Translate

giovedì 31 ottobre 2019

La Nato dietro l’attacco turco in Siria

Diversi membri della NATO versano tutte le loro lacrime sulla sorte dei kurdi, mascherando in questo modo che avevano avallato anticipatamente l’operazione “Fonte di Pace”. Per togliere ogni dubbio, il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, tre giorni dopo l’inizio dei combattimenti si è recato personalmente ad Ankara per portare alla Turchia il sostegno della NATO.
| Roma (Italia)
 
JPEG - 49.4 Kb
Jens Stoltenberg, Recep Tayyip Erdoğan e Mevlüt Çavuşoğlu l’11 ottobre 2019 al Palazzo Bianco di Ankara.
Germania, Francia, Italia e altri paesi, che in veste di membri della Ue condannano la Turchia per l’attacco in Siria, sono insieme alla Turchia membri della Nato, la quale, mentre era già in corso l’attacco, ha ribadito il suo sostegno ad Ankara. Lo ha fatto ufficialmente il segretario generale della Nato Jean Stoltenberg, incontrando l’11 ottobre in Turchia il pre-sidente Erdoğan e il ministro degli esteri Çavuşoğlu [1].

mercoledì 30 ottobre 2019

Handke voce isolata (ci dicono),su ex Jugoslavia, difese serbi contro bosniaci

Intellettuale scomodo e mai accomodante, durante gli anni ’90 il controverso Peter Handke è stato una voce decisamente isolata, dall’indomani del disfacimento della ex Jugoslavia: il vincitore del Nobel per la Letteratura 2019 ha sempre difeso il diritto dei serbi contro i croati, contro i bosniaci, contro i kosovari, e per questo ha suscitato incomprensioni, antipatie, se non odi. Con i bombardamenti su Belgrado, una capitale europea, “è morta l’Europa ed è nata l’Unione Europea”, disse lo scrittore austriaco suscitando infine polemiche e discussioni.
Handke voce isolata su ex Jugoslavia, difese serbi contro bosniaci

Nel novembre del 1995 Peter Handke viaggiò in Serbia, nel “paese di coloro che sono abitualmente definiti gli aggressori”. Figlio di madre slovena, ha sempre guardato alla ex Jugoslavia con la speciale attenzione che si porta alle proprie radici. A suo avviso, la stampa tedesca e francese hanno criminalizzato i serbi, costruendo una precisa immagine del nemico di cui lo scrittore in articoli e libri si è sforzato di analizzare i meccanismi politici, culturali e psicologici.

martedì 29 ottobre 2019

La Libia è stata liberata? Da che cosa? Per condurla dove e come?

Malta
Cosa accadrà se le forze di invasione non lasciano la nostra terra? Se l’esercito degli Usa e degli altri rimarrà sulla nostra amata patria? Se le loro aziende e le loro ambasciate rimarranno aperte, la bandiera Americana ben esposta? Rimarremo in silenzio? Potete immaginarlo?


Finalmente “Siamo liberi”.    (Se l’ISIS o l’UE non arriveranno prima!)
Mentre l’instabilità politica e la sicurezza in deterioramento hanno complicato i loro sforzi, gli Usa si impegnano ad addestrare le forze di sicurezza del Paese, forze che, ovviamente, avevano precedentemente distrutto insieme con la Nato.
“Gli Usa, e I loro alleati della Nato costruiscono l’esercito spalleggiatore libico, a spese della Libia. Gli Usa si impegnano ad addestrare le Forze di sicurezza libiche”, dichiara il Dipartimento statunitense della Difesa, aggiungendo che “la Libia sta pagando per l’addestramento, che dovrebbe richiedere otto anni”. Vedete, gli Usa hanno già detto che si prenderanno la loro fetta di torta!

lunedì 28 ottobre 2019

Siria. I giornalisti occidentali che adoravano i “ribelli moderati” finanziati dagli anglosionisti, oggi riconoscono che sono solo dei terroristi

Crisi siriana, 16 ottobre 2019 - Che dramma per i giornalisti occidentali parlare oggi delle atrocità commesse dai miliziani alleati di Erdogan nel nord della Siria ! Quegli stessi miliziani che esaltavano ieri, quando combattevano contro il legittimo governo di Bachar al-Assad   

Reseau International, 16 ottobre 2019 (trad.ossin)
 
Siria. I giornalisti occidentali che adoravano i “ribelli moderati” finanziati dagli anglosionisti, oggi riconoscono che sono solo dei terroristi
Nebojsa Malic
 
Dagli “Elmetti bianchi”, a tutti gli altri complici del terrorismo jihadista contro il governo legittimo di Bachar al Assad, oggi che aggrediscono i poveri Curdi vengono finalmente considerati per quello che sono sempre stati: Terroristi
 
 
Un fenomeno davvero affascinante che accompagna l’invasione turca della Siria è osservare come i giornalisti occidentali, che all’epoca esaltavano i «ribelli moderati», cadono adesso nella trappola di doverli condannare.
 
