Inviato
il 30 marzo 2015 il rapporto sui missili antiaerei trasportabili a
spalla in mano ai terroristi. La Cia tentò di acquistarli nel 2013
Inviato
il 30 marzo 2015 il rapporto sui missili antiaerei trasportabili a
spalla in mano ai terroristi. La Cia tentò di acquistarli nel 2013
Franco Iacch
- Gio, 29/09/2016 - 12:20
Nel Medio Oriente e nel Nord Africa ci
sono migliaia di missili antiaerei trasportabili a spalla. Non è di
certo un segreto. Ribelli e terroristi in tutto il mondo postano
continuamente sui social le armi catturate, così come i Manpads,
acronimo di Man-portable air-defense systems.
L’Occidente, restio ufficialmente a ritenerla una minaccia,
l’ha sempre considerata come una possibilità e mai una certezza. Un
nuovo documento, ottenuto poche ore fa da Warisboring grazie al Freedom
of Information Act, rivela che la minaccia era reale e già nota un anno
fa. Il 30 marzo dello scorso anno, il generale Thomas Trask, vice
comandante dello Special Operations Command, invia con la massima
priorità ai suoi superiore al Pentagono un rapporto chiamato “Joint
Urgent Operational Need”.
Le preoccupazioni dei reparti speciali Usa nascevano dalla certezza di dover affrontare dei contesti con presenza antiaerea in grado di colpire cacciabombardieri ed elicotteri. Il documento, pesantemente censurato, dimostra le preoccupazioni del SOCOM e “l’urgenza di adottare le contromisure necessarie per contrastare la minaccia antiaerea trasportabile a spalla”.
Nel memo sono state rimosse svariate informazioni, ma non le preoccupazioni di Trask che definisce i missili antiaerei un “rischio forse inevitabile”. Lo scorso agosto, SOCOM ha ordinato alle aziende coinvolte di installare su undici piattaforme aeree non specificate nuovi sistemi difensivi. Lo Stato islamico ed gruppo sunnita curdo Ansar al Islam, conferma Small Arms Survey, possiedono tre diversi tipi di missili antiaerei a spalla. I Manpads sono stati sequestrati dalle scorte governative o acquistati sul mercato nero. A migliaia i missili SA-7 Strela, FN-6 ed Igla cinesi. Washington, Damasco e Baghdad tendono a sminuire ufficialmente la minaccia, sostenendo che lo Stato islamico non possiede alcuna forza antiaerea. Considerando il contesto, è impossibile verificare in modo indipendente tali affermazioni. I problemi tecnici sono un problema reale e gli insorti hanno tutto l'interesse a rivendicare falsamente la responsabilità per incidenti a fini di propaganda. Solo per citare alcuni episodi.
Il 12 marzo scorso un MIG-21 delle forze aeree siriane è abbattuto nei pressi del villaggio di Kafr Nabudah, nella zona di Hama. A rivendicare l’abbattimento i ribelli del gruppo Jaysh al-Nasr che avrebbero utilizzato due missili a corto raggio trasportabili a spalla. Il cinque aprile, un Sukhoi-22 dell’aviazione siriana è colpito nei pressi di Aleppo da un singolo missile lanciato dal gruppo al-Nusra. Un Sukhoi-22 delle forze aeree siriane decollato dall’aeroporto di al-Dumayr, è abbattuto nei sobborghi di Damasco l’11 aprile scorso. Si tratterebbe dell’unico caso confermato di impiego di un missile Strela-2 ad opera dello Stato islamico. I russi, infine, affermano di aver perso un elicottero d’attacco Mi-28N, precipitato su Homs il 12 aprile scorso, a causa di un guasto meccanico. L’elicottero da trasporto Mi-8, precipitato nei pressi della città siriana di Saraqeb lo scorso primo agosto, sarebbe invece l’unica perdita confermata dal Cremlino a causa del fuoco nemico.
Le preoccupazioni dei reparti speciali Usa nascevano dalla certezza di dover affrontare dei contesti con presenza antiaerea in grado di colpire cacciabombardieri ed elicotteri. Il documento, pesantemente censurato, dimostra le preoccupazioni del SOCOM e “l’urgenza di adottare le contromisure necessarie per contrastare la minaccia antiaerea trasportabile a spalla”.
Nel memo sono state rimosse svariate informazioni, ma non le preoccupazioni di Trask che definisce i missili antiaerei un “rischio forse inevitabile”. Lo scorso agosto, SOCOM ha ordinato alle aziende coinvolte di installare su undici piattaforme aeree non specificate nuovi sistemi difensivi. Lo Stato islamico ed gruppo sunnita curdo Ansar al Islam, conferma Small Arms Survey, possiedono tre diversi tipi di missili antiaerei a spalla. I Manpads sono stati sequestrati dalle scorte governative o acquistati sul mercato nero. A migliaia i missili SA-7 Strela, FN-6 ed Igla cinesi. Washington, Damasco e Baghdad tendono a sminuire ufficialmente la minaccia, sostenendo che lo Stato islamico non possiede alcuna forza antiaerea. Considerando il contesto, è impossibile verificare in modo indipendente tali affermazioni. I problemi tecnici sono un problema reale e gli insorti hanno tutto l'interesse a rivendicare falsamente la responsabilità per incidenti a fini di propaganda. Solo per citare alcuni episodi.
Il 12 marzo scorso un MIG-21 delle forze aeree siriane è abbattuto nei pressi del villaggio di Kafr Nabudah, nella zona di Hama. A rivendicare l’abbattimento i ribelli del gruppo Jaysh al-Nasr che avrebbero utilizzato due missili a corto raggio trasportabili a spalla. Il cinque aprile, un Sukhoi-22 dell’aviazione siriana è colpito nei pressi di Aleppo da un singolo missile lanciato dal gruppo al-Nusra. Un Sukhoi-22 delle forze aeree siriane decollato dall’aeroporto di al-Dumayr, è abbattuto nei sobborghi di Damasco l’11 aprile scorso. Si tratterebbe dell’unico caso confermato di impiego di un missile Strela-2 ad opera dello Stato islamico. I russi, infine, affermano di aver perso un elicottero d’attacco Mi-28N, precipitato su Homs il 12 aprile scorso, a causa di un guasto meccanico. L’elicottero da trasporto Mi-8, precipitato nei pressi della città siriana di Saraqeb lo scorso primo agosto, sarebbe invece l’unica perdita confermata dal Cremlino a causa del fuoco nemico.
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