In ogni guerra, ancora prima della gente, occorre assassinare la verità. Guerra alla libia: 100000 morti, 240000 persone ancora cercate, 78000 dispersi. 10300 donne violentate, 350000 rifugiati.
L’Artico ha
rappresentato, durante la Guerra fredda, una lunghissima regione di
confine tra due blocchi contrapposti, così come lo è stata l’Europa
attraversata dalla Cortina di Ferro; a differenza di quest’ultima, però,
la regione artica, col suo clima estremo, è sempre stata più una zona
di passaggio: passaggio per i sottomarini atomici che potevano navigare
agevolmente sotto la calotta polare, e passaggio per i bombardieri
strategici e per i missili balistici intercontinentali.
Per questo durante tutto l’arco della contrapposizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica,
tra Nato e Patto di Varsavia, la regione artica, o meglio la sua
periferia composta dalle terre emerse che vi rientrano, ha visto la
nascita di basi per la sorveglianza radar – la famosa catena Dew Line americana ad esempio – e di altre installazioni militari come porti e aeroporti.
Questo confine, questo limes non meglio definito tra i più
sorvegliati al mondo, fu gradatamente abbandonato a partire dal 1990 con
il collasso del sistema sovietico: non essendoci più “un nemico” la
sorveglianza fu ridotta al minimo, e da parte russa possiamo dire che fu
praticamente abbandonata.
Le deleghe servono per semplificare,
non per raddoppiare le scartoffie, sui migranti non si capisce chi abbia
la competenza: la UE vuole fare una cosa, ma gli Stati membri come la
Germania o l’Italia o l’Ungheria un’altra, però i comuni di sinistra
vogliono accogliere, il Viminale vuole respingere, l’ONU vuole delle
regole, le Regioni, gli Stati, i Comuni le Province, la UE la UA e
nessuno che abbia un minimo di rispetto per le leggi e regole già
firmate.
Un Papa che ragionavaMa
anche Bergoglio, quando ha parlato di immigrazione in termini razionali
per evitare il caos e la violenza i media di sinistra non hanno voluto
riportare le sue parole link
L’attuale ministro della Giustizia, Sergio Moro, mentre era giudice
nell’inchiesta Lava Jato ha diretto la strategia mediatica dei
procuratori contro l'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva.
A renderlo noto è ancora una volta The Intercept.
Subito dopo aver interrogato Lula per più di cinque ore, Moro, ordina
rapidamente di andare all’attacco facendo passare la linea che le
dichiarazioni dell’ex presidente siano piene di contraddizioni.
Le Nazioni Unite avvertono
che il bilancio delle vittime a causa dell'aggressione dell'Arabia
Saudita allo Yemen potrebbe salire a 500.000 nel 2020.
"Se i combattimenti continuano fino al 2022, possiamo aspettarci un
totale quasi mezzo milione di morti, tra cui più di 300.000 persone che
moriranno di fame, mancanza di assistenza medica e cause correlate", è
l'allarme lanciato dal vice segretario generale della Onu per gli affari umanitari, Mark Lowcock.
18 maggio 2019, Ilaria Bifarini.
Ingenti prestiti da parte delle organizzazioni finanziari
internazionali, consistenti sgravi del debito statale, fondi raccolti da
iniziative private, che hanno mobilitato tutti, dai singoli cittadini
occidentali attraverso forme organizzate di beneficenza alle star dello
spettacolo, che si sono spese per i diritti dei più deboli attraverso
concerti ed esibizioni. Fiumi di miliardi di dollari che non sembrano aver intaccato
per nulla il problema del sottosviluppo e della povertà endemica del
Terzo Mondo. Anzi. E’ stato riscontrato che, dalla metà degli
anni Novanta, circa 60 paesi in via di sviluppo siano diventati più
poveri in termini di reddito pro-capite rispetto a 15 anni prima. Entro
il 2030 i due terzi dei poveri di tutto il mondo proveranno dall’Africa.
L’asse franco-tedesco ha una terza gamba: la Spagna di Pedro Sanchez.