Avanguardie dell’invasione turca sono «l’Esercito Siriano Libero» e altri militanti «moderati» che i principali media occidentali presentano da anni come vittime del «mostro genocida» Bachar al-Assad di Damasco. Oggi, i «ribelli» sono i cattivi e Assad è il salvatore – almeno per quanto riguarda i Curdi, i media hanno condannato il «tradimento» degli alleati da parte del presidente USA Donald Trump. Che casino !

domenica 27 ottobre 2019

1949-2019. Come i comunisti cinesi hanno tirato fuori la Cina dal sottosviluppo

Oumma, 3 ottobre 2019 (trad.ossin)
 
1949-2019. Come i comunisti cinesi hanno tirato fuori la Cina dal sottosviluppo
Bruno Guigue
 
I media occidentali possono anche tentare di occultare questa evidenza, ma salta comunque agli occhi: la Cina ha realizzato in 70 anni quel che nessun altro paese è riuscito a fare in due secoli. Nel festeggiare l’anniversario della Repubblica Popolare Cinese, proclamata da Mao Zedong il 1° ottobre 1949, i Cinesi conoscono la situazione del loro paese. Ma sanno anche in che stato si trovava nel 1949. Devastato da decenni di guerra civile e di invasione straniera, era un campo di rovine.
 
La parata per i 70 anni della Repubblica Popolare Cinese
 
«La Cina di prima del 1949», ricorda Alain Peyrefitte, «era un paese del Medio Evo, (..) un pullulare di mendicanti coi moncherini, di bambini coperti di piaghe, maiali neri e cani scheletrici; stracci tra i quali si aggirava qualche broccato. Quando gli elementi si scatenavano, la carestia spazzava via tutto. I contadini erano comunque rovinati; in caso di siccità o inondazioni, non disponevano di alcuna riserva» (Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà, 1973, T. 2, p. 85).
 

sabato 26 ottobre 2019

SOROS / 8 miliardi le elargizioni in Italia a varie entità: la maggior parte per promuovere le leggi italiane favorevoli all’immigrazione

Una barca di dollari elargita dalle generose casse della Open Society Foundations griffata George Soros ad associazioni e sigle italiane.
Il totale ammonta ad 8 miliardi e mezzo di dollari e concerne il biennio 2017-2018. A calcolarli l’Adn Kronos.
Ecco alcuni dettagli sui fortunati beneficiari.
In cima alla hit una misteriosa sigla, Purpose Europe Limited, che “non sembra riconducibile direttamente all’Italia – specifica l’agenzia – ma in riferimento al nostro Paese ha tra l’altro pubblicato nel luglio 2018 il rapporto ‘Attitudes towards National Identity, Immigration and Refugees in Italy”. Purpose Europe Ltd ha ricevuto, per questo suo impegno, la bella cifra di 1 milione di dollari. Un autentico terno al lotto.

venerdì 25 ottobre 2019

Il governo francese ha collaborato con l’ISIS attraverso l’azienda francese Lafarge

20 ottobre 2019.
Il 16 ottobre 2019, la Coalizione Internazionale ha dato fuoco alla cementeria francese Lafarge a Jalabia (al confine con la Turchia, a nord di Aleppo) prima dell’arrivo dell’esercito arabo siriano nell’area.
Quindi, le tracce di un’operazione segreta, che era di grande importanza, andarono letteralmente in fumo.


 
L’impianto ha permesso di costruire fortificazioni sotterranee da cui poter condurre la guerra contro le forze del governo siriano sulla base della strategia descritta da Abu Musab “siriano” nel suo libro del 2004 “Gestione della barbarie”. Successivamente, la fabbrica fu utilizzata per proteggere le forze speciali norvegesi e francesi, che diedero fuoco alla fabbrica prima di fuggire.
Nel 2016, il sito web turco Zaman Al-Wasl ha pubblicato uno scambio di e-mail tra gli stessi dirigenti di Lafarge, ha confermato l’esistenza di collegamenti tra la multinazionale e Daesh.
Il quotidiano Le Monde  ha pubblicato una sua versione di fatti messi in atto per nascondere:
– le relazioni di Lafarge con la CIA nel contesto di varie operazioni, incluso il trasporto di armi durante la guerra contro l’Iraq;
– Il rapporto tra la società e il segretario di Stato americano Hillary Clinton (precedentemente membro del consiglio di amministrazione di Lafarge);
– le relazioni di Lafarge con il DGSE (servizi di intelligence esteri francesi) durante la guerra contro la Siria;
– la costruzione di infrastrutture jihadiste in Siria [con il cemento di Lafarge]
.

