RT, 25 Agosto. L’attuale crisi in Libia è una diretta conseguenza dell’ingerenza degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO, ha detto il Ministero degli Esteri russo. “Possiamo dire che il processo politico per creare uno stato moderno in Libia, sulle rovine del regime di Muammar Gheddafi deposto nel 2011, è alla fine arrivato ad un punto morto”, ha detto il ministero. I libici stanno ora pagando per il coinvolgimento occidentale con “la vita di migliaia di civili e per le infrastrutture economiche e sociali dello stato perse durante una sanguinosa guerra civile”, ha aggiunto. Durante il fine settimana, gli islamisti hanno sequestrato l’aeroporto della capitale libica, Tripoli, e hanno proclamato il loro governo.
In ogni guerra, ancora prima della gente, occorre assassinare la verità. Guerra alla libia: 100000 morti, 240000 persone ancora cercate, 78000 dispersi. 10300 donne violentate, 350000 rifugiati.
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martedì 30 settembre 2014
lunedì 29 settembre 2014
GIORDANIA, IL REGNO DELLE OMBRE E DELLA SOTTOMISSIONE
Postato il Mercoledì, 17 settembre @ 00:00:00 BST di davide
DI ANDRE VITCHEK
greanvillepost.com
“Un posto perfetto per lo shopping”, un Europeo, un esperto ONU che vive ad Amman, mi dice: “Qui ho tutto quel che voglio. La vita è bella…”
“Non abbiamo acqua”, si lamenta un rifugiato Beduino, abbracciando I figli alla periferia di uno dei campi per rifugiati più grandi e più disumani al mondo – Zaatari - a pochi chilometri dalla frontiera siriana. “Dentro Zaatari, dobbiamo pagare per tutto, ora.I Siriani che controllano il campo fanno pagare a tutti noi, che siamo poveri e disperati, per ogni cosa … Si approfittano di noi. Non hanno pietà… Perciò viviamo in questa tenda, fuori dal campo. Solo i nostri bambini lavorano, perché sia i Siriani ‘rifugiati’ sia i Giordani li retribuiscono poco o niente…”
DI ANDRE VITCHEK
greanvillepost.com
“Un posto perfetto per lo shopping”, un Europeo, un esperto ONU che vive ad Amman, mi dice: “Qui ho tutto quel che voglio. La vita è bella…”
“Non abbiamo acqua”, si lamenta un rifugiato Beduino, abbracciando I figli alla periferia di uno dei campi per rifugiati più grandi e più disumani al mondo – Zaatari - a pochi chilometri dalla frontiera siriana. “Dentro Zaatari, dobbiamo pagare per tutto, ora.I Siriani che controllano il campo fanno pagare a tutti noi, che siamo poveri e disperati, per ogni cosa … Si approfittano di noi. Non hanno pietà… Perciò viviamo in questa tenda, fuori dal campo. Solo i nostri bambini lavorano, perché sia i Siriani ‘rifugiati’ sia i Giordani li retribuiscono poco o niente…”
domenica 28 settembre 2014
AVVERTIMENTO AL MONDO. LA FOLLIA DEGLI USA E DELLA NATO
Postato il Mercoledì, 10 settembre @ 05:50:00 BST di davide
DI PAUL CRAIG ROBERTS
counterpunch.org
Herbert E. Meyer, un pazzo che per un periodo aveva occupato il ruolo di assistente speciale del direttore della CIA durante l’amministrazione Reagan, ha scritto un articolo invitando all’assassinio del presidente russo Vladimir Putin. Se dobbiamo “farlo uscire dal Cremlino con i piedi in avanti e un foro di proiettile nella nuca, non avremmo problemi”.
Come il folle Meyer spiega, il delirio che Washington ha diffuso nel mondo non ha limiti. Jose' Manuel Barroso, messo alla presidenza della Commissione Europea come burattino degli USA, ha dissimulato la sua recente telefonata confidenziale con il presidente Putin dicendo ai media che Putin aveva lanciato la sua minaccia: “Se volessi, potrei prendermi Kiev in due settimane”.
DI PAUL CRAIG ROBERTS
counterpunch.org
Herbert E. Meyer, un pazzo che per un periodo aveva occupato il ruolo di assistente speciale del direttore della CIA durante l’amministrazione Reagan, ha scritto un articolo invitando all’assassinio del presidente russo Vladimir Putin. Se dobbiamo “farlo uscire dal Cremlino con i piedi in avanti e un foro di proiettile nella nuca, non avremmo problemi”.
Come il folle Meyer spiega, il delirio che Washington ha diffuso nel mondo non ha limiti. Jose' Manuel Barroso, messo alla presidenza della Commissione Europea come burattino degli USA, ha dissimulato la sua recente telefonata confidenziale con il presidente Putin dicendo ai media che Putin aveva lanciato la sua minaccia: “Se volessi, potrei prendermi Kiev in due settimane”.
sabato 27 settembre 2014
Ai Rockefeller non piace più il petrolio. Il loro Fund investe in energie rinnovabili
22 settembre 2014
Il petrolio è stata la materia prima sula quale John D. Rockfeller costruì la sua immensa fortuna con la Standard Oil, ma ora i suoi eredi stanno abbandonando i combustibili fossili per passare ad investimenti più puliti. abbandonando i combustibili fossili.
Infatti, come annuncia il New York Times, oggi il Rockefeller Brothers Fund, l’organizzazione filantropica degli eredi Rockefeller che ha un portafoglio da 860 milioni di dollari, si unirà al movimento che disinveste dalle fonti fossili, che prese il via un paio di anni fa e lo farà anche per dare un segnale al summit sui cambiamenti climatici che riunisce all’Onu leader politici e del business.
Il petrolio è stata la materia prima sula quale John D. Rockfeller costruì la sua immensa fortuna con la Standard Oil, ma ora i suoi eredi stanno abbandonando i combustibili fossili per passare ad investimenti più puliti. abbandonando i combustibili fossili.
Infatti, come annuncia il New York Times, oggi il Rockefeller Brothers Fund, l’organizzazione filantropica degli eredi Rockefeller che ha un portafoglio da 860 milioni di dollari, si unirà al movimento che disinveste dalle fonti fossili, che prese il via un paio di anni fa e lo farà anche per dare un segnale al summit sui cambiamenti climatici che riunisce all’Onu leader politici e del business.
venerdì 26 settembre 2014
Torri gemelle abbattute da Bush: prove schiaccianti secondo i grandi media americani!
un delicatissimo coinvolgimento che includeva sostegni dall’estero da parte delle agenzie di intelligence, quella israeliana del Mossad in prima linea
Attacco alle torri ordito dalla setta satanica Skull & Bones, George W. Bush e dalla sionista AIPAC.
La setta satanica setta Skull & Bones, George W. Bush ed i sionisti dell’AIPAC hanno ordito l’attacco 9/11, ecco le prove schiaccianti Qualcosa deve davvero essere cambiato, perché noi lo sappiamo, lo scriviamo e lo diciamo da sempre, ma ci impressiona vedere che ora anche il New York Post, il Veterans Today e in particolare Gordon Duff, di Press TV, scrivono che l’attentato dell’11 Settembre 2001 non sarebbe stato ideato, condotto e concluso da autonome “cellule terroristiche islamiche”, come ci viene tautologicamente ripetuto da tredici anni a questa parte. L’accusa piombata pochi giorni prima della fine dell’anno sulla testa del massone satanico George Bush, affiliato alla nota setta satanica Skull&Bones (teschi ed ossa), nonché nipote di Prescott Bush, arcinoto finanziatore di Adolf Hitler, è di aver “insabbiato materiale utile alla vera ricostruzione dei drammatici fatti accaduti l’11 Settembre 2001, di aver protetto i veri responsabili dell’orrida azione, di aver mentito al popolo americano (cosa grave negli USA, ndr.), e di aver sospinto l’America in due guerre (Afghanistan ed Iraq) in cui hanno perduto la vita migliaia e migliaia di giovani”. Uomini e donne in salute e con tutta la vita davanti, e dunque essersi anche reso responsabile della marea umana di ex soldati e soldatesse oggi invalidi (mutilati, ciecati, paraplegici…) a cui ha rovinato l’esistenza per sempre.
