Fusione, coabitazione, sopportazione,
conflitto: come interagiscono Stato islamico e Ansar al-Sharia, i gruppi
più pericolosi del Paese, e perché ci deve interessare
Daniele Raineri* | venerdì 4 dicembre 2015
Si tratta di un rapporto complesso, che varia di città in città – e questo rispecchia la situazione della Libia, un Paese frammentato. Vale la pena fare una ricognizione, perché se Ansar al-Sharia si unisse allo Stato islamico (cosa improbabile, perché tende in senso opposto, verso al-Qaida) allora di colpo lo Stato islamico in Libia non avrebbe più i problemi di mancanza di manodopera di cui soffre oggi. Se, per contro, scoppiasse una lotta senza quartiere fra le due formazioni, lo Stato islamico sarebbe costretto a fronteggiare un nemico a lui molto simile, e quindi più letale.
Quattro esempi possono descrivere bene le diverse sfumature di questa relazione. Il caso di sintonia più completa si è verificato a Sirte, dove la colonna locale di Ansar al-Sharia è confluita quasi totalmente nello Stato islamico (tranne alcuni individui, che si sono allontanati dall'area o che hanno promesso di non fare proselitismo). Secondo fonti del quotidiano inglese Telegraph, è stato proprio Ansar al-Sharia a formare il nucleo originale dello Stato islamico a Sirte, che oggi non sarebbe così forte in quella zona se non avesse avuto questo vantaggio al momento dell'avviamento.
Lo scudo contro interventi militari
A Sabratha, molto più a ovest, a metà strada tra la capitale Tripoli e il confine tunisino, tra Ansar al-Sharia e lo Stato islamico c'è un rapporto di convivenza funzionale. Lo Stato islamico nasconde la propria esistenza dietro lo schermo creato dalla presenza molto forte di Ansar al-Sharia, che pur essendo considerato un gruppo jihadista ed estremo non è associato al terrorismo internazionale come lo Stato islamico (anche se è sulla lista dei gruppi terroristici), e quindi non attira proposte di interventi militari esterni. Una fonte nella vicina cittadina portuale di Zuwara tende a descrivere questa doppia presenza come una sorta di illusione ottica: "In realtà sono tutti la stessa cosa, con etichette diverse", ma è importante notare che fino a quando si ripara sotto il mantello di Ansar al-Sharia, lo Stato islamico di Sabratha non corre pericolo di essere disturbato.
A Bengasi, il fronte più violento della guerra dei gruppi islamisti contro l'esercito libico del generale Khalifa Haftar, leale al governo di Tobruk, esiste tra Stato islamico e Ansar al-Sharia un patto pragmatico di non belligeranza. È un terzo tipo di rapporto: non è la fusione come a Sirte, non è la coabitazione interessata come a Sabratha, è piuttosto una deconfliction, una parola in voga per descrivere la relazione tra Russia e Stati Uniti nella guerra in Siria contro lo Stato islamico: non si intralciano, ma non possono essere considerati alleati. A Bengasi tra i due gruppi funziona nello stesso modo. Tra loro ci sono forti tensioni, ma non hanno le forze per contrastarsi mentre stanno facendo la guerra alle forze del generale Haftar. Dal punto di vista tattico la loro situazione è difficile, perché non hanno accesso alla città se non via mare, con le barche. Se si scontrassero, la prima cosa a saltare sarebbe questo accesso logistico attraverso la zona del porto, e senza logistica non potrebbero tenere il fronte contro i soldati governativi. Una fonte di Misurata spiega che a Bengasi lo Stato islamico aprirebbe volentieri le ostilità contro Ansar al-Sharia, come rappresaglia per i fatti di Derna.
Lo scontro totale
Derna è il modello all'altro capo della gamma: conflitto totale. A metà giugno il consiglio locale dei mujaheddin, di cui fa parte anche Ansar al-Sharia, ha cacciato via armi in pugno lo Stato islamico e lo ha costretto a ritirarsi verso le campagne a sud-est, nella zona di Fattayah. Se a Bengasi Ansar al-Sharia è al comando del Consiglio locale dei rivoluzionari, a Derna è invece una componente minoritaria. Ma si può dire che in generale gli altri gruppi gravitino nella sua orbita, in Libia, e non il contrario.
Lo Stato islamico, in un video rilasciato da poco, ha definito Ansar al-Sharia “un gruppo deviante”, che è un gradino in direzione dell’accusa di apostasia. Questa dinamica ricorda quella della Siria, dove lo Stato islamico si trattiene dallo scomunicare completamente alcuni movimenti, nella speranza di cooptarli, ma facendo sempre chiara una inevitabile premessa: nessun movimento è consentito dove c’è lo Stato islamico, chi non si scioglie è ipso facto un nemico. È molto eloquente che lo Stato islamico abbia inserito in un’immagine il logo di Ansar al-Sharia tra i gruppi che, anche senza avere preso una decisione conscia, stanno di fatto aiutando l’America "infedele".
*Daniele Raineri è inviato del Foglio
Preso da: http://www.oasiscenter.eu/it/articoli/jihadismo-e-violenza/2015/12/04/dietro-chi-si-nasconde-l-isis-in-libia
Nessun commento:
Posta un commento