giovedì 24 ottobre 2019

Perché dire NO alla Cashless Society

di , pubblicato il 20 giugno 2019, alle ore 10:18 
 
In un paper (intitolato The Macroeconomics of De-Cashing) pubblicato nel marzo del 2017 Alexei Kireyev, un’economista da anni al Fondo Monetario Internazionale, traccia una roadmap verso una sistematica abolizione del denaro contante.
In questo paper, Kireyev si dice consapevole che l’abolizione del denaro contante potrebbe essere percepita come una violazione dei diritti fondamentali della persona e suggerisce pertanto ai governanti di perseguire questo obiettivo senza dichiararlo apertamente e poco alla volta, cioè senza fretta.
Il processo di abolizione per Kireyev deve all’inizio basarsi su passi iniziali largamente accettati, come l’eliminazione graduale di banconote di grande valore (chiedetevi giustappunto perché la BCE non stampa più dal 2019 la banconota da 500 euro), la fissazione di massimali sulle transazioni in contanti (già presenti in più paesi) e la tracciatura dei trasferimenti in contanti attraverso i confini.
Ricevere Denaro inaspettato in 24 Ore - Subliminale per ...

mercoledì 23 ottobre 2019

Quello che non capisce (o che non vuole capire) Il Sole 24 Ore sul denaro contante

di , pubblicato il 25 giugno 2018, alle ore 8:57 
 
E’ bastato che l’attuale Ministro degli Interni (2018), italiano qualche giorno fa affermasse «Fosse per me non porrei nessun limite al contante» per sentire di nuovo in giro la voce della propaganda a sostegno dell’abolizione del denaro contante.
L’abolizione del denaro contante, che tra l’altro, è esplicitamente sostenuta, almeno attualmente, da organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Europa.
Obiettivo di questa campagna a favore dell’abolizione del denaro contante?
Con la scusa di voler combattere terrorismo e criminalità, facilitare il lavoro dei politici, dei burocrati e di tutti quei gruppi di pressione che aspirano ad ottenere privilegi, a tutto svantaggio dei liberi cittadini.
Visualizza immagine di origine
Tuttavia, i sostenitori dell’abolizione del denaro contante non potendo imporre con la violenza il loro punto di vista, cercano di ottenere l’adesione alla loro posizione o perlomeno una certa passiva indifferenza, facendo circolare costantemente bugie e ragionamenti fuorvianti.

martedì 22 ottobre 2019

Il Manifesto per il Contante Libero

«Fino a che non diventeranno coscienti del loro potere, non saranno mai capaci di ribellarsi, e fino a che non si saranno liberati, non diventeranno mai coscienti del loro potere».
(George Orwell, 1984)

Il Manifesto per il Contante Libero
(versione short:
10 Punti per Il Contante Libero)
La tecnologia come mezzo di controllo sociale per imporre, attraverso una continua induzione di paure ed ansie, moduli di pensiero e comportamenti umani totalmente spersonalizzati, asserviti e ideologizzati. Obbiettivo finale: annichilire qualsiasi sentire, agire e pensare che possa essere veramente alternativo e concorrente. In sintesi, annichilire la libertà.
Visualizza immagine di origine

lunedì 21 ottobre 2019

Laura Boldrini e la guerra all'uso del contante

Giovedì, 3 ottobre 2019 - 19:53:00

Il Governo prepara una durissima guerra al contante, che traccia il solco per un controllo totalitario sulla libertà finanziaria di ciascuno

di Andrea Lorusso
Laura Boldrini: “L’unica strada che abbiamo è la tracciabilità. Noi dobbiamo sapere chi spende e in cosa”
Laura Boldrini e la guerra all'uso del contante 
Un mondo in cui il contante non sia più stampato né circolante, non è un oscuro presagio, ma una concreta possibilità nel momento in cui questo andazzo legislativo fosse confermato e poi man mano rinfocolato. Si parte dai bonus per le carte di credito alle penalità per il denaro liquido, per poi, una volta invertito il paradigma, arrivare ad obblighi via via più stringenti.
Non è una cosa che si faccia dall’oggi al domani, è vero, ma non reagire ora significa porre la prima pietra per la tomba del contante libero. L’ex Presidente della Camera Laura Boldrini ha fatto una affermazione agghiacciante: “Può sembrare dura, ma di fatto la tracciabilità è l’unica cosa che abbiamo. Noi dobbiamo sapere chi spende e in che cosa, la carta di credito ce lo fa sapere.”

