Wayne Madsen SCF 26.02.2018
Il
Comando Africa degli USA (AFRICOM), creato nel 2007 per rivaleggiare
con le controparti della struttura militare geopolitica, Comando
Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) e Comando Meridionale (SOUTHCOM),
come versione moderna della Compagnia delle Indie Orientali inglese
assegnata a un continente, si è rivelato un gigantesco fallimento e
spreco totale di denaro dei contribuenti. L’AFRICOM, a differenza degli
equivalenti a Tampa, Miami, Honolulu e Stoccarda, non è mai riuscito ad
avere un proprio quartier generale ma è stato costretto a condividerlo a
Stoccarda con l’US European Command (EUCOM). AFRICOM si trova nelle
Kelley Barracks, l’ex-quartier generale del 5° comando trasmissioni
della Luftwaffe nazista. L’AFRICOM non ha responsabilità sull’Egitto,
che ricade sotto l’egida del CENTCOM. Sebbene alcuni Paesi africani
offrissero il quartier generale all’AFRICOM, la maggioranza dei membri
dell’Unione Africana si oppose alla presenza militare statunitense
permanente nel continente africano. Un luogo pianificato era vicino la
città portuale di Tan Tan, nel sud del Marocco, al confine con
l’ex-colonia spagnola del Sahara Occidentale, occupata dai marocchini.
In realtà, Tan Tan è posta strategicamente tra due ex-colonie spagnole,
Sahara occidentale e l’ex-enclave spagnola di Ifni. I piani abortiti per
la base di Tan Tan furono spinti tra il servizio d’intelligence
militare e la Direzione Generale per la Sicurezza Estera (DGED) del
Marocco e l’Ufficio della Difesa dell’ambasciata USA a Rabat.
L’opzione
della base in Marocco, che sarebbe costata 50 miliardi di dollari per
costruirla e avviarla, fu sostituita da un sistema d’invio truppe e
personale di supporto statunitense in vari Paesi africani coi compiti
temporanei di istruttori, costruzione di impianti ed intelligence. Tra
le responsabilità dell’AFRICOM vi sono le “operazioni di stabilità” in
Africa, che il Pentagono cita come “missione militare centrale
statunitense”. Tale missione è sostenuta dalla presenza di ciò che il
Pentagono chiama Cooperative Security Locations o “ninfee”, magazzini
nascosti di armi, veicoli e altro materiale spesso integrati da nuovi
aeroporti che possono ospitare velivoli militari e droni. Le ninfee
(Lily pads) sono state costruite in Algeria, Botswana, Burkina Faso,
Camerun, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Gabon, Ghana,
Kenya, Liberia, Mali, Mauritania, Namibia, Niger, Nigeria, Sao Tome e
Principe, Senegal, Seychelles , Sierra Leone, Somalia, Tunisia, Uganda e
Zambia. Ci fu la proposta che AFRICOM istituisse un comando nel Golfo
di Guinea degli Stati Uniti a Sao Tome. Il comando sarebbe stato
responsabile della protezione delle compagnie petrolifere statunitensi
che operano nella regione. Sebbene il comando del Golfo di Guinea non
sia mai stato istituito, AFRICOM conduce l’Obangame Express annuale, che
comprende l’addestramento alla sicurezza marittima delle forze di
Angola, Benin, Camerun, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del
Congo, Congo, Gabo, Gabon, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Guinea
equatoriale, Liberia, Marocco, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Sao Tome e
Principe e Togo.1 marzo 2018
Sebbene l’AFRICOM abbia l’incarico di condurre “operazioni di stabilità”, ci sono prove che si sia impegnato a fomentare colpi di Stato militari in Africa. Nel 2009, un gruppo di ufficiali della Guinea che tentò di assassinare il presidente della Guinea, capitano Moussa Dadis Camara, stava operando su ordine delle Forze Speciali assegnate al Comando Africa degli USA (AFRICOM) e al personale dell’intelligence militare francese. Lo stesso Camara prese il potere con un colpo di Stato nel dicembre 2008 dopo la morte del presidente Lansana Conte. Apparentemente Camara aveva firmato un accordo con la Cina affinché quella nazione ricevesse i contratti minerari sulla bauxite delle aziende statunitensi e francesi con la promessa che la Cina avrebbe raffinato la bauxite costruendo una fabbrica di alluminio in Guinea. Statunitensi e francesi esportavano la bauxite grezza per fonderla all’estero. L’offerta dei cinesi di fondere la bauxite