Attacco alle torri ordito dalla setta satanica Skull & Bones, George W. Bush e dalla sionista AIPAC.
La setta satanica setta Skull & Bones, George W. Bush ed i sionisti dell’AIPAC hanno ordito l’attacco 9/11, ecco le prove schiaccianti Qualcosa deve davvero essere cambiato, perché noi lo sappiamo, lo scriviamo e lo diciamo da sempre, ma ci impressiona vedere che ora anche il New York Post, il Veterans Today e in particolare Gordon Duff, di Press TV, scrivono che l’attentato dell’11 Settembre 2001 non sarebbe stato ideato, condotto e concluso da autonome “cellule terroristiche islamiche”, come ci viene tautologicamente ripetuto da tredici anni a questa parte. L’accusa piombata pochi giorni prima della fine dell’anno sulla testa del massone satanico George Bush, affiliato alla nota setta satanica Skull&Bones (teschi ed ossa), nonché nipote di Prescott Bush, arcinoto finanziatore di Adolf Hitler, è di aver “insabbiato materiale utile alla vera ricostruzione dei drammatici fatti accaduti l’11 Settembre 2001, di aver protetto i veri responsabili dell’orrida azione, di aver mentito al popolo americano (cosa grave negli USA, ndr.), e di aver sospinto l’America in due guerre (Afghanistan ed Iraq) in cui hanno perduto la vita migliaia e migliaia di giovani”. Uomini e donne in salute e con tutta la vita davanti, e dunque essersi anche reso responsabile della marea umana di ex soldati e soldatesse oggi invalidi (mutilati, ciecati, paraplegici…) a cui ha rovinato l’esistenza per sempre.
giovedì 25 settembre 2014
i migranti pagavano gli scafisti con gli organi
di Antonio Palma18 settembre 2014 11:46
È quanto emerge da un'inchiesta sugli sbarchi a Lampedusa che ha portato a scoprire cassieri dell'organizzazione ramificati in tutta Italia.
Per gli immigrati clandestini che non potevano permettersi il costo necessario a farsi portare dalla Libia in Italia gli scafisti erano pronti ad accettare in cambio anche un espianto dei loro organi poi da rivendere. È l’agghiacciante notizia che viene fuori dalle carte dell’inchiesta su una organizzazione criminale di scafisti specializzata soprattutto nel trasbordo di eritrei dalla Libia a Lampedusa a bordo di barconi di fortuna. Il modus operandi dell’industria degli sbarchi clandestini è “compatibile con lo stato di schiavitù” si legge infatti nell’ordinanza dei giudici che ha portato all’arresto di cinque persone ritenute responsabili dei collegamenti dell’organizzazione criminale in Italia. Le organizzazioni collaborano fra loro “con consegne e scambi di migranti” che possono essere utilizzati anche “come forza lavoro, oppure come donatori di organi a seconda di come intendano saldare il debito con l’organizzazione” sottolineano sempre i pm, rivelando la spietatezza delle organizzazioni di scafisti.
È quanto emerge da un'inchiesta sugli sbarchi a Lampedusa che ha portato a scoprire cassieri dell'organizzazione ramificati in tutta Italia.
Per gli immigrati clandestini che non potevano permettersi il costo necessario a farsi portare dalla Libia in Italia gli scafisti erano pronti ad accettare in cambio anche un espianto dei loro organi poi da rivendere. È l’agghiacciante notizia che viene fuori dalle carte dell’inchiesta su una organizzazione criminale di scafisti specializzata soprattutto nel trasbordo di eritrei dalla Libia a Lampedusa a bordo di barconi di fortuna. Il modus operandi dell’industria degli sbarchi clandestini è “compatibile con lo stato di schiavitù” si legge infatti nell’ordinanza dei giudici che ha portato all’arresto di cinque persone ritenute responsabili dei collegamenti dell’organizzazione criminale in Italia. Le organizzazioni collaborano fra loro “con consegne e scambi di migranti” che possono essere utilizzati anche “come forza lavoro, oppure come donatori di organi a seconda di come intendano saldare il debito con l’organizzazione” sottolineano sempre i pm, rivelando la spietatezza delle organizzazioni di scafisti.
mercoledì 24 settembre 2014
Libia: i RATTI si appellano ai loro padroni per non fallire (ma sono gia falliti).
ecco l' articolo apparso in questi giorni: Appello della Libia all'Italia, "Aiutateci a non fallire"
(AGI) - Roma, 18 set. - "Mi appello ai nostri amici e vicini affinche' aiutino la Libia". Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia libico, Salah Bashir Marghani, sottolineando che "il paese sta di nuovo sprofondando nella violenza", rischiando di diventare uno "stato fallito". L'Italia puo', secondo Marghani, giocare un "ruolo importante" per sostenere il paese nordafricano, anche perche' "uno 'stato fallito' in Libia" causerebbe molti problemi, tra cui un'intensificazione dei fenomeni migratori dall'Africa verso le coste italiane. Il ministro, oggi in Italia, ha condannato i "terribili crimini" commessi da coloro che sfruttano i migranti, auspicando che Roma e la comunita' internazionale intervengano alla fonte, aiutando cioe' a migliorare le condizioni di vita nei paesi da cui partono i flussi migratori. Il ministro ha poi ammesso: "Finora, abbiamo deluso le aspettative del popolo libico", dal momento che "non vediamo ancora il tipo di stato" nel quale i libici avevano riposto le proprie speranze durante la rivoluzione che rovescio' il regime di Gheddafi.( povero idiota, i libici avevano uno stato efficiente prima della ...... non chiamatela rivoluzione ma guerra coloniale, certo che un RATTO non lo sa ).
(AGI) - Roma, 18 set. - "Mi appello ai nostri amici e vicini affinche' aiutino la Libia". Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia libico, Salah Bashir Marghani, sottolineando che "il paese sta di nuovo sprofondando nella violenza", rischiando di diventare uno "stato fallito". L'Italia puo', secondo Marghani, giocare un "ruolo importante" per sostenere il paese nordafricano, anche perche' "uno 'stato fallito' in Libia" causerebbe molti problemi, tra cui un'intensificazione dei fenomeni migratori dall'Africa verso le coste italiane. Il ministro, oggi in Italia, ha condannato i "terribili crimini" commessi da coloro che sfruttano i migranti, auspicando che Roma e la comunita' internazionale intervengano alla fonte, aiutando cioe' a migliorare le condizioni di vita nei paesi da cui partono i flussi migratori. Il ministro ha poi ammesso: "Finora, abbiamo deluso le aspettative del popolo libico", dal momento che "non vediamo ancora il tipo di stato" nel quale i libici avevano riposto le proprie speranze durante la rivoluzione che rovescio' il regime di Gheddafi.( povero idiota, i libici avevano uno stato efficiente prima della ...... non chiamatela rivoluzione ma guerra coloniale, certo che un RATTO non lo sa ).
martedì 23 settembre 2014
Il Qatar arma le milizie islamiche in Libia? Se Doha conta più di Roma
16 settembre 2014
di
Umberto Mazzantini
Mentre i migranti cercano di abbandonare con ogni mezzo la Libia in fiamme e annegano – o vengono fatti annegare a centinaia dai trafficanti di carne che li sfruttano con il beneplacito delle bande armate – il primo ministro libico Abdallah al-Thinni ha accusato un fedele amico dell’Occidente, il Qatar che si prepara a ospitare i campionati mondiali di calcio, di fornire grosse quantità di armi agli islamisti. A quanto scrive il giornale russo Kommersant, che riprende fonti libiche, secondo le autorità locali gli islamisti libici avrebbero recentemente ricevuto da Doha tre aerei carichi di armi.
di
Umberto Mazzantini
Mentre i migranti cercano di abbandonare con ogni mezzo la Libia in fiamme e annegano – o vengono fatti annegare a centinaia dai trafficanti di carne che li sfruttano con il beneplacito delle bande armate – il primo ministro libico Abdallah al-Thinni ha accusato un fedele amico dell’Occidente, il Qatar che si prepara a ospitare i campionati mondiali di calcio, di fornire grosse quantità di armi agli islamisti. A quanto scrive il giornale russo Kommersant, che riprende fonti libiche, secondo le autorità locali gli islamisti libici avrebbero recentemente ricevuto da Doha tre aerei carichi di armi.
