodelWeb, l'illustre analista politico e strategico Alessandro Politi spiega ai nostri lettori quali sono le crisi internazionali che più dovremmo temere. Perché forse, ormai assuefatti al vocabolario «emergenziale» usato dai media in merito a fenomeni quali l'immigrazione e il terrorismo, corriamo il rischio di non accorgerci delle emergenze che, seppur più silenziosamente, si preparano a scombussolare gli equilibri mondiali in modo più sostanziale.

martedì 9 giugno 2015

Politi al DiariodelWeb.it: attento Occidente, i terroristi te li crei da solo

Giulia Pozzi venerdì 22 maggio 2015 - 15:00

ROMA - A poche ore dall'arresto a Milano di Touil, presunto attentatore della strage del Bardo approdato un mese prima a Porto Empedocle, l'allarme cresce. Nel mirino, soprattutto, i barconi della speranza, a bordo dei quali, urla qualcuno, viaggiano pericolosi terroristi dell'Isis. Siamo davvero sotto attacco? Dobbiamo avere paura di chi sbarca sulle nostre coste? In esclusiva al DiariodelWeb.it, ne parliamo con l'analista politico e strategico Alessandro Politi. Il primo di di tre appuntamenti in cui tratteremo di Libia, immigrazione, crisi internazionali e molto altro...

Politi, Touil è arrivato a Porto Empedocle a bordo di uno dei tanti barconi della speranza. Se venisse provato il suo coinvolgimento nell'attentato al Bardo avremmo la prova che il terrorismo islamico ci arriva dritto in casa via mare...
Sarei molto prudente, perché è estremamente sciocco arrivare con un barcone dove si può essere identificati quando invece si può arrivare con un normale visto turistico passando da una frontiera un po’ meno sorvegliata e poi sparire. Si può arrivare dai Balcani con tutta tranquillità, trovare un buco nella frontiera italiana, perché ne esistono, e passare.

lunedì 8 giugno 2015

Ucraina e Libia: esportare l”eurodemocrazia’ è un abuso di potere?

L’espansione della “eurodemocrazia” si concretizza nel tentativo di imporre il proprio modello politico ed economico neoliberista.

di Lidia Undiemi, articolo già pubblicato su Il Fatto Quotidiano



La verità su questioni politiche delicatissime, come la guerra e la violenza perpetrata ai danni di una nazione, assume quasi sempre contorni sfocati e per questo resta inaccessibile alla comune percezione.

domenica 7 giugno 2015

Politico egiziano invita l'Italia ad aiutare Il Cairo e Algeri a risolvere divergenze sulla Libia

Articolo pubblicato il: 03/06/2015

Egitto e Algeria "si coordinino con l'Italia per risolvere le loro divergenze riguardo alla questione libica" in modo da "giungere a una visione comune su come trattare la crisi". E' questo l'appello lanciato da Khaled Dawud, politico egiziano del partito 'Al-Dustur', ai tre Paesi che domenica parteciperanno a una riunione sulla Libia al Cairo. I ministri degli Esteri di Egitto, Algeria e Italia si ritroveranno nella capitale egiziana per un secondo incontro dopo quello che si è svolto a Roma il mese scorso. "Questi tre Paesi sono centrali nel dossier libico e speriamo che la riunione di domenica porti alla creazione di un governo di consenso nazionale che possa affrontare la questione del terrorismo in Libia", ha dichiarato Dawud ad Aki-Adnkronos International a margine delle celebrazioni organizzate ieri dall'ambasciata italiana al Cairo in occasione della festa della Repubblica.

sabato 6 giugno 2015

Iraq, i piloti americani accusano: "Non ci autorizzano a colpire l'Isis"

Alcuni piloti impegnati nella guerra contro l'Isis si lamentano della burocrazia che ne ostacola la capacità operativa: "Per ottenere l'autorizzazione a colpire ci vuole un'ora"

Giuseppe De Lorenzo - Gio, 28/05/2015 - 18:15
Feroci polemiche nell'avizione americana. I piloti che stanno combattendo contro l'Isis si lamentano della burocrazia che gli impedisce di essere efficaci.

Lungaggini inspiegabili che fanno scappare i terroristi appena individuati: "Ci sono stati momenti in cui avevo gruppi dell'Isis nel mirino ma non avevo l'autorizzazione a colpire", ha detto il pilota di un F-18 a Fox News.

venerdì 5 giugno 2015

Ma perché l’America NON vuole distruggere l’Isis? ( perchè lo ha creato).

29 maggio 2015

di Marcello Foa -

Chi osserva con disincanto le vicende in Medio Oriente lo ha capito da tempo: l’America che negli anni Duemila ha lanciato una guerra feroce – e decisamente sproporzionata – ad Al Qaida, ora appare molto svogliata contro una minaccia ben più concreta: quella dell’Isis.

