In ogni guerra, ancora prima della gente, occorre assassinare la verità. Guerra alla libia: 100000 morti, 240000 persone ancora cercate, 78000 dispersi. 10300 donne violentate, 350000 rifugiati.
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giovedì 9 agosto 2018
Salman Abedi, autore dell’attentato di Manchester, era stato salvato dalla Royal Navy e non è il primo “errore” britannico
1 agosto 2018.
Di Vanessa Tomassini.
Salman Abedi, è colui che la sera del 22 maggio 2017 ha nascosto una
bomba fatta in casa davanti la biglietteria della Manchester Arena, dove
si teneva il concerto di Ariana Grande. L’esplosione ha ucciso 22
persone, tra cui 7 bambini. Oggi ad un anno e due mesi dalla strage,
scopriamo che lo stesso Salman Abedi era stato salvato a Tripoli dalla
Royal Navy. Sì proprio così, nel 2014, l’attentatore e suo fratello
Hashem sono stati messi in salvo dai disordini nella capitale Tripoli,
dalla HMS Enterprise, insieme ad un centinaio di cittadini inglesi.
Salman che in quel periodo aveva solamente 19 anni, è stato portato
insieme a tutti gli altri nel Regno Unito, passando da Malta. “In
seguito al deterioramento della situazione della sicurezza in Libia nel
2014” ha confermato un portavoce del Governo “i funzionari della Border
Force erano schierati per aiutare l’evacuazione dei cittadini britannici
e dei loro dipendenti”. Salman e Hashem si troverebbero ora in arresto a
Tripoli, malgrado la richiesta di estradizione avanzata dal Regno
Unito.
Durante gli interrogatori condotti dalla RADA, o Forze di Deterrenza
del Ministero dell’Interno del Governo di Accordo Nazionale, il fratello
dell’attentatore di Manchester avrebbe confessato nei giorni successivi
alla strage di “star progettando un attentato terroristico a Tripoli”,
aggiungendo che “sapeva tutto quello che suo fratello avrebbe fatto a
Manchester, poiché lo avrebbe chiamato per telefono prima dell’inizio
dell’operazione”. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Salman
Abedi aveva lasciato Tripoli per il Regno Unito il 17 maggio 2017,
dicendo alla sua famiglia che avrebbe fatto Umrah, un pellegrinaggio
alla Mecca. Durante gli interrogatori è emerso anche che l’attentatore
avrebbe telefonato a “sua madre e suo fratello 15 minuti prima
dell’inizio dell’operazione”.Sebbene la famiglia abbia condannato
l’attacco, in molti nutrono sospetti sul padre del jihadista, Ramadan
Abedi, colpevole di aver cresciuto i propri figli in ambiente islamista. Ramadan Abedi
Ramadan Abedi, 52 anni, è nato in Libia il 24 dicembre 1965, è stato
un agente dei servizi interni sotto il colonnello Muammar Gheddafi fino a
quando nel 1992 fu accusato di flirtare con i Fratelli Musulmani ed
altri filoni estremisti, rifugiandosi in Inghilterra. Secondo fonti
dell’Intelligence dell’ex Jamahiriya, Abedi aveva aderito per anni al
Gruppo Combattente Islamico Libico che aveva come scopo quello di
rovesciare il rais per instaurare un governo islamico basato sulla legge
della Sharia. Durante una recente intervista realizzata da Middle East
Eye, il ministro britannico degli Affari Esteri per il Medio Oriente,
Alister James, ha rivelato che “durante il conflitto libico nel 2011, il
governo britannico era in comunicazione con una vasta gamma di libici
coinvolti nel conflitto contro le forze del regime Gheddafi. È probabile
che questo includesse ex membri del Gruppo combattente islamico libico e
la Brigata Martiri del 17 febbraio”. Il parlamentare ha anche spiegato
l’esistenza di un collegamento tra alcuni di questi soggetti e Salman
al-Obeidi. Nel 2000 la polizia fece irruzione nella casa di Manchester
di Anas al-Libi, una figura di alto livello del LIFG morto in custodia
negli USA nel 2013, trovando nell’appartamento una copia del manuale di
al-Qaeda. Abedi ha postato sul suo account Facebook, inutilizzato dal
2013, un’immagine di al-Lib descritto come “un leone”. Sulla stessa
pagina l’attentatore di Manchester ha postato una sua foto con una
mitragliatrice in mano con su scritto “leone in allenamento”. I fratelli di Abedi, Hashem e Ismael, posano con le mitragliatrici
“Abedi father” tornò in Libia nel 2011, con il benestare del Governo britannico,
unendosi alle file del LIFG di Abdel Hakim Belhadj, il Gruppo dei
combattenti islamici libici, un’organizzazione terroristica fondata
negli anni ottanta del XX secolo dai mujaheddin libici veterani della
guerra tra Unione Sovietica e Afghanistan ed inserita dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,
a partire dal 6 ottobre 2001, fra le organizzazioni legate ad Al Qaeda,
Osama bin Laden e i talebani. Gli oppositori del LIFG in Libia hanno
affermato che Abedi aveva allevato i suoi figli in un ambiente
islamista, cosa che li rendeva facili prede per i reclutatori di Daesh.