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lunedì 22 settembre 2014
DIECI TEORIE COSPIRATIVE DIVENUTE REALTÀ
Postato il Sabato, 13 settembre @ 23:10:00 BST di Truman
DI PAUL JOSEPH WATSON E ALEX JONES
Infowars
Anche se il termine “teoria del complotto” è diventato un dispregiativo usato contro chiunque metta in discussione la versione ufficiale degli eventi, ci sono innumerevoli esempi in tutta la storia delle cospirazioni che si sono poi dimostrati veri. Diamo uno sguardo a dieci casi.
1) Operazione AJAX e operazioni False Flag
L'idea che i governi e le agenzie di intelligence svolgano atti di terrorismo sotto false flag è stata a lungo derisa dai media del sistema come una teoria della cospirazione, nonostante ci sia una pletora di casi storicamente documentati.
DI PAUL JOSEPH WATSON E ALEX JONES
Infowars
Anche se il termine “teoria del complotto” è diventato un dispregiativo usato contro chiunque metta in discussione la versione ufficiale degli eventi, ci sono innumerevoli esempi in tutta la storia delle cospirazioni che si sono poi dimostrati veri. Diamo uno sguardo a dieci casi.
1) Operazione AJAX e operazioni False Flag
L'idea che i governi e le agenzie di intelligence svolgano atti di terrorismo sotto false flag è stata a lungo derisa dai media del sistema come una teoria della cospirazione, nonostante ci sia una pletora di casi storicamente documentati.
domenica 21 settembre 2014
ECCO CHI TIRA I FILI DEL TERRORE PER SOVVERTIRE L'ORDINE MONDIALE
Postato il Giovedì, 11 settembre @ 20:59:06 BST di davide
DI ANDREA INDINI
ilgiornale.it
Intevista a Daniel Estulin. "Il Bilderberg non è più così importante, la vera politica si svolge a un livello sovranazionale, al di sopra dei governi". E fa i nomi di chi governa il mondo da dietro le quinte. "Tutti gli eventi sono tra loro interconnessi. A leggere i giornali sembra che gli scontri in Ucraina siano un problema a sé, completamente slegati dagli scontri razziali di Ferguson o dalle persecuzioni razziali e religiose in Iraq e Siria".
Prima di entrare nel merito delle tensioni tra la Russia e la Nato, Daniel Estulin (controverso autore del libro La vera storia del club Bilderberg) ci tiene a spiegare che "la Terra è un pianeta piccolo" e che, per andare fino in fondo, è fondamentale capire chi tira le fila. Perché "noi siamo solo burattini".
DI ANDREA INDINI
ilgiornale.it
Intevista a Daniel Estulin. "Il Bilderberg non è più così importante, la vera politica si svolge a un livello sovranazionale, al di sopra dei governi". E fa i nomi di chi governa il mondo da dietro le quinte. "Tutti gli eventi sono tra loro interconnessi. A leggere i giornali sembra che gli scontri in Ucraina siano un problema a sé, completamente slegati dagli scontri razziali di Ferguson o dalle persecuzioni razziali e religiose in Iraq e Siria".
Prima di entrare nel merito delle tensioni tra la Russia e la Nato, Daniel Estulin (controverso autore del libro La vera storia del club Bilderberg) ci tiene a spiegare che "la Terra è un pianeta piccolo" e che, per andare fino in fondo, è fondamentale capire chi tira le fila. Perché "noi siamo solo burattini".
sabato 20 settembre 2014
Libia, Unhcr: 600 morti in tre giorni
Unhcr, nel week-end circa 600 tra morti e dispersi
Tra 589 e 639 persone: è il bilancio, dell'Unhcr, delle persone morte o disperse nei cinque naufragi avvenuti nel Mediterraneo durante il week end. Lo apprende l'ANSA. Si tratta di stime, precisa l'Unhcr, non confermate, soprattutto per quanto riguarda i dispersi, perché spesso vengono forniti da testimoni - cioè gli stessi sopravvissuti - e quindi non verificabili. "E' una crisi umanitaria senza precedenti" afferma in un tweet la portavoce in Italia dell'Unhcr, Carlotta Sami.
Naufragio Malta: Oim, per testimoni 500 dispersi
Sarebbero circa 500 i dispersi del naufragio avvenuto la scorsa settimana a 300 miglia al largo di Malta, e a causare l'incidente sarebbero stati gli stessi trafficanti, che - da una seconda imbarcazione - avrebbero di proposito fatto colare a picco il barcone con a bordo i migranti, con i quali era nato un violento scontro". A raccontare la vicenda agli operatori dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in Sicilia sono stati i due sopravvissuti di nazionalità palestinese.
Tra 589 e 639 persone: è il bilancio, dell'Unhcr, delle persone morte o disperse nei cinque naufragi avvenuti nel Mediterraneo durante il week end. Lo apprende l'ANSA. Si tratta di stime, precisa l'Unhcr, non confermate, soprattutto per quanto riguarda i dispersi, perché spesso vengono forniti da testimoni - cioè gli stessi sopravvissuti - e quindi non verificabili. "E' una crisi umanitaria senza precedenti" afferma in un tweet la portavoce in Italia dell'Unhcr, Carlotta Sami.
Naufragio Malta: Oim, per testimoni 500 dispersi
Sarebbero circa 500 i dispersi del naufragio avvenuto la scorsa settimana a 300 miglia al largo di Malta, e a causare l'incidente sarebbero stati gli stessi trafficanti, che - da una seconda imbarcazione - avrebbero di proposito fatto colare a picco il barcone con a bordo i migranti, con i quali era nato un violento scontro". A raccontare la vicenda agli operatori dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in Sicilia sono stati i due sopravvissuti di nazionalità palestinese.
venerdì 19 settembre 2014
Libia, da Tobruk i RATTI chiedono aiuto alla "Comunità internazionale"
15/9/2014
lo apprendiamo da questo articolo:Libia, da Tobruk l’esecutivo chiede aiuto alla Comunità internazionale
Non soltanto Iraq, Siria e Gaza. Anche la Libia, vive in questi mesi, giorni difficili. Il caos politico, lo scontro tra le milizie avversarie e tra queste e il governo centrale. Fuggiti dalla capitale per motivi di sicurezza l’esecutivo e il parlamento libico si sono trasferiti a Tobruk. E’ qui che nel fine settimana si è tenuto un incontro con alcuni rappresentanti di Niger, Chad, Tunisia, Algeria, Sudan e, appunto, Egitto. Ai quali il governo centrale ha chiesto aiuto per riportare l’ordine nel Paese.
lo apprendiamo da questo articolo:Libia, da Tobruk l’esecutivo chiede aiuto alla Comunità internazionale
Non soltanto Iraq, Siria e Gaza. Anche la Libia, vive in questi mesi, giorni difficili. Il caos politico, lo scontro tra le milizie avversarie e tra queste e il governo centrale. Fuggiti dalla capitale per motivi di sicurezza l’esecutivo e il parlamento libico si sono trasferiti a Tobruk. E’ qui che nel fine settimana si è tenuto un incontro con alcuni rappresentanti di Niger, Chad, Tunisia, Algeria, Sudan e, appunto, Egitto. Ai quali il governo centrale ha chiesto aiuto per riportare l’ordine nel Paese.
giovedì 18 settembre 2014
I terroristi di Libya Dawn stanno fuggendo da Benghazi
Posted: 2014-09-11
From: Mathaba
Secondo testimoni nella città di Benghazi i miliziani di Libya Dawn stanno abbandonando i check point da loro controllati nel capoluogo della Cirenaica in vista della oramai prossima entrata in città delle truppe di Operation Dignity.
