16/11/2015
Poi non dite che non vi avevano avvisato. Anche la nuova strage di
Parigi era annunciata, e non solo dai proclami bellicosi dell’Isis. Da
almeno un anno, nelle librerie italiane (non sui giornali che avrebbero
dovuto recensirlo) fa bella mostra di sé lo sconvolgente libro
“Massoni”, di Gioele Magaldi, edito da Chiarelettere. Un saggio
deliberamente ignorato dal mainstream, che presenta contenuti scomodi e
addirittura devastanti, al punto da costringere a rileggere la storia
del ‘900. Alla storiografia ufficiale – l’intreccio di dinamiche
socio-economiche di massa – il libro aggiunge l’influenza di una regia
occulta.
E’ il “convitato di pietra”, il vertice massonico mondiale,
spesso evocato ma mai prima “presentato”, con nomi e cognomi. Una
struttura di potere
marcatamente progressista fino ai primi decenni del dopoguerra, e poi –
col doppio omicidio di Bob Kennedy e Martin Luther King – rovinosamente
degenerata in una parabola reazionaria, neo-feudale, neo-aristocratica.
Dallo storico patto “United Freemasons for Globalization”, la nuova
élite ha avuto mano libera fino al Pnac, il piano dei neo-con per il
“nuovo secolo americano” su cui costruire il “nuovo ordine mondiale”,
quindi l’11 Settembre e la “guerra infinita” (Iraq, Afghanistan, Libia,
Siria) che è sotto i nostri occhi, compreso l’ultimo spaventoso massacro
di Parigi. E resta sempre nell’ombra uno dei soggetti-chiave degli
ultimi sanguinosi sviluppi: si chiama “Hathor Pentalpha” ed è una delle
36 superlogge internazionali dell’oligarchia mondiale.
“Hathor” è l’altro nome della dea egizia Iside, e non è un caso – per
Magaldi – che si chiami proprio Isis l’armata di tagliagole del
“califfo” Al-Baghdadi, terroristi e miliziani sostenuti da Turchia e
Arabia Saudita, appoggiati da settori dell’intelligence Usa e
impiegati in diversi teatri, sempre con la medesima missione:
destabilizzare gli assetti statali, generare terrore e caos, ingaggiare
l’Occidente in una sorta di Terza Guerra Mondiale che ha come obiettivo
strategico il depotenziamento della Cina, vero competitor mondiale
dell’egemonia del dollaro, e il suo alleato più potente, l’indocile
Russia di Putin. Analisi sviluppate in questi anni da decine di
osservatori internazionali, ma solo da Magaldi integrate anche con le
lenti dell’élite massonica planetaria. Già “gran maestro” della loggia
Monte Sion aderente al Grande Oriente d’Italia, Magaldi rivendica
orgogliosamente la sua appartenza libero-muratoria e, nel libro, insiste
sulla paternità massonica della modernità: «Lo Stato laico, la democrazia
e il suffragio universale non li ha portati la cicogna». Rivoluzione
Francese, Rivoluzione Americana. Persino la Rivoluzione d’Ottobre:
«Prima di far nascere l’Urss, Lenin fondò a Ginevra la superloggia
Joseph De Maistre». Inutile stupirsi più di tanto: «E’ comprensibile che
il soggetto storico che ha introdotto la modernità poi cerchi anche di
pilotarla a suo piacimento».
Nei libri di storia,
però, di massoneria si accenna, al massimo, tra le pagine dedicate al
Risorgimento italiano – essendo massoni Mazzini, Garibaldi e Cavour,
anch’essi appartenenti a una corrente impegnata in una lotta secolare
contro l’assolutismo monarchico e l’oscurantismo vaticano. Fuoriuscito
dal Grande Oriente d’Italia per fondare una sua associazione, il Grande
Oriente Democratico, Magaldi è stato affiliato anche a una storica
Ur-Lodge progressista anglosassone, la “Thomas Paine”. E ora ha fondato
un organismo politico-culturale, il Movimento Roosevelt, che punta al risveglio democratico e sovranista della politica
italiana richiamandosi direttamente al lascito dei Roosevelt, entrambi
massoni progressisti: il presidente Franklin Delano, fautore del New
Deal, e sua moglie Eleanor, promotrice all’Onu della Dichirazione
universale dei diritti
dell’uomo. Un orizzonte liberal-socialista, nutrito di idee keynesiane,
quelle che ispirarono lo storico piano elaborato da George Marshall per
far risorgere l’Europa
dalle macerie del dopoguerra. Tradotto oggi: fine dell’austerity
disposta dall’Ue ed estensione della spesa pubblica espansiva, verso la
piena occupazione. Anche qui: si parla spessissimo di Keynes e del Piano
Marshall, evitando però di ricordare che l’insigne economista inglese e
il famoso generale erano entrambi massoni progressisti. Magaldi rivela
che il loro ultimo “discendente”, il celebre sociologo Arthur Schlesinger
Jr., elemento di punta della super-massoneria progressista
anglosassone, è l’uomo a cui l’Italia deve il fallimento dei tentativi
di colpi di Stato rapidamente succedutisi, promossi da elementi della
super-massoneria reazionaria che utilizzò pedine come Borghese, Sogno e
Gelli.
