La deputata trotskista-islamista Joe Cox,
del Parito Laburista, vicina agli ambienti del radicalismo sunnita
(taqfirismo), e che sarebbe stata uccisa da un presunto estremista di
destra il 16 giugno, ha più volte sostenuto apertamente l’aggressione
armata diretta della NATO contro la Repubblica Araba Siriana:
“Il presidente Assad e la guerra civile in Siria sono, credo, la più grande prova della nostra generazione, è certamente la più grande crisi umanitaria del nostro tempo. È un test che finora, come partito e come nazione, abbiamo fallito…. la risposta inetta della comunità internazionale ha riguardato il primo utilizzo su vasta scala di armi chimiche in una generazione, la genesi del cancro dello SIIL e la più grande crisi dei rifugiati in Europa dalla seconda guerra mondiale… La prima responsabilità per la pochezza della politica del Regno Unito sulla Siria ricade sul governo che ha trattato e giudicato male ciò fin dall’inizio… Credo che il partito laburista può ancora contribuire a riformulare questo dibattito sostenendo una strategia globale costruita su tre filoni: umanitaria, diplomatica e militare, con la protezione dei civili come obiettivo centrale. Con questo in mente si deve partire dalla premessa che dobbiamo affrontare gli orrori gemelli dello SIIL e di Assad.
Anche se i fatti hanno poca attenzione, è Assad
responsabile del 75% dei civili uccisi e non lo SIIL, e la stragrande
maggioranza dei rifugiati fugge da lui e dalle sue bombe a barile.
Quindi, concentrandosi solo sullo SIIL non si fermerà questa crisi, ed
alienare i sunniti moderati probabilmente lo rafforzerà…. dobbiamo
spingere il premier (Cameron) a mettere la Siria sotto la massimo
attenzione diplomatica al fine di trascinare Assad al tavolo dei
negoziati. L’intervento della Russia rende questa via alla soluzione
politica più complicata, ma ricordiamo che il suo intervento è segno di
disperazione non di forza, pensava che Assad stava per cadere… così come
nell’azione contro lo SIIL è il momento di tracciare una linea
rossa sul bombardamento aereo indiscriminato di civili siriani da parte
del regime di Assad. Credo che la migliore proposta per raggiungere tale
obiettivo è la creazione di un numero limitato di ‘zone di non
bombardamenti’ che potrebbero essere attuate nella regione assieme ai
mezzi navali di Stati Uniti, Francia e Regno Unito”.“Il presidente Assad e la guerra civile in Siria sono, credo, la più grande prova della nostra generazione, è certamente la più grande crisi umanitaria del nostro tempo. È un test che finora, come partito e come nazione, abbiamo fallito…. la risposta inetta della comunità internazionale ha riguardato il primo utilizzo su vasta scala di armi chimiche in una generazione, la genesi del cancro dello SIIL e la più grande crisi dei rifugiati in Europa dalla seconda guerra mondiale… La prima responsabilità per la pochezza della politica del Regno Unito sulla Siria ricade sul governo che ha trattato e giudicato male ciò fin dall’inizio… Credo che il partito laburista può ancora contribuire a riformulare questo dibattito sostenendo una strategia globale costruita su tre filoni: umanitaria, diplomatica e militare, con la protezione dei civili come obiettivo centrale. Con questo in mente si deve partire dalla premessa che dobbiamo affrontare gli orrori gemelli dello SIIL e di Assad.
In sostanza, la trotskista islamo-atlantista continuava a spacciare per vera la favola del bombardamento “chimico” dell’Esercito Arabo Siriano nel Ghuta orientale, e a sostenere con forza sia i bombardamenti della NATO contro la Siria (sventati dall’intervento russo), che i piani interventisti di Turchia e Qatar, padroni del referente ideologico di Cox, la Fratellanza mussulmana, insinuatisi nella sinistra liberale radicale occidentale tramite la porta di Gaza…
In effetti, la deputata “internazionalista” (ovvero social-imperialista) si lamentò quando “Due anni fa, una mozione del governo sulla Siria fu sconfitta alla Camera dei Comuni. Presentata a seguito dell’attacco con armi chimiche che indignò il mondo, il movimento cercò di condannare l’attacco e dare, in linea di principio, supporto agli attacchi aerei contro il regime di Assad che l’aveva impiegato…. A mio parere ci sono tre elementi fondamentali per una strategia (in Siria): affrontare la crisi umanitaria, un piano militare e un’iniziativa diplomatica coerente… dobbiamo avere un approccio militare, robusto ma mirato. Non fraintendetemi, non sono una guerrafondaia. Mi sono opposta alla guerra in Iraq e ho lavorato per un decennio come operatrice umanitaria di Oxfam, ma questo non è l’Iraq. Questa è una crisi umanitaria…. il Regno Unito dovrebbe anche discutere seriamente i meriti per far rispettare, con altri, una no-fly-zone. Gran parte della discussione sulla risposta del Regno Unito in Siria si concentra sullo SIIL, ma questo non è la principale minaccia al popolo siriano: le truppe del Presidente Assad e dei loro alleati solo quest’anno hanno ucciso sei volte più civili dello SIIL e dall’inizio della guerra la differenza è 35 a 1. La tattica più spregevole di Assad è la bomba barile. Sono vecchi barili di petrolio, riempiti di esplosivo, chiodi, benzina e talvolta anche i prodotti chimici. Sganciati da elicotteri su zone densamente popolate, sono selvaggi, grezzi, del tutto indiscriminati e mortali”. (Le bombe-barili sono una menzogna inventata e diffusa dai media occidentali assoldati dagli squadroni della morte islamisti e dai loro mezzani delle petromonarchie wahhabite).