From: Mathaba
Secondo testimoni nella città di Benghazi i miliziani di Libya Dawn stanno abbandonando i check point da loro controllati nel capoluogo della Cirenaica in vista della oramai prossima entrata in città delle truppe di Operation Dignity.
mercoledì 17 settembre 2014
Perchè la Francia ha tanta fretta di reintervenire in Libia
negli ultimi giorni, in rete si è tornato a parlare della libia, a sproposito come al solito,qualche ministro e qualche scribacchino ha "scoperto" che la Libia potrebbe essere terreno fertile per l' ISIS ( che loro stessi hanno creato ). Non è stato necessario cercare molto in rete per trovare certe risposte, ecco ad esempio un articolo apparso su il foglio.
Parigi alla seconda guerra di Libia
La Francia prepara un intervento internazionale contro i jihadisti
di Daniele Raineri | 11 Settembre 2014 ore 06:30
Parigi alla seconda guerra di Libia
La Francia prepara un intervento internazionale contro i jihadisti
di Daniele Raineri | 11 Settembre 2014 ore 06:30
martedì 16 settembre 2014
Questa e' Hillary Clinton: la nonna dell'Isil
Giovedì, 04 Settembre 2014 20:53
Hillary Clinton s’appassiona nel cambiare la storia in modo da mettersi nella miglior luce possibile. Da First Lady affermò nel 1996 di aver schivato il fuoco dei cecchini durante una visita a Sarajevo, capitale lacerata dalla guerra civile di Bosnia-Erzegovina.
Fu una buona trovata ed inizialmente fu elogiata per il suo “eroismo sotto il fuoco” da un comunicato tipicamente servile. Tuttavia, la storia era falsa. La signora Clinton non è mai finita sotto il fuoco dei cecchini. Aveva mentito. E le bugie dell’ex e potenziale candidata presidenziale non si fermano in Bosnia. Secondo una persona vicina all’ex-First Lady, il suo primo libro importante, “Living History”, era pieno di così tante bugie e mezze verità che dovrebbe essere venduto nella collana “fiction”. La signora Clinton rifiuta l’accusa che la sua politica destabilizzasse Libia e Siria, comportando la nascita dello Stato Islamico dell’Iraq e Levante (o, com’è anche chiamato, Stato Islamico d’Iraq e Sham (SIIS) o Stato islamico (“al-Dawlah”). Tirapiedi idolatri di Clinton e falchi neo-conservatori definiscono tali accuse “teoria del complotto”, il dispregiativo favorito da coloro che soffrono per il fallimento fattuale. Infatti, Clinton si vanta dell’esecuzione extragiudiziale del leader libico Muammar Gheddafi, di cui ridacchiò “Siamo venuti, abbiamo visto ed è morto”, insieme alla sua promessa di spodestare il presidente siriano Bashar al-Assad, dopo averlo lodato pubblicamente nel marzo 2011, fornendo la prova delle sue continue menzogne, modificando i fatti per soddisfare i propri scopi.
Hillary Clinton s’appassiona nel cambiare la storia in modo da mettersi nella miglior luce possibile. Da First Lady affermò nel 1996 di aver schivato il fuoco dei cecchini durante una visita a Sarajevo, capitale lacerata dalla guerra civile di Bosnia-Erzegovina.
Fu una buona trovata ed inizialmente fu elogiata per il suo “eroismo sotto il fuoco” da un comunicato tipicamente servile. Tuttavia, la storia era falsa. La signora Clinton non è mai finita sotto il fuoco dei cecchini. Aveva mentito. E le bugie dell’ex e potenziale candidata presidenziale non si fermano in Bosnia. Secondo una persona vicina all’ex-First Lady, il suo primo libro importante, “Living History”, era pieno di così tante bugie e mezze verità che dovrebbe essere venduto nella collana “fiction”. La signora Clinton rifiuta l’accusa che la sua politica destabilizzasse Libia e Siria, comportando la nascita dello Stato Islamico dell’Iraq e Levante (o, com’è anche chiamato, Stato Islamico d’Iraq e Sham (SIIS) o Stato islamico (“al-Dawlah”). Tirapiedi idolatri di Clinton e falchi neo-conservatori definiscono tali accuse “teoria del complotto”, il dispregiativo favorito da coloro che soffrono per il fallimento fattuale. Infatti, Clinton si vanta dell’esecuzione extragiudiziale del leader libico Muammar Gheddafi, di cui ridacchiò “Siamo venuti, abbiamo visto ed è morto”, insieme alla sua promessa di spodestare il presidente siriano Bashar al-Assad, dopo averlo lodato pubblicamente nel marzo 2011, fornendo la prova delle sue continue menzogne, modificando i fatti per soddisfare i propri scopi.
lunedì 15 settembre 2014
Crisi in Medio Oriente, l'ambiguo ruolo del Qatar che gioca su due tavoli
di Mario Platero 23 agosto 2014
Il futuro: a Doha nel 2022 dovrebbe giocarsi la Coppa del Mondo di calcio. Il presente: a Doha nel 2014 si finanzia Hamas, vi sono stati sospetti di aiuti all'Isis e interferenze fino alla rottura nel negoziato fra israeliani e palestinesi in Egitto.
In questa gravissima crisi in Medio Oriente, il Qatar, stato ricchissimo e piccolissimo del Golfo, non aiuta. Il gap fra l'accogliere una manifestazione pacifica come la Coppa del Mondo e alimentare differenze e acrimonie in Medio Oriente è forte e andrà risolto al più presto. Anche perché il tradizionale contrasto che da sempre esprime il Qatar fra manifestazioni di apertura e di chiusura è persino cresciuto sotto la leadership dell'emiro Tamin Bin Hamad Al Thani.
Il futuro: a Doha nel 2022 dovrebbe giocarsi la Coppa del Mondo di calcio. Il presente: a Doha nel 2014 si finanzia Hamas, vi sono stati sospetti di aiuti all'Isis e interferenze fino alla rottura nel negoziato fra israeliani e palestinesi in Egitto.
In questa gravissima crisi in Medio Oriente, il Qatar, stato ricchissimo e piccolissimo del Golfo, non aiuta. Il gap fra l'accogliere una manifestazione pacifica come la Coppa del Mondo e alimentare differenze e acrimonie in Medio Oriente è forte e andrà risolto al più presto. Anche perché il tradizionale contrasto che da sempre esprime il Qatar fra manifestazioni di apertura e di chiusura è persino cresciuto sotto la leadership dell'emiro Tamin Bin Hamad Al Thani.
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domenica 14 settembre 2014
Libia, le aziende italiane ferme
Grandi opere e pmi bloccate. L'Eni resiste. Ma la Camera italo-libica non si arrende: «Serve agire subito».
di Barbara Ciolli
Incendiate le piste di Tripoli, la battaglia si è spostata a Bengasi.
ARIA DI GUERRA CIVILE. Si sa poco, sempre meno della Libia: poche foto, i dispacci ufficiali delle agenzie con notizie sempre più allarmanti, tipo le ambasciate chiuse e i voli da e verso l'estero sospesi, con gli aggiornamenti sulle decine di morti in «scontri», classificati di routine. Tanto poi, miracolosamente, come in effetti succede, le forniture di petrolio verso l'Italia procedono regolari, senza contraccolpi.
Nessuno ha il coraggio di scrivere che in Libia è riesplosa la guerra civile come nel 2011, meglio attendere con prudenza gli sviluppi. Gli interessi dell'Italia a Tripoli sono troppo importanti, maggiori di quelli degli altri Paesi europei. Non a caso l'ambasciata italiana è l'unica tra le europee rimasta aperta, in un clima emergenziale, nella fase più acuta dei combattimenti senza acqua, né elettricità per i collegamenti.
LE PMI BLOCCATE. Tutto, tranne l'Eni, è fermo, raccontano a Lettera43.it gli imprenditori italiani che hanno sedi e impianti nell'ex Jamahiriya.
di Barbara Ciolli
Incendiate le piste di Tripoli, la battaglia si è spostata a Bengasi.
