BENNY PISICOLI
Giovedì 30 Luglio 2015 ore 11.12
Un Paese diviso in due, milizie armate che imperversano, lo Stato Islamico che controlla ormai stabilmente Derna e Sirte, trafficanti di uomini e disperati pronti a salpare verso le nostre coste. Il tutto tra l'immobilismo delle Nazioni Unite e l'improvvisazione della politica italiana, ancor più preoccupante alla luce dell'importanza strategica della Libia per il nostro Paese.
Di questo si è discusso durante la terza delle quattro Notti d'Autore organizzate in piazza della Repubblica dal Comune di Gravina che ha visto anche la partecipazione del sindaco Alesio Valente. Ospite della terza serata il giornalista Gian Micalessin, autore del reportage "Libia, il terrore ad un passo", protagonista dell'incontro moderato dal capo redattore di Gravinalife, Antonella Testini. Un reportage toccante, frutto del lavoro di parecchi mesi vissuti sul campo, che mostra le vicissitudini delle migliaia di profughi che, partendo sopratutto dal Corno d'Africa, approdano in Libia dopo aver attraversato il Sahara. Ed in Libia, come documenta il giornalista di Libero e Il Giornale, i profughi sono costretti a rimanere mesi, prima di poter partire verso le coste italiane. Mesi di angherie, di duro lavoro e sfruttamento, di vera e propria prigionia.
La proiezione del reportage è il pretesto per allargare il dibattito anche alla questione terrorismo. Minaccia, quella proveniente dalla quarta sponda, che tocca direttamente l'Italia. "L'Italia è nel mirino perché lo Stato Islamico è ormai a qualche centinaia di chilometri dalle nostre coste, senza contare la presenza del Vaticano e lo stato di ex potenza colonizzatrice dell'Italia". Minaccia concreta, come dimostra il recente rapimento dei tecnici italiani nei pressi di Mellittah, proveniente dal Paese che potrebbe rivelarsi, come lo stesso Micalessin ha recentemente scritto, "il nostro Afghanistan ".
Il tutto mentre l'Italia dimostra la mancanza di una politica efficace e lungimirante sulla Libia. Improvvisazione maturata già durante le cosiddette Primavere Arabe che portano alla deposizione di Gheddafi, in cui l'Italia "si imbarca in una guerra che va contro i propri interessi", e confermata dalla estemporanea gestione dell'emergenza immigrazione e di quella terrorismo. Un'analisi che, tra le uniche attenuanti concesse all'Italia, sottolinea l'immobilismo dell'Onu e la latitanza di una politica europea coerente e comune.
Originale con foto: http://www.gravinalife.it/notizie/libia-il-terrore-ad-un-passo-micalessin-presenta-il-reportage/#
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