20 Agosto 2015
I dirigenti dell’Unione Europea si trovano improvvisamente a confrontarsi con situazioni impreviste. Da una parte, attentati o tentativi di attentati commessi o preparati da individui che non appartengono a gruppi politici identificati; dall’altra, attraverso il Mediterraneo, un afflusso di migranti, molte migliaia dei quali muoiono alle loro porte.
In assenza di analisi strategica, questi due ordini di avvenimenti sono considerati a priori senza relazione tra loro e sono trattati da amministrazioni differenti. I primi afferiscono ai servizi segreti e alla polizia, i secondi alle dogane e al Ministero della difesa. Essi hanno tuttavia un’origine comune: l’instabilità politica nel Levante e in Africa.
In ogni guerra, ancora prima della gente, occorre assassinare la verità. Guerra alla libia: 100000 morti, 240000 persone ancora cercate, 78000 dispersi. 10300 donne violentate, 350000 rifugiati.
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lunedì 31 agosto 2015
domenica 30 agosto 2015
Gli Illuminati: cortina di fumo sionista
8 Agosto 2015
Negli ultimi tempi ha avuto grande diffusione una supposta "corrispondenza" che il massone Albert Pike avrebbe intrattenuto con Giuseppe Mazzini, dove "magistralmente" si espone in modo riassuntivo il "piano" per la realizzazione della 1ª, 2ª e 3ª Guerra mondiale.
Molti si sono stupiti per la precisione di queste predizioni dato il periodo: 1871. In questa epistola viene evidenziato chiaramente che la cospirazione è un'opera di agenti illuminati. Così i colpevoli delle grandi guerre e delle grandi cospirazioni mondiali sarebbero in ultima istanza "agenti illuminati".
Negli ultimi tempi ha avuto grande diffusione una supposta "corrispondenza" che il massone Albert Pike avrebbe intrattenuto con Giuseppe Mazzini, dove "magistralmente" si espone in modo riassuntivo il "piano" per la realizzazione della 1ª, 2ª e 3ª Guerra mondiale.
Molti si sono stupiti per la precisione di queste predizioni dato il periodo: 1871. In questa epistola viene evidenziato chiaramente che la cospirazione è un'opera di agenti illuminati. Così i colpevoli delle grandi guerre e delle grandi cospirazioni mondiali sarebbero in ultima istanza "agenti illuminati".
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sabato 29 agosto 2015
GLI USA STANNO DISTRUGGENDO L'EUROPA
Postato il Domenica, 23 agosto @ 08:40:00 BST di davide
DI ERIC ZUESSE
strategic-culture.org
In Libia, Siria, Ucraina e in altri paesi della periferia come ai confini dell' Europa, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha perseguito una politica di destabilizzazione, caratterizzata da attentati e altre forme di assistenza militare, che spingono milioni di profughi fuori di quelle aree periferiche verso l' Europa, versando altra “benzina sul fuoco” sul rifiuto
anti-immigrati caratteristico della destra politica, e la conseguente destabilizzazione politica, in tutta Europa, non solo alla sua periferia, ma anche nel più lontano nord Europa.
DI ERIC ZUESSE
strategic-culture.org
In Libia, Siria, Ucraina e in altri paesi della periferia come ai confini dell' Europa, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha perseguito una politica di destabilizzazione, caratterizzata da attentati e altre forme di assistenza militare, che spingono milioni di profughi fuori di quelle aree periferiche verso l' Europa, versando altra “benzina sul fuoco” sul rifiuto
anti-immigrati caratteristico della destra politica, e la conseguente destabilizzazione politica, in tutta Europa, non solo alla sua periferia, ma anche nel più lontano nord Europa.
venerdì 28 agosto 2015
INVASIONE: 3MILA CLANDESTINI RACCATTATI IN LIBIA
22 agosto 2015
Il governo Renzi ha raccattato quattro barconi e 14 gommoni con a bordo complessivamente tra 2.000 e 3.000 clandestini: poco al largo della Libia hanno fatta la solita telefonatina con satellitare ai collaborazionisti della Guardia Costiera, chiedendo l’intervento degli scafisti di Stato.
Il governo Renzi ha raccattato quattro barconi e 14 gommoni con a bordo complessivamente tra 2.000 e 3.000 clandestini: poco al largo della Libia hanno fatta la solita telefonatina con satellitare ai collaborazionisti della Guardia Costiera, chiedendo l’intervento degli scafisti di Stato.
giovedì 27 agosto 2015
Metà profughi li gestisce il Vaticano: e incassa (da contribuenti) 127.750.000 euro
12 agosto 2015
Come mai, il Vaticano e il suo braccino mediatico Avvenire (tra l’altro finanziato con le tasse dei contribuenti italiani) sono così ‘entusiasti’ dell’ondata di presunti profughi?
E’ tutta una questione di delirio masochista oppure nasconde anche cospicui interessi economici? Diamo un’occhiata.
Dei presunti profughi ospitati in Italia, 22 mila sono ospitati dal cosiddetto “Sistema SPRAR”, una rete di centri di accoglienza. Ovviamente sono esclusi i finti profughi ospitati negli hotel.
Come mai, il Vaticano e il suo braccino mediatico Avvenire (tra l’altro finanziato con le tasse dei contribuenti italiani) sono così ‘entusiasti’ dell’ondata di presunti profughi?
E’ tutta una questione di delirio masochista oppure nasconde anche cospicui interessi economici? Diamo un’occhiata.
Dei presunti profughi ospitati in Italia, 22 mila sono ospitati dal cosiddetto “Sistema SPRAR”, una rete di centri di accoglienza. Ovviamente sono esclusi i finti profughi ospitati negli hotel.
mercoledì 26 agosto 2015
Sarebbero gli USA a finanziare il traffico di africani dalla Libia verso l’Italia
sabato, 15 agosto 2015
di Maurizio Blondet
Sarebbero gli Stati Uniti a finanziare il traffico di migranti africani dalla Libia verso l’Italia.
Lo afferma l’austriaco InfoDirekt, che dice di averlo appreso da un rapporto interno dello ’Österreichischen Abwehramts (i servizi d’intelligence militari di Vienna): ed InfoDirekt è un periodico notoriamente vicino alle forze armate.