ARIA DI GUERRA CIVILE. Si sa poco, sempre meno della Libia: poche foto, i dispacci ufficiali delle agenzie con notizie sempre più allarmanti, tipo le ambasciate chiuse e i voli da e verso l'estero sospesi, con gli aggiornamenti sulle decine di morti in «scontri», classificati di routine. Tanto poi, miracolosamente, come in effetti succede, le forniture di petrolio verso l'Italia procedono regolari, senza contraccolpi.
Nessuno ha il coraggio di scrivere che in Libia è riesplosa la guerra civile come nel 2011, meglio attendere con prudenza gli sviluppi. Gli interessi dell'Italia a Tripoli sono troppo importanti, maggiori di quelli degli altri Paesi europei. Non a caso l'ambasciata italiana è l'unica tra le europee rimasta aperta, in un clima emergenziale, nella fase più acuta dei combattimenti senza acqua, né elettricità per i collegamenti.
LE PMI BLOCCATE. Tutto, tranne l'Eni, è fermo, raccontano a Lettera43.it gli imprenditori italiani che hanno sedi e impianti nell'ex Jamahiriya.
sabato 13 settembre 2014
Risoluzione sulla situazione Internazionale (20° Congresso della CCI)
8/5/2014
La decomposizione del capitalismo
1. Da un secolo, il modo di produzione capitalista è entrato nel suo periodo di declino storico, di decadenza. È lo scoppio della Prima Guerra mondiale, nell'agosto 1914 a segnare il passaggio tra la "Belle Époque", quella dell'apogeo della società borghese, e "l'era delle guerre e delle rivoluzioni", come l'ha qualificata l'Internazionale Comunista all'epoca del suo primo congresso, nel 1919. Da allora, il capitalismo non ha fatto che sprofondare nella barbarie con, al suo attivo in particolare, una Seconda Guerra mondiale che ha fatto più di 50 milioni di morti. E se il periodo di "prosperità" che è seguito a questa orribile macelleria ha potuto seminare l'illusione che questo sistema infine potesse superare le sue contraddizioni, la crisi aperta dell'economia mondiale, alla fine degli anni 60, è giunta a confermare il verdetto che i rivoluzionari avevano già enunciato mezzo secolo prima: il modo di produzione capitalista non sfuggiva al destino dei modi di produzione che l'avevano preceduto. Anch'esso, dopo avere costituito una tappa progressiva nella storia umana, era diventato un ostacolo allo sviluppo delle forze produttive ed al progresso dell'umanità. L'ora del suo capovolgimento e della sua sostituzione con un'altra società era giunta.
La decomposizione del capitalismo
1. Da un secolo, il modo di produzione capitalista è entrato nel suo periodo di declino storico, di decadenza. È lo scoppio della Prima Guerra mondiale, nell'agosto 1914 a segnare il passaggio tra la "Belle Époque", quella dell'apogeo della società borghese, e "l'era delle guerre e delle rivoluzioni", come l'ha qualificata l'Internazionale Comunista all'epoca del suo primo congresso, nel 1919. Da allora, il capitalismo non ha fatto che sprofondare nella barbarie con, al suo attivo in particolare, una Seconda Guerra mondiale che ha fatto più di 50 milioni di morti. E se il periodo di "prosperità" che è seguito a questa orribile macelleria ha potuto seminare l'illusione che questo sistema infine potesse superare le sue contraddizioni, la crisi aperta dell'economia mondiale, alla fine degli anni 60, è giunta a confermare il verdetto che i rivoluzionari avevano già enunciato mezzo secolo prima: il modo di produzione capitalista non sfuggiva al destino dei modi di produzione che l'avevano preceduto. Anch'esso, dopo avere costituito una tappa progressiva nella storia umana, era diventato un ostacolo allo sviluppo delle forze produttive ed al progresso dell'umanità. L'ora del suo capovolgimento e della sua sostituzione con un'altra società era giunta.
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venerdì 12 settembre 2014
Ong in guerra. Appunti per una critica all'umanitario
Sommario
Le Ong nel processo di globalizzazione assumono ruoli sempre più ampi e ambigui. Nelle nuove strategie degli Stati uniti viene affidato loro un compito subalterno: lo conferma uno studio del "Defense Science Board" del dicembre 2004.
Indice dei contenuti
Introduzione
1. LA TRASFORMAZIONE DEGLI ANNI
2. SMETTERE DI ESSERE ONG
3. POMPIERI DEL CONFLITTO
4. UN RUOLO AMBIGUO
5. RETORICA DELLA SOCIETÀ CIVILE
6. NUOVE DOTTRINE DEL PENTAGONO
7. ONG COMPLEMENTARI AI MILITARI...
8. ... O SUBALTERNE
Note
Allegato: Defense Science Board, Transition to and from Hostilities, Office of the Under Secretary of Defense for Acquisition, Technology, and Logistics, Washington 2004.
Abstract
Ha scritto B. S. Chimni:
"L'umanitarismo è l'ideologia di stati egemoni nell'era della globalizzazione segnata dalla fine della guerra fredda e da un crescente divario Nord-Sud ... Esso mobilita una gamma di significati e pratiche per istituire e sostenere relazioni globali di dominio" (1).
Le Ong nel processo di globalizzazione assumono ruoli sempre più ampi e ambigui. Nelle nuove strategie degli Stati uniti viene affidato loro un compito subalterno: lo conferma uno studio del "Defense Science Board" del dicembre 2004.
Indice dei contenuti
Introduzione
1. LA TRASFORMAZIONE DEGLI ANNI
2. SMETTERE DI ESSERE ONG
3. POMPIERI DEL CONFLITTO
4. UN RUOLO AMBIGUO
5. RETORICA DELLA SOCIETÀ CIVILE
6. NUOVE DOTTRINE DEL PENTAGONO
7. ONG COMPLEMENTARI AI MILITARI...
8. ... O SUBALTERNE
Note
Allegato: Defense Science Board, Transition to and from Hostilities, Office of the Under Secretary of Defense for Acquisition, Technology, and Logistics, Washington 2004.
Abstract
Ha scritto B. S. Chimni:
"L'umanitarismo è l'ideologia di stati egemoni nell'era della globalizzazione segnata dalla fine della guerra fredda e da un crescente divario Nord-Sud ... Esso mobilita una gamma di significati e pratiche per istituire e sostenere relazioni globali di dominio" (1).
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giovedì 11 settembre 2014
Ustica, carte top secret Memorandum: “Aerei militari liberi di scorazzare in volo”
3 settembre 2014
di Antonella Beccaria
Il documento redatto dai servizi segreti nel 2000 descrive la sera del 27 giugno 1980, quando nei cieli italiani c’erano arei militari americani e non solo.
Il Dc9 dell’Itavia incrociò le rotte che avrebbero potuto percorrere gli aerei militari americani “qualora non ‘scorrazzassero’ liberamente”. Il virgolettato è contenuto in un memorandum sulle “questioni informative aperte” con gli Stati Uniti. Memorandum che nel 2000, vent’anni esatti dopo la strage di Ustica (27 giugno 1980, 81 vittime), i consiglieri diplomatici del ministero degli Esteri e i servizi segreti redassero in merito ai rapporti dell’Italia con Paesi esteri. Il documento, riversato dalla Farnesina all’Archivio centrale dello Stato, fa parte di un primo lotto di materiale desecretato dopo il decreto Renzi della primavera scorsa, quello relativo ad “atti su eventi significativi per la storia del Paese”. E da questi primi fogli emerge anche che già il 29 agosto 1980 il Sismi tentava di dare la colpa del disastro aereo alla Libia di Muammar Gheddafi.
di Antonella Beccaria
Il documento redatto dai servizi segreti nel 2000 descrive la sera del 27 giugno 1980, quando nei cieli italiani c’erano arei militari americani e non solo.