Come ho documentato da tempo, l’Isis un paio di anni fa è stato usato, armato e finanziato da Arabia Saudita, Emirati Arabi e dagli stessi Stati Uniti nel tentativo di abbattere il regime di Assad. Grazie anche a quei finanziamenti l’Isis si è ampliato, si è rafforzato ed è partito alla conquista di larghe parti dell’Iraq e ha infiltrato i suoi jihadisti in altri Paesi, fino alla Libia.

giovedì 4 giugno 2015

Libia. Il Parlamento di Tripoli cambia la Costituzione, la sharia unica fonte di legge

27 maggio 2015
Il Congresso nazionale generale (Gnc), parlamento di Tripoli, ha approvato un emendamento che rafforza il ruolo della legge islamica (sharia), facendone l’unica fonte di diritto, nella Costituzione libica del 2011. Costituzione che peraltro un’assemblea costituente creata dalla rivale Tobruk (riconosciuta internazionalmente) sta riscrivendo ex novo. La modifica ha rilievo, in quanto connota la spiccata islamicità della fazione di Tripoli, che punta a conformare aspetti economici e privati alla legge islamica.

mercoledì 3 giugno 2015

Libia, sedicente ‘premier’ di Tripoli minaccia Italia ed Europa: “fermeremo con la forza ogni tipo di intervento Ue”

29 maggio 2015

Alla ricerca di legittimazione internazionale, contro l’unico governo "legittimo" libico (quello detto ‘di Tobruq’), Khalifa al-Ghweil – intervistato da ‘The Indipendent’ – pretende di essere consultato e dà consigli all’Unione Europea. Questo è il risultato della visione folle di Federica Mogherini e della sinistra italiana al governo in Italia, che stanno mettendo in difficoltà tutta Europa

Londra – Il sedicente ‘governo di Tripoli’ – che controlla la capitale della Libia e la Tripolitania, nell’ovest del Paese – alza la voce contro l’Europa (e l’Italia). Lo fa con un’intervista di Khalifa al-Ghweil al quotidiano britannico ‘The Indipendent‘ nel corso della quale il sedicente ‘primo ministro’ brandisce bastone e carota verso l’UE (e l’Italia), minaccia e consiglia sulla politica da tenere verso la Libia e i trafficanti di migranti.

martedì 2 giugno 2015

Libia: libro denuncia contraddizioni politica estera italiana nella crisi libica

di Redazione IBTimes Italia 28.05.2015 11:51 CEST

“Libia: Renzi, non mando nostre truppe a farsi sgozzare” (3 maggio 2015); “Libia, dal ‘pronti alla guerra’ di Gentiloni allo stop di Renzi: sei giorni di confusione” (19 febbraio); “Libia, Pinotti: ‘Contro l’Isis pronti anche più di 5 mila soldati’” (17 febbraio 2015). Nel giro di pochi mesi la politica italiana ha preso nei confronti della crisi libica le posizioni più estreme e ondivaghe e questo mentre le cronache attuali ci riportano quotidianamente notizie preoccupanti sull’espansione e sull’ascesa del Califfato islamico, giunto in questo Paese, da sempre strategico per l’Italia e per i suoi interessi. Un gruppo di lavoro (coordinato dal prorettore della Sapienza Folco Biagini) con il volume “Libia 1911-2015” (miraggiedizioni) ha provato a dare una lettura che comprendesse anche la dimensione storica e quella geopolitica.

lunedì 1 giugno 2015

Libia: il RATTO al tinni sfugge ad un attentato

Libia: il premier Al Thinni sfuggito a un attentato
Un gruppo di uomini armati tenta di fare irruzione nel parlamento riconosciuto dalla comunità internazionale
27 maggio 2015

Per Lookout news


Mentre a Bruxelles è stato definito il potenziamento della missione di ricerca e soccorso in mare Triton e si lavora per l’approvazione dei parametri di ricollocamento all’interno dell’UE dei migranti richiedenti asilo, sulla sponda nordafricana del Mediterraneo è il caos a regnare.

Ieri, martedì 26 maggio, Abdullah Al Thinni, primo ministro del governo di Tobruk, l’esecutivo riconosciuto dalla comunità internazionale, è sfuggito a un attentato. Nel pomeriggio il premier è stato costretto ad abbandonare una seduta della Camera dei Rappresentanti a causa delle proteste all’esterno del Dar Al-Salam Hotel, attuale sede del parlamento di Tobruk. Decine di persone si erano riunite fuori dall’edificio per chiedere le dimissioni del premier e del suo governo. Nel momento in cui alcuni uomini armati hanno fatto irruzione nell’aula, Al Thinni è stato fatto evacuare. Poco dopo essere partita, l’auto su cui era a bordo è stata colpita da una pioggia di proiettili. Al Thinni è rimasto illeso, mentre una delle sue guardie del corpo è stata ferite (alcune fonti parlano di tre feriti).