22/1/2018
Pedofili al potere,
ai massimi vertici. Traffico di bambini, orge con minorenni. Nomi
coinvolti? I maggiori, a cominciare dal clan Clinton. Da chi viene la
denuncia? Da Donald Trump, che sta cercando di salvarsi –
dall’impeachment e forse dall’omicidio, visto che «Kennedy fu ucciso per
molto meno». Ma attenzione: mentre il Deep State trema, i grandi media tacciono: congiura del silenzio. Siamo in pericolo, scrive Paolo Barnard: Trump si fa difendere direttamente dal Pentagono, evocando lo stato di guerra, mentre i suoi nemici (accusati di pedofilia, probabilmente ricattabili a vita) hanno comunque il potere
di silenziare giornali e televisioni. In altre parole: sta accadendo
qualcosa di mai visto, a Washington. Una lotta mortale, tra un
presidente sotto assedio e i suoi avversari “mostruosi”. Trump agisce
solo per opportunismo, per salvarsi minacciando di spiattellare quello
che sa, e che gli hanno rivelato ex funzionari della Cia come Kevin
Shipp? Per contro, chi vuole farlo fuori adesso è nel panico da quando
il presidente ha contrattaccato «con due numeri»: 13818, cioè l’ordine
presidenziale esecutivo, e 82 FR 60839, cioè «il protocollo del medesimo
presso l’Us Government Publishing Office». Una mossa “nucleare”, «ma
talmente tanto che quegli apparati di potere, Shadow Government e Deep State, faticano a riprendersi». Una storia «agghiacciante», che Barnard ricostruisce nei dettagli.
«Che i media
siano controllati e che si auto-censurino per salvarsi il sedere, lo sa
anche un cacciavite», premette. «Ma che due notizie bomba sul
presidente della nazione più potente del mondo, e accessibili a tutti,
possano scomparire nel nulla sui maggiori media
occidentali, per un ordine di scuderia, questo non lo credevo».
Attenti: nei Pentagon Papers, nel Watergate, nell’Iran-Contras,
nell’Iraq-gate, i fatti erano occulti. Qui invece «sono pubblici e
accessibili da una pensionata, riguardano l’uomo più potente del
pianeta, eppure sono stati ‘suicidati’ e sepolti da tutti i grandi media con un accordo e con una sincronia scioccanti».
In pratica, «i media
non esistono più». Trump è sotto attacco da parte di due “Stati ombra”
ben noti: il raggruppamento dei servizi segreti (Cia, Nsa, Nga, Fbi) che
va sotto il nome di Shadow Government, e le maggiori corporations coi
loro lobbysti che foraggiano il Congresso: Big Oil, Big Pharma, Big
Banks, Big Media,
Arms Industry e Silicon Valley, che passano sotto il nome di Deep
State. Nota per gli scettici: chiunque neghi l’esistenza e i poteri di
questi apparati, liquidandoli con la parola “complottismo”, «non ha mai
letto una pagina del “New York Times”, del “Washington Post” o sentito
di P2 e stragismo in Italia, quindi è un cretino».
Donald Trump? Un presidente «incontrollabile, e forse anche
mentalmente instabile», ma proprio per questo «ha devastato la sacra
tradizione di almeno 70 anni di presidenze americane, dove le politiche
reali furono sempre influenzate o truccate da Shadow Government e Deep
State, fino alla presidenza Obama inclusa». Conclusione: «Trump va
quindi abbattuto. Ma quest’uomo è molto meno fesso di ciò che appare»,
scrive Barnard. O meglio: «Si è circondato di alcuni dei più brillanti
‘Rasputin’ di tutta la storia
moderna». Messo sotto assedio, ha quindi contrattaccato con quei due
numeri, 13818 – 82 FR 60839. Premessa: «Donald Trump è sotto una
‘Dresda’ di bombe per abbatterlo», fra cui il presunto accordo-scandalo
con Putin per truccare le elezioni 2016, che coinvolge anche la sua
famiglia (e la relativa inchiesta è nelle mani dell’implacabile ex
direttore dell’Fbi Robert Mueller). Sconta «accuse di grave instabilità
mentale, da impeachment», apparentemente documentate dall’esplosivo
bestseller “Fire and Fury” di Michael Wolff: «Una presunta serie di
abusi sessuali ai danni di donne lungo la sua carriera, sia da
businessman che come politico». Poi c’è una sfilza di accuse a membri
del suo governo (Steve
Mnuchin, Ryan Zinke, Tom Price) per uso personale di denaro pubblico.
«Tutti questi scandali s’appoggiano pesantemente sui poteri e/o sulle
spiate dello Shadow Government».
