Era
il sogno di Muammar Gheddafi: fornire acqua fresca a tutti i libici e
rendere la Libia autosufficiente nella produzione alimentare
La distruzione della Libia e la privatizzazione dell'acqua
a cura di Enrico Vigna
I
libici la chiamavano l'ottava meraviglia del mondo. I media occidentali
lo hanno definito il capriccio e il sogno irrealizzabile di un cane
rabbioso. Il "cane rabbioso", nel 1991, aveva profeticamente detto, a
proposito della più grande impresa di ingegneria civile nel mondo:
“Dopo questo risultato, le minacce
americane contro la Libia raddoppieranno. Gli Stati Uniti inventeranno
delle scuse, ma la vera ragione sarà la volontà di fermare questo
progetto, per tenere il popolo libico assoggettato”.
Il sogno di Gheddafi
Era il sogno di Muammar Gheddafi:
fornire acqua fresca a tutti i libici e per rendere la Libia
autosufficiente nella produzione alimentare. Nel 1953 la ricerca di
nuovi giacimenti petroliferi nei deserti del sud della Libia ha portato
alla scoperta non solo di riserve petrolifere importanti, ma anche di
grandi quantità di acqua dolce negli strati profondi del sottosuolo.
Delle quattro antiche falde acquifere che sono state scoperte, ognuna
aveva capacità stimate tra i 4.800 e i 20.000 chilometri cubi. La
maggior parte di questa acqua si è raccolta nelle falde in un arco
temporale stimabile tra 38.000 e 14.000 anni fa, anche se alcune sacche
sono da ritenersi solo di 7.000 anni.
Dopo che Gheddafi e i Liberi Ufficiali
Uniti presero il potere con un golpe incruento contro il corrotto re
Idris, durante la rivoluzione di Al-Fateh nel 1969, il governo della
Jamahiriya nazionalizzò le compagnie petrolifere e spese gran parte dei
proventi del petrolio per sfruttare l'approvvigionamento di acqua dolce
dalle falde acquifere del deserto, costruendo centinaia di pozzi.
Furono create grandi aziende agricole nel sud della Libia per
incoraggiare le persone a stabilirsi nel deserto. Risultò che la maggior
parte delle persone però preferiva la vita nelle zone costiere
settentrionali.
Pertanto successivamente Gheddafi
concepì un piano per portare invece l'acqua alle persone. Il governo
della Jamahiriya libica ha condotto gli studi di fattibilità iniziali
nel 1974, e nel 1983 fu istituita l’Autorità del Grande Fiume
Artificiale. Questo progetto finanziato interamente dal governo è stato
programmato in cinque fasi, ognuna delle quali avrebbe realizzato un
sistema autonomo, che alla fine avrebbe potuto formare un sistema
integrato. Poiché l'acqua nella Libia di Gheddafi è stata considerata
come un diritto umano, non vi è stato alcun onere a carico del popolo e
non sono stati necessari prestiti internazionali per la spesa di quasi
30 miliardi dollari del progetto.
Nel 1996, durante l'apertura della fase II del progetto del Grande Fiume Artificiale, Gheddafi disse:
“Questa è la risposta più grande
all’America e a tutte le forze del male che ci accusano di coinvolti nel
terrorismo. Noi siamo solo coinvolti nella pace e nel progresso.
L'America è contro la vita e il progresso, e spinge il mondo verso
l'oscurità”
Lo sviluppo e la distruzione
Al tempo della guerra guidata dalla NATO
contro la Libia nel 2011, tre fasi del progetto Grande Fiume
Artificiale sono state completate. La prima e più importante ha fornito
due milioni di metri cubi di acqua al giorno lungo una conduttura di
1.200 km da Bengasi a Sirte, ed è stata formalmente inaugurata
nell'agosto del 1991. La fase II fornisce un milione di metri cubi di
acqua al giorno per la fascia costiera occidentale e per Tripoli. La
fase III prevedeva l’espansione del sistema esistente e di servire
Tobruk e la costa con un nuovo sistema di pozzi.
I “fiumi” sono una rete di 4000
chilometri di tubi in cemento di 4 metri di diametro, sepolti sotto le
sabbie del deserto per evitare l'evaporazione. Ci sono 1.300 pozzi,
500.000 sezioni di tubo, 3.700 chilometri di strade e 250 milioni di
metri cubi di scavo. Tutto il materiale per il progetto è stato prodotto
localmente. Grandi serbatoi immagazzinano l’acqua e stazioni di
pompaggio controllano il flusso verso le città.
Le ultime due fasi del progetto avrebbero dovuto unire tutta la rete di distribuzione. Una volta che fosse completata,
l'acqua di irrigazione dal grande Fiume Artificiale avrebbe consentito
di ottenere circa 155.000 ettari di terra da coltivare. Come disse Gheddafi, il progetto renderebbe il deserto verde come la bandiera della Jamahiriya libica.
Nel 1999 l'UNESCO aveva accettato l'offerta della Libia di finanziare il Premio Internazionale
dell’Acqua Grande Fiume Artificiale, un riconoscimento che riguarda
importanti lavori di ricerca scientifica sul consumo d'acqua nelle zone
aride.