Il titolo dice: “Un Insider: gli Stati Uniti pagano i trafficanti (di immigrati) in Europa”. Il testo non dice molto di più. Dice che i servizi austriaci valutano il costo per ogni persona che arriva in Europa molto più dei 3 mila dollari o euro di cui parlano i media.
di Maurizio Blondet
Sarebbero gli Stati Uniti a finanziare il traffico di migranti africani dalla Libia verso l’Italia.
Lo afferma l’austriaco InfoDirekt, che dice di averlo appreso da un rapporto interno dello ’Österreichischen Abwehramts (i servizi d’intelligence militari di Vienna): ed InfoDirekt è un periodico notoriamente vicino alle forze armate.
Il titolo dice: “Un Insider: gli Stati Uniti pagano i trafficanti (di immigrati) in Europa”. Il testo non dice molto di più. Dice che i servizi austriaci valutano il costo per ogni persona che arriva in Europa molto più dei 3 mila dollari o euro di cui parlano i media.
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martedì 25 agosto 2015
La cecità dell’UnioneEuropea di fronte alla strategia militare degli Stati Uniti
di Thierry Meyssan 27 aprile 2015
I responsabili dell’Unione Europea si sbagliano completamente sugli attentati islamisti in Europa e le migrazioni verso la UE di genti in fuga dalle guerre. Thierry Meyssan qui dimostra che tutto ciò non è la conseguenza accidentale dei conflitti nel Medio Oriente allargato e in Africa, ma un obiettivo strategico degli Stati Uniti.
I dirigenti dell’Unione Europea si trovano improvvisamente a confrontarsi con situazioni impreviste. Da una parte, attentati o tentativi di attentati commessi o preparati da individui che non appartengono a gruppi politici identificati; dall’altra, attraverso il Mediterraneo, un afflusso di migranti, molte migliaia dei quali muoiono alle loro porte.
I responsabili dell’Unione Europea si sbagliano completamente sugli attentati islamisti in Europa e le migrazioni verso la UE di genti in fuga dalle guerre. Thierry Meyssan qui dimostra che tutto ciò non è la conseguenza accidentale dei conflitti nel Medio Oriente allargato e in Africa, ma un obiettivo strategico degli Stati Uniti.
I dirigenti dell’Unione Europea si trovano improvvisamente a confrontarsi con situazioni impreviste. Da una parte, attentati o tentativi di attentati commessi o preparati da individui che non appartengono a gruppi politici identificati; dall’altra, attraverso il Mediterraneo, un afflusso di migranti, molte migliaia dei quali muoiono alle loro porte.
lunedì 24 agosto 2015
LA VERITA' SULLA LIBIA DI GHEDDAFI
19 giugno 2015
Il rais libico ha sempre utilizzato i proventi del petrolio in favore della popolazione: è stato uno dei pochi a farlo.
Solitamente al popolo arrivano le briciole ed i soldi entrano a camionate nei conti correnti di pochi eletti. In Libia non era così. Vediamo il livello dello stato sociale offerto da Gheddafi, cosa che da ora in poi la Libia potrà solo sognare…
Di Veritanwo
1 – L’elettricità nella Libia di Gheddafi era gratuita per tutti: non c’erano bollette da pagare.
2 – Le banche libiche erano di proprietà dello Stato, che godeva della sovranità monetaria. Uno dei pochi al mondo a non avere una banca centrale controllata dai privati. Le banche erogavano prestiti ai cittadini, in ragione delle loro capacità di rimborso e/o delle esigenze progettuali, senza nessun interesse. Il debitore restituiva il capitale e non un centesimo in più.
Il rais libico ha sempre utilizzato i proventi del petrolio in favore della popolazione: è stato uno dei pochi a farlo.
Solitamente al popolo arrivano le briciole ed i soldi entrano a camionate nei conti correnti di pochi eletti. In Libia non era così. Vediamo il livello dello stato sociale offerto da Gheddafi, cosa che da ora in poi la Libia potrà solo sognare…
Di Veritanwo
1 – L’elettricità nella Libia di Gheddafi era gratuita per tutti: non c’erano bollette da pagare.
2 – Le banche libiche erano di proprietà dello Stato, che godeva della sovranità monetaria. Uno dei pochi al mondo a non avere una banca centrale controllata dai privati. Le banche erogavano prestiti ai cittadini, in ragione delle loro capacità di rimborso e/o delle esigenze progettuali, senza nessun interesse. Il debitore restituiva il capitale e non un centesimo in più.
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domenica 23 agosto 2015
Tribunale Permanente dei Popoli Contro la Guerra Imperialista e la NATO
Tribunale Permanente dei Popoli Contro la Guerra Imperialista e la NATO
Convocazione
I mezzi di informazione ci fanno credere che le guerre sono sempre fuori dai nostri confini, che nulla possiamo per fermarle, che non esistono responsabili e se ci sono, rimarranno impuniti.
La realtà è che, in un mondo globalizzato, nessuno è estraneo alle guerre e le persone hanno il dovere morale di farsi testimoni di quanto accade. Come detto B. Russell sulla guerra in Vietnam, “Il nostro scopo è quello di rendere l’umanità testimone di questi crimini terribili e unire le persone dalla parte della giustizia “(Seconda Sessione del Tribunale Penale Internazionale, Novembre 1967).
Convocazione
I mezzi di informazione ci fanno credere che le guerre sono sempre fuori dai nostri confini, che nulla possiamo per fermarle, che non esistono responsabili e se ci sono, rimarranno impuniti.
La realtà è che, in un mondo globalizzato, nessuno è estraneo alle guerre e le persone hanno il dovere morale di farsi testimoni di quanto accade. Come detto B. Russell sulla guerra in Vietnam, “Il nostro scopo è quello di rendere l’umanità testimone di questi crimini terribili e unire le persone dalla parte della giustizia “(Seconda Sessione del Tribunale Penale Internazionale, Novembre 1967).
sabato 22 agosto 2015
La donna ai tempi di Gheddafi
8 agosto 2015 Cristina Di Giorgi
Pienezza di diritti e rispetto delle diversità e del ruolo particolare dell’altra 'metà del cielo'
Per conoscere la situazione della Libia di oggi, basta sfogliare le pagine dei quotidiani o quelle virtuali dei siti internet di informazione. Il quadro che ne emerge è tutt’altro che roseo. a 4 anni dall' invasione dei NATO/RATTI tutti concordano che in Libia si stava meglio prima.
