La primavera araba: i cyber-collaborazionisti senza cervello dei vecchi cacicchi venduti
Ali al-Haj Tahar, Le Soir d’Algerie, 14 maggio 2013 – Tunisie-Secret.com
Ali al-Haj Tahar, Le Soir d’Algerie, 14 maggio 2013 – Tunisie-Secret.com
“Nella primavera araba, freddamente eseguita, anche giovani senza cervello che hanno scambiato per Che Guevara o Gandhi degli agenti al soldo degli USA, hanno svolto un ruolo importante”, ha scritto l’intellettuale algerino Ali al-Haj Tahar su Le Soir d’Algerie. Secondo lui, si tratta di colpi di Stato “fabbricati nell’ombra, molto discretamente in Egitto, ma in modo assai chiaro in Tunisia. Non per niente ministri e funzionari tunisini sono passati dal regime di Ben Ali al regime post-Ben Ali!” Ali al-Haj Tahar è scrittore, poeta e giornalista.
Nella primavera araba, questa operazione sofisticata a lungo premeditata, pianificata con pazienza, freddamente e spietatamente eseguita, ha coinvolto giovani senza cervello che hanno scambiato per Che Guevara o Gandhi degli agenti al soldo degli USA, che vi hanno svolto un ruolo prezioso. Tra loro vi erano elementi interni al sistema vigente, vecchi militari, ministri e funzionari, così come esponenti dell’opposizione di tutti i colori e, infine, giovani traditori o collaborazionisti definiti cyber-dissidenti, per riassumere. Tra tutti questi agenti molti erano elementi che vivevano all’estero, in possesso della doppia nazionalità, tra cui quelle statunitense e francese oltre alla nazionalità di origine. Ricordiamo che in Afghanistan, gli Stati Uniti hanno messo al potere Hamid Karzai e in Iraq Ibrahim al-Jaafari, Ahmed Chalabi e Ayad Allawi. Incaricati di far scendere i manifestanti in piazza, costoro apparvero sui social network come Facebook usandoli per creare una crisi e, soprattutto, per gettare polvere sugli occhi: i colpi di Stato furono eseguiti nell’ombra, con molta discrezione in Egitto, ma in modo assai chiaro in Tunisia. Non per niente ministri e funzionari tunisini sono passati dal regime di Ben Ali al regime post-Ben Ali!
I casi del vecchio cacicco Beji Caid al-Sebsi e del generale Ammar sono istruttivi, come vedremo nel prossimo studio. Molte personalità che hanno vissuto negli Stati Uniti o avevano dei legami comprovati con i loro servizi di intelligence, sono tra gli attuali leader della primavera araba. In Libia c’è Mohammad al-Magharyef, l’attuale presidente dell’Assemblea nazionale libica, un cittadino degli Stati Uniti e dipendente della CIA sin dal 1980. Khalifa Hifter, attuale capo dell’esercito ed ex colonnello dell’esercito libico di Gheddafi, ha vissuto per 15 anni negli Stati Uniti, vicino alla sede della CIA, dopo aver disertato e diretto un esercito di “contras” oppositori di Gheddafi basato in Ciad fino al 2000, composto da mercenari che hanno commesso assassini e sabotaggi in Libia. Il 19 marzo 2011 tornò segretamente a Bengasi, dove fu responsabile di “una certa coerenza tattica delle truppe ribelli sul campo.” Una delle menti del colpo di Stato contro Gheddafi, Nuri Mesmari, ex capo del protocollo del leader libico, disertò e fuggì a Parigi il 20 ottobre 2010 consegnando alla Francia i dati sulla sicurezza e militari per consentire la preparazione delle operazioni contro Gheddafi. Rendendosi conto della cospirazione, Gheddafi aveva arrestato il suo complice, il colonnello dell’aviazione Gehani, referente segreto dei francesi dal 18 novembre 2010. Il 23 dicembre, altri personaggi libici disertarono a Parigi: tra cui Fajr Sharrant, Fathi Buqris e Alunis Mansuri. Dopo il 17 febbraio, saranno proprio loro, assieme ad al-Haji, che guideranno la rivolta di Bengasi contro l’esercito libico unendosi al CNT.
