Il capo del
servizio di spionaggio militare di Israele, il generale Herzi Halevy ha
riconosciuto pubblicamente che, se il Daesh (l’ISIS) in Siria dovesse
essere annientato dalle forze siriane e russe, Israele andrebbe a
rimanere solo e senza protezione alle sue frontiere.
Per quanto Halevy abbia escluso che in un futuro vicino si possa registrare una possibile guerra con Hezbollah, non ha nascosto la sua preoccupazione per il potenziale militare del movimento libanese.
Halevy ha assicurato che nel caso si dovesse verificare un nuovo conflitto con Hezbollah, i militari israeliani non avrebbere un lavoro facile, visto che i combattenti di Hezbollah hanno ottenuto una “importante esperienza militare” durante la loro partecipazione al conflitto contro i gruppi terroristi in Siria.
Questa è la prima volta che un alto esponente militare israeliano confessa, in una conferenza in pubblico, che Israele non ha un proprio interesse nello sconfiggere il Daesh (ISIS), cosa che fa crescere i sospetti di una possibile collaborazione occulta tra l’entità sionista ed il gruppo terrorista takfiri (che mai ha attaccato Israele).
Nello stesso modo l’alto ufficiale israeliano ha elogiato l’Arabia Saudita per i suoi sforzi per posizionare i suoi alleati nel Golfo Persico contro l’Iran, condividendo interessi comuni con Israele.
Nota: Vi erano state in precedenza le dichiarazioni dello stesso tenore del ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon il quale poco tempo fa aveva dichiarato che Israele non considera l’ISIS come un nemico e che avrebbe preferito vedere l’ISIS a Damasco che non un governo filo iraniano come quello di Bashar al-Assad. Vedi: Israele getta la maschera: per noi l’ISIS non è un nemico.
Ormai è divenuto palese a tutti gli osservatori che Israele (come del resto Washington) avevano puntato sui gruppi terroristi per riuscire ad ottenere il rovesciamento del Governo di Damasco e lo smembramento della Siria, con l’intento di isolare il crescente potenziale militare dell’Iran.
Di fatto l’ingerenza di Israele in Siria ha ottenuto l’effetto opposto, visto che si è fortificato l’asse della Resistenza anti sionista ed anti ISIS alle frontiere di Israele tramite l’alleanza consolidata della Siria, con l’Iran e con gli Hezbollah.
Questo ha tolto il sonno alle autorità militari e politiche del regime di Tel Aviv che paventano la possibilità di una nuova guerra che Israele sa di non poter tanto facilmente vincere e che comunque, questa volta, comporterebbe molte perdite per Israele.
Fonti: Al Ahed News
The International Reporter
Traduzione e nota: Luciano Lago
Preso da: http://www.controinformazione.info/il-capo-del-servizio-di-spionaggio-di-israele-riconosce-lutilita-della-presenza-dellisis-per-israele/
Per quanto Halevy abbia escluso che in un futuro vicino si possa registrare una possibile guerra con Hezbollah, non ha nascosto la sua preoccupazione per il potenziale militare del movimento libanese.
Halevy ha assicurato che nel caso si dovesse verificare un nuovo conflitto con Hezbollah, i militari israeliani non avrebbere un lavoro facile, visto che i combattenti di Hezbollah hanno ottenuto una “importante esperienza militare” durante la loro partecipazione al conflitto contro i gruppi terroristi in Siria.
Questa è la prima volta che un alto esponente militare israeliano confessa, in una conferenza in pubblico, che Israele non ha un proprio interesse nello sconfiggere il Daesh (ISIS), cosa che fa crescere i sospetti di una possibile collaborazione occulta tra l’entità sionista ed il gruppo terrorista takfiri (che mai ha attaccato Israele).
Nello stesso modo l’alto ufficiale israeliano ha elogiato l’Arabia Saudita per i suoi sforzi per posizionare i suoi alleati nel Golfo Persico contro l’Iran, condividendo interessi comuni con Israele.
Nota: Vi erano state in precedenza le dichiarazioni dello stesso tenore del ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon il quale poco tempo fa aveva dichiarato che Israele non considera l’ISIS come un nemico e che avrebbe preferito vedere l’ISIS a Damasco che non un governo filo iraniano come quello di Bashar al-Assad. Vedi: Israele getta la maschera: per noi l’ISIS non è un nemico.
Ormai è divenuto palese a tutti gli osservatori che Israele (come del resto Washington) avevano puntato sui gruppi terroristi per riuscire ad ottenere il rovesciamento del Governo di Damasco e lo smembramento della Siria, con l’intento di isolare il crescente potenziale militare dell’Iran.
Di fatto l’ingerenza di Israele in Siria ha ottenuto l’effetto opposto, visto che si è fortificato l’asse della Resistenza anti sionista ed anti ISIS alle frontiere di Israele tramite l’alleanza consolidata della Siria, con l’Iran e con gli Hezbollah.
Questo ha tolto il sonno alle autorità militari e politiche del regime di Tel Aviv che paventano la possibilità di una nuova guerra che Israele sa di non poter tanto facilmente vincere e che comunque, questa volta, comporterebbe molte perdite per Israele.
Fonti: Al Ahed News
The International Reporter
Traduzione e nota: Luciano Lago
Preso da: http://www.controinformazione.info/il-capo-del-servizio-di-spionaggio-di-israele-riconosce-lutilita-della-presenza-dellisis-per-israele/
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