Nelle
ultime ore in Libia le ventate di democrazia non si contano più.
Esplosioni un po’ ovunque, terroristi che passeggiano per le città come
se niente fosse, disastri ambientali come se piovesse e tanto altro.
Ma portiamo l’orologio indietro di poco più di tre anni. Qualcuno ricorda Veltroni? Si, quello che voleva sfidare da solo Berlusconi? Ecco, lui su Facebook, il 6 marzo 2011, scrisse (link): “Perchè nessuno scende in piazza al fianco dei patrioti libici? […] Oltre ad un piccolo sit in del pd a Roma e ad uno delle associazioni, solo silenzio. […] Perchè i partiti democratici , i sindacati, le associazioni di massa non promuovono una grande manifestazione e una campagna di solidarietà? […] Se non ora quando?“.
Ma portiamo l’orologio indietro di poco più di tre anni. Qualcuno ricorda Veltroni? Si, quello che voleva sfidare da solo Berlusconi? Ecco, lui su Facebook, il 6 marzo 2011, scrisse (link): “Perchè nessuno scende in piazza al fianco dei patrioti libici? […] Oltre ad un piccolo sit in del pd a Roma e ad uno delle associazioni, solo silenzio. […] Perchè i partiti democratici , i sindacati, le associazioni di massa non promuovono una grande manifestazione e una campagna di solidarietà? […] Se non ora quando?“.
Questo il pensiero di Veltroni ai primi di marzo. Ovviamente non poteva mancare la cornice antiberlusconiana del “se non ora quando”, ma quello che è più importante è che mette in risalto come, nelle piazze d’Italia, oltre al PD, nessuno stesse sostenendo la “ribellione dei democratici” in Libia.
Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica e importante esponente del Partito Democratico, disse (link): “l’Italia non conduce una guerra né per offendere la dignità di altri popoli né per risolvere controversie internazionali“.
A inasprire i toni tra Italia e Libia non poteva mancare Matteo Orfini (link): “La vicenda degli incroci proprietari tra società del presidente del Consiglio e società partecipate da fondi di stati esteri è già in sé qualcosa che chiarisce quanto il rischio di conflitto di interessi sia reale anche nella gestione della politica estera del nostro paese. Ma ancor di più, in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è indispensabile che il premier recida ogni legame con il fondo sovrano libico. Se nel Pdl fosse ancora rimasto qualche liberale sarebbero proprio i compagni di partito di Berlusconi a chiederlo“.
Ovviamente il problema non è solo la dirigenza del Partito Democratico. Ad esempio Riotta su “Il Sole 24 Ore” scrisse (link): “Gli arabi si battono per la democrazia? Noi stiamo a guardare”.
Insomma, buona parte delle alte sfere italiane spingeva per la guer.., ops, democrazia in Libia.
Ora la Libia sta alla grande. Oddio, c’è qualche piccolo problema legato al terrorismo e ai fondamentalisti, ma per il resto sta benone. Orfini, Veltroni e amici non possono andare di persona (senza scorta eh!) a vedere il successone compiuto dall’Occidente? In fondo buona parte dei paesi NATO ha svolto un ruolo cruciale nell’uccisione (orrida) di Gheddafi. Saranno contenti i libici di accogliere i liberatori bianchi!
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