In ogni guerra, ancora prima della gente, occorre assassinare la verità. Guerra alla libia: 100000 morti, 240000 persone ancora cercate, 78000 dispersi. 10300 donne violentate, 350000 rifugiati.
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mercoledì 7 marzo 2018
L’Italia “irrilevante” in Europa, qualunque governo si prospetti dopo il 4 Marzo
1 marzo 2018,
di Luciano Lago Lo ha detto chiaramente Angela Merkel, in modo riservato ma
deciso: “l’Italia è irrilevante, indipendentemente dal colore politico”,
questa dichiarazione fatta dalla “tedescona” a Davos, nel corso di “un
incontro ristretto” è stata registrata e riportata nel dettaglio da
Mario Platero, storico corrispondente da New York per il Sole24ore, in
un retroscena descritto per La Stampa.
La dichiarazione della Merkel è stata fatta in occasione dei colloqui
che preparano la probabile nomina di Jens Weidmann, alla guida della
Bce in sostituzione di Mario Draghi, quando l’anno prossimo scadrà il
suo mandato. Vedi: “Per Angela Merkel l’Italia è irrilevante…..”
La dichiarazione sprezzante nei confronti dell’Italia, più che una denigrazionecostituisce una constatazione del peso quasi nullo che l’Italia rappresenta nel contesto europeo ed atlantico
per quello che riguarda le decisioni che contano. Fra queste decisioni
possiamo considerare la nomina del nuovo presidente della BCE, come le
altre direttive decise dalla Commissione Europea dove la parte decisoria
è sempre e comunque rappresentata dalla Germania, che sia riferita alle
normative sulle Banche o alle direttive sulle migrazioni, come anche le
normative sul bilancio o sulle disposizioni relative all’agricoltura,
al commercio, ecc…
Secondo ‘Die Welt’, per la nomina dell’attuale capo della
“Bundesbank” la Merkel ha già mosso le sue carte e risulta già definito
un accordo con i socialdemocratici (e con portoghesi e spagnoli) per
assicurare alla Merkel un uomo di sua fiducia. Non è l’Italia un paese
che abbia voce in capitolo. D’altra parte se non hai peso politico non
puoi trattare e non puoi incidere, sei l’ultima ruota del carro.
Da quando l’Italia si trova vincolata nel sistema dell’euro, priva di una propria moneta,
i governi si devono soltanto adeguare a quanto gli oligarchi della UE
decidono su “suggerimento” della Germania che tutela i propri interessi a
scapito degli altri soci della UE, come attesta il gigantesco surplus della bilancia dei pagamenti tedesca che registra circa 300 miliadi di dollari all’anno.
Come dimostrato a suo tempo dalla vicenda del “Fondo Salva Stati”
quando l’Italia ha contribuito, con decine di miliardi pubblici, a
salvare le banche tedesche e francesi oberate dai crediti inesigibili.
La Germania risucchia mella sua economia tutto quello che perde l’Italia
in competività ed in buona parte anche in fuga dei cervelli e delle
teconologie industriali più di nicchia che emigrano dal “bel paese” in
fuga da burocrazia, imposte e vessazioni varie.
Della debolezza italiana approfittano le grandi multinazionaliper acquisire le aziende più importanti del Made in Italy ed in questi ultimi anni abbiamo assistito all’acquisizione di quasi 500
marchi nostrani finiti in mano straniera, in un saccheggio delle
aziende e del patrimonio industriale italiano che non accennano a
fermarsi.
L’Italia è divenuta il Paese dello “shopping”: non tanto per i turisti
che vengono a spendere nei nostri negozi ma alle aziende del ‘Made in
Italy‘ che finiscono nelle mani di holding straniere, finendo per
perdere la loro identità (e spesso anche i poli produttivi che
traslocano all’estero). Vedi: Made in Italy addio….
Questo spiega il fatto che la Merkel consideri” ininfluente” il paese
italia e la Germania seguita a trainare il carro della UE ben attenta
che tutti i soci seguano il percorso stabilito. Sono i tedeschi che
decidono il destino dell’Europa ed in particolare quello di una Italia
divenuta “irrilevante” . Merkel con Renzi (“ce lo chiede l’Europa”)
Tale è il risultato delle politiche succubi a Bruxelles ed a Berlino svolte dai vari governi ed in particolare da quello di Monti, di Letta, di Renzi e di Gentiloni,
perdita di settori industriali strategici, perdita di aziende del Made
in Italy e conseguente perdita di prestigio e di peso economico e
politico. Un grazie particolare i cittadini italiani lo devono a quanti
dicevano “ce lo chiede l’Europa” ed oggi cercano di mantenersi a galla
nonostante tutto.
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