Lo hanno confermato tutti coloro che hanno risposto alle domande di Lorenzo Cremonesi, che ha pubblicato su Il Giornale un reportage nel quale a parlare sono coloro “che vivono sulla propria pelle la pesante quotidianità di un Paese frammentato in una miriade di tribù etnico - religiose e conteso tra due governi clan. Senza dimenticare i miliziani dell’Isis, disseminati a sud nel deserto”.
Pienezza di diritti e rispetto delle diversità e del ruolo particolare dell’altra 'metà del cielo'
Per conoscere la situazione della Libia di oggi, basta sfogliare le pagine dei quotidiani o quelle virtuali dei siti internet di informazione. Il quadro che ne emerge è tutt’altro che roseo. a 4 anni dall' invasione dei NATO/RATTI tutti concordano che in Libia si stava meglio prima.
Lo hanno confermato tutti coloro che hanno risposto alle domande di Lorenzo Cremonesi, che ha pubblicato su Il Giornale un reportage nel quale a parlare sono coloro “che vivono sulla propria pelle la pesante quotidianità di un Paese frammentato in una miriade di tribù etnico - religiose e conteso tra due governi clan. Senza dimenticare i miliziani dell’Isis, disseminati a sud nel deserto”.
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venerdì 21 agosto 2015
Crocefissi o annegati, l'inferno della Libia restituisce morti
15 agosto 2015 Robert Vignola
Quanta vittime dentro al solito barcone, mentre l'Isis fa strage a Sirte
Alfano lancia l'allarme, ma non ha idee su come fermare lo scempio in atto
È Ferragosto e i bagnanti schivano le nuvole della tempesta che la coda d’estate ha riservato all’Italia. Ma sul Mediterraneo spira soprattutto un vento di morte. È quello che giunge dalla Libia, dove al caos si è aggiunto il caos negli ultimi giorni. Da Sirte, in particolare: dapprima i bombardamenti dei seguaci dello Stato Islamico sui civili, poi l’assalto all’ospedale per fare scempio dei feriti della fazione avversaria. Infine la vendetta brutale e regalata alla platea mondiale attraverso gli account di internet: dodici vite che diventano cadaveri, e poi i loro cadaveri crocefissi. Non già più in Siria o nell’Iraq, terre che sono state pur culla di civiltà e che fino a 15 anni fa potevano pur sempre essere visitate con un viaggio di gruppo, prima di diventare nel ricettacolo di violenza e morte nel nostro immaginario. Ma dall’altra parte di quello stesso mare dove i bagnanti di Ferragosto, le loro famiglie, si bagnano. Meglio allora capire cosa succede su quel campo di attaglia così vicino. A Sirte si combatte, quindi, nel quartiere tre.
Quanta vittime dentro al solito barcone, mentre l'Isis fa strage a Sirte
Alfano lancia l'allarme, ma non ha idee su come fermare lo scempio in atto
È Ferragosto e i bagnanti schivano le nuvole della tempesta che la coda d’estate ha riservato all’Italia. Ma sul Mediterraneo spira soprattutto un vento di morte. È quello che giunge dalla Libia, dove al caos si è aggiunto il caos negli ultimi giorni. Da Sirte, in particolare: dapprima i bombardamenti dei seguaci dello Stato Islamico sui civili, poi l’assalto all’ospedale per fare scempio dei feriti della fazione avversaria. Infine la vendetta brutale e regalata alla platea mondiale attraverso gli account di internet: dodici vite che diventano cadaveri, e poi i loro cadaveri crocefissi. Non già più in Siria o nell’Iraq, terre che sono state pur culla di civiltà e che fino a 15 anni fa potevano pur sempre essere visitate con un viaggio di gruppo, prima di diventare nel ricettacolo di violenza e morte nel nostro immaginario. Ma dall’altra parte di quello stesso mare dove i bagnanti di Ferragosto, le loro famiglie, si bagnano. Meglio allora capire cosa succede su quel campo di attaglia così vicino. A Sirte si combatte, quindi, nel quartiere tre.
giovedì 20 agosto 2015
Cosa sta succedendo con l’ISIS in Libia
16 agosto 2015
Lo Stato Islamico ha represso una rivolta popolare a Sirte ed è tornato ad attaccare Derna: e potrebbe diventare presto una delle milizie più forti di tutto il paese
Questa settimana decine di persone sono state uccise a Sirte, città costiera della Libia, in una serie di scontri tra le milizie dell’ISIS (o Stato Islamico) e alcuni gruppi religiosi locali e milizie tribali. Gli scontri sono cominciati lunedì, quando l’ISIS ha ucciso un religioso estremista originario di Sirte che si era rifiutato di giurare fedeltà al gruppo. Per rappresaglia, i seguaci del religioso hanno attaccato le milizie dell’ISIS seguiti nei giorni successivi da molti abitanti della città. Secondo BBC, almeno 25 persone sono state uccise e la rivolta è stata fermata. Secondo i giornali libici i morti sono almeno 150. Il governo di Tobruk ha chiesto pubblicamente agli altri stati arabi di intervenire bombardando Sirte.
Lo Stato Islamico ha represso una rivolta popolare a Sirte ed è tornato ad attaccare Derna: e potrebbe diventare presto una delle milizie più forti di tutto il paese
Questa settimana decine di persone sono state uccise a Sirte, città costiera della Libia, in una serie di scontri tra le milizie dell’ISIS (o Stato Islamico) e alcuni gruppi religiosi locali e milizie tribali. Gli scontri sono cominciati lunedì, quando l’ISIS ha ucciso un religioso estremista originario di Sirte che si era rifiutato di giurare fedeltà al gruppo. Per rappresaglia, i seguaci del religioso hanno attaccato le milizie dell’ISIS seguiti nei giorni successivi da molti abitanti della città. Secondo BBC, almeno 25 persone sono state uccise e la rivolta è stata fermata. Secondo i giornali libici i morti sono almeno 150. Il governo di Tobruk ha chiesto pubblicamente agli altri stati arabi di intervenire bombardando Sirte.
mercoledì 19 agosto 2015
I portabandiera della libertà
21 gennaio 2015
Ha firmato il libro delle condoglianze per le vittime dell’attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo e, definendolo «un oltraggioso attacco alla libertà di stampa», ha dichiarato che «il terrorismo in tutte le sue forme non può essere mai tollerato né giustificato».
