28 marzo 2017
Cos’hanno in comune la destra liberale e la sinistra radical chic? Entrambi difendono dei modelli civili che ci sono ostili
e che vanno in antitesi con le nostre radici. Se la sinistra propugna
un’idea di società multiculturale e cosmopolita, la destra invece
difende a spada tratta un modello di civiltà che non solo va contro ogni
discorso identitario ma ci è assolutamente nemica: l’Occidente.
I suoi paladini che si scagliano contro
l’Islam sono coloro che propongono la difesa di uno Stato liberale,
atlantista e cristiano seguendo il modello neocon
americano. Allo stesso tempo costoro si definiscono gli unici salvatori
della nazione, alle volte si definiscono orgogliosamente “Nazionalisti”,
ma non serve essere dei geni per capire che ciò che auspicano è quanto
di più antinazionale possibile, in senso politico e ideale.
Multiculturalismo e integralismo occidentale sono due facce della stessa
medaglia e sono nostri nemici in egual misura.
Uno stato che ospita 120 basi americane, servo della NATO e privo di una politica indipendente è uno stato desovranizzato,
di conseguenza chi lo difende è avverso alla nostra sovranità e ostile
alla nazione. Un altro discorso è quello dell’idea stessa di Occidente
che hanno i rappresentanti della destra (e non solo), un Occidente
fondato su dei totem che non si reggono in piedi: una società borghese
che rinnega sé stessa e che si basa sulla dissoluzione
dei valori classici sacrificati per inseguire il mito capitalista e
mercantile. Questa idea è la negazione della tradizione e della storia
europea. Il credo di nazionale di certa destra conservatrice è figlio
dell’America moderna e non solo dal punto di vista politico prettamente
pratico, ma di una vera e propria visione del mondo radicata nel nostro
immaginario tramite un processo di indottrinamento a cui noi europei siamo stati soggetti per tantissimo tempo.
Falsi miti, modelli da seguire e
concetti idealizzati di un Occidente libero, un paradiso terrestre, che
viene minacciato dai costanti pericoli stranieri (vuoi
il terrorismo islamico, la Russia, Corea del Nord e altri spauracchi)
che ne minano la pacifica esistenza sono ciò che questi neo-crociati
vogliono difendere con una retorica chiamata alle armi. Molti, tra cui
anche alcuni intellettuali “non conformi”, fanno l’errore di vedere come
soluzione a questo scempio il faro dell’Islam e così ci capita spesso
di vedere apologeti del mondo musulmano che giustificano la loro
conversione, che poi risulta più in una scimmiottatura, come “riscoperta
della tradizione”, risultando solo come degli utili idioti per i loro
avversari.
La soluzione a questo comportamento masochista non sta né nella rassegnazione né nelle fascinazioni islamiche
o orientaleggianti ma nella lucida riscoperta delle proprie tradizioni.
Come è essenziale riaffermare la propria coscienza nazionale per
poterla applicare in un contesto politico, in senso più ampio bisogna
sbarazzarsi definitivamente dell’Occidente e di ciò che finora ha
rappresentato e ritornare noi stessi, guardando con ammirazione a ciò
che l’Europa ha costruito nei secoli: dalle grandi civiltà greche e
romane alla nascita degli Stati moderni figli del medioevo, dalle
avanguardie culturali del Rinascimento alle grandi scoperte scientifiche
e le innovazioni in campo filosofico.
Una politica laica ma coerente con ciò
che siamo, questo deve essere l’obbiettivo perché finché daremo conto
all’idea del grande “scontro di civiltà” non saremo altro che
succubi…con buona pace dei seguaci della Fallaci.
(di Antonio Pellegrino)Preso da: http://www.oltrelalinea.news/2017/03/28/linsopportabile-retorica-delloccidente/
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