Per
anni la NATO ha concesso l’impunità ai convogli dei rifornimenti
diretti a SIIL e al-Qaida. I raid aerei russi li hanno interrotti per
strada.
Tony Cartalucci 29 novembre 2015
Tony Cartalucci 29 novembre 2015
Se
un legittimo e ben documentato convoglio di aiuti umanitari che
trasportava rifornimenti ai civili in Siria è stato veramente distrutto
dagli attacchi aerei russi, è probabile che il mondo non avrebbe mai
smesso di sentirne. Invece, in gran parte del mondo se n’è sentito poco o
nulla del convoglio di “aiuti” presunti, distrutto nei pressi di Azaz,
Siria, alla fine del corridoio Afrin-Jarabulus attraverso cui i
rifornimenti del cosiddetto Stato islamico (SIIL) e dei resti di al-Qaida
passano, dove la NATO ha da tempo cercato di creare una “zona
cuscinetto” più accuratamente descritta come trampolino della NATO nella
Siria occupata da cui lanciare il terrorismo nel territorio siriano.
Il
quotidiano turco Sabah ha riportato nell’articolo, “Attacchi aerei russi colpiscono un convoglio di aiuti nel nord-ovest, nella città siriana di Azaz, 7 uccisi“, afferma: “Almeno
sette persone sono morte, 10 ferite, dopo un apparente attacco aereo,
secondo quanto riferito, di jet russi che hanno mirato a un convoglio di
aiuti nella città nel nord-ovest siriano di Azaz, nei pressi di un
valico di frontiera con la Turchia”. Il quotidiano Sabah aveva anche riferito: “Parlando
al quotidiano Sabah, Serkan Nergis dalla Fondazione di Soccorso
Umanitaria (IHH) ha detto che l’area presa di mira si trova a circa 5
chilometri a sud ovest del valico di frontiera di Oencupinar. Nergis ha
detto che l’IHH ha un’unità di protezione civile ad Azaz e aiutava la
gente del posto a spegnere i camion. I camion probabilmente
trasportavano aiuti o merci, aggiungeva Nergis”. L’articolo del
quotidiano Sabah rivelava anche che il valico di confine turco-siriano
di Oncupinar è controllato da coloro che definisce “ribelli”. Il valico
di frontiera di Oncupinar dovrebbe essere familiare a molti come teatro
dei reportage della troupe televisive della radio internazionale tedesca
Deutsche Welle (DW) che riprese centinaia di camion in attesa
alla frontiera, diretti nel territorio dello SIIL, a quanto pare con la
piena approvazione di Ankara. L’articolo fu pubblicato nel novembre
2014, un anno fa, e rivelava esattamente come lo SIIL poteva continuare a
combattere in modi altrimenti inspiegabili e apparentemente
inesauribili. Il rapporto intitolato “‘Le linee di rifornimento dalla Turchia“, con un video e una descrizione secondo cui: “Ogni
giorno, camion carichi di cibo, vestiario e altre forniture
attraversano il confine dalla Turchia alla Siria. Non è chiaro chi
riceva la merce. Gli autotrasportatori ritengono che la maggior parte
del carico sia per la milizia dello “Stato islamico”. Petrolio, armi e
soldati vengono contrabbandati al confine, e i volontari curdi
pattugliano la zona nel tentativo di arginare i rifornimenti”. Il
rapporto, e molti altri simili, lasciavano molti chiedersi perché se gli
Stati Uniti sono disposti ad effettuare operazioni militari rischiose
profondità nel territorio siriano per la presunta “lotta allo SIIL”, non
s’impegnavano nell’assai meno rischiosa strategia di assicurare il
confine turco-siriano nel territorio della Turchia stessa, soprattutto
se si considera che gli Stati Uniti hanno una base aerea, campi di
addestramento e avamposti d’intelligence nel territorio turco e al
confine dove molti convogli di rifornimento dello SIIL passano.
