Il Ministro degli Esteri Francese ha confermato così le voci trapelate nei giorni scorsi circa l’evento in programma per il prossimo 29 maggio a Parigi, su iniziativa del presidente Emmanuel Macron: “Come ha detto Salamé al Consiglio di Sicurezza il 21 maggio, oggi in Libia c’è un’opportunità da cogliere: i canali di dialogo si sono moltiplicati, il consenso tra attori libici e internazionali è emerso intorno all’organizzazione delle elezioni. A sostegno dell’attuazione della tabella di marcia del rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, la Francia sta compiendo ogni sforzo per raggiungere una soluzione politica che riunisca, su base inclusiva, i vari attori libici, tra cui tenere elezioni generali nel 2018, espressione della sovranità del popolo libico”.
L’iniziativa francese intende riunire i vari attori politici dello scenario libico dal Governo di Accordo Nazionale all’Alto Consiglio di Stato, dal Generale Khalifa Haftar alla presidenza della Camera dei Rappresentanti, oltre ad altre figure di rilievo attuali e passate. Ancora una volta la Francia prende l’iniziativa, ma mentre la diplomazia dell’Eliseo prepara gli ultimi visti, l’incontro sembra già fallito. Non bastavano le divisioni e le reazioni negative scatenate dall’invito fatto ad alcuni, escludendo altri, a complicare i piani dell’Eliseo ci ha pensato anche l’Audit Bureau pubblicando il “terribile rapporto” dell’anno 2017, fatto di spese folli ed ingiustificate.
