IL 28 APRILE 2017 ATLANTIA VENDE QUASI IL 12% DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA, E ARRIVANO 1,48 MILIARDI DA INVESTITORI CINESI E TEDESCHI.
L’INIEZIONE SERVE PER LA MEGA-OPERAZIONE CON LA SPAGNOLA ABERTIS
MICHELE DONFERRI MITELLI
Nella primavera
2017 vanno in scena grandi manovre in casa Atlantia e il 28 aprile si
annuncia una maxi -operazione: la vendita di quasi il 12% di Autostrade
per l’ Italia (Aspi), che porta nelle casse del colosso controllato dai
Benetton 1,48 miliardi. Più della metà del pacchetto azionario (6,97%) è
acquistato da un consorzio guidato dai tedeschi di Allianz Group, l’
altra metà è ceduto a Silk Road Fund, fondo sovrano cinese. L’ iniezione
di liquidità apre a un’ altra mega -fusione, con Atlantia che acquisirà
la spagnola Abertis.
Questo risiko
finanziario, secondo la Procura di Genova, potrebbe aver avuto un ruolo
nella gestione della sicurezza delle infrastrutture italiane, Ponte
Morandi compreso.
CASTELLUCCI AUTOSTRADE
Emerge da riunioni
interne alla stessa Aspi, in cui a dettare la linea è Michele Donferri
Mitelli, capo nazionale delle manutenzioni, uno dei più importanti
dirigenti della società: «Devo
spendere il meno possibile… sono entrati i tedeschi, a te non te ne
frega un c…, sono entrati i cinesi… devo ridurre al massimo i costi… e
devo essere intelligente de portà alla fine della concessione… lo
capisci o non lo capisci?».
«TAGLI LEGATI AL PROFITTO»
Per il giudice Angela
Maria Nutini, che nelle scorse settimane ha firmato gli ordini di
arresto per altri tecnici accusati di aver falsificato l’ esito di varie
ispezioni, «emergono con prepotenza le logiche commerciali sottese agli interventi manutentivi».
L’ audio precede di oltre un anno alla strage del 14 agosto 2018. I
finanzieri del Primo Gruppo, coordinati dai colonnelli Ivan Bixio e
Giampaolo Lo Turco, lo hanno trovato nei computer di Marco Vezil,
dirigente Spea, azienda che si occupava del monitoraggio viadotti per
conto di Autostrade. Vezil aveva l’ abitudine di registrare di nascosto
ogni incontro. Perché? Voleva – si chiedono gli inquirenti – mettersi al
riparo da possibili conseguenze sulle decisioni prese a quei tavoli?
LA LETTERA APERTA DI ATLANTIA – AUTOSTRADE PER L’ITALIA A UN ANNO DAL CROLLO DEL PONTE MORANDI
Il 24 ottobre 2017 si
tiene un altro summit tra Autostrade e Spea. Nell’ occasione Don ferri
interviene in modo esplicito sulla sicurezza delle infrastrutture,
chiedendo ai tecnici di rivedere al ribasso le valutazioni di rischio su
alcuni via dotti: «Che sono tutti ‘sti 50 (il numero indica un
coefficiente di rischio, più alto è e più urgenti sono le manutenzioni
da eseguire, ndr)? Me li dovete toglie… Adesso riscrivete e fate Pescara
(il riferimento è a un viadotto nella zona, ndr) a 40, perché ti ho
detto, il danno di immagine è un problema di governance». Un dialogo
che, spiega ancora il giudice, mo stra la «finalità di lucro nelle
direttive di Donferri in ordine all’ attribuzione dei voti dei difetti
delle opere ammalorate».
IL GIALLO DEL DOCUMENTO CONSOB
A rimarcare quanto fosse importante quel periodo è un documento Consob del 16 luglio 2017. Si
spiega come nel patto sottoscritto da Autostrade sia certificato che
«l’ importo complessivo degli impegni di spesa» dovrà rimanere
«immutato». Di qui, con ogni probabilità, l’ ossessione per mantenere i
costi sotto controllo.
Non solo. La
falsificazione dei report, spiega una qualificata fonte d’ indagine,
apre un altro scenario: se al momento della vendita fosse stata
rappresentata una situazione della rete migliore di quanto non fosse in
realtà, i soci potrebbero chiedere i danni. «Le spese di
manutenzione non hanno mai subito flessioni nel 2017 e nel 2019 sono
state rafforzate. Delle affermazioni dell’ allora dirigente di Aspi si
occuperà la magistratura – replica Autostrade – Atlantia ha avviato un
audit interno. ».
GIOVANNI CASTELLUCCI
C’ è un altro incrocio
di date interessante. Nell’ autunno del 2017 Aspi avvia l’ iter per
portare avanti la ristrutturazione del Morandi. Nelle comunicazioni al
Ministero dei Trasporti manifesta una certa fretta, non del tutto
giustificata dalle valutazioni sulla sicurezza dell’ opera. L’
intervento è qualificato come «locale» e non «infrastrutturale».
Fonte: qui
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