Un silenzio fragoroso circonda l’adesione (senza dibattito) dell’Italia alla EI2
- 4 ottobre 2019
- di Gianandrea Gaiani
- A due settimane dall’annuncio di Palazzo Chigi un silenzio fragoroso
avvolge l’adesione dell’Italia all’European Intervention Initiative
(EI2), proposta da Emmanuel Macron nel settembre 2017 e costituita a
Parigi il 25 giugno 2018 al di fuori sia dagli ambiti NATO sia della
PESCO (Cooperazione Strutturata Permanente nel settore della Difesa)
prevista dai Trattati dell’Unione Europea.
Un annuncio “sospetto”, reso noto sul sito della Presidenza del
Consiglio meno di 24 ore l’incontro a Roma tra il premier Giuseppe Conte
e il presidente Macron, che solo il giorno dopo è stato ripreso dal
sito internet del ministero della Difesa. La notizia è infatti comparsa
sul sito internet della Difesa il 20 settembre mentre già il giorno prima era su quello di Palazzo Chigi.
Il ministro Lorenzo Guerini ha giustificato l’adesione all’EI2
sostenendo che “questa iniziativa è nata da una forte volontà politica e
intende rafforzare la UE e la NATO, entrambe indispensabili a garantire
la sicurezza dell’Europa e degli europei” ma in realtà l’European
Intervention Initiative non solo non rafforza PESCO e NATO ma persegue
l’obiettivo di Parigi di sviluppare uno strumento militare
multinazionale europeo, ma sotto comando francese, per far fronte a
crisi militari e calamità naturali sia a livello di analisi e
pianificazione sia di intervento sul campo.
Pur senza voler ribadire i dettagli espressi in un precedente editoriale
è impossibile non notare che dopo 15 giorni dall’annuncio dell’adesione
italiana né Palazzo Chigi né il ministero della Difesa hanno ritenuto
di fornire dettagli e motivazioni di questa scelta al Parlamento o
quanto meno alle commissioni Difesa di Camera e Senato.
Del tutto assenti inoltre (o non pervenute) valutazioni e
osservazioni dal ministero degli Esteri che pure sull’adesione a un
trattato internazionale, pur se di tipo militare, dovrebbe dire la sua.
Invece di chiarimenti istituzionali ce ne sarebbe davvero bisogno
specie se si tiene conto che l’assenso del Parlamento è necessario per
l’adesione a trattati internazionali.
La EI2 ha incontrato da un lato lo scetticismo di Washington e degli
ambienti NATO ma anche della Germania, che pur avendo aderito
all’iniziativa vede con sospetto le mire di leadership militare
continentale di Parigi e certo non apprezza il tentativo di mantenere
legata la Gran Bretagna, potenza nucleare, a una Difesa europea di cui
Berlino intende assumere la leadership, come dichiarato nel Libro Bianco
2016 dall’allora ministro della Difesa Ursula von der Leyen, oggi
presidente della Commissione Europea.
Dall’altro va tenuto conto che i due precedenti governi italiani hanno guardato con sospetto l’ambigua iniziativa francese.
Nelle scorse settimane il generale Vincenzo Camporini e Michele
Nones, dell’Istituto Affari Internazionali, avevano raccomandato in una
lettera aperta al nuovo ministro della Difesa l’adesione italiana alla
European Intervention Initiative circa la quale, nel giugno 2018, i
ministri Moavero Milanesi (Esteri) ed Elisabetta Trenta (Difesa) non
nascosero dubbi e perplessità.
“Esiste un accordo in Europa che si chiama PESCO, e l’EI2 altro non
fa che prendere i Paesi che vi aderiscono più la Gran Bretagna e dargli
una missione simile”, disse la titolare della Difesa. “È un’iniziativa
parzialmente europea”, da guardare con “cauta e doverosa prudenza”
aggiunse il ministro degli Esteri.
Lo stesso ministro Trenta non aveva escluso “la possibilità di
aderire in un secondo momento” ma se le valutazioni del nuovo esecutivo
sono mutate sarebbe il caso di spiegarlo.
Certo è legittimo (anzi, per nulla sorprendente dopo quello che si è
visto nelle ultime settimane) che il governo Conte 2 esprima valutazioni
e preferenze diametralmente opposte all’esecutivo precedente guidato
dallo stesso Giuseppe Conte ma un’informativa alle Camere è quanto meno
doverosa e un ampio chiarimento è atteso dalla prevista audizione in
commissione Difesa del ministro Guerini, chiamato a illustrare le linee
programmatiche del suo ministero.
Chiarimento necessario anche a sgombrare il campo dalle altrettanto
legittime sensazioni che l’adesione di Roma all’EI2, se non motivata da
esigenze politico-strategiche o da chiare contropartite chieste a
Parigi, rientri nella ormai ben nota politica filo-francese (secondo
molti di eccessiva sudditanza) a cui il PD, oggi tornato nella
maggioranza di governo, ci ha già abituato.
Difficile poi non notare come l’improvvisa adesione italiana alla
iniziativa di Macron sia immediatamente consequenziale alla visita del
presidente francese a Roma, rafforzando così l’impressione che Conte
abbia semplicemente obbedito immediatamente alla richiesta
dell’inquilino dell’Eliseo.
@GianandreaGaian
Foto: AFP, Difesa.it e Governo.it
Preso da: https://www.analisidifesa.it/2019/10/un-silenzio-fragoroso-circonda-ladesione-senza-dibattito-dellitalia-alla-ei2/
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