Sia chiaro, Madrid ha da sempre rappresentato un Paese fondamentale
legato sia a livello politiche che a livello economico all’alleanza tra
Francia e Germania. Ma adesso, con Sanchez, Emmanuel Macron ed Angela
Merkel tutto appare più nitido. Le elezioni europee hanno confermato che
Berlino, Parigi e Madrid hanno costruito un asse sempre più solido che
serve non solo a Francia e Germania per rafforzarsi in Europa, ma anche
alla stessa Spagna per scalzare l’Italia come terza potenza dell’Unione europea.
Una convergenza di interessi che adesso si ripercuote su uno dei fronti
più importanti dell’alleanza tra Berlino e Parigi: la difesa europea.
Di Vanessa Tomassini.
Mentre il Libyan National Army (LNA) guidato dal maresciallo Khalifa
Haftar prosegue la sua guerra contro criminali e milizie, che tengono
ostaggio la capitale, Tripoli, il premier Fayez al-Serraj cerca di
gettare cenere negli occchi degli osservatori internazionali, non solo
utilizzando ancora una volta il fattore immigrazione e terrorismo, ma
anche attraverso la richiesta di elezioni e di una conferenza nazionale.
In una intervista esclusiva a Sky Tg24,
Serraj ha sottolineato che “c’èn un’aggressione in atto, bombardamenti
sui civili, Haftar ha superato ogni limite, ogni legge internazionale”.
Il premier ha anche ammesso che durante il conflitto, “l’Isis sta
crescendo nel nostro Paese, proprio a causa della guerra. Molte cellule
dormienti si stanno risvegliando, il rischio non è soltanto per noi ma
per tutta la regione. L’Isis sta combattendo in alcune città nel sud
della Libia, proprio ora”.
È un inviato di guerra di quelli tosti,
Fausto Biloslavo, sempre presente al fronte dove infuria la battaglia,
con le sue cronache. Biloslavo è diventato talmente popolare tra gli
addetti ai lavori e i lettori del Giornale che le sue avventure sono
diventate un fumetto. Si intitola Libia Kaputt. Dalla caduta di Gheddafi
alla bomba migranti (Signs Books, pagg. 96, euro 20).
14 giugno 2019.
Due petroliere in fiamme nel Golfo Persico, appena fuori lo stretto
di Hormuz, sembrano un perfetto incidente “Golfo del Tonchino” che
ricorda altri momenti. Due navi cisterna, entrambe destinate al
Giappone, sono in fiamme, a seguito di attacchi avvenuti con, si
presume, siluri-drone autoguidati.
L’attacco cade ad un mese da un altro episodio che ha colpito, con
minore potenza, 4 petroliere al largo degli Emirati Arabi. In questo
caso l’attacco è avvenuto invece appena fuori dalle acque territoriali
iraniane, tanto che sono state queste, con navi USA, ad intervenire in
soccorso degli equipaggi.
Il Segretario di Stato USA e l’Arabia Saudita hanno incolpato
dell’attacco l’Iran, che proprio in questi giorni sta ospitando il primo
ministro giapponese Shinzo Abe che sta cercando di trovare una base di
mediazione fra Iran e Stati Uniti. Curiosamente le navi colpite avevano
carichi destinati a Tokio, cosa che potrebbe essere voluta o causale,
dato il grande traffico di navi dirette nel Sol Levante dal Golfo
Persico. Inoltre questo incidente è accaduto all’indomani di un attacco
Houti ad un aeroporto saudita, con una sorta di “Missile Cruise”, che ha
ferito 23 persone.
Una nuova App, che pretende di servire da baluardo contro la
"disinformazione" aggiungendo "classifiche di fiducia" ai siti di
notizie, ha collegamenti a una società di pubbliche relazioni che ha
ricevuto quasi 15 milioni di dollari per promuovere informazione pro-Saudita nei media americani, riporta Breitbart.
NewsGuard e il suo losco comitato consultivo - composto da amanti della verità come Tom Ridge, il primo capo della sicurezza nazionale, ed ex direttore della CIA Michael Hayden - è
stato sottoposto a verifica dopo che Microsoft ha annunciato che
l'applicazione sarebbe stata integrata nei suoi browser mobili. Un
esame più attento degli investitori quotati in borsa della società,
tuttavia, ha rivelato nuove ragioni per essere sospettosi di questo
autodichiarata crociata contro la propaganda. Come ha scoperto
Breitbart, il terzo investitore di NewsGuard, Publicis Groupe,
possiede una società di pubbliche relazioni che ha ripetutamente operato
con l'Arabia Saudita.
