L'Enav ai primi del 2015 ha
emesso un "Notam" in cui si vieta sorvolo e atterraggio su suolo
nazionale per tutti gli aerei provenienti dal paese. La causa non è una
"imminente missione Nato", ma "tutelativa"
La Grecia ha chiuso lo spazio aereo ai velivoli libici per
tre mesi a causa di imminenti operazioni della Nato in Libia, che
potrebbero cominciare a breve, emettendo un Νοtam (Notice to airmen,
avviso ai piloti) di chiusura dell’Athens flight information zone (Fir
Athens). Lo rtivelano alcune fonti anonime. Anche Malta e l'Italia hanno
adottato la medesima procedura, ma per quanto riguarda il nostro paese
questa è stata stabilita oltre un anno fa (a inizi del 2015) e con
motivazioni diverse. L'Ente nazionale per l'assistenza al volo (Enav) ha
emanato un Notam nei confronti di tutti i voli provenienti dalla Libia,
sia civili sia militari e non necessariamente appartenenti al paese
nord africano, in cui si stabilisce che "il sorvololo e l'atterraggio
sul suolo italiano è priobito per tutti i velivoli ". Per quanto
riguarda gli aerei di stato, invece, questi dovranno richiedere speciale
autorizzazione alle autorità competenti.
Questa è stata concessa in occasione delle visite di diverse delegazioni libiche a Roma tra cui quella a fine dicembre del 2015 del primo ministro Fayez al Serraj, che ha incontrato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il Notam, nel caso italiano, è stato emesso per una questione "tutelativa" e cioè in quanto fino a poco tempo fa il paese nord africano non aveva un governo e istituzioni riconosciuti. Di conseguenza, tutti i voli provenienti dal paese erano considerati "potenziali minacce" alla sicurezza nazionale e comunue non avevano la garanzia dell'ottenimento delle certificazioni previste dalla sicurezza di volo.
Notam e procedure simili sono state adottate anche dal Regno Unito, Francia, Germania e Stati Uniti, sia per i voli dalla Libia verso i loro rispettivi territori sia per quelli nazionali verso il paese africano. In questo caso tutti avvisano i piloti di non entrare nel territorio o nello spazio aereo libico, a meno di non essere specificatamente autorizzati. Per quanto riguarda la possibile operazione della Nato, come aveva spiegato lo stesso segretario generale Jens Stoltenberg, questa sarà rivolta all'addestramento delle forze locali (advice & security institution building) e non sono previste operazioni di combattimento (combat), a meno che non siano per autodifesa o per la protezione di civili in pericolo imminente. La missione, comunque, è ancora in fase di discussione e non è stata ancora approvata. Affinché possa prendere il via, infatti, serve una richiesta ufficiale del governo di Serraj. A questo proposito, nei prossimi giorni Tripoli invierà a Bruxelles una delegazione di esperti per valutare insieme all'Alleanza atlantica come questa potrà fornire sostegno e assistenza al meglio.
Questa è stata concessa in occasione delle visite di diverse delegazioni libiche a Roma tra cui quella a fine dicembre del 2015 del primo ministro Fayez al Serraj, che ha incontrato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il Notam, nel caso italiano, è stato emesso per una questione "tutelativa" e cioè in quanto fino a poco tempo fa il paese nord africano non aveva un governo e istituzioni riconosciuti. Di conseguenza, tutti i voli provenienti dal paese erano considerati "potenziali minacce" alla sicurezza nazionale e comunue non avevano la garanzia dell'ottenimento delle certificazioni previste dalla sicurezza di volo.
Notam e procedure simili sono state adottate anche dal Regno Unito, Francia, Germania e Stati Uniti, sia per i voli dalla Libia verso i loro rispettivi territori sia per quelli nazionali verso il paese africano. In questo caso tutti avvisano i piloti di non entrare nel territorio o nello spazio aereo libico, a meno di non essere specificatamente autorizzati. Per quanto riguarda la possibile operazione della Nato, come aveva spiegato lo stesso segretario generale Jens Stoltenberg, questa sarà rivolta all'addestramento delle forze locali (advice & security institution building) e non sono previste operazioni di combattimento (combat), a meno che non siano per autodifesa o per la protezione di civili in pericolo imminente. La missione, comunque, è ancora in fase di discussione e non è stata ancora approvata. Affinché possa prendere il via, infatti, serve una richiesta ufficiale del governo di Serraj. A questo proposito, nei prossimi giorni Tripoli invierà a Bruxelles una delegazione di esperti per valutare insieme all'Alleanza atlantica come questa potrà fornire sostegno e assistenza al meglio.
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