Rami el-Obeidi, un capo dell’intelligence con una fazione che si oppone
al LIFG, ha dichiarato che “Salman Abedi sarebbe stato un obiettivo
facile per i reclutatori dell’Isis, dato il background di suo padre”.
Secondo gli amici di famiglia, invece, i genitori di Salman sarebbero
stati così preoccupati per la sua radicalizzazione in Gran Bretagna che
lo hanno trasferito in Libia confiscando il suo passaporto. Salman
Abedi, ad ogni modo, sarebbe uscito dai binari diversi anni prima quando
ha iniziato a sviluppare vedute religiose sempre più estreme. Abdel Hakim Belhadj e Ibrahim Awad Ibrahim Ali al-Badri, alias Abou Bakr al-Baghdadi
Abdel Hakim Belhadj fu rinchiuso da Muammar Gheddafi nelle prigioni
di Abu Salim dopo che la CIA e il MI6 britannico lo portarono a Tripoli
nel marzo del 2004. Belhaj è stato liberato nel 2010 nell’ambito di un
processo di de-radicalizzazione sostenuto da Saif al-Islam Gheddafi che
insieme al capo dell’intelligence Senussi ed il suo amico Mohamed
Ibrahim, aveva iniziato i colloqui con i Fratelli Musulmani, alleati di
Belhadj in Turchia e Qatar. Il 10 maggio 2018, Belhadj ha ricevuto le
scuse del Governo britannico per averlo arrestato insieme alla moglie e
consegnato ai servizi di sicurezza del Rais, sebbene fossero note le sue
strette relazioni con i leader di al-Qaeda ed il capo dei talebani,
mullah Omar. Negli anni ’80, questo brillante soggetto abbandonò gli
studi di ingegneria a Tripoli e si unì a Bin Laden in Afghanistan,
combattendo al suo fianco contro i sovietici; nei primi anni ’90, lo
seguì in Sudan mentre alcuni dei suoi uomini si stabilirono nel Regno
Unito, a Manchester. Nel 2011, grazie al prezioso contributo del Qatar e
del DGSE francese, la Brigata Belhadj ha combattuto contro il governo
Gheddafi. I Fratelli Musulmani subito dopo le primavere arabe avevano il
vento in poppa: hanno vinto le elezioni in Tunisia, con Ennahdha, poi
in Egitto, con Mohamed Morsi ed in Libia, Belhaj, abbandonati i panni
del terrorista, sarebbe stato il candidato ideale. Tuttavia il piano
fallisce nelle elezioni del 2012, ricevendo solamente il 2,5% dei voti.
Da quel momento Abdel Hakim Belhadj si dedica agli affari. Conti
correnti milionari intestati a società, a lui direttamente o
indirettamente riconducibili, sono sparsi in diverse parti del mondo, in
uno di questi il Regno Unito ha versato 500 mila sterline come
risarcimento alla moglie, Fatima Boudchar in quanto sarebbe stata in
dolce attesa al momento dell’arresto, avvenuto in Thailandia nel 2004.
Belhadj continua a mantenere il supporto di molti membri dei gruppi
armati della capitale, ai quali i veterani del LIFG hanno trovato il
modo in passato di far arrivare armi direttamente dalla Turchia.
Ufficialmente è alla guida del partito al-Watan, o Homeland party, con
Ali al-Sallabi, un autorevole religioso salafita che ha forti legami
anche con Yusuf al-Qaradawi, leader spirituale della Fratellanza
Musulmana internazionale. Risiede in Turchia, dove può contare del
supporto di media e canali di lettura, in quanto – come ha dichiarato
lui stesso – il lavoro gli richiede costanti spostamenti che in Libia
non sarebbero possibili. Il suo ritorno a Tripoli è atteso presto per
partecipare alle elezioni, dopo diversi meeting preparatori a Tunisi,
Istanbul e non ultimi a Dakar, che gli hanno permesso di rafforzare
vecchie e nuove alleanze. Abdel Hakim Belhadj, abbandonati i panni del terrorista oggi è un imprenditore di successoPreso da: https://specialelibia.it/2018/08/01/salman-abedi-autore-dellattentato-di-manchester-era-stato-salvato-dalla-royal-navy-e-non-e-il-primo-errore-britannico/
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