lunedì 20 giugno 2016
In Afghanistan,
Iraq, Siria e Libia a combattere il Califfo e intanto affari miliardari con i
suoi emiri protettori. La diplomazia italiana conferma la sua vocazione a
stringere le alleanze più controverse mentre le aziende leader del complesso
militare-industriale firmano lucrosi contratti con il regime del Qatar. Lo
scorso 16 giugno a Roma l’amministratore delegato del gruppo Fincantieri,
Giuseppe Bono, ha sottoscritto un accordo del valore di 3,8 miliardi di euro
con il Capo della Marina militare qatarina Mohammed Nasser Al Mohannadi per la
fornitura di sette unità navali (quattro corvette, due pattugliatori OPV – Offshore Patrol Vessel e una nave
appoggio anfibia LPD – Landing Platform
Dock) che saranno realizzate a partire del 2018 nei cantieri navali liguri di
Muggiano e Riva Trigoso. L’accordo prevede che la consegna delle navi da guerra
sia completata in sei anni, ma le autorità del Qatar sperano di disporre di
alcune di esse entro il 2022 per impiegarle per compiti di “sorveglianza e
pattugliamento marittimo nelle acque territoriali e nella zona economica
esclusiva” già in occasione dei campionati mondiali di calcio previsti nell’emirato.
Secondo
quanto trapelato a Doha, le quattro corvette avranno una lunghezza superiore ai
100 metri e un peso di 3.000 tonnellate, mentre i due pattugliatori offshore saranno
lunghi 50 metri e peseranno 700 tonnellate. La nave appoggio LPD sarà simile
all’unità che Fincantieri ha consegnato nel 2014 all’Algeria, un’evoluzione
tecnologica delle navi da sbarco e supporto logistico della classe “San Giusto”
in dotazione della Marina militare italiana (143 metri di lunghezza, 21,5 metri
di larghezza e un dislocamento a pieno carico di 8.800 tonnellate). Oltre alla
costruzione, Fincantieri garantirà il supporto logistico delle imbarcazioni in
Qatar per 15 anni.
Buona
parte dei sistemi di combattimento e i sensori di bordo saranno forniti dalle aziende
controllate dalla holding Leonardo-Finmeccanica. Nello specifico, saranno consegnati
i sistemi d’arma di medio calibro da 76/62 mm e di piccolo calibro da 30 mm
(Oto Melara), i radar multifunzionali di Selex Es già in dotazione alle fregate
di ultima generazione FREMM, il sistema di protezione antisiluro, il mine avoidance sonar “Thesan” e le
dotazioni missilistiche per un importo complessivo di un miliardo di euro (i missili
antinave Exocet, i missili superficie-aria a corto raggio Mistral e anti-missili
balistici Aster 30 Block 1, prodotti
dal gruppo italo-francese MBDA di cui Finmeccanica possiede il 25% del
pacchetto azionario). Il programma con la Marina militare del Qatar comprenderà
anche le attività di formazione, la fornitura di stazioni di test e le strutture
per la manutenzione, così come il supporto logistico integrato.
”L’accordo
siglato testimonia il grande impegno delle istituzioni ed in particolare del
ministro della Difesa Roberta Pinotti
e rafforza la collaborazione con Fincantieri, segnando una considerevole
affermazione del nostro sistema Paese”, ha dichiarato l’amministratore delegato
e direttore generale di Leonardo-Finmeccanica, Mauro Moretti. “La nostra società
collabora da oltre 20 anni con il Qatar, a cui ha fornito il sistema di
controllo e gestione del traffico aereo del nuovo aeroporto internazionale di
Doha, elicotteri sia per applicazioni civili sia militari, sistemi di difesa
per la sicurezza delle acque territoriali. Recentemente, inoltre, è diventato
esecutivo il contratto firmato nel 2015 per la fornitura alle Forze armate del
Qatar del sistema radar per la sorveglianza e la difesa aerea”. Il 30 marzo scorso,
inoltre, la controllata MBDA ha firmato un protocollo d’intesa per la fornitura
di un nuovo sistema di difesa costiera alla Qatar Emiri Naval Force, del
valore di 640 milioni di euro. Nello specifico saranno fornite due diverse
dotazioni missilistiche, l’Exocet MM40 Block
3 ed il Marte ER (Extended Range),
che funzioneranno in modo autonomo con un proprio radar o, in
alternativa, interfacciandosi ad una più ampia rete di sorveglianza, ingaggiando
bersagli navali di dimensioni diverse fino a 180 chilometri di distanza nelle
acque del Golfo Persico.
La
megacommessa navale con Fincantieri-Finmeccanica è stata formalizzata in
occasione dell’incontro ufficiale tra i ministri della difesa di Italia e Qatar,
Roberta Pinotti e Khalid bin Mohammed Al Attiyah, in cui è stato sottoscritto un
Memorandum of Understanding per la reciproca
cooperazione nel settore navale. Nel luglio 2015, i ministri Pinotti e Khalid
bin Mohammad al-Attyah avevano pure firmato un accordo di cooperazione,
formazione e addestramento nel campo del trasporto aereo, marittimo ed
elicotteristico, a sua volta inserito nel più ampio quadro del trattato
bilaterale di “Cooperazione nel Settore della Difesa” tra Italia e Qatar, siglato
nel maggio 2010 ed entrato in vigore nel febbraio 2014.
“La
cooperazione nel settore della Difesa con il Qatar è molto forte già da diversi
anni e la firma dell’accordo di oggi rafforza ancor di più una collaborazione
che riteniamo molto importante e strategica”, ha dichiarato la ministra Pinotti.
“La fiducia e la stima che si è instaurata tra i rappresentanti istituzionali
nel mondo della Difesa, ai diversi
livelli, è legata alla sempre massima lealtà con la quale sono stati avviati e
perseguiti obiettivi comuni. L’Italia è un paese che nel settore delle
costruzioni navali ha maturato negli anni una profonda esperienza e competenza,
sia dal lato militare che industriale. È un grande onore e privilegio poter
mettere a disposizione del Qatar le nostre professionalità tecniche e militari
e poter condividere le avanzate tecnologie sviluppate. L’accordo appena
stipulato con Fincantieri creerà numerosi posti di lavoro e questo non può che
far bene all’intero sistema Paese”.
La fornitura bellica a
favore di uno degli Stati arabi più compromessi nel finanziamento e nel
sostegno delle fazioni terroristiche internazionali filo-ISIS è stata apprezzata
pure da alcune organizzazioni sindacali. “Con questa ulteriore acquisizione in
Qatar, Fincantieri porta il carico di lavoro oltre i 20 miliardi, garantendo
una continuità produttiva e occupazionale che andrà oltre i sei-sette anni”, ha
dichiarato il segretario generale di Uilm Genova, Antonio Apa. “Questa è la dimostrazione coesa della
capacità del gruppo dirigente e delle maestranze che hanno sconfitto
l’agguerrita concorrenza francese di Dcns e Thales ed è la prova evidente di
una società che ha diversificato le sue attività in più settori, affermandosi
nel mondo con un prodotto ad alto valore aggiunto dove c’è il meglio del Made in Italy. Fincantieri, oltre a
confermare il riferimento nel settore delle navi da crociera, si pone
all’avanguardia e crea le premesse per avere un ruolo da leadership anche nel
settore militare. A Bono ed al
ministro Pinotti va il
riconoscimento della Uilm per il lavoro svolto nell’interesse del Sistema Paese”. Anche il sindacato, con
Renzi, Pinotti e Confindustria va alla guerra del Califfo.
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