18/11/2015
«Le menti e le mani che hanno prima pianificato ed effettuato gli
attentati a “Charlie Hebdo” e poi le terribili stragi di venerdì 13
novembre 2015 sono le stesse, identiche. E sono menti e mani che amano
particolarmente le simbologie della tradizione esoterica e massonica
occidentale… in modo impressionante», afferma Gioele Magaldi, segnalando
una sinistra coincidenza storica: «Non ho ancora sentito nessuno, a
livello di mainstream mediatico, ricordare che il venerdì 13 ottobre del
1307, proprio in Francia, il re Filippo il Bello ordinò l’arresto dei
Templari. Da allora, quella data ha assunto una rilevanza fondamentale
in determinati ambienti appunto esoterici e massonici, e persino nella
produzione letteraria e filmografica». Autore del bestseller “Massoni.
Società a responsabilità illimitata”, Magaldi ha denunciato già nel 2014
i piani criminali della superloggia “Hathor Pentalpha”, creata dai Bush
reclutando anche leader come Blair, Sarkozy ed Erdogan per una sorta di
strategia della tensione (mondiale) inaugurata l’11 Settembre con
l’attacco alle Torri, che diede il via alla “guerra infinita”.
«I tragici fatti di Parigi, sia del 7 gennaio che dello scorso 13
novembre 2015, sono anzitutto opera di coloro che hanno creato a
tavolino prima Al Qaeda e poi l’Isis», insiste Magaldi, intervistato da
Lorenzo Lamperti per “Affari Italiani”. «Chi ha voluto realizzare
la strage di Parigi, facendola compiere proprio un venerdì 13, ha
mandato un segnale preciso di natura infra-massonica». Magaldi, già
“gran maestro” della loggia Monte Sion e poi leader del Grande Oriente
Democratico, si riserva di spiegare in seguito di che “segnale
infra-massonico” si tratti e perché, «al lume delle notizie riservate
che mi sono pervenute», dice, «sia stato scelto egualmente l’autunno per
questo attentato, ma non il mese di ottobre, bensì quello di novembre».
Magaldi afferma di annoverare «diversi amici fraterni onesti e
scrupolosi, tra i quadri e i dirigenti dei servizi d’intelligence (di
diverse nazioni) operanti in Francia e in particolare a Parigi». Gli
hanno “suggerito” che «senza una falla grossa come una casa nell’operato
degli stessi servizi segreti occidentali e francesi (qualche agente
infedele che, evidentemente, ha “collaborato” con i terroristi, tradendo
con infamia i propri doveri e la propria dignità di uomo e di servitore
dello Stato), quello che è accaduto venerdì 13 novembre non sarebbe mai
potuto accadere».
Troppo facile, il “lavoro” dei killer: «Ma stiamo scherzando?
Terroristi che arrivano indisturbati a pochi passi da dove si muove il
presidente della Repubblica e che vanno a fare il più atroce attentato
in un locale che avrebbe dovuto essere scientificamente guardato a vista
da servizi d’intelligence e sicurezza, in quanto già attenzionato in
precedenza per possibili atti di terrorismo e violenza? Senza la
connivenza di apparati deviati dell’intelligence militare e civile,
tutto ciò non sarebbe stato assolutamente possibile». Puntuali, i
riflessi politici dopo la strage: il procuratore nazionale Antimafia e
Antiterrorismo, Franco Roberti, ha detto che “dobbiamo esser pronti a
cedere una parte delle nostre libertà” di comunicazione. Un Patriot Act
all’italiana? «Se Franco Roberti si è espresso cosi, il Movimento
Roosevelt, entità politica
metapartitica da me presieduta, chiederà ufficialmente le sue
dimissioni», avverte Magaldi. Dimissioni «per manifesta incompatibilità
ideologica con i principi e i fondamenti di quelle
istituzioni democratiche e liberali che egli, con le strutture da lui
guidate, dovrebbe difendere dalle minacce del terrorismo e della
malavita organizzata».
Magaldi ricorda che il massone progressista Benjamin Franklin, uno
dei massimi padri della nascita della prima Repubblica costituzionale e
democratica al mondo, gli Stati Uniti d’America, soleva affermare: «Chi è
pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole
di temporanea sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza». E
dire che la soluzione, quella vera, sarebbe a portata di mano: «Se solo
si volesse (ma non si vuole, perché lo show del terrorismo hollywoodiano
a cura dell’Isis fa comodo a molti), si dovrebbe procedere con
un’azione militare poderosa, per via aerea ma soprattutto via terra,
concertata tra tutte le maggiori potenze almeno nominalmente
democratiche, preferibilmente sotto l’egida dell’Onu». Un’azione
risoluta, «per spazzare via il cosiddetto Califfato dell’Isis dalla
faccia della terra». Se solo si volesse, aggiunge Magaldi, in poco tempo
i miliziani dell’Isis sarebbero travolti. «Solo che, per essere
credibile, legittimato, giustificabile e ben accetto, al presente come
per il futuro, un tale intervento militare, una volta conseguita la
vittoria, dovrebbe essere seguito rapidamente e seriamente dalla
costruzione di infrastrutture materiali e immateriali, culturali,
istituzionali ed economiche».
