2 ottiobre 2019.
Di Vanessa Tomassini.
Dopo essere rimasta fuori dal conflitto per
circa sei mesi e nonostante il sindaco abbia più volte preso le distanze dalla
lotta politica, la città di Sirte viene coinvolta pesantemente nella guerra a
Tripoli. Il comandante della regione centro-occidentale, il misuratino Mohammed
el-Haddad, ha incaricato Abdullah al-Naas, di proteggere la città che ha dato i
natali al colonnello Muammar Gheddafi. All’inizio delle operazioni militari
nella capitale da parte del Libyan National Army (LNA), sotto il comando del
feldmaresciallo Khalifa Haftar, al-Naas ha chiesto agli anziani di Misurata di
emettere un comunicato di condanna contro l’esercito orientale. Tuttavia il
Consiglio, composto da 28 tribù, si è rifiutato in quanto gli anziani non
potevano schierarsi contro i loro figli che hanno scelto di arruolarsi con l’esercito
di Haftar. Molti giovani di Sirte, compresi i sostenitori del precedente regime,
hanno scelto di schierarsi con l’LNA vedendo in esso la possibilità di
recuperare quanto andato perduto nel 2011.
L’area del Golfo della Sirte, che si estende da Sirte a ovest a Sidi
Abdelati, a circa sessanta chilometri a nord di Ajdabiya, è nelle mani
dell’LNA. La sala operativa di Ras Lanuf è composta per l’80% da giovani
di Sirte, mentre la sicurezza della città è affidata alla Sirte
Security and Protection Force che comprende al suo interno gruppi di
Misurata che hanno partecipato all’operazione al-Bunian al-Marsus; la
milizia Burkey di Hussein al-Furjani, rifugiatasi a Sirte dopo la
sconfitta a Tripoli da parte delle milizie Gnewa e i Rivoluzioni del 17
febbraio; e la Benghazi Defense Brigades (BDB), nota anche come Saraya
Defense Benghazi, che nel 2016 iniziò la sua marcia su Bengasi chiamata
“Operazione Vulcano di Rabbia”, stesso appellativo usato da Serraj per
la controffensiva a Tripoli attuale. Il gruppo fu costretto a fermarsi
ad Agedabia. Misurata continua ad usare Sirte ed in particolare
al-Bunian al-Marsus, che ha portato alla cacciata di Daesh da Sirte nel
2016, come un modo per pulire la propria immagine e prendere le distanze
dai movimenti terroristici, tuttavia sia le BDB che la milizia Burkey
sono note per i loro collegamenti con al-Qaeda.
Ci sono diversi segnali che Misurata stia militarizzando Sirte per
usarla come piattaforma per condurre e preparare attacchi contro l’LNA.
Ibrahim Jidhran, l’ex capo delle Petroleum Facility Guards, insieme con
le BDB, ha lanciato un attacco su tre assi a giugno dell’anno scorso
alla Mezzaluna Petrolifera e fonti locali confermano che il gruppo punta
ad attaccare nuovamente Ras Lanuf per ritornare in possesso delle
strutture petrolifere; mentre l’ex capo di stato maggiore, Yousef
Al-Mangoush, potrebbe utilizzare Sirte per colpire la base area di
al-Jufra. L’LNA è riuscito a respingere un attacco alla base militare
già il 13 settembre scorso. Questa rappresenta un appoggio logistico
importante per l’esercito per condurre rifornimenti alle sue truppe
impegnate in e intorno Tripoli.
Ore dopo l’attacco, l’LNA e l’aviazione degli Emirati Arabi Uniti
hanno condotto raid aerei contro posizioni GNA nella periferia sud di
Sirte, nella fattispecie l’aeroporto di Gardabya, il quartier generale
della Sirte Protection Force ad al-Fatar Factory ed altre posizioni
appartenenti alle milizie di Misurata. Almeno altri quattro raid aerei
sono stati condotti nelle settimane successive in e ad est Sirte.
Martedì sera un aeromobile a pilotaggio remoto (UAV) riconducibile
all’LNA ha bombardato l’area nei pressi dell’amministrazione del fiume
artificiale. I raid aerei sono iniziati solamente sei mesi dopo
l’inizio delle operazioni dell’LNA nella capitale, in risposta
all’evidente militarizzazione della città, dove i gruppi di Misurata si
sono riversati più per condurre attacchi che per respingerne,
considerato che non ci sono stati segnali di un’imminente offensiva da
parte dell’LNA, né questo ha espresso alcuna volontà di attaccare Sirte.
Alcuni media hanno collegato i raid aerei alla presenza di terroristi
in fuga dal sud della Libia, questa ipotesi tuttavia è da escludere in
quanto le truppe della Sirte Protection Force pattugliano da sempre e
con maggior costanza da aprile il centro fino alla periferia sud, e i
check point non permetterebbero l’ingresso o l’uscita di nessun elemento
sospetto, come ci ha confermato lo stesso portavoce della coalizione
impegnata nella protezione della città.
La militarizzazione di Sirte appare ancora più evidente considerando,
non solo i rinforzi inviati la scorsa settimana dal Governo di Fayez
al-Serraj, ma soprattutto per il clima di intolleranza innescato dai
gruppi armati di Misurata. Diversi civili hanno riferito di atti
intimidatori e perquisizioni da parte delle BDB. “Un Toyota armoured B6
4×4 con firing rings sui finestrini si è appostato per ore sotto la mia
abitazione”. Riferisce un funzionario di una ONG operativa in Libia.
Dagli inizi di settembre, almeno 14 persone risultano scomparse. Sirte è
da sempre nel mezzo della disputa tra Est ed Ovest, esattamente a metà
strada tra l’amministrazione del Governo di Tripoli, verso il quale ha
mostrato spesso la sua insofferenza, e l’esercito orientale da cui
ugualmente ha preso le distanze, preferendo un atteggiamento neutrale.
Sembra chiaro, oggi, il ruolo di Misurata nel trascinare la città nel
mezzo del conflitto, come base strategica per condurre attacchi contro
le forze armate e i vicini giacimenti petroliferi.
Preso da: https://specialelibia.it/2019/10/02/i-gruppi-armati-di-misurata-stanno-militarizzando-sirte/
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