26 dicembre 2015
Un commando di forze speciali americane è giunto in Libia lunedì
scorso ma è stato subito “invitato” a lasciare il Paese a causa di un
equivoco tra aviazione ed esercito libici (quelli legati al governo di
Tobruk). Interpellate dalla Nbc, fonti della Difesa statunitense hanno
confermato la presenza del commando in Libia dopo che l’aeronautica
libica aveva pubblicato sulla propria pagina Facebook le fotografie dei
militari americani, a quante pare membri del MARSOC (Marine Special
Operations Command) provenienti dalle basi di Sigonella (Sicilia) o
Moròn (Spagna).
I militari americani sono atterrati nella base di al-Wattiya, a
Sud-Ovest di Tripoli, una delle più grandi della Libia e oggi quartier
generale delle forze di Tobruk presenti in Tripolitania impegnate nelle
operazioni contro le milizie islamiste del governo di Tripoli.
Al-Wattiya
si trova non lontano da Ajaylat, la base dei jihadisti dello Stato
Islamico situata alle porte di Sabrata che funge da campo
d’addestramento per i foreign fighters tunisini destinati a combattere
sui fronti siriano e libico ma anche a effettuare attentati in Tunisia.
Secondo il sito libicoLibya Herald, il commando Usa avrebbe avuto proprio il compito di colpire la base dei jihadisti.
Le fonti della Difesa Usa hanno precisato che le forze americane
fanno “avanti e indietro in Libia” da “qualche tempo ormai”, ma solo in
ruoli di consulenza alle forze libiche (di Tobruk) e non per condurre
operazioni di combattimento o di addestramento.
I
militari giunti lunedì scorso sarebbero stati invitati a lasciare il
Paese per un problema di comunicazione tra la base di al-Wattiya e le
forze dell’esercito di Tobruk che disporrebbe di consiglieri militari
statunitensi.
Versione che pare combaciare con il post apparso sulla pagina
Facebook dell’aeronautica, in cui c’è scritto che “un aereo militare Usa
è atterrato con 20 soldati a bordo. senza alcun precedente
coordinamento”. I soldati americani “sono arrivati in tenuta da
combattimento, con giubbotti antiproiettile, armi sofisticate,
silenziatori, pistole, visori notturni, strumentazione GPS, fucili
‘assalto e un veicolo fuoristrada.
“Interpellati
dai soldati libici, gli americani hanno detto di essersi “coordinati
con altri membri dell’esercito libico” e la “risposta del nostro eroico
esercito di stanza nella base di al-Wattiya è stata quella di dire loro
di partire immediatamente e il gruppo se ne è andato, portando via le
proprie attrezzature”. Indicativo il commento dell’aeronautica che si
chiede “in quanti stiano trattando con gli stranieri sotto la copertura
dell’esercito libico”.
Secondo la fonte del Pentagono citata dalla Nbc, i militari Usa erano
in Libia per “promuovere le relazioni d’accordo con le autorità
libiche” ma, invitati da una “milizia locale” a partire, hanno lasciato
il paese “senza incidenti”.
I
20 militari sono arrivati in Libia e sono ripartiti a bordo di un aereo
civile registrato negli Emirati Arabi Uniti, Paese che insieme
all’Egitto risulta essere il principale sponsor del governo di Tobruk.
Quanto emerso circa le operazioni segrete (un po’ raffazzonate) degli
statunitensi in Libia getta non poche ombre sull’impatto che potrà
avere sulla nascita del nuovo governo di unità nazionale patrocinato
dall’Onu.
Azioni unilaterali statunitensi così come quelle francesi e britanniche
indicate da altre indiscrezioni che giungono dalla ex colonia italiana,
anche se dirette a colpire lo Stato Islamico, potrebbero creare
ulterio9re confusione in un Paese già in preda al caos.
Specie
se dovesse determinarsi una situazione in cui alcuni Stati (come
l’Italia) sostengono il nuovo esecutivo mentre altri effettuano
operazioni militari indipendenti appoggiandosi in modo più o meno
stabile e credibile ad alcune delle decine di fazioni e milizie libiche.
Foto: Facebook Aeronautica Libica
Preso da: http://www.analisidifesa.it/2015/12/cosa-facevano-le-forze-speciali-dei-marines-in-libia/
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