15 novembre 2015
E adesso siamo davvero in guerra. «Tutta la vita politica
europea sarà sconvolta per sempre», dice Giulietto Chiesa, secondo cui
d’ora in avanti ogni disagio sociale sarà rubricato come problema di
ordine pubblico: «La nostra vita diverrà un eterno passaggio attraverso
un metal detector». Lo sanno bene i politici che balbettano di fronte
alla strage di Parigi, che espone al ridicolo l’intero dispositivo
francese della sicurezza: a dieci mesi dalla mattanza di “Charlie
Hebdo”, non meno di 70-80 professionisti armati, alloggiati, organizzati
e coordinati nella capitale transalpina hanno potuto mettere a segno 7
attacchi simultanei in pieno centro. «Vuol dire che è meglio che quelli
della Suretè si diano al giardinaggio», scrive Aldo Giannuli.
Possibile che gli uomini di Hollande si siano fatti sorprendere così?
Peraltro, se si pensa che siamo a 14 anni dall’attentato alle Twin
Towers, dopo tre guerre (Afghanistan, Iraq e Libia) e un mare di soldi
spesi, «qui la disfatta non è solo dei francesi, ma di tutta
l’intelligence occidentale». Puzza di bruciato? Se ne accorge persino il
mainstream: Paolo Pagliaro, nella trasmissione “Otto e mezzo” condotta
da Lilli Gruber su “La7”, ricorda che l’Isis è stato finanziato da
Turchia e Arabia Saudita, ed equipaggiato dagli Usa.
Il vicepresidente Joe Biden riconobbe, tempo fa, che le armi inviate ai
“ribelli” anti-Assad erano “finite” tutte alle milizie jihadiste del
“califfo” Abu Bakr Al-Baghdadi, l’uomo fotografato in Siria in compagnia
del senatore John McCain.
«La Russia, con il suo intervento in Siria, ha cambiato il quadro politico mondiale», osserva Giulietto Chiesa su “Megachip”.
«Il piano di ridisegnare la mappa medio-orientale è fallito. Daesh è,
di fatto, sconfitta là dov’è nata. Dunque i suoi manovratori spostano l’offensiva in Europa».
Obiettivo chiarissimo: terrorizzare il vecchio continente e
costringerlo sotto l’ombrello americano. «A mettere a posto la Russia
penserà Washington. Del resto l’Airbus abbattuto nel Sinai, in termini
di sangue russo innocente, è equivalso al massacro parigino. E non ce ne
eravamo accolti». Merkel e Hollande, i due leader che «stavano
cambiando rotta per uscire dal cappio americano», sono avvertiti. E
mentre i Renzi di tutta Europa
non osano affrontare le telecamere non sapendo cosa dire, ci si domanda
inevitabilmente chi siano i manovratori del potente e vastissimo gruppo
di fuoco che ha potuto fare quello che voleva, nel pieno centro di
Parigi. «L’Isis è creatura di una Spectre composta da pezzi di Occidente
e petromonarchie del Golfo», annota Chiesa. «Qualcuno la guida, ed è
molto potente, carico di denaro e di armi. Il fanatismo è la sua
facciata. Ma non spiega la sua “intelligence”». Una traccia l’ha fornita
un anno fa Gioele Magaldi col suo libro “Massoni”, edito da
Chiarelettere: una delle 36 Ur-Lodges, vertice massonico del potere
mondiale, avrebbe un debole per le stragi e la strategia della
tensione. Si chiama “Hathor Pentalpha” e, secondo Magaldi, annovera tra i
suoi leader il capo del centrodestra francese, Nicolas Sarkozy.
Obiettivo strategico: annullare la democrazia, anche a colpi di
attentati, per riconsegnare il potere all’élite più reazionaria, neo-feudale, neo-aristocratica. Quella che lavora per scenari da Terza Guerra Mondiale.
Sorta nel 1980 quando George Bush fu sconfitto da Reagan nella corsa
alla Casa Bianca, la “loggia del sangue e della vendetta” avrebbe
promosso l’apocalisse dell’11 Settembre, punto di partenza della “guerra
infinita” che da allora sta destabilizzando il pianeta. Oltre ai Bush,
dal vecchio George Herbert al figlio George Walker fino al fratello, Jeb
Bush, tra gli alfieri della “Hathor” figurerebbero anche Tony Blair,
l’uomo da cui nacque l’invenzione delle “armi di distruzione di massa”
di Saddam Hussein, nonché un leader autoritario come il turco Ergogan,
appena rieletto con un plebiscito da una Turchia abbondantemente
terrorizzata con un’ondata di paurosi attentati molto simili a quello di
Parigi. Nel nome “Hathor”, spiega Magaldi, c’è il richiamo diretto
all’Isis: Hathor è l’altro nome della dea Iside, molto popolare nel
milieu massonico, compreso quello dei “controiniziati” che userebbero a
scopo di potere
– e con sanguinario cinismo – la propria conoscenza esoterica, fatta
anche di precisi riferimenti simbolici. Sempre su “Megachip”, Roberto Quaglia ricorda la passione di Christine Lagarde (Fmi) per
la numerologia, e osserva che la strage parigina è avvenuta un venerdì
13, nell’11esimo mese dell’anno e nell’11esimo “arrondissement” di
Parigi.