Ce n’è a sufficienza per demolire chiunque, osserva Barnard. E Trump,
senza quel micidiale documento (che ha firmato il 20 dicembre 2017)
sembrava un gigante dai piedi d’argilla. «Non controlla l’Fbi, prima
diretta dal suo arci-nemico Comey e oggi da Christopher Wray che a sua
volta non controlla l’Fbi». In più Trump «non controlla la Cia, diretta
da Mike Pompeo, che a sua volta non controlla la Cia». Di più: «Non
controlla la Nsa diretta dall’ammiraglio Michael Rogers, che a sua volta
non controlla la Nsa». Donald Trump «non ha nessuna influenza sulla
Nga, che gioca un ruolo centrale in tutte le inchieste di massima
sicurezza in America». Questo, per quanto riguarda lo Shadow Government.
«Poi è troppo ricco per poter essere comprato dal Deep State, che –
specialmente con Wall Street e la dirigenza ebraica americana – è lo
sponsor principale dei democratici, e di tutti i repubblicani ostili al
presidente». Al che, continua Barnard, quattro giorni prima di Natale
cade la bomba 13818 – 82 FR 60839. «E, usando un’impareggiabile
espressione americana, “the shit hit the fan” (la merda finì nelle pale
del ventilatore)». Attenzione: l’ordine esecutivo «è uno degli atti
legislativi americani più dirompenti da sessant’anni». Cosa dice?
Colpisce con le massime armi – militari, giuridiche e finanziarie –
chiunque si renda colpevole di violazioni dei diritti umani e di
corruzione, negli Usa e nel mondo.
L’ordine esecutivo presidenziale «colpisce anche i governi esteri
coinvolti, i loro funzionari, e qualsiasi complice in qualsiasi forma».
Di più: «Va a colpire queste infami catene là dove gli fa più male, cioè
nei soldi, con il blocco e la confisca dei loro denari, proprietà,
titoli, azioni, anche nelle loro forme più maliziosamente nascoste o
lontanamente imparentate». Certo, «sappiamo che Trump non è Mandela», e
infatti quel decreto è stato scritto «per mitragliare a morte un settore
ben preciso delle violazioni dei diritti umani». Nel mirino c’è una
piaga indicibile: «Il mercato dei minori per pedofilia, nel bacino più
ampio dei trafficanti di persone». Infatti, spiega Barnard, il
presidente aveva anticipato questa legge il 23 febbraio 2017 in
conferenza stampa, rilanciata dalla “Associated Press”, «dove parlò
proprio di traffici umani per pedofilia». Ma perché? «Perché Trump sa
bene che questo abominio, l’abuso di minori venduti, sembra aver
infettato la maggioranza dei vertici del Deep State, col silenzio dello
Shadow Government, e con un presunto forte coinvolgimento di una
notissima associazione di beneficenza: la Clinton
Foundation». Come fa Trump a saperlo? «Da anni ne parla in pubblico un
ex pezzo grosso della Cia, più altre fonti autorevoli». Sicché, il suo
“executive order” «colpirà proprio i suoi nemici».
In questo preciso momento, giura Barnard, «negli Stati Uniti alcuni
altissimi nomi stanno tremando, e precisamente dalla mattina del 21
dicembre scorso, quando l’“executive order” 13818 – 82 FR 60839 è stato
pubblicato ‘in Gazzetta’ a Washington». Un contrattacco mortale: «Jfk fu
ucciso per meno, a quanto sappiamo fino ad oggi. Infatti i ‘Rasputin’
di Trump sapevano che la vita del presidente sarebbe stata
immediatamente in pericolo dopo quell’ordine esecutivo». Proprio per
questo, infatti, «hanno fatto la pensata di tutte le pensate». Cioè: il
ricorso d’emergenza al Pentagono. Nelle prime righe dell’“executive
order”, il presidente scrive: «Io perciò decido che i gravi abusi dei
diritti umani, e la corruzione, nel mondo costituiscono un’insolita e
straordinaria minaccia alla sicurezza nazionale». Notare: le parole
“minaccia” e “sicurezza nazionale”, pronunciate dal presidente degli
Stati Uniti, «implicano l’immediata mobilitazione di tutto l’esercito
americano, cioè del Pentagono. E’ di fatto un preallarme di guerra,
e di conseguenza le protezioni intorno al presidente divengono massime.
E quando si muove il Pentagono non esiste nulla al mondo, se non un
arsenale nucleare straniero, che possa batterlo. Questo è ultra-chiaro a
tutti gli apparati di Deep State e Shadow Government, che ora sono in
“deep shit”, nella merda fino al collo, per essere chiari».
Non è stato un caso che Trump abbia messo nei posti chiave a
Washington tre generali e un ammiraglio a capo dei più potenti 007 degli
Usa,
sottolinea Barnard. «Abbiamo il generale James “Mad Dog” Mattis come
ministro della difesa, il generale John Kelly come White House Chief of
Staff e il generale H. R. McMaster come Consigliere per la Sicurezza
Nazionale. Poi, anche se boicottato dai suoi sottoposti, c’è
l’ammiraglio Michael Rogers a capo dalla Nsa. Insomma, il Pentagono.