Parole giuste se non fossero state pronunciate da Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, l’organizzazione militare che usa come metodico strumento di guerra l’attacco terroristico contro le redazioni radiotelevisive. Quello contro la radiotelevisione serba a Belgrado, colpita da un missile Nato il 23 aprile 1999, provocò la morte di 16 giornalisti e tecnici. Lo stesso ha fatto la Nato nella guerra di Libia, bombardando nel 2011 la radiotelevisione di Tripoli. Lo stesso nella guerra di Siria, quando nell’estate 2012 combattenti addestrati e armati dalla Cia (negli stessi campi da cui sembra provengano gli attentatori di Parigi) hanno attaccato stazioni televisive ad Aleppo e Damasco, uccidendo una decina di giornalisti e tecnici.
Ha firmato il libro delle condoglianze per le vittime dell’attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo e, definendolo «un oltraggioso attacco alla libertà di stampa», ha dichiarato che «il terrorismo in tutte le sue forme non può essere mai tollerato né giustificato».
Parole giuste se non fossero state pronunciate da Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, l’organizzazione militare che usa come metodico strumento di guerra l’attacco terroristico contro le redazioni radiotelevisive. Quello contro la radiotelevisione serba a Belgrado, colpita da un missile Nato il 23 aprile 1999, provocò la morte di 16 giornalisti e tecnici. Lo stesso ha fatto la Nato nella guerra di Libia, bombardando nel 2011 la radiotelevisione di Tripoli. Lo stesso nella guerra di Siria, quando nell’estate 2012 combattenti addestrati e armati dalla Cia (negli stessi campi da cui sembra provengano gli attentatori di Parigi) hanno attaccato stazioni televisive ad Aleppo e Damasco, uccidendo una decina di giornalisti e tecnici.
martedì 18 agosto 2015
Perchè non siamo capaci di ribellarci?
15 giugno 2014
Ti sei mai chiesto perché nessuno reagisce difronte all’infame ondata di oppressione e abuso di ogni tipo che stiamo subendo? Non rimani perplesso del fatto che non succede assolutamente nulla, viste le tante rivelazioni di casi di corruzione, ingiustizia, ruberie e prese in giro della legge e della popolazione in genere, alla quale si è rubato letteralmente il presente e il futuro? Ti sei mai chiesto perché non scoppia una rivoluzione di massa e perché tutti sembrano essere addormentati e ipnotizzati?
In questi ultimi anni ogni tipo di informazione resa "pubblica" di politici corrotti, mazzette e quant'altro - che avrebbe dovuto danneggiare la "struttura del Sistema" fino alle sue fondamenta - continua a essere intatta senza neppure un graffio superficiale. Questo rende palese un fatto veramente preoccupante che sta sotto gli occhi di tutti e al quale nessuno presta attenzione.
Ti sei mai chiesto perché nessuno reagisce difronte all’infame ondata di oppressione e abuso di ogni tipo che stiamo subendo? Non rimani perplesso del fatto che non succede assolutamente nulla, viste le tante rivelazioni di casi di corruzione, ingiustizia, ruberie e prese in giro della legge e della popolazione in genere, alla quale si è rubato letteralmente il presente e il futuro? Ti sei mai chiesto perché non scoppia una rivoluzione di massa e perché tutti sembrano essere addormentati e ipnotizzati?
In questi ultimi anni ogni tipo di informazione resa "pubblica" di politici corrotti, mazzette e quant'altro - che avrebbe dovuto danneggiare la "struttura del Sistema" fino alle sue fondamenta - continua a essere intatta senza neppure un graffio superficiale. Questo rende palese un fatto veramente preoccupante che sta sotto gli occhi di tutti e al quale nessuno presta attenzione.
lunedì 17 agosto 2015
Kalergi: Il cosmopolita massone alle origini dell’Unione Europea
11 agosto 2015 di Mario Cecere
E’ apparso a febbraio di quest’anno, e già si prevede l’uscita di una nuova edizione arricchita, l’interessante saggio sul “Piano Kalergi” di Matteo Simonetti, insegnante di storia e filosofia e pianista, autore di libri di argomento politico e filosofico.
Il testo in questione, La verità sul Piano Kalergi, (Edizioni Radio Spada, Milano) è il primo studio a ricostruire integralmente il percorso intellettuale e l’azione politica del conte Kalergi – eminenza grigia del lager eurocratico al cui nome è intitolato perfino un premio recentemente attribuito ad Angela Merkel – e ad offrire una visione d’insieme dell’ambiente in cui opera e delle finalità perseguite da un autorevole esponente della sovversione mondialista a partire da una lettura ragionata del famigerato Praktischer Idealismus, lo scritto filosofico pressoché introvabile (perché fatto sparire dalla circolazione) che racchiude il pensiero dell’attivista austro-nipponico, fondatore di Pan-Europa nonché “profeta” dell’attuale Unione Europea.
E’ apparso a febbraio di quest’anno, e già si prevede l’uscita di una nuova edizione arricchita, l’interessante saggio sul “Piano Kalergi” di Matteo Simonetti, insegnante di storia e filosofia e pianista, autore di libri di argomento politico e filosofico.
Il testo in questione, La verità sul Piano Kalergi, (Edizioni Radio Spada, Milano) è il primo studio a ricostruire integralmente il percorso intellettuale e l’azione politica del conte Kalergi – eminenza grigia del lager eurocratico al cui nome è intitolato perfino un premio recentemente attribuito ad Angela Merkel – e ad offrire una visione d’insieme dell’ambiente in cui opera e delle finalità perseguite da un autorevole esponente della sovversione mondialista a partire da una lettura ragionata del famigerato Praktischer Idealismus, lo scritto filosofico pressoché introvabile (perché fatto sparire dalla circolazione) che racchiude il pensiero dell’attivista austro-nipponico, fondatore di Pan-Europa nonché “profeta” dell’attuale Unione Europea.