Idealmente, la NATO avrebbe dovuto interdire tali convogli dei
rifornimenti prima ancora di arrivare in Siria, arrestarne gli autisti e
sorvegliare coloro che caricano i camion alla partenza e arrestarli. In
alternativa, i camion avrebbero dovuto essere distrutti alla frontiera
o, per lo meno, una volta entrati in Siria e chiaramente diretti nei
territori occupati dallo SIIL. Che nulla di ciò sia avvenuto, lasciava
molti trarre conclusioni sull’impunità concessa a tale rete logistica,
palesemente intenzionale e che implicava la NATO alimentare direttamente
gli stessi terroristi dello SIIL che affermava di “combattere”.
La Russia accelera
Ovviamente, qualsiasi nazione veramente interessata a sconfiggere lo SIIL l’attaccherebbe alla base: sulle linee di rifornimento. L’armamento sarà cambiato nei secoli, ma la strategia militare, in particolare individuare e tagliare le linee di rifornimento del nemico, è un metodo provato e reale per vincere in ogni conflitto. La Russia, di conseguenza, trova questi convogli un bersaglio naturale e tenta di colpire il più vicino possibile al confine siriano-turco, per impedire che qualsiasi carico arrivi nelle mani dello SIIL. Il presidente russo Vladimir Putin ha osservato, sul convoglio di Azaz in particolare che, se legittimamente trasportava aiuti, sarebbe stato dichiarato e le sue attività fatte conoscere a tutte le nazioni i cui aerei militari operano nella regione. I camion colpiti negli ultimi attacchi aerei, proprio come nell’inchiesta di DW, trasportavano cemento e acciaio, non “latte e pannolini”, come l’occidente fa credere. Le forniture passavano attraverso un valico controllato dai “ribelli” e cioè i rifornimenti erano sicuramente diretti nel territorio controllato dai “ribelli”, di al-Qaida ad ovest, e dello SIIL ad est. Gli attacchi aerei russi assicurano che i rifornimenti non arrivino ad alcuno dei due.
Ovviamente, qualsiasi nazione veramente interessata a sconfiggere lo SIIL l’attaccherebbe alla base: sulle linee di rifornimento. L’armamento sarà cambiato nei secoli, ma la strategia militare, in particolare individuare e tagliare le linee di rifornimento del nemico, è un metodo provato e reale per vincere in ogni conflitto. La Russia, di conseguenza, trova questi convogli un bersaglio naturale e tenta di colpire il più vicino possibile al confine siriano-turco, per impedire che qualsiasi carico arrivi nelle mani dello SIIL. Il presidente russo Vladimir Putin ha osservato, sul convoglio di Azaz in particolare che, se legittimamente trasportava aiuti, sarebbe stato dichiarato e le sue attività fatte conoscere a tutte le nazioni i cui aerei militari operano nella regione. I camion colpiti negli ultimi attacchi aerei, proprio come nell’inchiesta di DW, trasportavano cemento e acciaio, non “latte e pannolini”, come l’occidente fa credere. Le forniture passavano attraverso un valico controllato dai “ribelli” e cioè i rifornimenti erano sicuramente diretti nel territorio controllato dai “ribelli”, di al-Qaida ad ovest, e dello SIIL ad est. Gli attacchi aerei russi assicurano che i rifornimenti non arrivino ad alcuno dei due.