“Il primo ministro (Cameron) ha aggravato la situazione, secondo me scegliendo la strategia del “Prima lo SIIL”, mentre scegliamo da un menu di variabili indipendenti. In primo luogo ci occuperemo dello SIIL e poi torneremo ad Assad. Le guerre non funzionano in questo modo. Infatti, rifiutando di affrontare la brutalità di Assad possiamo attivamente allontanare la popolazione sunnita, spingendola verso lo SIIL. Così ho deciso di astenermi. Perché non sono contro gli attacchi aerei di per sé, ma non riesco a sostenerli attivamente a meno che non siano parte di un piano. Perché credo nell’azione per affrontare lo SIIL, ma non credo che funzionerà da sola”.
In sostanza la pacifinta deputata laburista islamo-trotskisa rifiutava l’intervento aereo inglese in Siria, non perché contraria all’intervento, ma perché contraria al bombardamento dei terroristi e favorevole invece al bombardamento delle Forze Armate della Repubblica Araba Siriana, che Cameron invece voleva evitare.
Va ricordato che le posizioni filo-taqfiriste di Jo Cox si accordavano alla perfezione con le posizioni strategiche sulla Siria da parte dei neocon statunitensi e dei neo-ottomani di Erdogan:
“Più di 50 diplomatici del dipartimento di Stato hanno firmato un memorandum interno fortemente critico verso la politica dell’amministrazione Obama in Siria, sollecitando gli USA ad effettuare attacchi militari contro il governo del Presidente Bashar al-Assad a fermare le sue persistenti violazioni del cessate incendio nei cinque anni di guerra civile del Paese”. Si noti che sono stati i terroristi “moderati” sostenuti dagli USA a violare dal 9 aprile il cessate il fuoco in Siria, attaccando le truppe governative a sud di Aleppo, e da allora hanno costantemente bombardato i quartieri filo-governativi di Aleppo, con oltre 1,5 milioni di abitanti. “Nella nota, i funzionari del dipartimento di Stato hanno sostenuto che l’azione militare contro Assad aiuterebbe la lotta contro lo Stato islamico perché rafforzerebbe i sunniti moderati, alleati necessari contro il gruppo noto come SIIL”. Chi ha già proferito tale delirante piano politico-militare?
Inoltre, nella Turchia del regime di Erdogan, un dirigente del partito al governo, il neo-ottomano AKP, dichiarava, “Assad è, infine, un assassino. Tortura il suo popolo. Non abbiamo intenzione di cambiare la nostra posizione su questo…”
Palese la convergenza sulla Siria tra neocon, taqfiriti, neo-ottomani e sinistra social-colonialista europeo-occidentale.