Molti cittadini stranieri lavoravano in
Libia al Progetto Grande Fiume Artificiale. Ma dopo l'inizio del
cosiddetto bombardamento umanitario della NATO contro il paese nord
-africano nel marzo 2011, la maggior parte dei lavoratori stranieri sono
tornati a casa. Nel luglio 2011 la NATO non solo ha bombardato il
Grande Fiume e le sue condutture di alimentazione nei pressi di Brega,
ma ha anche distrutto la fabbrica che produce i tubi per ripararlo,
sostenendo che era stato utilizzato come "un deposito militare" e che
"razzi sono stati lanciati da lì". Sei guardie di sicurezza della
struttura sono state uccise durante l'attacco della Nato, e la fornitura
di acqua per il 70 % della popolazione, sia per uso domestico che per
l'irrigazione, è stata compromessa creando danni alle infrastrutture
vitali della Libia.
Le ultime due fasi del Grande Progetto
Fiume Artificiale erano state programmate per proseguire nel corso dei
prossimi due decenni, ma la guerra della NATO in Libia ha compromesso il
futuro del progetto e il benessere del popolo libico.
Un documentario tedesco mostra la dimensione e la bellezza del progetto.
Le guerre dell'acqua
Acqua fresca e pulita, così come era
previsto per i libici dal Grande Fiume Artificiale, è essenziale per
tutte le forme di vita In questo momento il 40 % della popolazione
mondiale ha scarsità o non ha accesso all'acqua potabile, e questa cifra
in realtà dovrebbe passare al 50 % entro il 2025 . Secondo il Programma
di Sviluppo delle Nazioni Unite del 2007, il consumo mondiale di acqua
raddoppia ogni 20 anni, più del doppio del tasso di crescita della
popolazione umana. Allo stesso tempo, ogni anno la maggior parte dei
grandi deserti di tutto il mondo sta diventando più grande e la quantità
di terra agricola utile in molte aree sta diventando sempre minore,
mentre i fiumi, i laghi e le principali falde acquifere sotterranee di
tutto il mondo si stanno
esaurendo - tranne che nella Libia di Gheddafi .
Alla luce della situazione attuale, la
distruzione da parte della NATO del Grande Fiume Artificiale è stato
qualcosa di più di un semplice crimine di guerra. Il Programma delle
Nazioni Unite 2007 prevedeva una cosiddetta "partecipazione agli utili
dell’acqua", che promuove attivamente la privatizzazione e la
monopolizzazione delle forniture idriche mondiali da parte delle
multinazionali. Nel frattempo la Banca Mondiale ha recentemente varato
una politica di privatizzazione dell'acqua e la tariffazione dell'acqua a
pieno costo, con uno dei suoi ex amministratori, Ismail Serageldin, che
ha affermato: "Le guerre del 21 ° secolo saranno combattute per l'acqua".
In pratica, questo significa che le
Nazioni Unite, in collaborazione con la Banca Mondiale, cercano di
ottenere il controllo totale delle risorse idriche, per fornirle poi ai
popoli solo dietro pagamento. I prezzi saliranno mentre la qualità
dell'acqua diminuirà, e le fonti di acqua dolce diventeranno meno
accessibile proprio a coloro che ne hanno un disperato bisogno. In poche
parole, uno dei modi più efficaci per asservire il popolo è quello di
prendere il controllo delle loro esigenze quotidiane di base e di
eliminare la loro autosufficienza.
Come questo si riferisca alla
distruzione della NATO nel luglio 2011 del Grande Fiume Artificiale di
Gheddafi, può essere spiegato nei termini della dialettica hegeliana
(Tesi > Antitesi - > Sintesi). Bombardando le risorse idriche e la
fabbrica di tubi, un problema è stato creato con un secondo fine,
quello di ottenere il controllo della parte più preziosa delle
infrastrutture della Libia. Ciò ha determinato una esigenza immediata,
dal momento che il 70 % dei libici dipendeva dal Grande Fiume per gli
usi domestici, nonché per l'irrigazione del terreno. Un mese dopo la
distruzione del Grande Fiume, quindi, più della metà della Libia era
senza acqua corrente. In definitiva una soluzione predeterminata è stata
imposta: per avere accesso all’acqua fresca, gli abitanti del paese
devastato dalla guerra non hanno avuto altra scelta che dipendere
completamente e, quindi, ad essere schiavi, del governo installato dalla
NATO.
Un governo “democratico” e che “ha
portato la democrazia”, che è salito al potere attraverso l'uccisione di
decine di migliaia di libici, di "bombe umanitarie", e che ha
rovesciato e assassinato il “dittatore” il cui sogno era quello di
fornire acqua fresca per tutti i libici gratis .
La guerra è ancora la pace, la libertà è ancora la schiavitù.
(da Globalresarch, Traduzione di Sonia S. per civg.it)
La Libia del dittatore Gheddafi, OGGI finalmente libera e democratica
Un messaggio senza parole, rivolto a persone rette ed eticamente integre (Enrico Vigna)
Ma c'è un'altra Libia che non ci raccontano
Un comandante della Resistenza Libica Verde
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