Strangolare i terroristi della NATO al confine
L’aumento dell’attività della Russia al confine siriano-turco significa che si è nelle fasi finali del conflitto siriano. Con le forze siriane e curde che chiudono il confine ad est dell’Eufrate, il corridoio Afrin-Jarabulus è l’unica via rimasta ai rifornimenti diretti ai terroristi in Siria. Le forze siriane hanno iniziato ad avanzare verso l’Eufrate da Aleppo, e poi a nord al confine siriano-turco, vicino Jarabulus. Circa 90-100 km ad ovest di Afrin, Dana e Azaz, la Russia inizia a tagliare le linee di rifornimento dei terroristi al confine. Le forze siriane probabilmente arriveranno e chiuderanno questa regione. Per coloro che criticano la campagna aerea della Russia sostenendo che i conflitti non possono essere vinti dal cielo senza una componente di terra, dovrebbe essere ormai chiaro che l’Esercito arabo siriano è quella componente che infligge a SIIL e al-Qaida le sconfitte più spettacolari nel conflitto. Quando questo corridoio sarà chiuso e le forniture tagliate, SIIL, Nusra e tutte le fazioni della NATO si esauriranno e scompariranno mentre l’Esercito arabo siriano ristabilisce l’ordine nel Paese. Questo può essere il motivo per cui vi è l’improvvisa “corsa” dall’occidente a gettare risorse nella regione, impulso guidato degli Stati Uniti inviando forze speciali nel territorio siriano stesso, e l’imboscata turca a un Su-24 russo presso il confine Siria-Turchia. Tutto ciò è la chiara illustrazione del perché il conflitto siriano non sia mai stato veramente una “guerra civile”. Il sostegno totale ai terroristi che combattono il governo e il popolo siriani è esterno alla Siria. Tagliato e con la prospettiva di veder eradicare i terroristi, i veri sponsor del conflitto agiscono in modo più diretto e aperto per salvare il loro fallimentare complotto contro lo Stato siriano. Ciò che emerge è quello che si sospettava ed era perfino ovvio a tutti, una guerra per procura iniziata e combattuta per le ambizioni egemoniche occidentali nella regione, sostenendo volutamente l’estremismo, non combattendolo.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAuroraL’aumento dell’attività della Russia al confine siriano-turco significa che si è nelle fasi finali del conflitto siriano. Con le forze siriane e curde che chiudono il confine ad est dell’Eufrate, il corridoio Afrin-Jarabulus è l’unica via rimasta ai rifornimenti diretti ai terroristi in Siria. Le forze siriane hanno iniziato ad avanzare verso l’Eufrate da Aleppo, e poi a nord al confine siriano-turco, vicino Jarabulus. Circa 90-100 km ad ovest di Afrin, Dana e Azaz, la Russia inizia a tagliare le linee di rifornimento dei terroristi al confine. Le forze siriane probabilmente arriveranno e chiuderanno questa regione. Per coloro che criticano la campagna aerea della Russia sostenendo che i conflitti non possono essere vinti dal cielo senza una componente di terra, dovrebbe essere ormai chiaro che l’Esercito arabo siriano è quella componente che infligge a SIIL e al-Qaida le sconfitte più spettacolari nel conflitto. Quando questo corridoio sarà chiuso e le forniture tagliate, SIIL, Nusra e tutte le fazioni della NATO si esauriranno e scompariranno mentre l’Esercito arabo siriano ristabilisce l’ordine nel Paese. Questo può essere il motivo per cui vi è l’improvvisa “corsa” dall’occidente a gettare risorse nella regione, impulso guidato degli Stati Uniti inviando forze speciali nel territorio siriano stesso, e l’imboscata turca a un Su-24 russo presso il confine Siria-Turchia. Tutto ciò è la chiara illustrazione del perché il conflitto siriano non sia mai stato veramente una “guerra civile”. Il sostegno totale ai terroristi che combattono il governo e il popolo siriani è esterno alla Siria. Tagliato e con la prospettiva di veder eradicare i terroristi, i veri sponsor del conflitto agiscono in modo più diretto e aperto per salvare il loro fallimentare complotto contro lo Stato siriano. Ciò che emerge è quello che si sospettava ed era perfino ovvio a tutti, una guerra per procura iniziata e combattuta per le ambizioni egemoniche occidentali nella regione, sostenendo volutamente l’estremismo, non combattendolo.
Preso da:https://aurorasito.wordpress.com/2015/11/30/i-convogli-dei-terroristi-della-nato-fermati-ai-confini-della-siria/
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