Di Vanessa Tomassini. Bengasi, 5 giugno 2019 –“Ho iniziato a
pubblicare le notizie riguardanti gruppi estremisti e terroristi su
Facebook e Twitter a partire dal 2012, quando la città era sotto il
controllo dei jihadisti. Ho sempre utilizzato fonti locali, rispettando
l’anonimato, perché in quel periodo non potevo espormi in prima persona.
Nel 2014 hanno anche provato ad uccidermi, nessuno poteva mettere
nemmeno un mi piace su Facebook perché sarebbe stato ammazzato. Ho
documentato l’operazione dignità, al-Karama, fin dal suo lancio da parte
del comando generale del Libyan National Army (LNA), lavorando come
giornalista indipendente attraverso i social network. A partire dal 15
ottobre 2014, quando l’esercito è entrato ufficialmente qui a Bengasi,
ho cominciato a lavorare come cronista con l’LNA per documentare quanto
stava accadendo considerando che non era presente alcun canale che
supportasse le operazioni militari. I miei account social sono diventati
dei mezzi di informazione, fino a quando nel 2015 abbiamo creato un
giornale chiamato Alwaqt News, a cui collaboravano redattori, fotografi e
grafici. Abbiamo fatto tutto ciò volontariamente, senza venir
retribuiti, solamente per mostrare al mondo con chi stavamo combattendo.
Ho sempre rifiutato di collaborare con qualsiasi agenzia. Ho sempre
raccontato tutto ciò che accadeva, compresi gli aspetti negativi, anche
ciò che l’opinione pubblica non accettava. La maggior parte della gente
sa che io supporto l’esercito, ma ho sempre documentato la verità anche
quando alcuni canali affermavano che l’esercito perdeva questa o quella
zona. Per questo la gente si è fidata di me. Dopo che la guerra è
terminata ho ricevuto una mail nel mio account Yahoo dalla cancelleria
della Corte Penale Internazionale (CPI)”.
12/6/2019 L’economiapolitica, gli insuccessi delle rivoluzioni sociali, la condizione della società sotto la finanza,
si possono spiegare in una pagina, liberandosi di complicazioni
costruite ad arte per nascondere una realtà di base molto semplice e
lineare: nella società, ciascuno è produttore e consumatore, domanda e
offerta (anche negli investimenti produttivi, dove si richiede denaro
oggi promettendo un profitto futuro). Secondo Marco Della Luna, tutta l’economia di scambio necessita di moneta accettata e spendibile, per poter funzionare. Se manca la moneta, cessano gli scambi e l’economia
rallenta. E quindi, chi si impadronisce del monopolio della moneta
(creazione, distribuzione, prezzatura e accettazione) domina l’economia,
tanto più che oggi la valuta circolante è moneta-debito, quasi tutta in
forma di credito. Se si aumenta o si diminuisce la liquidità
disponibile si fa crescere l’economia o la si fa recedere, creando crisi
generali di insolvenza. «Scegliendo le aree geografiche e i settori
economici da spingere e da affossare», il monopolio della moneta
«specula, arbitra, destabilizza, ricatta». Inoltre, facendo accettare
come valore la moneta simbolica creata a costo zero e fornendola come
prestito a interesse composto, «gradualmente si fa creditore di tutto il
reddito presente e futuro». Non a caso, «il totale del debito diventa
sempre più grande della liquidità esistente, e il totale degli interessi
passivi da pagare tende a superare il reddito mondiale».
Violando la risoluzione del Consiglio di Sicurezza
sulla fine della guerra della NATO contro la Serbia del 1999, il Kosovo
ora possiede un esercito.
Secondo il primo ministro kosovaro, Ramush Haradinaj, un accordo
concluso con l’omologo albanese, Edi Rama, prevede di abolire il 1°
marzo 2019 la frontiera fra i due Stati.
