F. William Engdahl New Eastern Outlook 24/08/2015
La
Turchia è una terra bellissima, ricca di risorse, con molte persone
intelligenti e amichevoli. Capita anche che abbia un presidente
intenzionato a distruggere la nazione una volta orgogliosa. Sempre più
dettagli emergono rivelando che lo Stato islamico in Iraq e Siria,
conosciuto come SIIL, SI o Daish, sia mantenuto in vita da Recep Tayyip
Erdogan, il presidente turco, e dal suo servizio d’intelligence turco,
il MIT, la CIA turca. La Turchia, come risultato della volontà di
Erdogan di aver ciò che alcuni chiamano fantasie neo-ottomane su un
impero che si estende dalla Cina a Siria e Iraq, minaccia non solo di
autodistruggersi, ma gran parte del Medio Oriente se continua tale
percorso. Nell’ottobre 2014 il vicepresidente statunitense Joe Biden
disse a una riunione ad Harvard che il regime di Erdogan sostiene il
SIIL con “centinaia di milioni di dollari e migliaia di tonnellate di armi...”
Biden poi chiese scusa, chiaramente per ragioni tattiche per avere il
permesso da Erdogan di usare la base aerea di Incirlik per gli attacchi
aerei contro il SIIL in Siria, ma le dimensioni del sostegno di Erdogan
al SIIL si rivelano molto, molto più grandi di quanto accennato da
Biden. I terroristi del SIIL sono stati addestrati da Stati Uniti,
Israele e anche dalle forze speciali turche nelle basi segrete nella
provincia di Konya, in Turchia al confine con la Siria, nel corso degli
ultimi tre anni. Il coinvolgimento di Erdogan nel SIIL è molto profondo.
Nel momento in cui Washington, Arabia Saudita e Qatar addirittura
sembrano aver tolto il sostegno al SIIL, incredibilmente persiste. Il
motivo appare il grande sostegno di Erdogan e del suo compare
neo-ottomano, il primo ministro Ahmet Davutoglu.
La
prima fonte di finanziamento del SIIL oggi è la vendita del petrolio
iracheno dai giacimenti della regione di Mosul, dove ha una roccaforte.
Il figlio di Erdogan permetterebbe l’esportazione di petrolio del SIIL.
Bilal Erdogan possiede diverse compagnie marittime ed avrebbe firmato
contratti con società operative europee per trafficare in petrolio
iracheno rubato in diversi Paesi asiatici. Il governo turco acquista
petrolio saccheggiato dai pozzi di petrolio iracheni occupati. Le
compagnie marittime di Bilal Erdogan hanno moli speciali nei porti di
Beirut e Ceyhan contrabbandando il greggio del SIIL su petroliere
dirette in Giappone. Gursel Tekin vicepresidente del Partito Popolare
Repubblicano turco ha dichiarato in una recente intervista a media
turchi, “il presidente Erdogan afferma che secondo le convenzioni
internazionali non c’è infrazione legale nelle attività illecite di
Bilal, e suo figlio fa affari ordinari con società giapponesi, ma in
realtà Bilal Erdogan è complice fino al collo del terrorismo, ma fin
quando suo padre resta in carica sarà immune da ogni inchiesta
giudiziaria”. Tekin aggiunge che la compagnia marittima di Bilal che
traffica il petrolio del SIIL, BMZ Ltd, è “un affare di famiglia e
parenti stretti del presidente di Erdogan, di cui detengono le azioni,
abusa di fondi pubblici e prende prestiti illeciti da banche turche”.
Oltre al redditizio contrabbando di petrolio di Bilal per il SIIL,
Sumeyye Erdogan, altra figlia del presidente turco, gestisce un ospedale
da campo segreto in Turchia appena oltre il confine con la Siria, dove i
camion dell’esercito turco ogni giorno trasportano decine di jihadisti
feriti del SIIL, e ne inviano altri per la sanguinosa jihad in Siria,
secondo la testimonianza di un’infermiera reclutata per lavorarvi fin
quando non fu scoperto che è un’alawita, come il presidente siriano
Bashar al-Assad, che Erdogan è deciso a rovesciare. Il cittadino turco
Ramazan Basol, catturato questo mese dalle Unità di Difesa del Popolo
curdo, YPG, mentre cercava di unirsi al SIIL dalla provincia di Konya,
ha detto ai suoi carcerieri che fu inviato presso il SIIL dalla setta di
Ismail Aga, una setta rigorista islamica turca che afferma di essere
legata a Recep Erdogan. Secondo Basol la setta recluta membri e fornisce
supporto logistico all’organizzazione islamista, aggiungendo che la
setta addestra i jihadisti a Konya e li invia alle bande del SIIL in
Siria.
Secondo l’analista geopolitico francese Thierry Meyssan, Recep Erdogan “ha
organizzato il saccheggio della Siria, smantellato le fabbriche di
Aleppo, capitale economica, e rubato i macchinari. Inoltre, ha
organizzato il furto dei tesori archeologici e creato un mercato
internazionale ad Antiochia… con l’aiuto del generale Benoit Puga, Capo
di Stato Maggiore francese, ha organizzato un’operazione false flag per
provocare la guerra con l’Alleanza Atlantica, il bombardamento chimico
di Ghuta a Damasco, nell’agosto 2013“. Meyssan sostiene che la
strategia in Siria di Erdogan fu inizialmente segretamente coordinata
con l’ex-ministro degli Esteri francese Alain Juppé e il ministro degli
esteri Ahmet Davutoglu, nel 2011, dopo che Juppé convinse un titubante
Erdogan all’idea di sostenere l’attacco al tradizionale alleato turco,
la Siria, in cambio della promessa del sostegno francese all’adesione
della Turchia all’Unione europea. La Francia poi si ritirò lasciando
Erdogan continuare il bagno di sangue siriano, soprattutto per mano del
SIIL. Il generale John R. Allen, nemico della strategia di pace con
l’Iran di Obama, ora inviato diplomatico degli USA per coordinare la
coalizione contro lo Stato islamico, ha violato il suo mandato
incontrando Erdogan “promettendogli di creare una “no-fly zone” di
150 km in territorio siriano, lungo il confine con la Turchia,
presumibilmente per permettere ai rifugiati siriani di fuggire dal loro
governo, ma in realtà per applicare il “piano di Juppé-Wright”. Il primo
ministro turco Ahmet Davutoglu ha rivelato il sostegno degli USA al
piano sul canale televisivo A Haber, facendo bombardare il PKK”, aggiunge Meyssan.
Non ci sono mai vincitori in guerra e la guerra di Erdogan contro Assad in Siria lo dimostra. La Turchia e il mondo meritano di meglio. La famosa politica estera “zero problemi con i vicini” di Ahmet Davutoglu ha creato enormi problemi a tutti i vicini a causa delle velleità di Erdogan e della sua banda.
Non ci sono mai vincitori in guerra e la guerra di Erdogan contro Assad in Siria lo dimostra. La Turchia e il mondo meritano di meglio. La famosa politica estera “zero problemi con i vicini” di Ahmet Davutoglu ha creato enormi problemi a tutti i vicini a causa delle velleità di Erdogan e della sua banda.
F. William Engdahl
è consulente di rischio strategico e docente, slaureato in Scienze
Politiche all’Università di Princeton è autore di best-seller su
petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online New Eastern Outlook.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAuroraPreso da: https://aurorasito.wordpress.com/2015/08/25/gli-sporchi-trucchi-di-erdogan-con-il-siil/
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