
Visto che la classe politica italiana è stata del tutto inaffidabile negli ultimi 25 anni e sostanzialmente un alleato debole, se non addirittura un nemico – aggiunge Foster – il club «ha deciso di abbandonarla e saccheggiarla». Ovvero: «Vista dal club, l’Italia è un paese finito che non può più fornire crescita all’Unione e quindi è diventato un mercato minore, meno rilevante di 15 anni fa». Ma sono davvero così pochi i paesi che contano in Ue? Oggi, risponde Foster, intervistato da Ferraù, l’Europa è in mano a tre paesi: Francia, Germania e Olanda. Più la Spagna, a margine, che sostenendo umilmente il “club” ha rimpiazzato l’Italia come rappresentante del Mediterraneo. «La nuova Europa è dominata da Macron, una persona che ha ottenuto il 20% della metà degli aventi diritto francesi». E la Spagna «è il nuovo vassallo della Francia e ha interesse a occupare lo spazio che l’Italia ha ceduto o sta cedendo». Abbiamo alleati? Purtroppo no: «Non c’è un paese europeo al di fuori dell’Italia a cui dispiaccia questa situazione», afferma l’analista. «Bisogna guardare il problema non solo nei termini del “cattivo” Soros che odia Salvini, e che quindi finanzia il solito gruppetto di amici anti-sovranisti. Bisogna ormai pensare all’Ue, realisticamente, come ad un club di pochi dove anche i membri ricchi e potenti sono abbastanza in difficoltà sia sul fronte economico e sociale, vedi la Francia, sia su quello della stabilità e influenza politica, vedi la Germania».

Qualsiasi forma smussata di accordo o di cessione a favore del nuovo trend sovranista sarà solo un’apparenza, sostiene Foster. Certo, la situazione economica sta peggiorando drammaticamente in termini di esclusione e moltiplicazione delle diseguaglianze. «Se Macron oggi ha dei problemi, l’anno prossimo li vedrà aumentare». Ma è proprio questo il punto, osserva Ferraù: le forze anti-sistema cresceranno. «Non è necessario ragionare sulla base di un decennio quando si hanno coalizioni di governo che stanno in piedi con cinque deputati», spiega Foster: «Oggi chi pensa nel lungo termine non va oltre 10 mesi. È la grande novità europea: non c’è un paese europeo veramente stabile. Tranne uno solo, l’Ungheria». Quindi, aggiunge Foster, «il partito più influente d’Europa è quello di Soros: ha soldi illimitati per finanziare i propri amici, i temi più cari e soprattutto ha una visone di lungo periodo che nessuno ha in Europa. In sintesi, un novantenne americano gestore di hedge funds è l’unico uomo di potere in Europa con una visione di lungo periodo!».

Al nostro paese, prosegue Foster, «occorrerebbe forse una specie di Piano Marshall, fatto di grande espansione della spesa pubblica combinata con riduzione del peso tributario». Sarebbe l’unico modo per far ripartire un po’ di domanda interna, di spinta demografica e ripresa degli investimenti. «Ma è difficile che accada, perché il paese è ormai compromesso e non ha la forza e la credibilità per azioni forti». Servirebbe poi una ristrutturazione del debito: «Un’operazione delicata, ma prima o poi inevitabile». E l’amministrazione Trump, domanda Ferraù, non sarebbe disponibile ad aiutare l’Italia, se si trovasse isolata in una Ue ostile? Chris Foster ha molti dubbi: «Nella prima difficile situazione di politica internazionale in cui ha potuto decidere da che parte stare, la Nuova Via della Seta, l’Italia ha scelto la parte sbagliata. Un errore gravissimo. Quindi l’affidabilità di questo governo al momento è considerata limitata». Inoltre, aggiunge Foster, «l’importanza dell’Italia come partner strategico per gli Usa è molto minore rispetto a trent’anni fa». Infine, Trump ha troppi fronti aperti. «L’elemento Italia potrebbe diventare importante solo in casi veramente estremi». Ad esempio? «Se Macron ottenesse il supporto tedesco per creare un esercito europeo, superando il ruolo della Nato in Europa. Ecco, a quel punto, probabilmente, Trump direbbe all’Italia che quella è la sua ultima chance per scegliere da che parte stare».
Preso da: https://www.libreidee.org/2019/06/foster-ora-i-boss-dellue-faranno-a-pezzi-litalia-ecco-come/
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