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domenica 16 agosto 2015
Libia: il RATTO Al thani si dimette, o forse no
Libia: premier Al-Thani annuncia dimissioni ma portavoce nega
(AGI) - Tripoli, 12 ago. - Nel caos libico si e' aggiunto l'annuncio nella notte del primo ministro Abdallah Al Thani, a capo del governo internazionalmente riconosciuto, che domenica si sarebbe dimesso. Notizia smentita a stretto giro dal portavoce dello stesso governo Hatem al-Arabi. Secondo quest'ultimo al Thani, in uno scatto d'ira dovuto alle pressanti domande dell'intervistatore, ha solo manifestato la sua disponibilita' generica a dimettersi ove mai il popolo dovesse chiederlo: "Il premier non si e' ufficialmente dimesso.
Ha detto durante un'intervista televisiva che si sarebbe dimesso se la piazza dovesse chiederlo. In ogni caso le dimissione debbono essere presentate per iscritto al Parlamento che puo' accettarle o respingerle", ha sottolineato al Arabi.
(AGI) - Tripoli, 12 ago. - Nel caos libico si e' aggiunto l'annuncio nella notte del primo ministro Abdallah Al Thani, a capo del governo internazionalmente riconosciuto, che domenica si sarebbe dimesso. Notizia smentita a stretto giro dal portavoce dello stesso governo Hatem al-Arabi. Secondo quest'ultimo al Thani, in uno scatto d'ira dovuto alle pressanti domande dell'intervistatore, ha solo manifestato la sua disponibilita' generica a dimettersi ove mai il popolo dovesse chiederlo: "Il premier non si e' ufficialmente dimesso.
Ha detto durante un'intervista televisiva che si sarebbe dimesso se la piazza dovesse chiederlo. In ogni caso le dimissione debbono essere presentate per iscritto al Parlamento che puo' accettarle o respingerle", ha sottolineato al Arabi.
sabato 15 agosto 2015
Manifestazioni pro Jamahiriya in tutta la Libia
Posted: 2015-08-10
From: Mathaba
Torna a sventolare la gloriosa bandiera verde della Jamahiriya Araba Socialista in tutta la Libia.
Da Sebha a Sirte decine di manifestazioni popolari hanno voluto gridare il loro sdegno per la vergognosa condanna a morte di Saif Qaddafi.
From: Mathaba
Torna a sventolare la gloriosa bandiera verde della Jamahiriya Araba Socialista in tutta la Libia.
Da Sebha a Sirte decine di manifestazioni popolari hanno voluto gridare il loro sdegno per la vergognosa condanna a morte di Saif Qaddafi.
venerdì 14 agosto 2015
Libia, oltre 600 rapiti in un anno
di Riccardo Noury | 10 agosto 2015
Abdel Moez Banoun, blogger, è stato rapito oltre 300 giorni fa. Aveva pubblicato e promosso proteste contro la presenza delle milizie armate nella capitale Tripoli.
Nasser al-Jaroushi, giudice, ha fatto la stessa fine dopo aver aperto due inchieste, sull’uccisione dell’attivista per i diritti umani Salwa Bugaighis e sul narcotraffico.
Nella totale assenza di legge, con due distinte amministrazioni statali e le milizie a fare da padrone, in Libia i sequestri di persona da parte dei gruppi armati sono all’ordine del giorno.
Abdel Moez Banoun, blogger, è stato rapito oltre 300 giorni fa. Aveva pubblicato e promosso proteste contro la presenza delle milizie armate nella capitale Tripoli.
Nasser al-Jaroushi, giudice, ha fatto la stessa fine dopo aver aperto due inchieste, sull’uccisione dell’attivista per i diritti umani Salwa Bugaighis e sul narcotraffico.
Nella totale assenza di legge, con due distinte amministrazioni statali e le milizie a fare da padrone, in Libia i sequestri di persona da parte dei gruppi armati sono all’ordine del giorno.
giovedì 13 agosto 2015
Come un intellettuale da salotto ha portato la Libia nel caos
9 agosto 2015, adattamento di un articolo di Carlo Brenner
ra il 2011 e il 2015 la Libia è passata da essere il primo Paese africano nell'indice di sviluppo umano (Human Development Index - Hdi), con cui le Nazioni Unite valutano lo standard di vita di una nazione, a essere uno stato fallito.
Due governi, uno islamico a Tripoli e l’altro secolare a Tobruk, una guerra civile che conta migliaia di vittime, la corte suprema privata della sua autorità, un ambasciatore americano ucciso fuori dal suo consolato in fiamme, tutte le ambasciate chiuse, ultima quella italiana, lo Stato islamico che imperversa liberamente per il Paese e addestra i suoi uomini minacciando l’Europa, e in particolare l’Italia, da molto vicino.
Solamente sei mesi dopo la fine della guerra - nell’ottobre del 2011 - con il potere nelle mani dei ribelli, Human Rights Whatch dichiarava che gli abusi apparivano “essere così diffusi e sistematici che potrebbero essere considerati crimini contro l’umanità”.
ra il 2011 e il 2015 la Libia è passata da essere il primo Paese africano nell'indice di sviluppo umano (Human Development Index - Hdi), con cui le Nazioni Unite valutano lo standard di vita di una nazione, a essere uno stato fallito.
Due governi, uno islamico a Tripoli e l’altro secolare a Tobruk, una guerra civile che conta migliaia di vittime, la corte suprema privata della sua autorità, un ambasciatore americano ucciso fuori dal suo consolato in fiamme, tutte le ambasciate chiuse, ultima quella italiana, lo Stato islamico che imperversa liberamente per il Paese e addestra i suoi uomini minacciando l’Europa, e in particolare l’Italia, da molto vicino.