Trump sarà anche scemo, ma cosa sia lo Shadow Government lo sapeva
benissimo, e si è protetto». Protezioni salva-vita, ora che Trump – per
sfuggire all’assedio di cui è vittima – incalza i suoi nemici,
capeggiati da Hillary Clinton, con quell’ordine esecutivo concepito «per
metterli in un angolo con indagini profonde sul traffico internazionale
di minori per pedofilia, in cui sarebbero coinvolti molti vertici Usa
del Deep State, inclusi i Clinton, col silenzio dello Shadow
Government». “The Donald” lo sta facendo «coprendosi le spalle con
l’intero esercito degli Stati Uniti». Del resto, l’argomento toccato è
off limits: pedofilia e potere, “non aprite
quella porta”. Nessuno aveva mai osato tanto: l’abuso di bambini, nelle
alte sfere, è un tabù inaccessibile. Chi tocca, muore.
«Esisterebbe dunque un traffico di minori per pedofili di altissimo
livello ai vertici del Deep State, inclusi i Clinton», scrive Barnard.
«Trump apprende questo da molte fonti, la prima delle quali è l’ex
agente e dirigente pluridecorato della Cia Kevin M. Shipp. Costui, senza
la fama attribuita al suo collega ‘whistleblower’ Edward Snowden, sta
rivelando da anni il livello di marciume criminale che davvero permea lo
Shadow Government in America». Shipp è stato esperto di
anti-terrorismo, guardia del corpo di due direttori della Cia. Era ai
vertici della Counterintelligence, ed è stato citato dal “New York
Times” come «veterano della Central Intelligence Agency». In altre
parole: «Non è proprio un signor nessuno nello Shadow Government
americano». Barnard ricorda che da anni il “Washington Times”, il “New
York Post” e l’inglese “Guardian” «riportavano notizie certe sui
cosiddetti “Voli Lolita” – cioè voli su un jet privato per orge con
minori – organizzati dal miliardario pedofilo Jeffrey Epstein». Per
dire: «Bill Clinton, secondo gli atti del processo che condannò Epstein,
fu ospite 26 volte su quei voli». Altri nomi di alto rango trovati
nell’agenda “nera” del miliardario «furono Tony Blair, Michael
Bloomberg, Richard Branson fra molti altri, e i cellulari delle minori
schiave del sesso fra cui “Jane Doe N.3”», una ragazzina che negli atti
processuali ha dichiarato di «essere stata costretta a rapporti sessuali
con diversi politici americani, top businessmen, un premier famosissimo
e altri leader internazionali».
Nel 2006, continua Barnard, «Epstein fece una grassa donazione alla Clinton Foundation». Nella capitale Usa, la Ong di Conchita Sarnoff, “Alliance to Rescue Victims of Trafficking”, ha decine di files su “potere e pedofilia”. Un incubo? Certo. «Ora, provate a trovare traccia sui grandi media italiani o americani dell’esplosivo affare». Niente: silenzio assoluto sui nomi coinvolti, «come Bill e Hillary Clinton, Robert Mueller, Kevin M. Shipp». Sui media,
le espressioni Deep State e Shadow Government neppure compaiono.
«Attenti, non parliamo di una legge del Nicaragua, ma del presidente
americano più discusso e delegittimato della storia».
Silenzio stampa totale: ne accenna il solo “Financial Times”, «ma
svuotando tutta la news». Peggio: il 19 gennaio, giunge al Congresso un
memorandum «che sembra contenere le prove delle azioni della Clinton,
coi soldi del Partito Democratico, col silenzio di Cia ed Fbi, per usare
i poteri “tech” della Nsa permessi dalla legge Fisa, sotto la
presidenza di Obama… e il tutto per spiare la campagna elettorale di
Trump, per corrompere testimoni russi a dire il falso contro il
neo-eletto presidente, e con la collusione di Londra».
“Fox News” titola: “Molto più grave del Watergate”. Il sito di finanza
“Zero Hedge” pubblica all’istante i Tweet di alcuni senatori americani
sotto shock, con parole come «questo memorandum manderà a spasso un
sacco di gente, al Dipartimento della Giustizia, e certi nomi finiranno
in galera», dalla bocca del senatore Matt Gaetz. Roba da invadere le
prime pagine, dal “New York Times” fino a “Repubblica”, passando per
“Cnn”, “Bbc” e “Rai”. «Nulla. Vado su “Fox News”, e in prima non c’è più
nulla! Perdo il fiato. Ma lo recupero quando “Zero Hedge” pubblica un
Tweet del più autorevole fra gli autorevoli, Edward Snowden, che
conferma tutto». Eppure, di nuovo – scrive Barnard – ago e filo «hanno
cucito la bocca e le dita di tutto il mondo dei media che contano in un istante, e con un potere
di assolutismo che davvero non credevo possibile a questo livello».
Ipotesi: «E’ possibile che lo stesso Donald Trump sia parte di questa
incredibile congiura del silenzio, per barattare coi suoi nemici e per
poterli poi ricattare per anni, ma ciò non cambia la sostanza». Sotto i
nostri piedi si sta spalancando un abisso: «Non fate figli», chiosa
Barnard.
Preso da: http://www.libreidee.org/2018/01/clinton-pedofili-al-potere-e-trump-mobilita-il-pentagono/
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