domenica 20 ottobre 2019

Un silenzio fragoroso circonda l’adesione (senza dibattito) dell’Italia alla EI2

sabato 19 ottobre 2019

Sui migranti illegali continuano gli annunci bluff del governo

venerdì 18 ottobre 2019

F-35: la sconfortante immaturità del governo sulla Difesa

Roma, 12 ott – Con l’entrata in scena del governo giallofucsia ritorna alla ribalta il dibattito sull’F-35. Non lo fa in modo pacato, ma con un intervento a gamba tesa direttamente sulla caviglia di tutti gli addetti del settore che, sinceramente, ne avrebbero fatto volentieri a meno. E così politici, mass media e gli immancabili social abbondano di grandi esperti che ci regalano amenità alla stregua di: “meno F-35, più scuole ed ospedali”.

Ecco a cosa serve l’F-35

Lo scenario è sconfortante: “A cosa serve un caccia multiruolo di 5a generazione se non sappiamo neanche controllare le nostre coste?”, si domanda il cittadino medio. Evidentemente, tralasciando l’ingenuità di considerare un F-35 un strumento di pattugliamento costiero, dimentichiamo di prendere in considerazione il progressivo ritorno agli scenari convenzionali ed ai “grandi blocchi” che stanno subentrando ai cosiddetti “scenari asimmetrici”. Succede che, quando uno dei “Grandi” la smette di molestare un popolo disperato a caso, ma si ritrova a confrontarsi “tra pari”, la deterrenza e la superiorità tecnologica diventano fondamentali. Oggi, i “Grandi” non parlano più di guerriglia ed IED ma di Anti Access/Area Denial (A2/AD). Se non sapete di che si tratta, provate a chiederlo ai russi o ai cinesi.

giovedì 17 ottobre 2019

Migrazioni e crisi economica. Così l’Impero romano cadde sotto le invasioni

Roma, 12 ott – Accostare l’ondata immigratoria iniziata nel 2015 alle invasioni barbariche che smantellarono l’Impero Romano non costituisce un accostamento storicamente privo di fondamento. Nonostante che da un punto di vista storico i mezzi con i quali i barbari penetrarono l’Impero Romano fossero certamente diversi, è tuttavia innegabile il fatto che anch’essi furono indotti a giungere alle porte di Roma da carestie e da fratricide lotte interne.

Impero Romano e migrazioni odierne: le analogie

Quei popoli – così come quelli attuali – approfittando dei confini enormi dell’impero e della loro impossibilità ad essere difesi vi penetrarono prima gradualmente e poi, attraverso conflitti militari, entrarono all’interno del territorio di Roma che fu costretta a venire a patti e a dover ammettere obtorto collo che i barbari erano ormai diventati una forza militare potente e temibile.
Anche le migrazioni attuali fanno leva proprio sulla labilità dei confini e soprattutto sul fatto che l’Europa si affaccia sul mare. Inoltre l’Europa di oggi, come l’Impero Romano di ieri, consentirono ai nuovi immigrati di penetrare all’interno dei loro confini partendo dal presupposto di potersene servire.
Visualizza immagine di origine

mercoledì 16 ottobre 2019

70° della Repubblica popolare Cinese: la cancellazione della storia

L'arte della guerra

martedì 15 ottobre 2019

Unione nazionale in Siria e Venezuela

All’inizio di settembre siamo stati i soli ad annunciare il passo decisivo contemporaneamente compiuto in Siria e Venezuela. Paesi che ora non cercano più di negoziare con i terroristi, bensì di costruire un nuovo regime in collaborazione con l’opposizione patriottica.
| Damasco (Siria)
JPEG - 34.9 Kb
I presidenti Bashar al-Assad e Nicolás Maduro.
Siria e Venezuela si giocano contemporaneamente e parallelamente il proprio futuro. Ed è normale sia così, perché trattasi di conflitti che non hanno origine locale, ma sono frutto della strategia del Pentagono di distruzione delle strutture statali, avviata dapprima nel Medio Oriente Allargato, in seguito nel Bacino dei Caraibi (dottrina Rumsfeld/Cebrowski [1]).
La situazione e le capacità dei due Stati sono molto diverse, ma la resistenza al capitalismo globale è la medesima. Hugo Chávez (presidente dal 1999 al 2013) è stato portavoce delle popolazioni delle periferie del mondo, di fronte alle ambizioni delle società transnazionali. Deluso dalla defezione di alcune nazioni del Movimento dei Paesi Non-allineati, diventate vassalle degli Stati Uniti, Chávez e il presidente siriano Bashar al-Assad immaginarono di rifondare il Movimento su basi rinnovate e di chiamarlo Movimento dei Liberi Alleati [2]. A chi si poneva domande sui tempi di realizzazione di quest’ambizioso progetto, il presidente venezuelano rispondeva con la previsione che l’omologo siriano avrebbe occupato il suo posto sulla scena internazionale. Nel piano quinquennale 2007-2013, che redasse in prima persona, Chávez inserì anche istruzioni per le amministrazioni del Paese affinché sostenessero un alleato politico tanto lontano, la Siria [3].