Solamente sei mesi dopo la fine della guerra - nell’ottobre del 2011 - con il potere nelle mani dei ribelli, Human Rights Whatch dichiarava che gli abusi apparivano “essere così diffusi e sistematici che potrebbero essere considerati crimini contro l’umanità”.
mercoledì 12 agosto 2015
Di corsa sotto la Manica
7 agosto 2015
L’avesse fatto un qualsiasi uomo dei primati, più o meno leciti, sarebbe entrato nei Guinness. Ad Abdul Rahman Haroun, sudanese neanche tanto giovane, quarant’anni, l’impresa è costata un arresto e una denuncia da parte della polizia britannica che gli ha contestato ”danneggiamenti” alla circolazione. Circolazione dei treni che gli sferragliavano a 100, 130, 160 chilometri orari. Certo Abdul ha rischiato di morire perché lì sotto procedeva - camminando o correndo - al buio o quasi, rasente al muro, sballottato dai risucchi d’aria. Ma lui l’ha fatto, per cinquanta chilometri, azzardando sicuramente più dei compagni di ventura che si celano sotto i camion per cercare di transitare nel vagheggiato Regno Unito.
L’avesse fatto un qualsiasi uomo dei primati, più o meno leciti, sarebbe entrato nei Guinness. Ad Abdul Rahman Haroun, sudanese neanche tanto giovane, quarant’anni, l’impresa è costata un arresto e una denuncia da parte della polizia britannica che gli ha contestato ”danneggiamenti” alla circolazione. Circolazione dei treni che gli sferragliavano a 100, 130, 160 chilometri orari. Certo Abdul ha rischiato di morire perché lì sotto procedeva - camminando o correndo - al buio o quasi, rasente al muro, sballottato dai risucchi d’aria. Ma lui l’ha fatto, per cinquanta chilometri, azzardando sicuramente più dei compagni di ventura che si celano sotto i camion per cercare di transitare nel vagheggiato Regno Unito.
martedì 11 agosto 2015
Naufragio al largo della Libia, sopravvissuti raccontano: "Scafisti ci seviziavano"
7 agosto 2015
L'orrore del viaggio della speranza finito nella tragedia dell'ennesimo naufragio al largo della Libia rivive nei racconti dei sopravvissuti. I migranti che "ce l'hanno fatta" hanno infatti detto di essere stati seviziati dagli scafisti che ad alcuni "ribelli" incidevano il cuoio capelluto con un coltello, mentre altri venivano picchiati con le cinture, calci e pugni.
Secondo le testimonianze, le varie forme di violenza tenevano conto dell'etnia, del prezzo pagato e della condizione sociale. Le sevizie venivano compiute dai cinque scafisti, due libici, un tunisino e due algerini, arrestati a Palermo e di cui la polizia ha reso noti nomi e nazionalità.
L'orrore del viaggio della speranza finito nella tragedia dell'ennesimo naufragio al largo della Libia rivive nei racconti dei sopravvissuti. I migranti che "ce l'hanno fatta" hanno infatti detto di essere stati seviziati dagli scafisti che ad alcuni "ribelli" incidevano il cuoio capelluto con un coltello, mentre altri venivano picchiati con le cinture, calci e pugni.
Secondo le testimonianze, le varie forme di violenza tenevano conto dell'etnia, del prezzo pagato e della condizione sociale. Le sevizie venivano compiute dai cinque scafisti, due libici, un tunisino e due algerini, arrestati a Palermo e di cui la polizia ha reso noti nomi e nazionalità.
lunedì 10 agosto 2015
Il presidente della Repubblica Ceca spiega (senza fronzoli) quali sono i veri motivi dell’ondata di immigrazione in Europa
4 agosto 2015 - di Luciano Lago –
“Ogni paese ha politici che si merita”, questo un vecchio detto, giudicato anche un luogo comune ma che per l’Italia ha una sua valenza storica, viste le condizioni disastrate in cui si trova il nostro paese.
A proposito di presidenti della Repubblica, massima carica delle Istituzioni, abbiamo avuto in questo paese dei presidenti, a nostro giudizio indegni, come l’ultimo Giorgio Napolitano che ne è stato il miglior esempio, i quali avrebbero dovuto essere messi sotto inchiesta per come hanno consentito la violazione delle norme costituzionali, in particolare quella che riguarda la sovranità nazionale (art. 1, “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”) , dimostrandosi proni e servili a tutte le direttive che sono venute dall’esterno (dalla Troika europea o da Washington) anche quando si è trattato di far scendere il nostro paese in guerra contro i suoi stessi interessi nazionali (operazione della NATO in Libia) in barba alla costituzione (art. 11.” l’Italia bandisce la guerra come mezzo per la risoluzione delle crisi internazionali») .
“Ogni paese ha politici che si merita”, questo un vecchio detto, giudicato anche un luogo comune ma che per l’Italia ha una sua valenza storica, viste le condizioni disastrate in cui si trova il nostro paese.
A proposito di presidenti della Repubblica, massima carica delle Istituzioni, abbiamo avuto in questo paese dei presidenti, a nostro giudizio indegni, come l’ultimo Giorgio Napolitano che ne è stato il miglior esempio, i quali avrebbero dovuto essere messi sotto inchiesta per come hanno consentito la violazione delle norme costituzionali, in particolare quella che riguarda la sovranità nazionale (art. 1, “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”) , dimostrandosi proni e servili a tutte le direttive che sono venute dall’esterno (dalla Troika europea o da Washington) anche quando si è trattato di far scendere il nostro paese in guerra contro i suoi stessi interessi nazionali (operazione della NATO in Libia) in barba alla costituzione (art. 11.” l’Italia bandisce la guerra come mezzo per la risoluzione delle crisi internazionali») .
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domenica 9 agosto 2015
LIBIA: Pronti alla guerra, Italia compresa. La missione internazionale sta per partire?