In un video, Special Investigation di Canal+, l’uomo d’affari Ziad Takieddine, lo stesso che ha accusato Sarkozy di essere stato finanziato da Gheddafi durante la sua campagna elettorale, ha fatto rivelazioni importanti. Takieddine è soprattutto il boss della North Global Oil and Gas Company, una società associata alla Total presso un giacimento di petrolio in Libia (NC7), prima di consegnare alla compagnia petrolifera francese il 100% dei suoi diritti di sfruttamento per un importo di 140 milioni di dollari. Già azionista della Total (2%) e suo associato in Iran, il Qatar voleva la sua parte in Libia: riuscendo a riscattare una parte dei diritti di sfruttamento della Total del giacimento libico NC7, senza che Gheddafi ne fosse informato. Infuriato da ciò, il leader libico minacciò di rompere ogni accordo con la Total. Ciò gli valse l’ira congiunta dell’emiro Hamad e di Sarkozy. Nel novembre 2010, la Francia e la Gran Bretagna si accordarono per condurre le esercitazioni militari congiunte dal nome in codice “Southern Mistral 11“: il sito dell’aviazione francese annunciò che l’operazione sarebbe stata avviata tra il 21 e il 25 marzo 2011 e che il suo scopo era abbattere un dittatore che voleva mettere al potere suo figlio come proprio sostituto! Lo scenario di “Southern Mistral 11” si svolge a Southland (terra del sud ), “contro una dittatura responsabile degli attacchi contro gli interessi francesi“. Questa esercitazione militare pianificata in tre mesi, invece dei soliti sei, stranamente ricordava l’operazione Desert Storm contro l’Iraq (gennaio 1991), ci informa lo scrittore Gilles Munier.
I casi del vecchio cacicco Beji Caid al-Sebsi e del generale Ammar sono istruttivi, come vedremo nel prossimo studio. Molte personalità che hanno vissuto negli Stati Uniti o avevano dei legami comprovati con i loro servizi di intelligence, sono tra gli attuali leader della primavera araba. In Libia c’è Mohammad al-Magharyef, l’attuale presidente dell’Assemblea nazionale libica, un cittadino degli Stati Uniti e dipendente della CIA sin dal 1980. Khalifa Hifter, attuale capo dell’esercito ed ex colonnello dell’esercito libico di Gheddafi, ha vissuto per 15 anni negli Stati Uniti, vicino alla sede della CIA, dopo aver disertato e diretto un esercito di “contras” oppositori di Gheddafi basato in Ciad fino al 2000, composto da mercenari che hanno commesso assassini e sabotaggi in Libia. Il 19 marzo 2011 tornò segretamente a Bengasi, dove fu responsabile di “una certa coerenza tattica delle truppe ribelli sul campo.” Una delle menti del colpo di Stato contro Gheddafi, Nuri Mesmari, ex capo del protocollo del leader libico, disertò e fuggì a Parigi il 20 ottobre 2010 consegnando alla Francia i dati sulla sicurezza e militari per consentire la preparazione delle operazioni contro Gheddafi. Rendendosi conto della cospirazione, Gheddafi aveva arrestato il suo complice, il colonnello dell’aviazione Gehani, referente segreto dei francesi dal 18 novembre 2010. Il 23 dicembre, altri personaggi libici disertarono a Parigi: tra cui Fajr Sharrant, Fathi Buqris e Alunis Mansuri. Dopo il 17 febbraio, saranno proprio loro, assieme ad al-Haji, che guideranno la rivolta di Bengasi contro l’esercito libico unendosi al CNT.