Durante un consiglio di ministri congiunto di Albania e Kosovo, è
stato costituito un fondo comune per promuovere l’adesione dei due Stati
all’Unione Europea.
Il primo ministro albanese Rama è stato ospite del parlamento
kosovaro, cui ha esposto un progetto di politica estera e di sicurezza
comuni, ambasciate unificate e un’unica presidenza.
Il 15 febbraio 2019 Rama ha parlato alla rete televisiva Vizion Plus della fusione dei due Stati, affermando che sarebbe la soluzione dei problemi del Kosovo.
La fusione è in contrasto con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza.
La Grande Albania sarebbe il primo Stato mussulmano ad aderire all’Unione Europea.
Thierry
Meyssan replica alle commemorazioni dello sbarco in Normandia e del
massacro di Tienanmen, nonché alla propaganda elettorale per le recenti
elezioni del parlamento europeo, mettendo l’accento sul fatto che
continuiamo a mentire, persino rallegrandocene. Soltanto la verità può
però renderci liberi.
La propaganda è un mezzo per diffondere idee, siano
esse vere o false. Ma mentire a sé stessi significa non assumersi la
responsabilità dei propri errori, convincersi di essere perfetti e
passare oltre.
La Turchia è esempio estremo di questo atteggiamento. Insiste a
negare di aver cercato di liberarsi delle minoranze non mussulmane,
tentando di farle sparire a ondate per un’intera generazione, dal 1894
al 1923. Anche gli israeliani non se la cavano male: pretendono di aver
creato il loro Stato allo scopo di offrire vita degna agli ebrei
sopravvissuti allo sterminio nazista, quando invece già nel 1917 Woodrow
Wilson si era impegnato a fondarlo, e nonostante oggi in Israele oltre
50.000 sopravvissuti ai campi della morte vivano in miseria, al di sotto
della soglia di povertà. Ma gli occidentali provvedono da sé a
costruire il consenso attorno alle proprie menzogne e le professano come
fossero verità rivelate.
Nonostante
sia sparita dalle prime pagine dei giornali, la battaglia per il
controllo di Tripoli sta continuando e sembra lontana dalla fine
Miliziani di Misurata a Tripoli, 9 aprile 2019 (Stringer/picture-alliance/dpa/AP Images) 11 giugno 2019Anche
se la notizia è sparita dalle prime pagine dei giornali italiani, in
Libia la battaglia per il controllo della capitale Tripoli, iniziata lo scorso aprile,
non è finita. Le milizie che si stanno affrontando, riunite grossomodo
attorno a due schieramenti principali, non riescono a imporsi le une
sulle altre e da settimane c’è una specie di situazione di stallo che
non sembra potersi sbloccare nel breve periodo. La battaglia a Tripoli
non è il primo conflitto armato in Libia dalla fine del regime di
Muammar Gheddafi, nel 2011, ma è di certo uno dei più rilevanti, che ha
già provocato centinaia di morti e migliaia di sfollati, e che ha fatto
parlare analisti ed esperti di una “nuova guerra civile“.
**IN realtà in Libia non cè una guerra civile, ma un popolo che combatte contro bande di terroristi pagati dall' occidente, che sostengono Serraji **
Quando Gabriella Gillespie aveva 6
anni, suo padre uccise sua madre. Quando di anni ne aveva 13, il padre
portò lei e le sorelle a vivere nel proprio paese d’origine, lo Yemen, dove le figlie furono vendute in matrimonio.
Disperata alla prospettiva di sposare l’uomo di oltre 60 anni a cui
era stata promessa, la sorella di Gabriella, la diciassettenne Issy,
indossò l’abito nuziale e si gettò dal tetto. Issy precipitò verso la
morte, mentre gli ospiti ignari continuavano a festeggiare.
Come riportato dall’Independent,
le sorelle rimaste, che non parlavano una parola d’arabo, si
rassegnarono a vivere in un remoto villaggio di montagna – tutt’altra
cosa rispetto alle comodità dell’era moderna, in abitazioni di fango
prive di elettricità.
