Il Governo è cambiato, così come le politiche relative al flusso migratorio. I nuovi ministri, forti dell’ampio consenso dei cittadini, cercano di porre rimedio agli accordi licenziosi e contro gli interessi degli stessi italiani degli esecutivi Renzi-Gentiloni, che hanno previsto l’apertura indiscriminata dei porti alle navi delle Ong e a quelle delle missioni europee. Il risultato è chiaro a tutti: più di 600 mila immigrati irregolari arrivati in Italia e il Mediterraneo ridotto ad un cimitero a cielo aperto. Forse un giorno qualcuno dovrà rispondere di queste 14 mila morti (dati UNHCR 2015-2018).
Quello che pochi conoscono sono però gli accordi segreti sottoscritti bilateralmente dai Premier Renzi e Gentiloni e dagli omologhi di altri Paesi, per assicurarsi che tutti gli immigrati raccolti in mare fossero portati solo ed esclusivamente in Italia. Era il luglio scorso quando la sottoscritta e Luca Donadel abbiamo notato una nave della Marina Militare Irlandese
che faceva la spola tra la zona SAR libica e i porti siciliani con una
frequenza alquanto sospetta. Dublino non era allora inclusa nella
missione europea di Frontex, EUNAVFOR MED Operazione Sophia, che
prevedeva come attività collaterale il soccorso delle imbarcazioni dei
migranti in pericolo sotto il coordinamento di MRCC di Roma.
Abbiamo così scoperto Operazione Pontus, un patto
bilaterale stilato nel 2015 che ha coinvolto il Governo italiano di
Renzi (poi riconfermato da Gentiloni) e quello irlandese, indipendente
dai dispositivi europei. L’accordo, taciuto ai cittadini italiani e senza nessuna menzione sui siti istituzionali del Governo, prevedeva che gli immigrati trasbordati sulle navi della Marina Militare irlandesi in zona SAR libica venissero sbarcati nei porti italiani. Nessun
organo della stampa nazionale ha mai documentato gli sbarchi delle navi
irlandesi seppur avvenissero tutti regolarmente a Catania, e, allo
stesso tempo, nessuno ha mai accennato ad Operazione Pontus.
Questo non è successo in Irlanda. Sia i siti istituzionali
governativi sia la stampa nazionale hanno documentato orgogliosamente i
salvataggi dei 18 mila migranti portati in Italia dalle navi militari LÉ Samuel Beckett, LÉ Niamh, LÉ James Joyce, LÉ Roisin, LÉ Eithne e LÉ William Butler Yeats, che si sono avvicendate per 3 anni nel Mediterraneo.
In seguito alla pubblicazione dell’inchiesta riguardante
Operazione Pontus, il Governo Gentiloni preferì non rispondere alle
nostre obiezioni. Neanche l’ex viceministro Mario Giro, da noi
intervistato a Dicembre, ci rispose argomentando di non essere a
conoscenza dell’accordo bilaterale. Dall’Italia, solo il Capitano Antonello de Renzis Sonnino,
capo delle relazioni con i media di EUNAVFOR MED Operazione Sophia fece
seguito alle nostre domande, confermando che le navi militari
irlandesi non stavano operando nel contesto della missione europea.
Il Dipartimento della Difesa Irlandese, a differenza del silenzio del Governo italiano, ci rispose immediatamente: “L’invio
delle navi della Marina Militare Irlandese per intraprendere attività
di ricerca e salvataggio umanitario nel Mediterraneo è implementato
nell’ambito di un accordo bilaterale con il governo italiano. L’accordo bilaterale è stato istituito per la prima volta nel maggio 2015” e confermando anche i rinnovi del 2016 e del 2017. Dublino ha anche aggiunto che “Il
coordinamento delle operazioni di ricerca e salvataggio e la
conseguente fornitura di assistenza umanitaria, avviene grazie alla
stretta collaborazione con le autorità italiane competenti” e quindi che i migranti salvati sono stati tutti portati nei porti siciliani.
