“Un Paese amico ci ha offerto sostegno logistico per
l’operazione militare su Sirte contro lo Stato islamico”, riconosce il
premier libico al Serraj. Nessun nome ma rivelazioni successive
incontestabili. Forze speciali britanniche che avevano già aiutato per
l’operazione “al-Bunian al-Marsus”. E i francesi, e le armi russe, e i
militari italiani col cappello Aise, e così via aiutando non solo per
amicizia.
“Sostegno logistico”,
lo chiama il premier al Serraj per cercare di limitare la percezione
della presenza straniera in Libia. Sostegno un po’ più che logistico
quello delle forze speciali di Londra che amano da sempre i territori di
oltremare. E non solo britanniche. Ed era già accaduto nell’operazione
militare “al Bunian al Marsus”, la liberazione di Abu Ghrein, premessa
all’ingresso delle truppe di terra a Sirte.
Quentin Sommerville, corrispondente dell’emittente britannica “Bbc” e primo giornalista di una Tv occidentale a entrare a Sirte dall’inizio delle operazioni militari contro lo Stato Islamico, ha confermato le voci semiufficiali. I militari di Sua Maestà avrebbero individuato gli edifici dove erano appostati cecchini dell’Isis grazie all’utilizzo di droni tattici, che non ammazzano ma che sorvegliano.
Anche il governo di Tobruk, che non riconosce l’esecutivo di riconciliazione di Tripoli, sembra alla ricerca i nuovi appoggio internazionali dopo il supporto ricevuto da Emirati Arabi Uniti ed Egitto e l’intervento al loro fianco di 160 militari delle forze speciali francesi -dato semi ufficiale- che hanno appoggiato l’offensiva su Bengasi contro le milizie qaediste di Ansar al-Sharia e quelle dei Fratelli Musulmani.
Frammenti di eserciti e frammentazione di alleati, vecchi e nuovi. Il generale Khalifa Haftar, capo delle forze armate della Cirenaica è impegnato in un tour politico diplomatico, nei giorni scorsi in Egitto,suo sostenitore storico, e ora in Russia per cercare il sostegno del Cremlino all’operazione “Karama” in corso a Bengasi contro le milizie islamiche che dopo 2 anni di scontri ancora controllano il 20% della città.
Libya Herald, parla alla ricerca di aiuti come i pezzi di ricambio per alcuni aerei, probabilmente i vecchi Mig 21 che le forze aeree di Tobruk hanno ereditato dall’aeronautica di Gheddafi. Limite per tutti, l’embargo sulle armi delle Nazioni Unite. Mosca potrebbe tuttavia fornire all’esercito supporto tecnico e d’intelligence bilanciando gli aiuti anglo-americani e di Turchia e Qatar alle forze di Tripoli.
Aiuti più o meno ufficiali e generosità più o meno sospette. Così fan tutti, e non solo britannici o framncesi o turchi o egiziani. Mentre le altre potenze coinvolte nella crisi libica prendono posizione in modo più o meno evidente, l’Italia -scrive Analisi Difesa- è scesa in campo al fianco delle forze di al Sarraj inviando un cargo C-130 a Misurata per evacuare 11 miliziani libici gravemente feriti a Sirte.
Preso da: http://www.remocontro.it/2016/06/29/britannici-a-sirte-per-liberare-il-petrolio-libico/
Quentin Sommerville, corrispondente dell’emittente britannica “Bbc” e primo giornalista di una Tv occidentale a entrare a Sirte dall’inizio delle operazioni militari contro lo Stato Islamico, ha confermato le voci semiufficiali. I militari di Sua Maestà avrebbero individuato gli edifici dove erano appostati cecchini dell’Isis grazie all’utilizzo di droni tattici, che non ammazzano ma che sorvegliano.
Anche il governo di Tobruk, che non riconosce l’esecutivo di riconciliazione di Tripoli, sembra alla ricerca i nuovi appoggio internazionali dopo il supporto ricevuto da Emirati Arabi Uniti ed Egitto e l’intervento al loro fianco di 160 militari delle forze speciali francesi -dato semi ufficiale- che hanno appoggiato l’offensiva su Bengasi contro le milizie qaediste di Ansar al-Sharia e quelle dei Fratelli Musulmani.
Frammenti di eserciti e frammentazione di alleati, vecchi e nuovi. Il generale Khalifa Haftar, capo delle forze armate della Cirenaica è impegnato in un tour politico diplomatico, nei giorni scorsi in Egitto,suo sostenitore storico, e ora in Russia per cercare il sostegno del Cremlino all’operazione “Karama” in corso a Bengasi contro le milizie islamiche che dopo 2 anni di scontri ancora controllano il 20% della città.
Libya Herald, parla alla ricerca di aiuti come i pezzi di ricambio per alcuni aerei, probabilmente i vecchi Mig 21 che le forze aeree di Tobruk hanno ereditato dall’aeronautica di Gheddafi. Limite per tutti, l’embargo sulle armi delle Nazioni Unite. Mosca potrebbe tuttavia fornire all’esercito supporto tecnico e d’intelligence bilanciando gli aiuti anglo-americani e di Turchia e Qatar alle forze di Tripoli.
Aiuti più o meno ufficiali e generosità più o meno sospette. Così fan tutti, e non solo britannici o framncesi o turchi o egiziani. Mentre le altre potenze coinvolte nella crisi libica prendono posizione in modo più o meno evidente, l’Italia -scrive Analisi Difesa- è scesa in campo al fianco delle forze di al Sarraj inviando un cargo C-130 a Misurata per evacuare 11 miliziani libici gravemente feriti a Sirte.
Preso da: http://www.remocontro.it/2016/06/29/britannici-a-sirte-per-liberare-il-petrolio-libico/
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