La lettera di Tria non ha convinto la Commissione Europea, che in un
documento di 14 pagine ha attaccato le principali riforme del governo
Conte e aperto la strada alla procedura di infrazione per debito
eccessivo. Il governo, ricorda Federico Ferraù su “Sussidiario”,
ha risposto dicendo di voler rispettare il Patto di Stabilità.
«Apparentemente, dunque, i giochi sono ancora aperti: si tratta. Ma è
un’illusione, perché il destino dell’Italia è già scritto». Lo ha deciso
il club di Stati che contano. Quello che in Italia – e prima, forse,
anche altrove – non si è capito è che non c’è politica che tenga, perché l’unica “politica” che vige nell’Ue
è l’annientamento di chi vìola le regole, anche se le regole non hanno
funzionato. A dirlo è Chris Foster, investitore professionista che ha
operato sui mercati internazionali e che ha conosciuto molto da vicino
gli ambienti dell’eurocrazia europea. È possibile, gli domanda Ferraù,
che la Commissione uscente creda davvero di salvare l’Europa sanzionando
chi viola le regole e insistendo sulle ricette di austerity, che sono
la causa della vittoria dei populisti nelle urne? «Il piccolo super-club
di paesi che controlla il grande “club a 28 Stati” ha le sue ragioni
per gestire meglio il potere»,
dice Foster. «Per il centro-nord Europa, l’Italia da risorsa è
diventata un problema da tutti i punti di vista. Meglio distruggerla
definitivamente, sia dal punto di vista economico che politico».
26 maggio 2019
Dopo aver perso la quasi totalità del territorio in Siria e Iraq,
vedendo così tramontare forse per sempre l’idea del “Ccaliffato”, i
vertici dello Stato islamico sembrano aver modificato la strategia per
privilegiare la guerriglia.
Uno dei siti di informazione legato al gruppo jihadista ha diffuso le
diverse tecniche di combattimento e invita i miliziani ad approfondirne
le conoscenze.
Nelle ultime settimane la rivista online al-Naba, legata al
gruppo fondamentalista, ha incoraggiato i propri lettori ad adottare le
tattiche della guerriglia, pubblicando istruzioni dettagliate su come
compiere le cosiddette azioni “mordi e fuggi”. I leader jihadisti hanno
deciso di adottare questa tipologia di combattimento, che potrebbe
essere utilizzata oltre i confini di Siria e Iraq.
Sale
la preoccupazione per le nuove piogge in arrivo dopo la violenta
inondazione che ha colpito la città di Ghat causando vittime e migliaia
di sfollati
A lanciare l’allarme è l’osservatorio meteorologico nazionale libico in previsione delle nuove piogge che si prevedono sulla città di Ghat, nel sud della Libia, già colpita ad inizio settimana da una violenta inondazione a causa delle forti piogge dei giorni scorsi.
L'appello delle deputate del Gruppo Misto in Parlamento
Sara Cunial e Silvia Benedetti: «Basta demandare all'Unione Europea, la
competenza è nazionale. Dunque, si prendano misure drastiche».
«Abbiamo portato all’attenzione del ministro Centinaio l’annosa questione della moria di api che sta avvenendo in diverse parti d’Italia in seguito a un uso massiccio e scriteriato di pesticidi
estremamente dannosi al loro habitat e alla loro vita, come per esempio
il caso del Mesurol in Friuli per cui è stata aperta un'indagine o
ancora i neonicotinoidi già banditi in diversi stati membri ma purtroppo
ancora utilizzati in Italia». Ad affermarlo sono le deputate del gruppo
Misto Sara Cunial e Silvia Benedetti, che tornano sulla questione di cui, dopo un grande allarme qualche tempo fa, ora si tende a parlare sempre meno.
Alla presenza del Capo della Stato Sergio
Mattarella, del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, del ministro
dello sviluppo economico Luigi di Maio, e delle massime autorità
militari, è stata varata il 25 maggio nei Cantieri di Castellammare di
Stabia (Napoli) la nave Trieste, costruita da Fincantieri.
È una unità anfibia multiruolo e multifunzione della Marina militare
italiana, definita dalla Trenta «perfetta sintesi della capacità di
innovazione tecnologica del Paese». Lunga 214 metri e con una velocità
di 25 nodi (46 km/h), ha un ponte di volo lungo 230 metri per il decollo
di elicotteri, caccia F-35B a decollo corto e atterraggio verticale e
convertiplani V-22 Osprey.