Il Dc9 dell’Itavia incrociò le rotte che avrebbero potuto percorrere gli aerei militari americani “qualora non ‘scorrazzassero’ liberamente”. Il virgolettato è contenuto in un memorandum sulle “questioni informative aperte” con gli Stati Uniti. Memorandum che nel 2000, vent’anni esatti dopo la strage di Ustica (27 giugno 1980, 81 vittime), i consiglieri diplomatici del ministero degli Esteri e i servizi segreti redassero in merito ai rapporti dell’Italia con Paesi esteri. Il documento, riversato dalla Farnesina all’Archivio centrale dello Stato, fa parte di un primo lotto di materiale desecretato dopo il decreto Renzi della primavera scorsa, quello relativo ad “atti su eventi significativi per la storia del Paese”. E da questi primi fogli emerge anche che già il 29 agosto 1980 il Sismi tentava di dare la colpa del disastro aereo alla Libia di Muammar Gheddafi.
mercoledì 10 settembre 2014
Le pericolose frequentazioni di Federica Mogherini
2 settembre 2014
Wikileaks ha rivelato di due incontri segreti della Mogherini con un funzionario della Cia, che è anche braccio destro del senatore McCain, anima nera e segreta della diplomazia Usa.
di Franco Fracassi
«E poi quando mi dicono che la Mogherini è inesperta gli dico di chiedere cosa ne pensa Kerry». Quando il presidente del consiglio Matteo Renzi rispose in questo modo durante una conferenza stampa in tanti pernsarono a una richiesta di referenze rivolta al segretario di Stato Usa. In realtà c’era di più. Popoff in passato ha rivelato dei pericolosi legami che intercorrono tra Renzi e la destra repubblicana. Accennando, tra l’altro, a due riunioni segrete a cui la ministra degli Esteri dell’Unione europea (Federica Mogherini) quando era ancora una semplice funzionaria dei Democratici di sinistra partecipò insieme a sconociuti personaggi inviati da Washington. Oggi Popoff è in grado di rivelare il nome di almeno uno di questi funzionari. Si tratta di Kurt Volker, braccio destro del senatore dell’Arizona John McCain, l’ambasciatore ombra della Casa Bianca, l’uomo che ha organizzato la primavera araba, l’uomo che ha dato il via alle guerre civili in Libia e in Siria, l’uomo che ha organizzato la rivolta di Maidan in Ucraina, l’uomo che ha creato e poi scatenato lo Stato islamico del Levante (Isil).
Wikileaks ha rivelato di due incontri segreti della Mogherini con un funzionario della Cia, che è anche braccio destro del senatore McCain, anima nera e segreta della diplomazia Usa.
di Franco Fracassi
«E poi quando mi dicono che la Mogherini è inesperta gli dico di chiedere cosa ne pensa Kerry». Quando il presidente del consiglio Matteo Renzi rispose in questo modo durante una conferenza stampa in tanti pernsarono a una richiesta di referenze rivolta al segretario di Stato Usa. In realtà c’era di più. Popoff in passato ha rivelato dei pericolosi legami che intercorrono tra Renzi e la destra repubblicana. Accennando, tra l’altro, a due riunioni segrete a cui la ministra degli Esteri dell’Unione europea (Federica Mogherini) quando era ancora una semplice funzionaria dei Democratici di sinistra partecipò insieme a sconociuti personaggi inviati da Washington. Oggi Popoff è in grado di rivelare il nome di almeno uno di questi funzionari. Si tratta di Kurt Volker, braccio destro del senatore dell’Arizona John McCain, l’ambasciatore ombra della Casa Bianca, l’uomo che ha organizzato la primavera araba, l’uomo che ha dato il via alle guerre civili in Libia e in Siria, l’uomo che ha organizzato la rivolta di Maidan in Ucraina, l’uomo che ha creato e poi scatenato lo Stato islamico del Levante (Isil).
martedì 9 settembre 2014
Libia: Parlamento rinomina al-Thinni premier, ma Tripoli ormai sembra perduta
Scritto il 2 settembre 2014 alle 7:00
Il parlamento libico ha chiesto ieri al primo ministro uscente Abdullah Al-Thinni, che aveva lasciato solo la scorsa settimana, di formare un nuovo governo.
“Il parlamento ha deciso di nominare nuovamente al-Thinni come premier, chiedendogli di formare un governo di crisi entro al massimo due settimane che regga il paese” in preda a divisioni politiche e violenze ha detto ieri un portavoce.
La decisione è arrivata dopo che il governo ha fatto sapere di aver perso il controllo di gran parte dei ministeri e delle istituzioni situate a Tripoli, dopo che gruppi armati antigovernativi hanno preso il controllo della capitale.
Il parlamento libico ha chiesto ieri al primo ministro uscente Abdullah Al-Thinni, che aveva lasciato solo la scorsa settimana, di formare un nuovo governo.
“Il parlamento ha deciso di nominare nuovamente al-Thinni come premier, chiedendogli di formare un governo di crisi entro al massimo due settimane che regga il paese” in preda a divisioni politiche e violenze ha detto ieri un portavoce.
La decisione è arrivata dopo che il governo ha fatto sapere di aver perso il controllo di gran parte dei ministeri e delle istituzioni situate a Tripoli, dopo che gruppi armati antigovernativi hanno preso il controllo della capitale.
lunedì 8 settembre 2014
Spariti 11 aerei di linea libici ? False flag
Posted: 2014-09-03
From: Mathaba
I terroristi di Libya Dawn, alleati di AlQaeda, hanno occupato la capitale Libica, 11 aerei di linea sono scomparsi dalle piste e si avvicina la ricorrenza del 11 Settembre
Si é diffusa in queste ore la notizia che i terroristi di Misurata e i loro alleati nella banda criminale di Libya Dawn si siano impossessati di 11 aerei di linea ''scomparsi'' dall'aereoporto internazionale di Tripoli.
La fonte della notizia sembra essere un ufficiale della CIA anche se non ci sono ancora conferme ufficiali da Washinton.
Sinceramente la notizia é misteriosa, non si sa' quanto sia verità e quanto ''terrorismo mediatico'', non sarà forse un alibi per qualche False Flag o per un invasione di terra della Libia ?
From: Mathaba
I terroristi di Libya Dawn, alleati di AlQaeda, hanno occupato la capitale Libica, 11 aerei di linea sono scomparsi dalle piste e si avvicina la ricorrenza del 11 Settembre
Si é diffusa in queste ore la notizia che i terroristi di Misurata e i loro alleati nella banda criminale di Libya Dawn si siano impossessati di 11 aerei di linea ''scomparsi'' dall'aereoporto internazionale di Tripoli.
La fonte della notizia sembra essere un ufficiale della CIA anche se non ci sono ancora conferme ufficiali da Washinton.
Sinceramente la notizia é misteriosa, non si sa' quanto sia verità e quanto ''terrorismo mediatico'', non sarà forse un alibi per qualche False Flag o per un invasione di terra della Libia ?
domenica 7 settembre 2014
Libia, il "governo" ammette: Tripoli in mano alle milizie
1 settembre 2014
Le brigate di Misurata spadroneggiano nella capitale, il parlamento "legittimo", rifugiato a Tobruk, stravolge la costituzione per nominare un nuovo premier. Ormai è una guerra per procura tra due stati del Golfo, Qatar ed Emirati
Un paese diviso in due, questa è la Libia è di oggi, non ancora un failed state, espressione usata da John McCain per attaccare Barack Obama («è quello che accade quando si guida una situazione from behind»), ma un territorio che scivola, non troppo lentamente, verso la guerra civile.
Il governo dimissionario, guidato ad interim da Abdullah al Thinni, ha reso ufficiale quello che già si sapeva. «La maggior parte dei ministeri e delle istituzioni statali a Tripoli sono fuori dal nostro controllo», questo il comunicato dell’esecutivo, legato al parlamento eletto a giugno, un’assemblea incapace di riunirsi tanto nella capitale quanto a Bengasi, e costretta a rifugiarsi a Tobruk, vicino al confine con l’Egitto. La nuova House of Representatives ha incaricato lo stesso al Thinni di formare un nuovo governo, possibilmente inclusivo di tutte le realtà libiche, ma sembra improbabile che questa mossa possa invertire il corso degli eventi.