Lorenzo Marinone, 3 agosto 2015
Azioni militari contro lo Stato Islamico nell’area di Sirte. Addestratori per ricostruire le forze di sicurezza libiche, dalla polizia alla guardia costiera. E supporto per modellare la nuova architettura istituzionale. Sarebbero questi gli obiettivi di una missione internazionale in Libia che potrebbe materializzarsi nel giro di alcune settimane. Lo rivela il Times, che cita diverse fonti (tutte anonime): militari inglesi, funzionari di Londra e Bruxelles, una non meglio specificata fonte libica. Anche l’Italia sarebbe della partita, anzi parteciperebbe con il maggior numero di uomini. Insomma, una missione ben più strutturata e impegnativa di quella (europea) che si ipotizzava lo scorso aprile, quando la parola d’ordine era ‘distruggere i barconi’, e che è partita col nome di EuNavFor-Med.
Azioni militari contro lo Stato Islamico nell’area di Sirte. Addestratori per ricostruire le forze di sicurezza libiche, dalla polizia alla guardia costiera. E supporto per modellare la nuova architettura istituzionale. Sarebbero questi gli obiettivi di una missione internazionale in Libia che potrebbe materializzarsi nel giro di alcune settimane. Lo rivela il Times, che cita diverse fonti (tutte anonime): militari inglesi, funzionari di Londra e Bruxelles, una non meglio specificata fonte libica. Anche l’Italia sarebbe della partita, anzi parteciperebbe con il maggior numero di uomini. Insomma, una missione ben più strutturata e impegnativa di quella (europea) che si ipotizzava lo scorso aprile, quando la parola d’ordine era ‘distruggere i barconi’, e che è partita col nome di EuNavFor-Med.
sabato 8 agosto 2015
Manifestazioni in tutta la Libia ed all' estero contro la "sentenza" dei RATTI di Tripoli
Il 28 luglio 2015, finalmente si concludeva la farsa del "processo" contro Saif al islam Gheddafi, e gli altri esponenti dell' UNICO legittimo governo Libico: quello della jamahiriya.
La farsa iniziava nel 2011, dopo l' occupazione militare della Libia da parte dei soliti noti, USA, Gran Bretagna, NATO, senza dimenticare l' Italia serva.
Normalmente gli " esportatori di democrazia" quando occupano un paese pensano subito ad eliminare gli ex dirigenti per via giudiziaria, ( se non lo hanno fatto prima).
Il "processo" si dimostrava subito una farsa, gli imputati non conoscevano i capi di imputazione, se non dopo mesi, intanto le condizioni di detenzione erano disumane, carceri segreti, torture, nel tentativo di estorcere false confrssioni. Gli imputati non potevano neanche parlare con i loro avvocati difensori, gli stessi avvocati venivano minacciati. Sedute in videoconferenza, della durata di pochi minuti, basta pensare come può funzionare internet in Libia, dopo 8 mesi di bombardamenti NATO al tappeto nel 2011, e dopo 4 anni di scontri quotidiani tra RATTI venuti da fuori ad occupare il paese. Un solo testimone come accusa, saltato fuori in modo improbabile all' ultimo minuto, ovviamente la difesa non ha potuto controinterrogarlo. Appena un giorno prima del "verdetto" gli imputati, hanno denunciato di essere stati avvelenati, ( un tentativo di eliminarli mal riuscito, un avvertimento ? cosa altro ? ).
La farsa iniziava nel 2011, dopo l' occupazione militare della Libia da parte dei soliti noti, USA, Gran Bretagna, NATO, senza dimenticare l' Italia serva.
Normalmente gli " esportatori di democrazia" quando occupano un paese pensano subito ad eliminare gli ex dirigenti per via giudiziaria, ( se non lo hanno fatto prima).
Il "processo" si dimostrava subito una farsa, gli imputati non conoscevano i capi di imputazione, se non dopo mesi, intanto le condizioni di detenzione erano disumane, carceri segreti, torture, nel tentativo di estorcere false confrssioni. Gli imputati non potevano neanche parlare con i loro avvocati difensori, gli stessi avvocati venivano minacciati. Sedute in videoconferenza, della durata di pochi minuti, basta pensare come può funzionare internet in Libia, dopo 8 mesi di bombardamenti NATO al tappeto nel 2011, e dopo 4 anni di scontri quotidiani tra RATTI venuti da fuori ad occupare il paese. Un solo testimone come accusa, saltato fuori in modo improbabile all' ultimo minuto, ovviamente la difesa non ha potuto controinterrogarlo. Appena un giorno prima del "verdetto" gli imputati, hanno denunciato di essere stati avvelenati, ( un tentativo di eliminarli mal riuscito, un avvertimento ? cosa altro ? ).
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venerdì 7 agosto 2015
Sul piede di guerra
La guerra è alle porte. Non arriva con l’avanzata delle bandiere nere dell’Isis ma con quelle della Nato. E si fa largo sul fronte ucraino come su quello mediterraneo. Così le forze di reazione rapida passano da tredici a quarantamila uomini. Si prepara l’ “inevitabile” intervento in Libia e s’intensifica l’utilizzo dei droni con la scusa di combattere i trafficanti di esseri umani. A fine settembre, poi, comincia la più grande esercitazione militare dal tempo della caduta del muro di Berlino. Coinvolgerà 35 mila soldati Nato, 200 aerei e 50 navi da guerra. Sarà pilotata dalla nuova base di Lago Patria a Napoli. Giochiamo in casa e giochiamo con il fuoco. Come credente nel Dio della vita, scrive Alex Zanotelli, non posso accettare un sistema di morte pagato da miliardi di persone impoverite. Come seguace di Gesù di Nazareth non posso accettare che il mio paese faccia parte della Nato. A settembre, durante l’esercitazione, dobbiamo farci sentire
giovedì 6 agosto 2015
LONDON SCHOOL OF ECONOMICS: ”TRA DIECI ANNI, L’ITALIA NON ESISTERA’ PIU’, TOTALMENTE DISTRUTTA DALL’EURO E DALLA UE”
31 luglio 2015
“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampante terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. E peggiorerà”.
Così Roberto Orsi, professore italiano emigrato a Londra per lavorare presso la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese.
“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampante terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. E peggiorerà”.
Così Roberto Orsi, professore italiano emigrato a Londra per lavorare presso la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese.
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mercoledì 5 agosto 2015
A Napoli, sarà creato il principale gruppo di “Special Forces” USA per reazione rapida in caso di attacco alla Russia
30 luglio 2015
Gli USA hanno deciso di creare in Italia un gruppo di forze di “Reazione Rapida” per contrastare la Russia.