La maggior parte delle vittime, quelle del teatro Bataclan, erano
spettatori di un concerto di heavy metal, sul palco c’erano gli “Eagles
of Death Metal”. «Due settimane prima, a Bucarest (nota una volta come
“la piccola Parigi”), in una strage su scala minore oltre 50 ragazzi
perivano nel rogo sviluppatosi durante un concerto heavy metal, evento
che ha rapidamente portato alla caduta del governo rumeno e
l’instaurazione di un governo “tecnico” più eurocratico che mai»,
aggiunge Quaglia. Frequentare concerti heavy metal sta iniziando a farsi
pericoloso? «Ciò detto, buona Terza Guerra
Mondiale a tutti». Secondo Quaglia, all’Isis «non bastava venire
bombardata dalla Russia con bombe vere», tenendo conto che quelle
sganciate dagli Usa erano, di fatto, rifornimenti. «L’Isis vuole che anche la Francia
ora si faccia avanti per bombardarli e, possibilmente, che invii anche
truppe di terra per combatterli meglio. Cosa c’è di strano? Ha già
annunciato simili attentati pure a Roma, Londra e Washington». Evidente
la strategia: coinvolgere l’Europa nell’opzione-guerra,
quella su cui scommettono dal 2001, ininterrottamente, le “menti”
dell’11 Settembre, capaci di “inventarsi” come nemico pubblico prima
l’ex uomo Cia in Afghanistan, Osama Bin Laden, e ora il bieco “califfo”,
capo di un’orda di tagliatori di teste, completamente indisturbati fino
all’entrata in azione, in Siria, dei bombardieri di Putin.
Non era già Bin Laden, continua Quaglia, a sperare che – 14 anni fa –
l’Afghanistan venisse bombardato e l’Iraq invaso? «Dopotutto fu proprio
questo che egli ottenne». La solite malelingue sostengono che Isis è
stato creato dagli Stati Uniti? E pazienza «se fra le malelingue c’è il
generale francese Vincent Desportes, cosa volete che ne sappia uno come
lui?». E le foto di Al-Baghdadi con McCain? «A chi non capita,
dopotutto, di trovarsi per sbaglio assieme a personaggi sgradevoli che
passavano di lì per caso?», scrive Quaglia, con sarcasmo: «Potrebbe
accadere ad ognuno di noi». Alla vigilia dell’attentato di Parigi il
capo della Cia si sarebbe incontrato col responsabile dei servizi
segreti francesi? «Probabilmente questa gente va insieme a bersi una
birra più spesso di quanto pensiamo – e cosa c’è di male?». Come spesso
accade in questi casi, aggiunge Quaglia, le informazioni della strage su
Wikipedia sono apparse a velocità da record: «Pare che alcuni fatti
(una dichiarazione di
Hollande)
siano stati riportati addirittura prima che accadessero. Ma a questi
piccoli miracoli siamo ormai abituati: i più smaliziati ricorderanno la
Bbc annunciare l’11 settembre 2001 il crollo del Wtc7 con 20 minuti di
anticipo rispetto al fatto».
E siamo anche abituati ad altre puntuali “coincidenze”: tutte le
volte che i terroristi colpiscono, qualche esercitazione antiterrorismo è
sempre in corso. Accadde a New York l’11 Settembre, a Londra il 7
luglio 2005. Stavolta, a Parigi, la polizia era accorsa in forze alla
Gare de Lyon per un allarme bomba. «E sempre per un “allarme bomba” lo
stesso giorno è stato fatto sgomberare anche l’albergo dove si trovava
la squadra nazionale tedesca di calcio, in città per l’incontro serale
con la Francia.
Dite che è poco?». Quel giorno, infine, era in corso «anche
un’esercitazione completa proprio per il caso di un multi-attacco, che
coinvolgeva polizia e pompieri, esattamente come in tutti i casi più
eclatanti di terrorismo che ci hanno propinato». Secondo Quaglia, è
impossibile non leggere una precisa regia dietro tutti questi eventi.
Tanto più oggi, dopo la recente decisione del governo Hollande di
apporre il segreto di Stato alle indagini sulla strage di “Charlie
Hebdo”: i magistrati avevano scoperto che le armi provenivano da una
strana triangolazione tra Slovacchia, Belgio e servizi segreti francesi.
Realtà occulta, spaventosa e “inaccettabile”, come quella disegnata da
Gioele Magaldi? «E’ previsto che ve ne rendiate conto a puntate, così da
non farci troppo caso», conclude Quaglia. «Avete mai sentito la ricetta
di come vanno bollite le rane così che non saltino fuori dalla
pentola?».
Preso da: http://www.libreidee.org/2015/11/ci-vogliono-in-guerra-lisis-e-solo-manovalanza-di-fiducia/
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