In un video, Special Investigation di Canal+, l’uomo d’affari Ziad Takieddine, lo stesso che ha accusato Sarkozy di essere stato finanziato da Gheddafi durante la sua campagna elettorale, ha fatto rivelazioni importanti. Takieddine è soprattutto il boss della North Global Oil and Gas Company, una società associata alla Total presso un giacimento di petrolio in Libia (NC7), prima di consegnare alla compagnia petrolifera francese il 100% dei suoi diritti di sfruttamento per un importo di 140 milioni di dollari. Già azionista della Total (2%) e suo associato in Iran, il Qatar voleva la sua parte in Libia: riuscendo a riscattare una parte dei diritti di sfruttamento della Total del giacimento libico NC7, senza che Gheddafi ne fosse informato. Infuriato da ciò, il leader libico minacciò di rompere ogni accordo con la Total. Ciò gli valse l’ira congiunta dell’emiro Hamad e di Sarkozy. Nel novembre 2010, la Francia e la Gran Bretagna si accordarono per condurre le esercitazioni militari congiunte dal nome in codice “Southern Mistral 11“: il sito dell’aviazione francese annunciò che l’operazione sarebbe stata avviata tra il 21 e il 25 marzo 2011 e che il suo scopo era abbattere un dittatore che voleva mettere al potere suo figlio come proprio sostituto! Lo scenario di “Southern Mistral 11” si svolge a Southland (terra del sud ), “contro una dittatura responsabile degli attacchi contro gli interessi francesi“. Questa esercitazione militare pianificata in tre mesi, invece dei soliti sei, stranamente ricordava l’operazione Desert Storm contro l’Iraq (gennaio 1991), ci informa lo scrittore Gilles Munier.
Islamisti ed oppositori che vivono all’estero
Mahmoud Jibril si dimise dalla carica di ministro della Pianificazione e direttore della Development Authority (il numero due del presidenza del governo di Gheddafi) alla fine del 2010, prima di entrare nel CNT il 23 marzo 2011. Casualmente, Mahmoud Jibril aveva precedentemente vissuto per molti anni negli Stati Uniti e lavorato per al-Jazeera in Qatar… Il libico Mahmoud Shamman, futuro ministro dell’Informazione del CNT, è stato membro del Consiglio di al-Jazeera in Qatar. Abdel-Jalil, l’ex ministro della Giustizia, che sembrava fare di tutto per mettere nei guai Gheddafi, in particolare nel caso delle infermiere bulgare, si dimise nel gennaio 2011 non senza aver ottenuto il rilascio di più di 400 terroristi del LIFG che guidarono l’insurrezione armata che abbatterà Gheddafi, ma non senza l’aiuto della NATO e di 5.000 soldati inviati dal Qatar di rinforzo. Ali al-Sawi, che fu ministro del Commercio e dell’Economia, poi ambasciatore in India, si dimise e si unì all’opposizione. Abdel Hafiz Ghoga, che sarà vicepresidente del CNT, avrà un ruolo importante contro Gheddafi.
In Tunisia, l’attuale presidente Marzuqi e il leader del primo partito tunisino, l’”islamista” Ghannuchi, hanno vissuto a lungo all’estero. L’attuale ministro degli Esteri Rafiq Abdessalem (genero di Rashid Ghannuchi), è stato direttore del dipartimento di studi di al-Jazeera, in Qatar. Non vi è dubbio che al-Jazeera sia collegata direttamente con la primavera araba che ha sostenuto. L’enorme manipolazione di massa è partita da al-Jazeera, cioè una copertura di Hamad e quindi della CIA che ha fatto della televisione un nido di “rivoluzionari” infiltrati da agenti statunitensi e israeliani. Peggio ancora, in Tunisia i principali leader dell’opposizione (Boshra Belhadj Yahia, Mustapha ben Jaafar, Ahmed Najib Shebbi) furono accuratamente ignorati dalla “rivoluzione” che installava al potere oppositori che hanno vissuto gran parte della loro vita all’estero: Rashid Ghannuchi e Moncef Marzuqi, l’attuale presidente della Tunisia. Marzuqi, capo della Lega tunisina per i diritti umani, era promossa dalla Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH), organizzazione finanziata dal NED e dalla Open Society del sionista George Soros.