«L’Italia è sempre stato un paese-laboratorio, un campo di battaglia
decisivo dove attuare esperimenti democratici oppure autoritari», spiega
Magaldi: «Non a caso, in Portogallo la Rivoluzione dei Garofani del
1974 venne fatta scoccare il 25 aprile, anniversario della Liberazione
italiana, per rispondere al golpe dei colonnelli in Grecia». Come
sempre, anche oggi l’Italia è nel mirino: nel 2011 è stata investita in
pieno dalla potenza di fuoco dell’élite tecnocratica europea, dopo la
lettera della Bce con cui la Troika disarcionò Berlusconi, firmata da
Jean-Claude Trichet e dal “fratello” Mario Draghi, cui rispose il
“fratello” Napolitano insediando a Palazzo Chigi il “fratello” Mario
Monti. Le informazioni contenute nel suo libro, assicura Magaldi, sono
tutte documentate in 5.000 pagine di archivio, che l’autore si è sempre
dichiarato pronto a esibire in caso di contestazioni. Ma finora non ce
n’è stato bisogno: “Massoni, la scoperta delle Ur-Lodges” è stato
accolto nel modo più comodo, cioè con la congiura del silenzio da parte
di tutti, nel mainstream politico-editoriale. Troppe rivelazioni
scomode, per troppi personaggi ancora al potere, da Draghi in giù.
Silenzio anche dagli storici, presi in contropiede dalla sconcertante
rilettura magaldiana del ‘900: il massone Pinochet contro il massone
Allende in Cile, il sostegno della massoneria progressista a John
Kennedy, lo “scudo massonico” organizzato per tentare di proteggere Bob
Kennedy e Martin Luther King, dalle cui uccisioni scaturì una drammatica
rottura. Dagli anni ‘70 si affermò l’ala destra, incarnata da leader
come Kissinger e Brzezinski, destinati a mettere all’angolo i leader
della corrente progressista. Segreti, misteri e contorsioni anche
inattese: l’attentato a Reagan promosso dai sostenitori occulti di Bush e
l’attentato (speculare e simmetrico) a Papa Wojtyla, orchestrato
dall’élite massonica che aveva sostenuto Reagan. La stessa oligarchia
del regime di Bruxelles è interamente massonica, sostiene Magaldi, e
appartiene alla corrente neo-conservatrice. Per questo oggi siamo
arrivati alla recessione strutturale, alla disoccupazione-record, alla
depressione storica di un paese come l’Italia. Loro, i
neo-aristocratici, hanno colonizzato il pianeta (e l’Europa) col pensiero unico neoliberista: lo Stato deve capitolare,
rinnegare la sua funzione storica, servire le multinazionali e non più i
cittadini, rassegati a ridiventare sudditi. Per Magaldi non è solo un
attentato alla democrazia, è anche il tradimento della più autentica vocazione massonica.
Nel suo saggio, l’autore rilegge gli eventi epocali che hanno
determinato la situazione di oggi, a partire da libri-evento come “La crisi della democrazia”
promosso dalla Commissione Trilaterale sempre con lo stesso obiettivo:
collocare i propri uomini (Thatcher, Reagan, Kohl, Mitterrand) alla
guida dei paesi-chiave, per occupare lo Stato e asservirlo ai diktat
delle grandi lobby finanziarie e delle multinazionali. Nulla di tutto
ciò è avvenuto per caso, avverte Magaldi, che nell’esplosiva appendice
del suo lavoro editoriale fa dire al massone oligarchico “Frater Kronos”
che qualcosa è andato storto, qualcuno ha oltrepassato i limiti. Un
nome su tutti: quello del “fratello” George Bush senior, che sarebbe
“impazzito di rabbia” dopo la bruciante sconfitta inflittagli nel 1980
dai sostenitori di Reagan. Da allora, ancor prima di diventare a sua
volta presidente, Bush avrebbe dato vita alla «inquietante, pericolosa e
sanguinaria» superloggia denominata “Hathor Pentalpha”, che avrebbe
reclutato il gotha neocon del Pnac, il piano per il Nuovo Secolo
Americano, da Cheney a Rumsfeld, nonché fondamentali alleati europei, da
Blair a Sarkozy, incluso il turco Erdogan. Missione del clan:
destabilizzare il pianeta, anche col terrorismo di Stato, a partire
dall’11 Settembre.
Per questo, si legge sempre nel libro di Magaldi, è stato riciclato
il “fratello” Osama Bin Laden, arruolato dallo stesso Brzezinski ai
tempi dell’invasione sovietica in Afghanistan. Risultato, dopo
l’attentato alle Torri: una serie di guerre, in sequenza,
dall’Afghanistan all’Iraq, dalla Libia alla Siria, anche dietro il
paravento della “primavera araba”. Ultimo bersaglio, la Russia di Putin.
Ma la “geopolitica del caos” ormai preferisce avvalersi della più
grottesca creatura dell’intelligence, il fondamentalismo islamico: nel
lontano 2009, i militari americani del centro iracheno di detenzione di
Camp Bucca si videro recapitare l’ordine di rilascio dell’allora oscuro
Abu Bakr Al-Baghdadi, l’attuale “califfo” dell’Isis. Oggi, Al-Baghdadi è
l’uomo che minaccia l’Europa
e rivendica la strage di innocenti a Parigi. E c’è chi se ne stupisce:
politici e giornalisti esibiscono sconcerto e raccapriccio, come se
brancolassero nel buio. Eppure, tra le pagine di “Massoni”, era tutto in
qualche modo già scritto. Ma non c’è pericolo che le analisi di Magaldi
emergano al punto da affacciarsi in prima serata sul mainstrem
televisivo, e neppure sulle pagine sempre reticenti della grande stampa.
(Il libro: Gioele Magaldi, “Massoni. Società a responsabilità
illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges”, Chiarelettere, 656 pagine, 19
euro).
Originale da: http://www.libreidee.org/2015/11/il-massacro-di-parigi-e-le-rivelazioni-choc-di-gioele-magaldi/
Nessun commento:
Posta un commento