L’Armata degli Stati Uniti si sta apprestando a creare un gruppo tattico di forze di reazione rapida per contrastare le forze russe nel sud Europa e la base prescelta per la sede del gruppo è quella di Napoli.
Il gruppo di lavoro, conosciuto come “Gruppo di Lavoro 64″, avrà la responsabilità di consolidare i sistemi antimissile della Marina USA nel contesto della VI Flotta statunitense.
Secondo quanto informato lo scorso Martedì dal portale britannico Business Times, gli USA sono il maggiore contribuente per lo scudo antimissile europeo, che si è implementato nel 2009 per decisione del presidente Barack Obama sotto il pretesto di affrontare le presunte minacce missilistiche dell’Iran.
Gli USA hanno deciso di creare in Italia un gruppo di forze di “Reazione Rapida” per contrastare la Russia.
L’Armata degli Stati Uniti si sta apprestando a creare un gruppo tattico di forze di reazione rapida per contrastare le forze russe nel sud Europa e la base prescelta per la sede del gruppo è quella di Napoli.
Il gruppo di lavoro, conosciuto come “Gruppo di Lavoro 64″, avrà la responsabilità di consolidare i sistemi antimissile della Marina USA nel contesto della VI Flotta statunitense.
Secondo quanto informato lo scorso Martedì dal portale britannico Business Times, gli USA sono il maggiore contribuente per lo scudo antimissile europeo, che si è implementato nel 2009 per decisione del presidente Barack Obama sotto il pretesto di affrontare le presunte minacce missilistiche dell’Iran.
martedì 4 agosto 2015
Libia:avvocato di Saif Gheddafi,il processo di Tripoli "e' una farsa"
(AGI) - Tripoli, 29 lug. -
Il legale britannico John Jones, membro del collegio difensivo del figlio del colonnello libico Muhammar Gheddafi, Saif al Islam, davanti alla Corte penale internazionale, ha detto che la sentenza contro il suo assistito arrivata ieri da Tripoli e' stata emessa dopo un "processo farsa". Secondo Jones, intervistato dal quotidiano arabo "al Hayat", "si tratta di un omicidio mediante strumento giudiziario". L'avvocato ha inoltre sottolineato che "la Corte penale internazionale non consente la pena di morte". La condanna arriva dopo che la procura aveva chiesto la pena di morte per gli esponenti del passato regime dopo 20 sedute del processo a loro carico per le"" violenze avvenute nel febbraio del 2011 durante la rivolta contro Gheddafi."" Per Saif al Islam e altri otto gerarchi condannati a morte sara' possibile pero' fare appello entro 60 giorni alla Suprema Corte.
Il legale britannico John Jones, membro del collegio difensivo del figlio del colonnello libico Muhammar Gheddafi, Saif al Islam, davanti alla Corte penale internazionale, ha detto che la sentenza contro il suo assistito arrivata ieri da Tripoli e' stata emessa dopo un "processo farsa". Secondo Jones, intervistato dal quotidiano arabo "al Hayat", "si tratta di un omicidio mediante strumento giudiziario". L'avvocato ha inoltre sottolineato che "la Corte penale internazionale non consente la pena di morte". La condanna arriva dopo che la procura aveva chiesto la pena di morte per gli esponenti del passato regime dopo 20 sedute del processo a loro carico per le"" violenze avvenute nel febbraio del 2011 durante la rivolta contro Gheddafi."" Per Saif al Islam e altri otto gerarchi condannati a morte sara' possibile pero' fare appello entro 60 giorni alla Suprema Corte.
lunedì 3 agosto 2015
"Libia, il terrore ad un passo", Micalessin presenta il reportage
BENNY PISICOLI
Giovedì 30 Luglio 2015 ore 11.12
Un Paese diviso in due, milizie armate che imperversano, lo Stato Islamico che controlla ormai stabilmente Derna e Sirte, trafficanti di uomini e disperati pronti a salpare verso le nostre coste. Il tutto tra l'immobilismo delle Nazioni Unite e l'improvvisazione della politica italiana, ancor più preoccupante alla luce dell'importanza strategica della Libia per il nostro Paese.
Giovedì 30 Luglio 2015 ore 11.12
Un Paese diviso in due, milizie armate che imperversano, lo Stato Islamico che controlla ormai stabilmente Derna e Sirte, trafficanti di uomini e disperati pronti a salpare verso le nostre coste. Il tutto tra l'immobilismo delle Nazioni Unite e l'improvvisazione della politica italiana, ancor più preoccupante alla luce dell'importanza strategica della Libia per il nostro Paese.
domenica 2 agosto 2015
Tripoli: le milizie processano, il mondo guarda altrove
26/7/2015
Nella “nuova” Libia creata dalle bombe, le milizie che la Nato ha portato al potere processano e torturano. E l'Italia che fa?
Nella “nuova” Libia caotica e violenta creata dalle bombe, le milizie islamiste che la Nato ha portato al potere controllano la stessa capitale e le sue affollate prigioni, con migliaia di detenuti che hanno – invano - denunciato torture e cattivi trattamenti.
Nella “nuova” Libia creata dalle bombe, le milizie che la Nato ha portato al potere processano e torturano. E l'Italia che fa?
Nella “nuova” Libia caotica e violenta creata dalle bombe, le milizie islamiste che la Nato ha portato al potere controllano la stessa capitale e le sue affollate prigioni, con migliaia di detenuti che hanno – invano - denunciato torture e cattivi trattamenti.
sabato 1 agosto 2015
La Libia e le guerre occidentali
Il rapimento dei quattro italiani ha improvvisamente fatto scoprire a larga parte del Belpaese l’attuale situazione libica. Media, politici, esperti di non si sa bene cosa ma ospiti fissi dei talkshow, tutti a pontificare e giudicare. Dimenticandosi che la coscienza occidentale è tutt’altro che innocente. Le armi sono arrivate da Italia e altri paesi e la destabilizzazione, per esempio, son state portate da paesi europei …
24 luglio 2015
di Alessio Di Florio
24 luglio 2015
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