Ghassan Hitto, presidente dell’opposizione siriana che ha vissuto 25 anni negli Stati Uniti, più di metà della propria vita, come Osama al-Qadi, dirigeva a Washington il Centro siriano per gli studi politici e strategici, una copertura legata al Pentagono e alla CIA. Inoltre, il Consiglio nazionale siriano (CNS) è composto essenzialmente da oppositori all’estero che, del resto, sono per lo più “islamisti”. Il primo presidente del CNS è stato Burhan Ghalyun, consigliere politico di Abassi Madani, ha vissuto per la maggior parte della propria vita in Francia come insegnante di sociologia, ma non è mai stato considerato un oppositore del regime siriano fin quando dovette essere lanciata la “primavera” in Siria: una rete in sonno serve un giorno o l’altro! Infatti oggi, tutti sanno che i componenti del CNS, anche chiamato “opposizione d’Istanbul” e “opposizione di Doha”, furono nominati da Hillary Clinton in queste due città. Inoltre, tutti i leader dell’opposizione della primavera araba fecero promesse a Israele. Infatti, Bassma Kodmani, membro del CNS, che aveva partecipato alla conferenza Bilderberg del 2012, dove il cambio di regime in Siria era all’ordine del giorno, aveva invocato relazioni amichevoli tra la Siria e Israele durante un talk-show francese, anche arrivando a dichiarare: “Abbiamo bisogno d’Israele nella regione.” Un altro membro del CNS, Ammar Abdulhamid, dichiarò il suo sostegno a relazioni amichevoli tra Israele e Siria, in un’intervista con il quotidiano israeliano Ynetnews, mentre trapelò una conversazione telefonica tra Radwan Ziyad del CNS e Mohammad Abdallah in cui volevano chiedere maggiore supporto dal ministro della Difesa israeliano Ehud Barak. Al di fuori del CNS, Ribal al-Assad e l’ex vicepresidente in esilio Rifaat al-Assad, dissero che la Siria voleva fare pace con Israele. Nofal al-Dawalibi, a sua volta disse in un’intervista a Radio Israele che il popolo siriano voleva la pace con Israele.
Mahmoud Jibril si dimise dalla carica di ministro della Pianificazione e direttore della Development Authority (il numero due del presidenza del governo di Gheddafi) alla fine del 2010, prima di entrare nel CNT il 23 marzo 2011. Casualmente, Mahmoud Jibril aveva precedentemente vissuto per molti anni negli Stati Uniti e lavorato per al-Jazeera in Qatar… Il libico Mahmoud Shamman, futuro ministro dell’Informazione del CNT, è stato membro del Consiglio di al-Jazeera in Qatar. Abdel-Jalil, l’ex ministro della Giustizia, che sembrava fare di tutto per mettere nei guai Gheddafi, in particolare nel caso delle infermiere bulgare, si dimise nel gennaio 2011 non senza aver ottenuto il rilascio di più di 400 terroristi del LIFG che guidarono l’insurrezione armata che abbatterà Gheddafi, ma non senza l’aiuto della NATO e di 5.000 soldati inviati dal Qatar di rinforzo. Ali al-Sawi, che fu ministro del Commercio e dell’Economia, poi ambasciatore in India, si dimise e si unì all’opposizione. Abdel Hafiz Ghoga, che sarà vicepresidente del CNT, avrà un ruolo importante contro Gheddafi.
In Tunisia, l’attuale presidente Marzuqi e il leader del primo partito tunisino, l’”islamista” Ghannuchi, hanno vissuto a lungo all’estero. L’attuale ministro degli Esteri Rafiq Abdessalem (genero di Rashid Ghannuchi), è stato direttore del dipartimento di studi di al-Jazeera, in Qatar. Non vi è dubbio che al-Jazeera sia collegata direttamente con la primavera araba che ha sostenuto. L’enorme manipolazione di massa è partita da al-Jazeera, cioè una copertura di Hamad e quindi della CIA che ha fatto della televisione un nido di “rivoluzionari” infiltrati da agenti statunitensi e israeliani. Peggio ancora, in Tunisia i principali leader dell’opposizione (Boshra Belhadj Yahia, Mustapha ben Jaafar, Ahmed Najib Shebbi) furono accuratamente ignorati dalla “rivoluzione” che installava al potere oppositori che hanno vissuto gran parte della loro vita all’estero: Rashid Ghannuchi e Moncef Marzuqi, l’attuale presidente della Tunisia. Marzuqi, capo della Lega tunisina per i diritti umani, era promossa dalla Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH), organizzazione finanziata dal NED e dalla Open Society del sionista George Soros.