Secondo
Thierry Meyssan, gli europei sono ciechi perché non vogliono vedere.
Nonostante gli innegabili fallimenti, insistono a ritenere che l’Unione
Europea significhi pace e prosperità. Credono che sul piano interno ci
sia contrapposizione tra patrioti e populisti, in realtà entrambe le
parti si pongono sotto la protezione del Pentagono, che le difende dalla
Russia. La strategia internazionale nata dopo la seconda guerra
mondiale va avanti a loro spese, senza che ne abbiano consapevolezza.
Dopo la comune vittoria della seconda guerra
mondiale, Sati Uniti e Regno Unito fecero propria l’immagine
dell’alleato sovietico descritta dall’ambasciatore USA a Mosca, George
Kennan: l’URSS, un impero totalitario che ambiva conquistare il mondo.
Sicché invertirono la rotta e studiarono la strategia del contenimento
(containment): il mondo si divideva in tre parti, la parte già sotto il
dominio sovietico, la parte libera e, infine, la parte da decolonizzare e
da proteggere dall’orco sovietico.
Renzi al Bilderberg con Gruber, ma il vero potere è altrove – tratto dal sito libreidee
La 67ma riunione del gruppo Bilderberg si terrà a Montreux, in
Svizzera, dal 30 maggio al 2 giugno. Politica, economia,
industria, finanza e media: tra i circa 130 partecipanti, nella
“delegazione” italiana ci saranno Matteo Renzi, Stefano Feltri del
“Fatto Quotidiano” e Lilli Gruber.
Lo conferma, in una nota, l’“Huffington Post”.
Saranno trattati 11 grandi temi globali in quattro giorni, tra questi
anche ambiente e futuro: “Un ordine strategico stabile”, “Quale futuro
per l’Europa?”, “Cambiamenti climatici e sostenibilità”.
E poi “Cina”, “Russia”, “Il futuro del capitalismo”, “Brexit”. E
ancora: “L’etica dell’intelligenza artificiale”, “I social media come
arma”, “L’importanza dello spazio”, “Le minacce cyber”.
In Europa è iniziato il processo di creazione di
un movimento specifico contro la guerra e contemporaneamente di
orientamento anti-NATO, ed esso può essere promosso
La conferenza internazionale di membri di organizzazioni senza scopo
di lucro (non governative) tenutasi nell’aprile di quest’anno a Firenze,
in Italia, potrebbe rimanere al di fuori dal orizzonte di personalità
politiche e governative, nonché dei rappresentanti dei media, se non
fosse per una serie di circostanze molto significative ad essa connesse.
La prima e più importante caratteristica distintiva del presente
forum si è manifestata attraverso il motto non standard “No alla guerra,
no alla NATO” sotto cui si è tenuta. I suoi partecipanti hanno
sollevato in modo estremamente deciso la questione della prevenzione di
qualsiasi scontro militare nel continente europeo e nel mondo nel suo
complesso, sia con l’uso di armi nucleari che convenzionali.
Avremmo raggiunto questo momento cruciale in cui l’iperpotenza
declinante comincia a dubitare di se stessa? La stampa nordamericana ha
appena raccontato quello che l’ex-presidente Jimmy Carter ha detto a
Donald Trump durante l’ultimo incontro. L’inquilino della Casa Bianca
aveva invitato il predecessore a parlargli della Cina, e Jimmy Carter
(il 15 aprile scorso-ndr.) ha pubblicamente riferito del discorso
durante una riunione battista in Georgia. Una vera pepita.
“Temi che la Cina va avanti e sono d’accordo con te.
Ma sai perché la Cina ci supera? Normalizzai le relazioni diplomatiche
con Pechino nel 1979. Da quella data, sai quante volte la Cina è stata
in guerra con qualcuno? Neanche una. Noi siamo costantemente in guerra.