lunedì 14 ottobre 2019

Iraq. Proteste contro la corruzione e il caro vita, oltre 100 i morti

Al-Sadr chiede elezioni anticipate.
di Enrico Oliari
Continua ad aggravarsi la situazione in Iraq, dove da giorni sono in corso asperrime proteste antigovernative contro il caro vita, la corruzione dilagante e la mancanza di lavoro. Il bilancio delle vittime dovute agli scontri con la polizia ed alla repressione è di un centinaio di morti di cui una decina di agenti, e scontri sono registrati un po’ ovunque, dalla centralissima piazza Tahrir di Baghdad a Nassiriya, da Hillah a Najaf. A Diwaniya la polizia ha ammesso di aver sparato a tre manifestanti che cercavano di entrare nella sede del governatorato, ma la Reuters ha riportato testimonianze secondo cui gli agenti hanno sparato sui manifestanti un po’ ovunque, molti dei quali uccisi con colpi alla testa. Migliaia i feriti.

domenica 13 ottobre 2019

Il padrone americano vuole sganciare l’Italia dalla Cina

4/10/19 Di
Mentre arrivava il via libera ai dazi di Trump contro l’Europa che colpiscono duramente anche il Made in Italy, il Segretario di Stato americano in visita a Roma ha colto l’occasione per imporre l’agenda politica al ministro Di Maio. Le intese fra Roma e Pechino irritano non poco gli americani, che in Italia vorrebbero dettare le regole.
Bandiera della Cina
“L’Italia stia attenta, la Cina è una minaccia”, il segretario di Stato americano Mike Pompeo avvisa l’Italia sui pericoli che rappresenterebbe la Cina ed in particolare il progetto 5G. A dirlo sono gli Stati Uniti che hanno lanciato la guerra dei dazi contro l’Unione Europea e l’Italia.
Al di là delle interferenze americane nella politica di Roma, qual è l’importanza della Cina per l’Italia da un punto di vista geopolitico? Sputnik Italia ha raggiunto per un’intervista Alberto Bradanini, presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea, ex Ambasciatore d’Italia in Cina dal 2013 al 2015.

sabato 12 ottobre 2019

IL TOP MANAGER DELLE MANUTENZIONI DELLE AUTOSTRADE, UN ANNO PRIMA DEL PONTE MORANDI: ”DEVO RIDURRE AL MASSIMO I COSTI, SPENDERE IL MENO POSSIBILE, SONO ENTRATI I TEDESCHI, I CINESI…”



IL 28 APRILE 2017 ATLANTIA VENDE QUASI IL 12% DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA, E ARRIVANO 1,48 MILIARDI DA INVESTITORI CINESI E TEDESCHI.

L’INIEZIONE SERVE PER LA MEGA-OPERAZIONE CON LA SPAGNOLA ABERTIS

MICHELE DONFERRI MITELLI 
MICHELE DONFERRI MITELLI
Nella primavera 2017 vanno in scena grandi manovre in casa Atlantia e il 28 aprile si annuncia una maxi -operazione: la vendita di quasi il 12% di Autostrade per l’ Italia (Aspi), che porta nelle casse del colosso controllato dai Benetton 1,48 miliardi. Più della metà del pacchetto azionario (6,97%) è acquistato da un consorzio guidato dai tedeschi di Allianz Group, l’ altra metà è ceduto a Silk Road Fund, fondo sovrano cinese. L’ iniezione di liquidità apre a un’ altra mega -fusione, con Atlantia che acquisirà la spagnola Abertis.

venerdì 11 ottobre 2019

ATTALI: “SOVRANISMO EGUALE ANTISEMITISMO”




Insomma  l’ha detto. Ha posto l’equazione  che s’indovina  tanti suoi correligionari padroni del discorso pubblico, super-europeisti, trattengono a fatica nel gargarozzo.
Il sovranismo in Europa  – ha istruito i suoi lettori Attali –  non  è un rifiuto della disciplina comunitaria. No, “in realtà per lo più quelli che ne fanno l’apologia intendono nei fatti a  mezza bocca un rifiuto dei migranti, e  più vastamente, rifiuto dei musulmani.
La Francia “non deve dimenticare che quel che si cela oggi dietro il ‘sovranismo’ è di fatto  la stessa xenofobia, la stessa chiusura, la stessa mancanza di fiducia in sé  delle ideologia anti-italiane,  anti-polacche, anti-armene e  antisemite dei secoli passati”.

