Il presidente francese, Emmanuel Macron, entra a piedi uniti sulla Brexit e sulla possibilità di scelta del popolo britannico. In un’intervista alla Bbc, il leader francese ha esposto tutti i suoi dubbi sulla decisione del governo del Regno Unito di
aver dato ai cittadini questa libertà di scegliere e ha definito “un
errore” la decisione dell’allora primo ministro Cameron. “Credo sia un errore chiedere semplicemente sì o no,
quando non chiedi alla gente come migliorare la situazione e spieghi
come farlo”, ha detto il presidente francese. “È sempre rischioso quando
in un referendum si chiede sì o no su materie molto complicate”. Un
errore che lui non farà mai accadere in Francia, visto che, come
sottolineato anche da lui durante l’intervista, “probabilmente, in un contesto simile” anche i cittadini francesi avrebbero votato per l’uscita dall’Unione europea. Per Macron, il contesto ora sarebbe diverso, “ma è meglio non fare scommesse”.
Le parole di Emmanuel Macron arrivano dopo il vertice con Theresa May,
in cui i due leader hanno siglato accordi molto importanti riguardo
alla questione migratoria e alla lotta al terrorismo. Le differenze fra
loro sono evidenti. Macron è stato eletto come il paladino dell’europeismo,
una sorta di grande muro che avrebbe dovuto interrompere l’aumento di
numeri e di prestigio ottenuto dai movimenti euroscettici. Le elezioni
francesi furono emblematiche di questo scontro, quando il terrorismo
psicologico alimentato dall’eventualità di un’ascesa all’Eliseo di Marine Le Pen mobilitarono
non solo l’intera stampa nazionale, ma anche i media internazionali, a
favore del candidato di En Marche!. Dall’altra parte, Theresa May
continua a rappresentare per il Regno Unito la garanzia politica che
Londra, sulla Brexit, andrà avanti. Il primo ministro britannico è stato
sempre molto sicuro, nonostante i rischi, del fatto di proseguire nella
direzione del rispetto del voto popolare. Nonostante le pressioni
interne e internazionali e la fragilità del governo dopo le elezioni, May sembra comunque intenzionata a proseguire nel suo programma sulla Brexit,
anche a costo di andare incontro al destino di una “hard-Brexit” dagli
oscuri risvolti. E questo resta comunque un dato positivo in un periodo
in cui sembra sempre più difficile andare incontro alle esigenze
dell’elettore che, in democrazia, resta ancora sovrano.
Le parole di Macron, in questo senso, nascondono un problema di fondo nel
suo mandato presidenziale che non si può negare. Il presidente
europeista ha vinto le elezioni, ma al ballottaggio e senza una
grandiosa maggioranza come ci si aspettava. In realtà, il
voto che consegnò la Francia al giovane leader di En Marche! dimostrò
che esisteva una larga parte dell’elettorato francese decisamente
contraria all’Unione europea o a questo tipo di Unione, tanto è
vero che sia Marine Le Pen sia Mélenchon insieme raccolsero molti dei
voti “anti-sistema”. Sotto questo profilo, il voto francese fu una sorta
di referendum sull’Unione europea in cui molti, forse troppo
superficialmente, tirarono un sospiro di sollievo. Ma in realtà, quel
voto, letto con una maggiore astrazione e imparzialità, fu un campanello
d’allarme molto serio sulla percezione dell’elettorato riguardo alle
tematiche filo-europee. Proprio questo motivo, le parole pronunciate in
questi giorni da Macron sulla cosiddetta “Frexit”,
eventualità remota per adesso e che non sembra in questo momento
attrarre consensi tali da far prospettare un moto di sovranismo,
inducono a credere che ci sia ancora un latente sentimento di timore sulla scelta popolare.
Macron ha compreso che adesso, anche grazie alla Brexit, la Francia ha
assunto un ruolo di guida all’interno dell’Unione europea e sta
investendo in quest’ ascesa di Parigi alla leadership del continente. Ma
questo timore verso la possibile scelta dell’elettorato induce a
riflettere su quanto ci possa essere di percepito nella realtà
quotidiana di questa nuova prospettiva francese. L’idea che si può
trarre dalle parole di Emmanuel Macron è che sul popolo sia meglio “non
scommettere”. Una visione interessante detta da un presidente appena
eletto e che consegna un po’ quella visione aristocratica tipica della
democrazia come la vuole l’Europa: bella finché si sceglie bene. Forse
ha ragione il presidente francese, e cioè che far scegliere ai cittadini
con un “sì” o un “no” su una questione così complessa è qualcosa di
eccessivo. Ma si può tranquillamente scommettere che il suo discorso
possa essere declinato anche in caso vincano i cosiddetti “populismi”.
Perché c’è sempre un “errore”, in democrazia, quando vincono gli altri.
fonte http://www.occhidellaguerra.it/emmanuel-macron-choc-sulla-brexit-un-errore-far-scegliere-al-popolo/Preso da: http://alfredodecclesia.blogspot.it/2018/04/emmanuel-macron-choc-sulla-brexit-un.html
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