I vantaggi della liquidazione di Jo Cox
Il 14 giugno 2016, due giorni prima dell’eliminazione della deputata islamo-laburista Jo Cox, la sterlina subiva il calo peggiore in quattro mesi, quando più di 30 miliardi di sterline venivano “spazzati via dai mercati azionari di Londra in un solo giorno”, mentre i sondaggi indicavano una Gran Bretagna pronta a votare l’uscita dall’UE. In tutto, più di 70 miliardi di sterline era sparite dall’inizio della settimana. Il mercato di Londra era calato di oltre il 2% e la sterlina era scesa dello 0,8%, arrivando a 1,41 dollari, e questo dopo aver toccato il minimo in due mesi contro anche l’euro; e tutto ciò mentre i sondaggi davano alla Brexit il più forte sostegno dall’inizio dello scorso anno, pari al 6% di vantaggio. Il nervosismo sul referendum si diffondeva sui mercati mondiali, mentre le azioni calavano bruscamente in vista del referendum. Il Dow Jones di Wall Street era sceso del 0,66%, mentre il CAC 40 francese del 2,17% e il Dax tedesco dell’1,28%. Ed anche il prezzo del petrolio di riferimento Brent, il petrolio estratto da Londra sul Mar del Nord, calava dell’1,5%, meno di 49,60 dollari al barile. Connor Campbell, analista finanziario della Spreadex, affermava che la grave riduzione di capitali rifletteva “l’effetto strangolante che il referendum dell’UE ha sui mercati“. La Barclays era la banca inglese più colpita, con le azioni al ribasso di oltre il 3%. Inoltre i titoli Nasdaq non erano mai caduti così tanto, quasi 4 trilioni di dollari cancellati in un anno. Ma dopo le 12:17, ora di New York, del 16 giugno, Bloomberg News titolava: “La deputata inglese Jo Cox uccisa, mettendo a tacere il dibattito sulla Brexit“, e subito sterlina ed euro si allineavano sui titoli bancari Dow Jones Industrial Average e di Wall Street, e il Dow chiudeva sopra i 92 punti, una svolta brusca rispetto la mattina. Il FTSE 100 saliva a 6030,16, dopo esser sceso a meno 6000 il 14 giugno, quando i sondaggi suggerivano che la Brexit guadagnava terreno nei sondaggi. La sterlina, scivolata dopo i sondaggi, risaliva dello 0,4 per cento contro il dollaro, a 1,4258 e dello 0,2 per cento contro l’euro, a 1,2677.
Morte molto utile di un personaggio politico della sinistra filo-islamista fiancheggiatore dell’interventismo schizoide del Patto atlantico, in Siria e resto del Mondo.
Il 14 giugno 2016, due giorni prima dell’eliminazione della deputata islamo-laburista Jo Cox, la sterlina subiva il calo peggiore in quattro mesi, quando più di 30 miliardi di sterline venivano “spazzati via dai mercati azionari di Londra in un solo giorno”, mentre i sondaggi indicavano una Gran Bretagna pronta a votare l’uscita dall’UE. In tutto, più di 70 miliardi di sterline era sparite dall’inizio della settimana. Il mercato di Londra era calato di oltre il 2% e la sterlina era scesa dello 0,8%, arrivando a 1,41 dollari, e questo dopo aver toccato il minimo in due mesi contro anche l’euro; e tutto ciò mentre i sondaggi davano alla Brexit il più forte sostegno dall’inizio dello scorso anno, pari al 6% di vantaggio. Il nervosismo sul referendum si diffondeva sui mercati mondiali, mentre le azioni calavano bruscamente in vista del referendum. Il Dow Jones di Wall Street era sceso del 0,66%, mentre il CAC 40 francese del 2,17% e il Dax tedesco dell’1,28%. Ed anche il prezzo del petrolio di riferimento Brent, il petrolio estratto da Londra sul Mar del Nord, calava dell’1,5%, meno di 49,60 dollari al barile. Connor Campbell, analista finanziario della Spreadex, affermava che la grave riduzione di capitali rifletteva “l’effetto strangolante che il referendum dell’UE ha sui mercati“. La Barclays era la banca inglese più colpita, con le azioni al ribasso di oltre il 3%. Inoltre i titoli Nasdaq non erano mai caduti così tanto, quasi 4 trilioni di dollari cancellati in un anno. Ma dopo le 12:17, ora di New York, del 16 giugno, Bloomberg News titolava: “La deputata inglese Jo Cox uccisa, mettendo a tacere il dibattito sulla Brexit“, e subito sterlina ed euro si allineavano sui titoli bancari Dow Jones Industrial Average e di Wall Street, e il Dow chiudeva sopra i 92 punti, una svolta brusca rispetto la mattina. Il FTSE 100 saliva a 6030,16, dopo esser sceso a meno 6000 il 14 giugno, quando i sondaggi suggerivano che la Brexit guadagnava terreno nei sondaggi. La sterlina, scivolata dopo i sondaggi, risaliva dello 0,4 per cento contro il dollaro, a 1,4258 e dello 0,2 per cento contro l’euro, a 1,2677.
Morte molto utile di un personaggio politico della sinistra filo-islamista fiancheggiatore dell’interventismo schizoide del Patto atlantico, in Siria e resto del Mondo.
Fonti:
Huffington Post
Independent
Labour List
Mirror
Moon of Alabama
Wall Street on Parade
Yorkshire Post
Huffington Post
Independent
Labour List
Mirror
Moon of Alabama
Wall Street on Parade
Yorkshire Post
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