Gli Stati Uniti sono la nazione più guerriera nella storia del mondo
perché vogliono imporre i loro valori ad altri Paesi. La Cina, da parte
sua, investe in progetti come le ferrovie ad alta velocità invece di
spendere per le spese militari. Quanti chilometri di ferrovia ad alta
velocità abbiamo in questo Paese? (1) Abbiamo sprecato 3
trilioni di dollari in spese militari. La Cina non ha sprecato un
centesimo per la guerra, ed è per questo che ci supera in quasi tutto. E
se avessimo preso 3 trilioni per le infrastrutture statunitensi,
avremmo una ferrovia ad alta velocità. Avremmo ponti che non collassano.
Avremmo strade che vengono mantenute correttamente. Il nostro sistema
d’istruzione sarebbe buono come quello della Corea del Sud o di Hong
Kong”. (Jimmy Carter, ex presidente USA 1977-1981)
La spesa militare mondiale – secondo le stime pubblicate dal SIPRI il
29 aprile – ha superato i 1800 miliardi di dollari nel 2018, con un
aumento in termini reali del 76% rispetto al 1998. Secondo tale stima,
ogni minuto di spendono nel mondo circa 3,5 milioni di dollari in armi
ed eserciti. Al primo posto figurano gli Stati uniti con una spesa nel
2018 di 649 miliardi. Tale cifra rappresenta il budget del Pentagono,
comprensivo delle operazioni belliche all’estero, non però l’intera
spesa militare statunitense.
Costringere l’avversario a estendersi eccessivamente
per sbilanciarlo e abbatterlo: non è una mossa di judo ma il piano
contro la Russia elaborato dalla Rand Corporation, il più influente
think tank Usa che, con uno staff di migliaia di esperti, si presenta
come la più affidabile fonte mondiale di intelligence e analisi politica
per i governanti degli Stati uniti e i loro alleati. La Rand Corp. si
vanta di aver contribuito a elaborare la strategia a lungo termine che
permise agli Stati uniti di uscire vincitori dalla guerra fredda,
costringendo l’Unione Sovietica a consumare le proprie risorse
economiche nel confronto strategico. A questo modello si ispira il nuovo
piano, Overextending and Unbalancing Russia, pubblicato dalla Rand.
Molti gli stranieri catturati in Siria e in Iraq sotto processo.
Notizie Geopolitiche –
Un tribunale iracheno ha condannato a morte tre cittadini francesi in
quanto combattenti dell’Isis in Siria e quindi terroristi, catturati
dalla coalizione Sdf-iracheno-statunitense. Specialmente nella fase
finale del conflitto molti prigionieri catturanti nella parte orientale
della Siria sono stati portati nelle prigioni irachene dove vengono
sottoposti a processo. Solo a febbraio sono 12 i cittadini francesi, e
molti altri quelli di diverse nazionalità, trasferiti nelle carceri
irachene.
L'ufficio
stampa del generale Haftar parla di jihadisti che, dopo essere stati
sconfitti in Cirenaica, adesso sarebbero a Tripoli al fianco di Al
Sarraj
Di
certo la questione riguardante l’infiltrazione jihadista in Libia è
molto importante, oltre che ben nota: tutte le varie parti in causa che
si contendono quel che resta del paese nordafricano si servono, in
alcune occasioni, di gruppi integralisti che proliferano grazie al caos
del post Gheddafi.
Adesso a tornare sull’argomento è proprio una delle parti in causa in questione, ossia l’Lna: il Libyan National Army guidato da Khalifa Haftar. Nelle scorse ore l’ufficio stampa delle forze fedeli al generale, retto dal sempre attivo Ahmed Al Mismari a Bengasi, annuncia ufficialmente l’individuazione di gruppi e personaggi ritenuti molto vicini agli ambienti jihadisti.
Anche se con condizionali, senza fornire prove e un chiaro vantaggio
propagandistico, un alto ufficiale delle forze del generale Khalifa
Haftar ha sostenuto che il leader del sedicente Stato islamico Abu Bakr
al-Baghdadi potrebbe trovarsi in Libia. Lo riferisce il sito
dell'emittente Libya Channel sintetizzando dichiarazioni del Capo
ufficio stampa della Sala operativa "Al Karama", il generale di Brigata
Khaled Al Mahjoub.