in Guinea, con la promessa di lavori ben pagati per la nazione povera, era troppo per Francia e Stati Uniti e un “golpe” fu ordinato contro Camara, usando gli elementi delle forze armate guineane addestrati dall’AFRICOM in Guinea, Germania e Stati Uniti. L’Agenzia per la sicurezza nazionale, l’agenzia di spionaggio delle informazioni (SIGINT) di punta degli USA aveva investito centinaia di milioni di dollari per addestrare all’intercettazione in numerose lingue, anche africane. AFRICOM gestiva un programma di formazione ridondante e bilingue che rispecchiava il programma del NSA. AFRICOM spese milioni inutilmente duplicando la NSA nell’addestramento nelle lingue Bemba, Bete, Ebira, Fon, Gogo, Kalenjin, Kamba, Luba-Katanga, Mbundu/Umbundu, Nyanja, Sango, Sukuma, Tsonga/Tonga, Amarico, Dinka, Somalo, Tigrinya e Swahili. Questo è solo uno dei tanti esempi di come l’AFRICOM sia un completo spreco di denaro con sforzi duplicanti quelli di altre agenzie ed enti governativi. La morte per strangolamento il 4 giugno 2017 a Bamako, in Mali, del sergente dei berretti verdi dell’esercito statunitense Logan Melgar per mano di due Navy SEALs, tutti schierati sotto il comando di AFRICOM, era legato alla scoperta di Melgar che i due della Marina intascavano i fondi ufficiali utilizzati da AFRICOM per pagare gli informatori nel Paese dell’Africa occidentale. La frode è un altro esempio della cultura del malaffare presente tra le fila dell’AFRICOM. Tale disaffezione è nota dal 2012 quando il primo capo di AFRICOM, generale William “Kip” Ward, fu degradato da generale a tenente-generale. Si scoprì che Ward usò la sua posizione al vertice di AFRICOM per “spese non autorizzate” e “viaggi lussuosi”, tra cui un soggiorno al Ritz-Carlton Hotel di McLean, in Virginia, al Fairmont Hamilton Princess Hotel nelle Bermuda e al Waldorf-Astoria Hotel di New York. Ward viaggiò con la moglie e tredici assistenti diverse volte, in Burkina Faso, Senegal, Ruanda, Madagascar, Namibia (dove Ward soggiornò al Windhoek Country Club), Gibuti, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Uganda e Francia con solo alcuni giorni dell’itinerario riservati agli affari ufficiali. In alcuni viaggi, Ward accettò cene da uomini d’affari che cercavano contratti con AFRICOM.
Le manovre annuali dell’AFRICOM portano titoli come African Lion, Flintlock, Cutlass Express, Unified Accord, Phoenix Express, Unified Focus, Justified Accord e Shard Accord. Tali esercitazioni implicano milioni di dollari in spese di viaggio e alloggio, offrendo ogni opportunità di frode, spreco e abuso commessi dal primo comandante dell’AFRICOM. Nell’ottobre 2017, quattro membri dell’esercito statunitense furono uccisi dalle forze ribelli presso il villaggio Tongo-Tongo in Niger. Il Pentagono non ha mai spiegato che tipo di “addestramento” stessero svolgendo coi militari nigerini. Nel febbraio 2016, il personale delle forze speciali dell’AFRICOM si ritrovò sotto attacco terroristico islamista all’Hotel Radisson Blu di Bamako. Il mese precedente, altro personale delle forze speciali dell’AFRICOM fu visto mentre una cellula terrorista islamista attaccò l’Hotel Splendid e il vicino ristorante Cappuccino di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, di proprietà ucraina. Gli attacchi a Bamako e Ouagadougou erano simili alla destabilizzazione effettuati dalle forze di destra e fasciste nell’Europa occidentale durante la Guerra Fredda. Gli attacchi “false flag” furono attribuiti a gruppi di sinistra, ma erano orchestrati da Central Intelligence Agency e NATO nell’ambito dell’operazione Gladio e relativi programmi segreti. L’AFRICOM è una copertura del Pentagono per proteggere gli interessi economici degli Stati Uniti in Africa e garantire che i governi africani aderiscano alla linea filo-USA. Tuttavia, AFRICOM viene eclissata dalla crescente influenza della Cina in Africa, accolta con favore da molte nazioni africane. L’ingresso del “soft power” cinese in Africa fa dell’AFRICOM un ulteriore spreco di denaro.Traduzione di Alessandro Lattanzio
Preso da: https://aurorasito.wordpress.com/2018/03/01/africom-un-gigantesco-spreco-di-denaro/
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