Le brigate di Misurata spadroneggiano nella capitale, il parlamento "legittimo", rifugiato a Tobruk, stravolge la costituzione per nominare un nuovo premier. Ormai è una guerra per procura tra due stati del Golfo, Qatar ed Emirati
Un paese diviso in due, questa è la Libia è di oggi, non ancora un failed state, espressione usata da John McCain per attaccare Barack Obama («è quello che accade quando si guida una situazione from behind»), ma un territorio che scivola, non troppo lentamente, verso la guerra civile.
Il governo dimissionario, guidato ad interim da Abdullah al Thinni, ha reso ufficiale quello che già si sapeva. «La maggior parte dei ministeri e delle istituzioni statali a Tripoli sono fuori dal nostro controllo», questo il comunicato dell’esecutivo, legato al parlamento eletto a giugno, un’assemblea incapace di riunirsi tanto nella capitale quanto a Bengasi, e costretta a rifugiarsi a Tobruk, vicino al confine con l’Egitto. La nuova House of Representatives ha incaricato lo stesso al Thinni di formare un nuovo governo, possibilmente inclusivo di tutte le realtà libiche, ma sembra improbabile che questa mossa possa invertire il corso degli eventi.
sabato 6 settembre 2014
Libia, agosto 2014
Alessandro Lattanzio, 28/8/2014
Il 25 luglio riesplodevano gli scontri a Tripoli tra le milizie di Zintan e quelle di Misurata. Gli statunitensi evacuavano l’ambasciata mentre all’aeroporto si svolgeva una battaglia tra miliziani. L’ambasciata USA era stata bombardata da sistemi lanciarazzi Grad. Tripoli era priva da due settimane di benzina ed elettricità, mentre 36 soldati venivano uccisi e altri 50 feriti negli scontri fra i “rivoluzionari della Shura di Bengasi” e le forze speciali libiche ‘Saiqa’, e a Tripoli 23 operai egiziani venivano assassinati dalle milizie.
Il 28 luglio, gli islamisti di Ansar al-Sharia di Bengasi sequestravano il quartier generale delle Forze Speciali libiche, dopo una settimana di combattimenti che causarono oltre 60 morti. Il 13 luglio precedente gli islamisti di Misurata e Bengasi lanciarono un’offensiva contro le brigate di Zintan che occupavano l’aeroporto di Tripoli dal 2011. Il nuovo parlamento libico indiceva la sua prima sessione a Tobruq, dopo le elezioni del 25 giugno, quando i nazionalisti ottennero 160 dei 188 seggi. Dal 16 maggio continuavano gli scontri tra gli islamisti e le forze dirette dal Generale Haftar, che poteva contare su circa 40000 combattenti: 6/7000 provenienti dalle forze armate, 15000 dalle milizie di Zintan, Sawaiq e Qaqa, dirette da Jamal Habil e Ali Naluti, e gli uomini delle forze speciali al-Saiqa del comandante Wanis Buqamada, della National Force Alliance del capo del CNT golpista Mahmud Jibril e delle milizie di Iz al-Din Waqwaq, che controllava l’aeroporto Benina di Bengasi assieme al comandante delle forze aeree di Haftar, Saqr Jarushi. In effetti, Haftar avrebbe a disposizione 4 caccia MiG-21 e 4 elicotteri d’attacco Mi-24 operanti dalle basi aeree di Benina-Bengasi, Labraq, Matuba-Derna e Tobruq. Il centro comando delle forze di Haftar si trova a Barqah. Le forze di Haftar si scontravano a Bengasi con gli islamisti di Ansar al-Sharia, guidata da Muhammad Zahawi, che il 21 luglio, assieme alle milizie taqfirite Scudo Libico di Wisam bin Hamid e brigata al-Batar, assaltarono Campo 319 delle al-Saiqa e la base del 36° battaglione dell’esercito, entrambi nel quartiere Bu Atni di Bengasi. Il 16 giugno gli aerei di Haftar bombardarono la pista d’atterraggio di Tiaq, a sud di Bengasi, utilizzata dagli islamisti per ricevere le armi inviate da Qatar e Turchia. Dal 13 luglio vi furono scontri a Tripoli, per il controllo dell’aeroporto, tra gli islamisti di Misurata del partito Giustizia e Costruzione della Fratellanza musulmana, e le milizie di Zintan, distruggendo una decina di aerei di linea e causando 102 morti e 452 feriti.
Il 25 luglio riesplodevano gli scontri a Tripoli tra le milizie di Zintan e quelle di Misurata. Gli statunitensi evacuavano l’ambasciata mentre all’aeroporto si svolgeva una battaglia tra miliziani. L’ambasciata USA era stata bombardata da sistemi lanciarazzi Grad. Tripoli era priva da due settimane di benzina ed elettricità, mentre 36 soldati venivano uccisi e altri 50 feriti negli scontri fra i “rivoluzionari della Shura di Bengasi” e le forze speciali libiche ‘Saiqa’, e a Tripoli 23 operai egiziani venivano assassinati dalle milizie.
Il 28 luglio, gli islamisti di Ansar al-Sharia di Bengasi sequestravano il quartier generale delle Forze Speciali libiche, dopo una settimana di combattimenti che causarono oltre 60 morti. Il 13 luglio precedente gli islamisti di Misurata e Bengasi lanciarono un’offensiva contro le brigate di Zintan che occupavano l’aeroporto di Tripoli dal 2011. Il nuovo parlamento libico indiceva la sua prima sessione a Tobruq, dopo le elezioni del 25 giugno, quando i nazionalisti ottennero 160 dei 188 seggi. Dal 16 maggio continuavano gli scontri tra gli islamisti e le forze dirette dal Generale Haftar, che poteva contare su circa 40000 combattenti: 6/7000 provenienti dalle forze armate, 15000 dalle milizie di Zintan, Sawaiq e Qaqa, dirette da Jamal Habil e Ali Naluti, e gli uomini delle forze speciali al-Saiqa del comandante Wanis Buqamada, della National Force Alliance del capo del CNT golpista Mahmud Jibril e delle milizie di Iz al-Din Waqwaq, che controllava l’aeroporto Benina di Bengasi assieme al comandante delle forze aeree di Haftar, Saqr Jarushi. In effetti, Haftar avrebbe a disposizione 4 caccia MiG-21 e 4 elicotteri d’attacco Mi-24 operanti dalle basi aeree di Benina-Bengasi, Labraq, Matuba-Derna e Tobruq. Il centro comando delle forze di Haftar si trova a Barqah. Le forze di Haftar si scontravano a Bengasi con gli islamisti di Ansar al-Sharia, guidata da Muhammad Zahawi, che il 21 luglio, assieme alle milizie taqfirite Scudo Libico di Wisam bin Hamid e brigata al-Batar, assaltarono Campo 319 delle al-Saiqa e la base del 36° battaglione dell’esercito, entrambi nel quartiere Bu Atni di Bengasi. Il 16 giugno gli aerei di Haftar bombardarono la pista d’atterraggio di Tiaq, a sud di Bengasi, utilizzata dagli islamisti per ricevere le armi inviate da Qatar e Turchia. Dal 13 luglio vi furono scontri a Tripoli, per il controllo dell’aeroporto, tra gli islamisti di Misurata del partito Giustizia e Costruzione della Fratellanza musulmana, e le milizie di Zintan, distruggendo una decina di aerei di linea e causando 102 morti e 452 feriti.
