DI MANUEL GIANNANTONIO | |
Come riporta un articolo
pubblicato dal Guardian, gli Stati Uniti e la NATO si apprestano a
condurre nuove operazioni militari contro la Libia
LONDRA – Il giornale
britannico indica come le potenze occidentali fanno pressione sulla
coalizione libica del “governo di unione”, nuovamente formato e
riunitosi la settimana scorsa sotto la direzione del governo maltese,
per approvare nuovi colpi contro lo Stato islamico. Il primo obiettivo
del governo di unione è quello di “lanciare un appello all’Occidente per
un aiuto diretto”, come ha detto l’ambasciatore dell’UE in Libia. Il
primo ministro britannico David Cameron ha chiamato la nuova coalizione
ad agire come governo unito e rappresentativo in Libia nella lotta
contro Daesh. I Regimi del Golfo non resteranno a guardare ed invieranno
forze per appoggiare il governo di unione.
Il portavoce del Dipartimento di Stato
americano John Kirby, ha promesso che Washington sosterrà la nuova
coalizione con “pieno appoggio e con l’aiuto tecnico, economico e
militare contro il terrorismo”.
Nella sua conferenza stampa di fine
anno, tenutasi il 18 dicembre, il 44° presidente americano Barack Obama,
ha ripetutamente fatto allusioni a piani per nuovi interventi militari
congiunti tra USA e NATO in Libia, affermando di fatto che “il paese sta
attraversando una pessima situazione” dopo il fallimento della NATO
nella ricostruzione di un governo post guerra nel 2011.
Ben lontano da qualsiasi unità o
stabilità reale, il nuovo governo è stato organizzato per costruire la
via a nuovi assalti militari delle potenze imperialiste contro la Libia.
Tentano di controllare il caos politico prodotto dalla guerra del 2011
per condurre un’altra campagna neocoloniale contro l’Africa e il Medio
Oriente. La Libia possiede grandissime riserve petrolifere.
La scorsa settimana i media occidentali
hanno parlato di una crescente minaccia dello Stato islamico in Libia.
Domenica, hanno affermato che le milizie dell’IS erano sul punto di
conquistare la città di Ajdabiya. Alcuni articoli affermavano che una
simile vittoria fornirebbe alle milizie il controllo di una buona parte
delle ricchezze petrolifere del paese. Nel frattempo, una missione delle
forze speciali americane in Libia si è conclusa con un nulla di fatto.
Le forze in attacco si sono ritirate rapidamente dopo l’inatteso
contrattacco delle forze locali, secondo il Guardian. Le truppe si sono
ritirate poco dopo il loro impiego quando hanno constatato che le forze
libiche controllavano la zona. Prima di partire i soldati americani si
sono fotografati di fronte a un aeroporto libico.
Domenica, la trasmissione NBC News
informava che le truppe americane impiegate in Libia entrano ed escono
segretamente dal paese “da diverso tempo”. Si sapeva che delle forze
speciali americane conducevano operazioni in Libia già dal 2011. Da
quando gli Stati Uniti e la NATO conducono guerre contro la Sira e la
Libia. Un reportage della NBC ha smascherato come le forze americane
hanno continuato a condurre operazioni segrete in Libia dalla fine
ufficiale della guerra. Queste prove sopravvivono nel contesto dei
preparativi delle potenze occidentali nel nome della lotta all’IS. Tra
l’altro, sono le stesse milizie che i servizi segreti americani ed
europei e gli alleati regionali come l’Arabia Saudita hanno finanziato e
armato nella guerra che ha portato al brutale assassinio di Muammar
Gheddafi in Libia e che furono, non dimentichiamolo, impiegate contro il
presidente Assad in Siria.
Le più violente proposte per queste
operazioni sono state fatte da Londra congiuntamente al nostro paese,
per sviluppare una strategia che prevede l’invio di forze via terra per
occupare zone della nostra ex colonia. La Gran Bretagna ha impiegato
almeno 1000 soldati nell’ambito di un piano di formazione di nuove
milizie sostenute dall’Occidente. In un rapporto redatto dall’ONU la
settimana scorsa, il governo britannico ha affermato che l’IS considera
la Libia come “la miglior opportunità per espandere il proprio
califfato” e che il gruppo islamico ha stabilito nuove zone di transito
nell’Africa del nord.
La guerra contro lo Stato islamico
sembra davvero essere diventata il pretesto per le potenze imperialiste
di divedersi le aree del Medio Oriente e del nord Africa.
(Twitter@ManuManuelg85)
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