Lo stesso Dipartimento irlandese però non ha mai replicato stranamente alle successive domande a proposito delle ripartizione delle spese di Operazione Pontus.
Quindi, ad oggi, possiamo facilmente presumere che gli altissimi costi
(la nave Aquarius di SOS Mediterranee, che ha un tonnellaggio inferiore
rispetto alle navi militari irlandesi e beneficia dell’aiuto di
volontari a bordo, ha un costo giornaliero di 10 mila euro) siano stati pagati dai contribuenti italiani.
In altre parole, possiamo ragionevolmente affermare che Renzi
e Gentiloni hanno fondato una propria “ONG” che ha traghettato 18 mila
migranti in Sicilia a spese dei cittadini italiani, tenuti volutamente
all’oscuro del patto bilaterale.
L’Operazione Pontus è terminata lo scorso agosto in seguito all’entrata dell’Irlanda nella missione europea Operazione Sophia. Il 7 luglio la nave LÉ Samuel
Beckett, operativa nella flotta europea, ha sbarcato a Messina 106
migranti. Sempre a causa degli accordi sottoscritti da Renzi e Gentiloni
a Bruxelles, le missioni europee nel Mediterraneo sono coordinate da
MRCC di Roma nel caso di operazioni SAR. Dopo la chiusura dei porti alle
Ong, domenica Matteo Salvini e Danilo Toninelli si
sono detti determinati a porre fine a queste storture che di fatto hanno
penalizzato l’Italia diventata l’unico porto di sbarco della rotta
libica in Europa.
Il Ministro dell’Interno ha dichiarato: “Dopo aver fermato le navi delle ONG, giovedì porterò
al tavolo europeo di Innsbruck la richiesta italiana di bloccare
l’arrivo nei porti italiani delle navi delle missioni internazionali
attualmente presenti nel Mediterraneo. Purtroppo i governi italiani
degli ultimi 5 anni avevano sottoscritto accordi perché tutte queste
navi scaricassero gli immigrati in Italia, col nostro governo la musica è
cambiata e cambierà“.
Le navi militari irlandesi hanno utilizzato come porto logistico Malta, che verosimilmente è il teatro di un altro accordo bilaterale secretato del Governo Renzi.
All’inizio di luglio è scoppiata una polemica che sta
facendo molto clamore sull’isola: in seguito alle polemiche sulle
responsabilità dei soccorsi in mare, il leader dell’opposizione, Adrian Delia, ha parlato dell’esistenza di un accordo segreto del 2014 tra l’allora Premier Renzi e l’omologo Joseph Muscat.
Il contratto siglato, secondo Delia, avrebbe previsto la cessione riguardo ai diritti maltesi di sfruttamento petrolifero nel tratto di mare a sud-est della Sicilia,
in cambio del non coinvolgimento nelle operazioni SAR di Malta e quindi
nessun sbarco di migranti nei porti dell’isola. Delia ha anche
affermato ingenuamente: “I cittadini hanno diritto di sapere i dettagli di tale trattativa, e il perché non sia stata resa pubblica e rinnovata con il nuovo governo Conte”.
Seguiremo gli sviluppi della richiesta di chiarimenti di Adrian Delia al Premier Muscat
e tutti gli altri accordi silenziati degli ultimi 5 anni che verranno
alla luce. Chiaramente anche i cittadini italiani avrebbero la necessità
di avere dei seri chiarimenti su questi accordi taciuti volontariamente da Renzi e Gentiloni.
I giochetti dei governi Pd ci sono costati 5 miliardi all’anno per i
costi dell’accoglienza, senza contare quelli relativi e difficilmente
stimabili del degrado crescente delle nostre città.
Francesca Totolo
1) Migranti, Adrian Delia a gamba tesa: «Fare luce su accordi Muscat-Renzi»:
2) Delia questions personal migration “deal” between Muscat and Renzi https://www.timesofmalta.com/articles/view/20180701/local/delia.683315
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