Ghassan Hitto, presidente dell’opposizione siriana che ha vissuto 25 anni negli Stati Uniti, più di metà della propria vita, come Osama al-Qadi, dirigeva a Washington il Centro siriano per gli studi politici e strategici, una copertura legata al Pentagono e alla CIA. Inoltre, il Consiglio nazionale siriano (CNS) è composto essenzialmente da oppositori all’estero che, del resto, sono per lo più “islamisti”. Il primo presidente del CNS è stato Burhan Ghalyun, consigliere politico di Abassi Madani, ha vissuto per la maggior parte della propria vita in Francia come insegnante di sociologia, ma non è mai stato considerato un oppositore del regime siriano fin quando dovette essere lanciata la “primavera” in Siria: una rete in sonno serve un giorno o l’altro! Infatti oggi, tutti sanno che i componenti del CNS, anche chiamato “opposizione d’Istanbul” e “opposizione di Doha”, furono nominati da Hillary Clinton in queste due città. Inoltre, tutti i leader dell’opposizione della primavera araba fecero promesse a Israele. Infatti, Bassma Kodmani, membro del CNS, che aveva partecipato alla conferenza Bilderberg del 2012, dove il cambio di regime in Siria era all’ordine del giorno, aveva invocato relazioni amichevoli tra la Siria e Israele durante un talk-show francese, anche arrivando a dichiarare: “Abbiamo bisogno d’Israele nella regione.” Un altro membro del CNS, Ammar Abdulhamid, dichiarò il suo sostegno a relazioni amichevoli tra Israele e Siria, in un’intervista con il quotidiano israeliano Ynetnews, mentre trapelò una conversazione telefonica tra Radwan Ziyad del CNS e Mohammad Abdallah in cui volevano chiedere maggiore supporto dal ministro della Difesa israeliano Ehud Barak. Al di fuori del CNS, Ribal al-Assad e l’ex vicepresidente in esilio Rifaat al-Assad, dissero che la Siria voleva fare pace con Israele. Nofal al-Dawalibi, a sua volta disse in un’intervista a Radio Israele che il popolo siriano voleva la pace con Israele.
“Revolution 2.0” per vecchi cacicchi
Per quanto riguarda la Libia, secondo il quotidiano israeliano Yediot Aharonot, venne firmato un accordo nel 2011 tra il Consiglio nazionale di transizione (CNT) e Tel Aviv per l’installazione di una base militare nelle montagne verdi della Libia, se i ribelli arrivavano al potere. Il documento recante l’intestazione “Israel Defense Forces”, rileva inoltre che in cambio Israele si impegna a fare incrementare gli attacchi aerei della NATO contro le forze del governo libico e di ottenere l’adesione dei Paesi arabi la causa del CNT. Ciò non suggerisce che elementi delle forze speciali israeliane abbiano dato una mano alla “rivoluzione” libica? Perché la “primavera” siriana arriva per ultima? Solo perché i pianificatori sapevano che per sconfiggerla era necessario che tutti i Paesi “rivoluzionari”, le loro armi, i loro mercenari e terroristi e persino di battaglioni di giovani jihadisti tunisini, di cui una dozzina avrebbe offerto i propri servigi, svolgessero il ruolo di coniglietti dei GI che combatterono in Vietnam.
Collaborazionisti arabi di tutte le età hanno beneficiato dell’addestramento, degli aiuti e delle sovvenzioni delle organizzazioni statunitensi che operano per conto della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e della CIA, essendo negli Stati Uniti sottili le frontiere tra organizzazioni civili e organizzazioni militari, dato che il patriottismo statunitense non ha limiti nel suo impegno. Innumerevoli organizzazioni lavorano per la promozione dell’ideologia statunitense, anzi per l’egemonia del Paese sul mondo. Freedom House ha anche svolto un ruolo importante nella primavera araba, questa fiera dei manipolati. Nel 2009 Freedom House pubblicò la “Mappa della Libertà” di ogni continente, differenziando i Paesi secondo il grado di democrazia assegnatogli da essa. La mappa diceva che l’unico Paese completamente libero nel Maghreb-Medio Oriente… era Israele. Cinque Paesi erano “parzialmente liberi”: Marocco, Giordania, Libano, Yemen, Bahrain. Tutti gli altri Paesi della regione erano considerati “non liberi”. E’ per questo motivo che le ONG come l’International Crisis Group di George Soros, cercano di portarli alla libertà sostenendone i traditori. Ciò non esclude che la Freedom House finanzi un gruppo di protesta in Marocco, il Movimento del 20 Febbraio!