giovedì 10 ottobre 2019

Accordi Italia-Libia, a un incontro del 2017 con gli 007 italiani c’era anche il boss libico Bija

Un’inchiesta esclusiva di ‘Avvenire’ mostra come nella trattativa Italia-Libia aperta nel 2017 per fermate i flussi migratori verso il nostro Paese i funzionari del governo italiano abbiano trattato anche con un pericoloso criminale, che già l’Onu aveva indicato come un boss mafioso libico, e trafficante di esseri umani.

4 ottobre 2019 12:26  di Annalisa Cangem
Uno scoop di ‘Avvenire' mostra come, nel 2017, ci sia stato un incontro tra le autorità italiane e i libici per trovare un accordo sulle partenze dei migranti, al quale ha preso parte anche un noto trafficante di esseri umani, Abd al-Rahman al-Milad, conosciuto come Bija, entrato indisturbato nel Cara di Mineo, in Sicilia. L'incontro è avvenuto l'11 maggio 2017, in un momento in cui l'Italia – Minniti era il ministro degli Interni – stava discutendo con la Libia per arrivare a un accordo con il quale bloccare il flusso dei migranti verso il nostro Paese. ‘Avvenire' ha pubblicato le foto della trattativa segreta, e nelle immagini, ottenute da una fonte ufficiale, si vede chiaramente Bija, seduto al tavolo.

mercoledì 9 ottobre 2019

I gruppi armati di Misurata stanno militarizzando Sirte

2 ottiobre 2019.
Di Vanessa Tomassini.

Dopo essere rimasta fuori dal conflitto per circa sei mesi e nonostante il sindaco abbia più volte preso le distanze dalla lotta politica, la città di Sirte viene coinvolta pesantemente nella guerra a Tripoli. Il comandante della regione centro-occidentale, il misuratino Mohammed el-Haddad, ha incaricato Abdullah al-Naas, di proteggere la città che ha dato i natali al colonnello Muammar Gheddafi. All’inizio delle operazioni militari nella capitale da parte del Libyan National Army (LNA), sotto il comando del feldmaresciallo Khalifa Haftar, al-Naas ha chiesto agli anziani di Misurata di emettere un comunicato di condanna contro l’esercito orientale. Tuttavia il Consiglio, composto da 28 tribù, si è rifiutato in quanto gli anziani non potevano schierarsi contro i loro figli che hanno scelto di arruolarsi con l’esercito di Haftar. Molti giovani di Sirte, compresi i sostenitori del precedente regime, hanno scelto di schierarsi con l’LNA vedendo in esso la possibilità di recuperare quanto andato perduto nel 2011.

martedì 8 ottobre 2019

INTERVISTA - Venezuela, i miti sull'inflazione sfatati dallo specialista finanziario Juan Carlos Valdez

25/9/2019

"Il livello di crisi esistente in Venezuela è dovuto a questioni geopolitiche e all’economia come strumento di guerra dell’imperialismo. Tutte le guerre sono, in ultima istanza, di natura economica, ma non tutte utilizzano l’economia come arma di guerra come si sta facendo contro il Venezuela."



di Geraldina Colotti


Juan Carlos Valdez è avvocato, specialista in diritto finanziario, e magistrato supplente della sala costituzionale del Tribunal Supremo de Justicia (TSJ). E’ esperto di economia politica, materia che insegna, e che diffonde nel programma “Boza con Valdez”, in onda su VTV. Gli chiediamo di spiegare a un lettore europeo di sinistra cosa sta accadendo all’economia venezuelana.

lunedì 7 ottobre 2019

Libia 2011: quando la Nato supportò al Qaeda contro Gheddafi


Piccole Note 16/8/2019.
 
In Libia la Nato intervenne in supporto di al Qaeda. Lo rivela il documentato studio di Alan J. Kuperman, che ha analizzato l’immane documentazione pubblicata al tempo dai rivoltosi sul web. Fonti dirette, dunque, inequivocabili.

