L’antiamericanismo è spesso bocciato
come una derivante del pensiero di estrema sinistra o di destra
radicale; per i benpensanti non ha senso accanirsi contro la patria che è
da sempre il simbolo di democrazia, pace e prosperità. Ma in molti non
si sono mai chiesti perché chi si rifà ad un pensiero politico non
conforme assume, inevitabilmente, una posizione antiamericana: gli Stati
Uniti spesso si rivelano essere un nemico sia dal punto di vista prettamente politico che da quello filosofico e, nella maggior parte dei casi, ideologico.
Le radici di questa avversione non possono che trovarsi nell’origine
stessa dell’America moderna, che vede nella sua fondazione l’affermarsi
di quei principi che ne caratterizzeranno la storia negli anni a
venire: materialismo, imperialismo e mercantilismo. La nascita degli
Stati Uniti è un trionfo borghese, si afferma con lo sterminio graduale
della popolazione autoctona e si rafforza adottando un modello statuale
che si discosta completamente dai migliori esempi europei. Il liberalismo
americano va’ in antitesi con i modelli socialisti o gerarchici tipici
della tradizione europea e mai come nella storia moderna esso si rivela
essere il principale ostacolo per l’indipendenza e la riscossa degli
stati nazionali.
L’Occidente, che prima temeva la minaccia dell’URSS e ora teme quella del terrorismo islamico, ha subito silenziosamente l’invasione
del modello civile e culturale USA, mentre si rende complice del suo
dominio imperialista. Al di là del discorso più identitario e
tradizionale, ci accorgiamo come ogni tentativo di politica autonoma sia
stato ostacolato in maniera diretta o indiretta dagli USA e come questo
atteggiamento continui tutt’oggi. Se nel passato venivano instaurati
regimi vicini agli interessi economici o politici americani, oggi basta
poco per far cadere un governo indipendente e portare al potere uomini
vicini a Washington e alle sue lobby, che indisturbatamente operano in
Europa. E’ nell’interesse della Casa Bianca, infatti, ostacolare ogni
tentativo di politica multipolare , dettando chi siano i
buoni e chi i cattivi. La patria della pace e della democrazia è quella
che in maniera antidemocratica sfrutta gli Stati come vassalli e pedine
per portare la guerra attraverso l’effimera NATO
(prolungamento armato della sua aggressiva mentalità guerrafondaia) e
che ne mina i possibili sbocchi economici attraverso il ricatto
finanziario.
Perché ciò deve interessare maggiormente chi vuole comprendere la nostra politica? Perché solo una volta che si è compreso
chi ostacola la nostra sovranità, chi trae vantaggi dalle lobby che
puntualmente denunciamo, chi strumentalizza l’informazione e avvantaggia
un sistema politico corrotto sin dalle fondamenta, solo allora si
capirà chi è il nemico e a quale fine bisogna giungere: l’indipendenza , nel nome della lotta all’imperialismo e al capitalismo.
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