Le ONG statunitensi hanno anche addestrato i giovani del Bahrein che iniziarono la loro Primavera araba. Non si sa se qualcuno di loro sia sciita, ma la Casa Bianca ha ordinato all’Arabia Saudita di aiutare il governo in carica a sedare la ribellione, che attualmente sembra essere composta da sciiti che chiedono diritti legittimi: scarsamente rappresentati nelle istituzioni del Paese, gli sciiti del Bahrein si scontrano negli ultimi due anni contro l’esercito e le forze dell’ordine sauditi inviati di rinforzo. Bahrain, che vuole finirla con gli sciiti, ha anche distrutto diverse moschee della comunità musulmana ora considerata il nemico numero uno dal wahhabismo internazionale. Accusati di adorare Ali al posto di Allah e di non riconoscere Muhammad (QSSL) come profeta, gli sciiti sono oggetto di molte altre perverse deviazioni diffuse dalla propaganda saudita.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAuroraPer quanto riguarda la Libia, secondo il quotidiano israeliano Yediot Aharonot, venne firmato un accordo nel 2011 tra il Consiglio nazionale di transizione (CNT) e Tel Aviv per l’installazione di una base militare nelle montagne verdi della Libia, se i ribelli arrivavano al potere. Il documento recante l’intestazione “Israel Defense Forces”, rileva inoltre che in cambio Israele si impegna a fare incrementare gli attacchi aerei della NATO contro le forze del governo libico e di ottenere l’adesione dei Paesi arabi la causa del CNT. Ciò non suggerisce che elementi delle forze speciali israeliane abbiano dato una mano alla “rivoluzione” libica? Perché la “primavera” siriana arriva per ultima? Solo perché i pianificatori sapevano che per sconfiggerla era necessario che tutti i Paesi “rivoluzionari”, le loro armi, i loro mercenari e terroristi e persino di battaglioni di giovani jihadisti tunisini, di cui una dozzina avrebbe offerto i propri servigi, svolgessero il ruolo di coniglietti dei GI che combatterono in Vietnam.
Collaborazionisti arabi di tutte le età hanno beneficiato dell’addestramento, degli aiuti e delle sovvenzioni delle organizzazioni statunitensi che operano per conto della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e della CIA, essendo negli Stati Uniti sottili le frontiere tra organizzazioni civili e organizzazioni militari, dato che il patriottismo statunitense non ha limiti nel suo impegno. Innumerevoli organizzazioni lavorano per la promozione dell’ideologia statunitense, anzi per l’egemonia del Paese sul mondo. Freedom House ha anche svolto un ruolo importante nella primavera araba, questa fiera dei manipolati. Nel 2009 Freedom House pubblicò la “Mappa della Libertà” di ogni continente, differenziando i Paesi secondo il grado di democrazia assegnatogli da essa. La mappa diceva che l’unico Paese completamente libero nel Maghreb-Medio Oriente… era Israele. Cinque Paesi erano “parzialmente liberi”: Marocco, Giordania, Libano, Yemen, Bahrain. Tutti gli altri Paesi della regione erano considerati “non liberi”. E’ per questo motivo che le ONG come l’International Crisis Group di George Soros, cercano di portarli alla libertà sostenendone i traditori. Ciò non esclude che la Freedom House finanzi un gruppo di protesta in Marocco, il Movimento del 20 Febbraio!
Le ONG statunitensi hanno anche addestrato i giovani del Bahrein che iniziarono la loro Primavera araba. Non si sa se qualcuno di loro sia sciita, ma la Casa Bianca ha ordinato all’Arabia Saudita di aiutare il governo in carica a sedare la ribellione, che attualmente sembra essere composta da sciiti che chiedono diritti legittimi: scarsamente rappresentati nelle istituzioni del Paese, gli sciiti del Bahrein si scontrano negli ultimi due anni contro l’esercito e le forze dell’ordine sauditi inviati di rinforzo. Bahrain, che vuole finirla con gli sciiti, ha anche distrutto diverse moschee della comunità musulmana ora considerata il nemico numero uno dal wahhabismo internazionale. Accusati di adorare Ali al posto di Allah e di non riconoscere Muhammad (QSSL) come profeta, gli sciiti sono oggetto di molte altre perverse deviazioni diffuse dalla propaganda saudita.
Fonte:http://aurorasito.wordpress.com/2013/05/28/il-cervello-della-primavera-araba-come-venne-sovvertita-la-libia/
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