Nell’articolo pubblicato sul National Interest il professore della lbj School of Public Affairs di Austin (Texas) dettaglia quanto avvenne in quel fatidico 2011, quando la Libia fu teatro di un’insurrezione contro Muammar Gheddafi, travolto poi dall’intervento Nato.

domenica 6 ottobre 2019

Come gli Houthi hanno rovesciato la scacchiera

www.resistenze.org - osservatorio - della guerra - 21-09-19 - n. 721


Come gli Houthi hanno rovesciato la scacchiera

Pepe Escobar | entelekheia.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

19/09/2019

Lo spettacolare attacco del gruppo sciita Yemenita ad Abqaiq evidenzia la netta possibilità di una spinta per scacciare la Casa Reale Saudita dal potere

Siamo gli Houthi e stiamo arrivando. Con il loro spettacolare attacco contro Abqaiq, gli Houthi dello Yemen hanno rovesciato la scacchiera geopolitica nel sud-ovest asiatico (il Medio Oriente) e sono arrivati al punto di introdurre una dimensione completamente nuova: la chiara possibilità di un azione per togliere dal potere la Casa Reale Saudita.

Un contraccolpo che fa male. Gli Houthi - Sciiti zayditi dello Yemen settentrionale - e i Wahhabiti, si odiano da secoli.
Questo punto è assolutamente essenziale per chiunque voglia comprendere l'incredibile complessità delle tribù Houthi e ha il pregio di collocare le turbolenze nei paesi arabi meridionali in un contesto che va ben oltre una semplice guerra per procura tra Iran e Arabia Saudita.

Tuttavia è importante considerare che gli Sciiti arabi della provincia Orientale - che lavorano nelle installazioni petrolifere saudite - sono necessariamente alleati naturali degli Houthi contro Riyadh.

La capacità degli Houthi di colpire - dagli sciami di droni, agli attacchi con missili balistici - è notevolmente migliorata nell'ultimo anno. Non è un caso che gli Emirati Arabi Uniti abbiano sentito da dove provenisse il vento geopolitico e geo-economico: Abu Dhabi si è disimpegnato dalla brutale guerra del principe ereditario Mohammed bin Salman contro lo Yemen e ha iniziato quella che ha descritto come una strategia di "prima la pace".

Ancor prima di Abqaiq, gli Houthi avevano già organizzato diversi attacchi contro le installazioni petrolifere saudite e contro gli aeroporti di Dubai e Abu Dhabi. All'inizio di luglio, il Centro di comando delle operazioni dello Yemen ha organizzato in pompa magna, a Sana'a, un'esposizione di tutta la gamma dei suoi missili balistici e da crociera e di droni.


Il Ministero saudita della Difesa presenta i droni e i detriti missilistici utilizzati nell'attacco yemenita.

sabato 5 ottobre 2019

Donbass: ricordate e onorate le donne minatrici nel Giorno della Liberazione del Donbass

Scritto da Enrico Vigna
9 settembre 2019

 
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinZU_izOd-YWtFLnocBzUfnIUx1WE3nlIKEN_wIH0Dwqbjf6SV5Pppc2wr0s1TlZTuO8-ih9SC1dmlWMu4fmKRFpPlkwwdSbgM0rFJJBv5IJSlV8kO4J5GrH0tWUBecnkEBlani9PCbFvK/s640/TNhAlWDycw4.jpg

L'8 settembre l’Associazione delle donne Aurora di Donetsk, ha dedicato un incontro alla Giornata della liberazione del Donbass. Questa è stata una grande vittoria per tutto il popolo sovietico e in particolare per le donne sovietiche.
Poche persone sanno che la liberazione del Donbass è stata effettuata dalle donne. A Donetsk, c'è un cartello commemorativo che informa che in questo sito “i discendenti riconoscenti hanno costruito un monumento alle donne del Donbass che hanno compiuto una storica impresa lavorativa, per ripristinare le miniere di carbone distrutte durante la Grande Guerra Patriottica e raggiungere il livello prebellico della produzione di carbone “.

L’8 settembre l'Associazione Aurora con altri amici e compagni, hanno visitato questo luogo e portato fiori in segno di gratitudine a quelle operaie e operai, che hanno reso il Donbass Sovietico una prospera regione mineraria.

venerdì 4 ottobre 2019

Ininterrotti crimini di guerra vengono commessi in Yemen dalla criminale coalizione saudita, in un vergognoso silenzio globale

Scritto da Enrico Vigna
https://www.yemenpress.org/wp-content/uploads/2019/08/lvl2k20170927084637-696x392.jpg Risultati immagini per yemen guerra