Se si vuole la pacificazione occorre un colossale investimento,
quindi, per «trasformare quei territori martoriati medio-orientali (ora
dominati dal Califfato) in società libere, democratiche, laiche, con un
grande dispendio di risorse per aiutare la popolazione locale».
Attenzione: «Non si tratta di fingere di “esportare la democrazia”,
come volevano far credere all’opinione pubblica mondiale i farabutti
massoni contro-iniziati che, tramite la superloggia sovranazionale
Hathor-Pentalpha (si legga il primo volume della serie di “Massoni”, per
capire di che si tratti), andarono a mettere a ferro e fuoco l’Iraq nei
primi anni ‘2000 e altri territori in tempi successivi». Per Magaldi si
tratta di costruirla davvero una vita democratica, libera, laica,
pluralista e pacifica in quello che ora è l’habitat totalitario,
integralista e ierocratico dell’Isis, ma anche nel resto del Medio
Oriente. «E per farlo,
occorre che i governi delle maggiori potenze democratiche mondiali
collaborino con gli ambienti islamici più laici e moderati dell’area
nord-africana e medio-orientale».
C’è il rischio che ora, in Europa,
prendano sempre più forza i populismi e gli estremismi, come Le Pen in
Francia o Salvini in Italia? Falso allarme: «E’ uno spauracchio, questo
della possibile avanzata dei movimenti populistici ed estremistici,
agitato strumentalmente da coloro che poi, per far fronte a questa
eventuale avanzata, propongono governi consociativi che, per loro
natura, annullano la normale dialettica democratica tra forze politiche
alternative». Governi consociativi come quello di Mario Monti, che poi
favoriscono l’approvazione, quasi sempre con scarso dibattito
politico-mediatico, di misure legislative contrarie all’interesse del
popolo sovrano ma assai utili ad interessi privati sovranazionali e
apolidi: «Si ricordi l’approvazione totalitaria e silenziata del funesto
Fiscal Compact, ad opera del governo Monti, in Italia, e altri
provvedimenti simili presi in tutta Europa».
Magaldi non tifa certo per i populismi e gli estremismi, tanto più se
di natura neo-nazionalistica, ma osserva che «i gruppi dirigenti di
questi movimenti, solitamente, quando vanno al governo, si dimostrano
del tutto docili e subalterni a quegli stessi poteri apolidi che di
consueto si servono di maggioranze consociative e formalmente
“moderate”».
Magaldi punta il dito contro la regia occulta una certa massoneria
internazionale, ma coi dovuti distinguo: «Non bisogna confondere il
carattere cinico e apolide delle élites massoniche neoaristocratiche e
reazionarie, cui mi sto riferendo, e che in alcuni loro segmenti sono
responsabili dell’atroce strage di Parigi del 13 novembre scorso, dal
positivo cosmopolitismo dei gruppi massonici progressisti, per i quali
la patria non è la propria nazione, ma ogni luogo dove occorra
combattere per la democrazia,
la libertà e i valori racchiusi nella Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani approvata all’Onu il 10 dicembre 1948, grazie al
“matrocinio” della libera muratrice Eleanor Roosevelt». Proprio nel nome
dei Roosevelt, Eleanor e il marito Franklin Delano, promotore del New
Deal che resuscitò l’America dalla Grande Depressione sulla base delle
ricette macro-economiche di un altro massone, il grande economista John
Maynard Keynes, ha dato vita al suo movimento italiano. Missione:
democratizzare la politica,
sfidando l’egemonia culturale dell’élite che terremota gli Stati con
“armi di distruzione di massa” come l’austerity, basata sul taglio
dell’investimento pubblico per dare mano libera all’oligarchia
finanziaria. Dietro all’economia
c’è un vertice politico occulto, insiste Magaldi, dominato da elementi
massonici di stampo neo-feudale. E’ un disegno preciso, che avanza tra
macerie e vittime. E va fermato nel solo modo possibile: con la democrazia.
Preso da:http://www.libreidee.org/2015/11/magaldi-dietro-al-terrore-menti-massoniche-e-007-traditori/
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