DI ATTILIO FOLLIERO
linterferenza.info
Che
strano! Un paio di settimane fa, esattamente l’8 settembre scorso, la
figlia di una nostra amica ha partorito un bel bambino in un ospedale
pubblico di Caracas, la “Maternidad Santa Ana” (foto a lato), situato nel quartiere di San Bernardino.
Questo
quartiere di Caracas è famoso per essere uno dei “quartieri bene” della
città: vivono persone con un alto livello economico, ospita importanti
ospedali e cliniche private, ministeri ed uffici pubblici; con
l’adiacente quartiere de “La Candelaria” condivide anche le sedi delle
più importanti banche ed istituzioni finanziarie del paese.
Foto tratte da Internet
Io e
mia moglie per questa lieta occasione, la nascita di questo bambino,
l’8 settembre scorso siamo entrati in questo ospedale pubblico. In
questo momento in Venezuela ci sono problemi economici, con file davanti
ai negozi ed alle farmacie per la scarsità di cibo e medicine; con
giornali e TV, almeno quelli che simpatizzano con i partiti oppositori
al governo, che parlano di problemi negli ospedali, inclusi quelli
dedicati alla maternità; a dire il vero lo hanno sempre fatto, anche
quando non c’erano problemi veri.
Comunque dovendo entrare in un
ospedale pubblico mi aspettavo di trovare una struttura con dei
problemi, con camere affollate e pazienti obbligati a portarsi da casa
le medicine, come era in Italia ancora alla fine degli anni sessanta,
come magistralmente descritto nel famoso film “Il medico della mutua”
con Alberto Sordi o nei vari film comici di Pierino e Lino Banfi, che
trattavano, appunto in chiave comica, le tematiche della disastrosa
sanità pubblica in Italia.
Invece no! Questo
ospedale pubblico di Caracas, dedicato alla maternità, ed in cui sono
entrato per la prima volta per questa lieta occasione, mi è sembrato un
buon ospedale, che non aveva niente da invidiare ad una clinica privata
in cui qualche tempo prima aveva partorito una nipote di mia moglie. Ho
commentato questa mia impressione positiva con mia moglie e con la
neo-mamma che eravamo andati a trovare e che si è mostrata totalmente
soddisfatta del trattamento ricevuto.
Con mia moglie ci siamo
anche soffermati a vedere “incantati” i neonati nelle loro culle e
francamente non ho notato niente di strano; i neonati erano in culle ed
incubatrici assolutamente normali, esattamente come nel reparto
maternità dell’ospedale “Casa sollievo della sofferenza” di San Giovanni
Rotondo, o degli Ospedali Riuniti di Foggia, che in tante liete
occasioni ho vistato quando ero in Italia.
Chiunque potrebbe confondere questa stanza dell’ospedale “Maternidad Concepcion Palacio” con una stanza di un ospedale italiano. O non è vero?
La cattiveria, la manipolazione e la disinformazione dei media italiani
Poi,
con immensa meraviglia guardo la foto dei neonati posti in scatole di
cartone in un ospedale dell’oriente venezuelano. La notizia di questi
bambini nelle scatole di cartone ha prontamente fatto il giro del mondo
ed ovviamente anche i media italiani non hanno perso la ghiotta
occasione di parlare, anzi sparlare del Venezuela. Tutti i media
italiani come avvoltoi si sono avventati sulla presa e quindi felici e
contenti hanno potuto fare un grande banchetto, hanno potuto parlare
male – come fanno sempre – del Venezuela.
Il Corriere della sera
Preso da: http://comedonchisciotte.org/neonati-venezuelani-nelle-scatole-cartone-la-manipolazione-dei-media-italiani/
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