Mentre la coscienza della solidarietà internazionale è attenuata e l’attenzione internazionale langue, sepolta dalla disinformazione o peggio dall’indifferenza, quelle organizzazioni che affermano di essere impegnate per i “diritti umani”, si rivelano estranee o distratte  circa l’eccidio sistematico commesso dalla coalizione americano-saudita e loro complici, contro civili, donne e bambini, sistematicamente e ferocemente da cinque anni, ogni giorno nello Yemen.
Dove sono i cantori del “dirittoumanesimo” globale, gli accusatori di “regimi e stati canaglia” indicati da USA e Israele, i praticanti le varie  “rivoluzioni colorate” in ogni dove ci sono  ingiustizie…tranne dove possono infastidire o contrastare interessi NATO o statunitensi?
Perché non levano le loro voci influenti “mediaticamente ed economicamente”, perché tacciono?
Nello Yemen da cinque si attua anni una guerra soprattutto sulla popolazione che vive in prima linea, sottoposta a attacchi indiscriminati che continuano senza sosta, senza alcuna segnale di discontinuità.
Una guerra che ha prodotto finora 3 milioni 650.000 sfollati, continuamente in crescita.
Una aggressione spietata dove non esiste la parola umanitario, dove il cosiddetto diritto internazionale umanitario che dovrebbe proteggere i civili, all’interno di un conflitto è quotidianamente calpestato nel silenzio, letale, internazionale.

giovedì 3 ottobre 2019

I tentacoli di Israele si allungano

Strategic Culture, 6 agosto 2019 (trad. ossin)
 
I tentacoli di Israele si allungano
Brian Cougley
 
Il 23 luglio, alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, un voto schiacciante ha condannato il movimento BDS [Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni], che si propone di esercitare pressioni sul governo israeliano perché «rispetti il suo obbligo di riconoscere il diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione e si conformi pienamente alle prescrizioni del diritto internazionale:
 
1. Mettendo fine all’occupazione e alla colonizzazione di tutte le terre arabe e smantellando il muro
 
2. Riconoscendo i diritti fondamentali dei cittadini arabo-palestinesi di Israele alla piena uguaglianza
 
3. Rispettando, proteggendo e promuovendo il diritto dei rifugiati palestinesi di ritornare nelle loro case e riacquistare i loro beni, come stabilito nella risoluzione 194 delle Nazioni Unite».
 
Il presidente Donald Trump, come lo erano stati tutti i suoi predecessori, è ospite fisso dei meeting dell'AIPAC

mercoledì 2 ottobre 2019

USA – Se vince l’impeachment di Trump, vince il partito (trasversale) della guerra

26 settembre 1919.
 
Nancy Pelosi, il presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha chiesto di avviare l’ impeachment  perchè Trump in una conversazione telefonica con il presidente ucraino Zelensky ha chiesto di riaprire un caso scabroso sul figlio del senatore Biden, candidato per i democratici nelle prossime elezioni USA.
Non è difficile indovinare il motivo per cui i democratici abbiano preso una decisione cosi’ grave: il Partito Democratico è seriamente spaventato dalla prospettiva di trasferire prove di colpevolezza dall’Ucraina agli Stati Uniti sulla famiglia Biden e che quindi questi documenti inneschino   una serie di procedimenti penali contro persone con cui Biden ha lavorato. Tutto ciò può seppellire la carriera politica di Biden, screditare la leadership del Partito Democratico, gettare un’ombra su Barack Obama e infine permettere a Trump di vincere le elezioni.
Ma la  Casa Bianca ha già declassificato la conversazione telefonica di Trump con il presidente ucraino Zelensky, avvenuta il 25 luglio ( e non emergono elementi che configurino ‘abuso di potere’, uno dei motivi per cui negli USA, è previsto l’impeachment).

martedì 1 ottobre 2019

La Luiss, l’università della Confindustria, caccia un docente per un suo tweet “sovranista”.

Quella brutta aria di censura – di Marcello Veneziani – 25/09/2019
Ma che sta succedendo? La Luiss, l’università della Confindustria, non rinnova il contratto al professor Marco Gervasoni, docente ordinario e autore di molti saggi, per un suo tweet “sovranista”.
È ancora recente la “retata” con la generica accusa di istigare all’odio nei confronti non di una pagina precisa o di una persona, ma di varie persone legate a vario titolo a vari movimenti di estrema destra. È recente la censura alla pagina facebook che pubblica i miei scritti e la sospensione di Marco Di Eugenio, il curatore, per aver pubblicato 14 mesi prima un mio articolo ironico-politico tutt’altro che razzista, dal titolo Il prossimo segretario del Pd sarà negro. Dicono, ma è l’algoritmo che blocca automaticamente alla parola negro.
Peraltro è un’offesa alla negritudine, a Leopold Senghor, a chi rivendica di essere negro e un modo di censurare ignorando i contenuti e il senso dei testi. Ma non è questione di algoritmi. Censurare quattordici mesi dopo, e per giunta appena cambia un governo, non è un algoritmo ma è una deliberata censura. E che provenga da una delazione, rende ancora più sinistra l’opera dell’Ovra (oggi sta per Opera Vigilanza Repressione Antifascista).