venerdì 5 settembre 2014
Libia, trafficanti di uomini favoriti dal potere. Mare Nostrum abbatte le tariffe
La situazione nelle città costiere è l'elemento variabile nella rotta dei migranti verso l'Europa. Lo racconta Gino Barsella, capoprogetto del Cir Libia. Le milizie si arricchiscono con i traffici di uomini. Impossibile dire in quanti migranti si trovino ancora in Libia
26 agosto 2014
MILANO - "I traffici di uomini esistono perché ci sono forti connivenze tra mafie e potere politico". Lo sostiene Gino Barsella, capoprogetto del Consiglio italiano per i rifugiati a Tripoli, in Libia. Con le sue testimonianze ha contribuito alla realizzazione di Futuri contrabbandati, il rapporto della Global initiative. Se lo schema di rotte e punti di snodo del traffico di uomini è abbastanza stabile, ciò che cambia è lo scenario libico. Ora che il Paese è spaccato in tre (Tripoli in mano ai filo-islamici di Misurata, Bengasi 'Califfato' di Ansar al Sharia e Tobruk luogo d' 'esilio' del Parlamento eletto due mesi fa), non c'è più nessun controllo: "I trafficanti sono coloro che più ci guadagnano in una situazione del genere", spiega Barsella. Difficile dire quanti profughi siano nelle loro mani: le cifre fatte circolare dalle milizie che controllano le diverse province sono contraddittorie. A Zuara, cittadina sulla costa libica, proprio qualche settimana fa le autorità locali aveva annunciato un'operazione per smantellare una rete criminale che aveva in mano 7 mila migranti. "Poi ci hanno avvisato che i profughi erano tra i 2 e i 3 mila", aggiunge il responsabile del Cir, dimostrando quanto sia difficile dare stime precise di quanti sono effettivamente i migranti in Libia. "Mi preoccuperei di più di sapere quanti ne arriveranno in Italia: se continua così potremmo toccare i 200 mila", continua.
26 agosto 2014
MILANO - "I traffici di uomini esistono perché ci sono forti connivenze tra mafie e potere politico". Lo sostiene Gino Barsella, capoprogetto del Consiglio italiano per i rifugiati a Tripoli, in Libia. Con le sue testimonianze ha contribuito alla realizzazione di Futuri contrabbandati, il rapporto della Global initiative. Se lo schema di rotte e punti di snodo del traffico di uomini è abbastanza stabile, ciò che cambia è lo scenario libico. Ora che il Paese è spaccato in tre (Tripoli in mano ai filo-islamici di Misurata, Bengasi 'Califfato' di Ansar al Sharia e Tobruk luogo d' 'esilio' del Parlamento eletto due mesi fa), non c'è più nessun controllo: "I trafficanti sono coloro che più ci guadagnano in una situazione del genere", spiega Barsella. Difficile dire quanti profughi siano nelle loro mani: le cifre fatte circolare dalle milizie che controllano le diverse province sono contraddittorie. A Zuara, cittadina sulla costa libica, proprio qualche settimana fa le autorità locali aveva annunciato un'operazione per smantellare una rete criminale che aveva in mano 7 mila migranti. "Poi ci hanno avvisato che i profughi erano tra i 2 e i 3 mila", aggiunge il responsabile del Cir, dimostrando quanto sia difficile dare stime precise di quanti sono effettivamente i migranti in Libia. "Mi preoccuperei di più di sapere quanti ne arriveranno in Italia: se continua così potremmo toccare i 200 mila", continua.
giovedì 4 settembre 2014
Libia. Ambasciata Usa saccheggiata dai militanti islamici, anzi no, era un gioco tra RATTI
In assenza del personale statunitense, l’ambasciata americana di Tripoli si trasforma.
I militanti islamici del gruppo “Dawn of Libya” hanno preso possesso di un’area del compound che il personale americano ha lasciato nel mese di luglio, con il trasferimento in Tunisia. Uno dei responsabili del gruppo ha spiegato che la zona è sotto il loro controllo da una settimana e che si trova in completa sicurezza:
1 settembre 2014
“Il personale dell’Ambasciata americana è il benvenuto e benedetto da Dio e ogni area controllata dalle operazioni del gruppo “Dawn of Libya” è completamente al sicuro, non ci sono problemi, nè saccheggi e tutto è sotto controllo” dice.
I militanti islamici del gruppo “Dawn of Libya” hanno preso possesso di un’area del compound che il personale americano ha lasciato nel mese di luglio, con il trasferimento in Tunisia. Uno dei responsabili del gruppo ha spiegato che la zona è sotto il loro controllo da una settimana e che si trova in completa sicurezza:
1 settembre 2014
“Il personale dell’Ambasciata americana è il benvenuto e benedetto da Dio e ogni area controllata dalle operazioni del gruppo “Dawn of Libya” è completamente al sicuro, non ci sono problemi, nè saccheggi e tutto è sotto controllo” dice.
mercoledì 3 settembre 2014
Libia: il RAT governo di Al Tinni si dimette.
Il Governo provvisorio libico diretto da Abdallah al Theni ha rassegnato le dimissioni giovedì sera. L’Esecutivo, basato a Tobruk, non possedeva un’autorità reale. In un comunicato ha fatto sapere di considerare il Parlamento “l’unica entità legittima nel paese, rappresentante il popolo”.
Da metà luglio, la situazione politica in Libia è frammentata. Tre, per riassumere, le forze in campo: l’Esecutivo di al Theni che godeva dell’appoggio di Nazioni Unite ed Egitto e rifugiatosi all’Est per fuggire dalle milizie assediate nella capitale; queste milizie filo islamiche che hanno recentemente nominato il loro premier e basate a Tripoli e infine a Bengasi l’”emirato” dell’estremista Ansar al Sharia.
Da metà luglio, la situazione politica in Libia è frammentata. Tre, per riassumere, le forze in campo: l’Esecutivo di al Theni che godeva dell’appoggio di Nazioni Unite ed Egitto e rifugiatosi all’Est per fuggire dalle milizie assediate nella capitale; queste milizie filo islamiche che hanno recentemente nominato il loro premier e basate a Tripoli e infine a Bengasi l’”emirato” dell’estremista Ansar al Sharia.
martedì 2 settembre 2014
Stop ai controlli davanti alla Libia . Arretra la linea di pattugliamento
Frontex Plus interverrà solo nelle acque dell’area Schengen
28/08/2014
guido ruotolo
roma
È il giorno del disgelo dopo il lungo inverno di incomprensioni e indifferenza. Agli sgoccioli del mandato della Commissione Europea che passerà il testimone ai nuovi commissari il 30 ottobre, ieri a Bruxelles si è realizzato un piccolo grande miracolo.
28/08/2014
guido ruotolo
roma
È il giorno del disgelo dopo il lungo inverno di incomprensioni e indifferenza. Agli sgoccioli del mandato della Commissione Europea che passerà il testimone ai nuovi commissari il 30 ottobre, ieri a Bruxelles si è realizzato un piccolo grande miracolo.
lunedì 1 settembre 2014
1 Settembre 1969 - La sola vera rivoluzione in Libia.
in questa data storica, voglio pubblicare un post di un ragazzo Libico ( o almeno così si definisce) non sono daccordo con alcune sue osservazioni ( Gheddafi, morto, e sui numeri dei ribelli) ma ancora una volta lasciamo che a parlare siano i libici.
1 Settembre 1969 - Una rivoluzione in Libia porta il colonnello Muammar Gheddafi al potere. Di fatto, in Libia, oggi è festa nazionale. Lo sapevate?
Forse è ora di porsi qualche domandina sulla Libia, Gheddafi e quanto abbiamo visto in Tv, dall’esplosione delle “primavere arabe” al brutale omicidio del colonnello. Però, prima, è necessario un piccolissimo riassunto della storia della Libia dalla rivoluzione che portò Gheddafi al potere fino a quella che lo uccise. Sarò breve, promesso :) LEGGETE TUTTO ATTENTAMENTE, CI SONO COSE CHE NON VI HANNO DETTO IN TV…
1 Settembre 1969 - Una rivoluzione in Libia porta il colonnello Muammar Gheddafi al potere. Di fatto, in Libia, oggi è festa nazionale. Lo sapevate?
Forse è ora di porsi qualche domandina sulla Libia, Gheddafi e quanto abbiamo visto in Tv, dall’esplosione delle “primavere arabe” al brutale omicidio del colonnello. Però, prima, è necessario un piccolissimo riassunto della storia della Libia dalla rivoluzione che portò Gheddafi al potere fino a quella che lo uccise. Sarò breve, promesso :) LEGGETE TUTTO ATTENTAMENTE, CI SONO COSE CHE NON VI HANNO DETTO IN TV…
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