Mentre prosegue
l’esame degli emendamenti alla legge di Bilancio, alla Camera 47
organizzazioni presentano una contromanovra da 40 miliardi. C’è una
patrimoniale e nuove tasse per chi inquina. Via il bonus cultura per i
diciottenni, con gli stessi soldi musei gratis per tutti
16 novembre 2016
Meno ore di lavoro e congedi parentali più lunghi. Meno
cacciabombardieri F-35 e più tutele contro i licenziamenti. Meno bonus
cultura per i diciottenni, ma musei gratuiti per tutti. E con un taglio
netto alla maggior parte delle missioni militari all’estero, ecco
spuntare i finanziamenti per una misura di sostegno al reddito per disoccupati e precari.
Sono le proposte della contromanovra finanziaria. Una vera e propria
legge di Bilancio alternativa presentata alla Camera dei deputati dalle
47 organizzazioni aderenti alla campagna Sbilanciamoci! - tra queste il
Wwf, Antigone, Emergency, il movimento consumatori e Legambiente. Il
documento si articola in sette macro aree di intervento e 115 interventi praticabili da subito «per garantire giustizia e sostenibilità all’Italia». Una legge di Stabilità da 40,8 miliardi, ma rigorosamente a costo zero.
Mentre al quarto piano di Montecitorio le commissioni proseguono l’esame della legge di Bilancio, le organizzazioni di Sbilanciamoci lanciano la sfida. «Il governo - spiegano - continua a fare promesse e a distribuire prebende a ricchi, banche e imprese, senza avere il coraggio di investire nel futuro e di tracciare una strategia definita per il rilancio dell'economia e dell'occupazione». Si parte dal fisco. Il complesso delle proposte porterebbe ad alimentare le casse dello Stato con circa 21,5 miliardi di euro. Oltre 15 di questi, è bene ricordare, necessari per impedire l’aumento dell’Iva a partire da gennaio 2017. La contromanovra prevede una rimodulazione delle aliquote Irpef a tutto vantaggio delle fasce più deboli. Se ne è parlato per anni: l’introduzione di una imposta patrimoniale potrebbe generare entrate aggiuntive per oltre 4 miliardi di euro. Mentre una nuova tassa sulle transazioni finanziaria permetterebbe ricavi per altri 3.700 milioni. È una manovra ipotetica, ma realistica. Per qualcuno è un libro dei sogni, per altri rischia di essere un incubo. Altri due miliardi di euro, ad esempio, potrebbero arrivare da una maggiore tassazione di beni di lusso e dannosi. Un esempio? Una tassa addizionale all’immatricolazione delle auto di lusso. Oppure un aumento di 200 euro per le licenze di armi per la difesa personale (intervento che da solo potrebbe portare in cassa 170 milioni di maggiori entrate).
Mentre al quarto piano di Montecitorio le commissioni proseguono l’esame della legge di Bilancio, le organizzazioni di Sbilanciamoci lanciano la sfida. «Il governo - spiegano - continua a fare promesse e a distribuire prebende a ricchi, banche e imprese, senza avere il coraggio di investire nel futuro e di tracciare una strategia definita per il rilancio dell'economia e dell'occupazione». Si parte dal fisco. Il complesso delle proposte porterebbe ad alimentare le casse dello Stato con circa 21,5 miliardi di euro. Oltre 15 di questi, è bene ricordare, necessari per impedire l’aumento dell’Iva a partire da gennaio 2017. La contromanovra prevede una rimodulazione delle aliquote Irpef a tutto vantaggio delle fasce più deboli. Se ne è parlato per anni: l’introduzione di una imposta patrimoniale potrebbe generare entrate aggiuntive per oltre 4 miliardi di euro. Mentre una nuova tassa sulle transazioni finanziaria permetterebbe ricavi per altri 3.700 milioni. È una manovra ipotetica, ma realistica. Per qualcuno è un libro dei sogni, per altri rischia di essere un incubo. Altri due miliardi di euro, ad esempio, potrebbero arrivare da una maggiore tassazione di beni di lusso e dannosi. Un esempio? Una tassa addizionale all’immatricolazione delle auto di lusso. Oppure un aumento di 200 euro per le licenze di armi per la difesa personale (intervento che da solo potrebbe portare in cassa 170 milioni di maggiori entrate).
Inevitabile un passaggio sulla lotta all’evasione fiscale.
Stavolta la partita vale oltre 4 miliardi di euro e si gioca
principalmente su due interventi. L’introduzione di una digital tax per
contrastare l’elusione fiscale delle grandi imprese multinazionali e
l’obbligo di utilizzare mezzi tracciabili per tutti i pagamenti al di
sopra dei 500 euro. Dalle tasse al lavoro. Mentre
l’Italia continua a combattere con un tasso di disoccupazione troppo
alto, la contromanovra di Sbilanciamoci propone alcune soluzioni. Il
documento propone un investimento di 500 milioni di euro per creare
25mila nuovi posti di lavoro in un anno nei settori hi tech e della
conoscenza. Particolarmente interessante l’intervento sui voucher. Nel
solo 2016 ne sono stati già venduti 96,5 milioni. «Hanno cominciato a
diffondersi in modo significativo - si legge nel documento - in settori
dell’economia quali il turismo, ristorazione e vendita al dettaglio,
configurandosi come una nuova forma di precariato». Con una tassazione di 2,5 euro a voucher,
la legge di bilancio alternativa stima un introito per l’erario di
oltre 320 milioni di euro. Costerebbe 10 milioni di euro, invece, la
riduzione dell’orario di lavoro. Del resto, nel nostro Paese il monte
ore annuo procapite è già superiore del 30 per cento rispetto a paesi
come la Germania. «Una diminuzione di 30 minuti settimanali di lavoro
ogni due anni porterebbe a bilanciare la maggiore durata della vita
lavorativa». Dieci milioni di euro, infine, sarebbero sufficienti per
reintrodurre le tutele dal licenziamento pre legge Fornero e Jobs Act e
istituire un’anagrafe delle cause di lavoro.
La voce che solleva più curiosità è quella relativa alla misura strutturale di sostegno al reddito. Una misura dedicata a disoccupati e precari «il cui reddito lordo non sia superiore a 8mila euro annui». Per ricevere il sostegno si dovrebbe dimostrare di essere residenti sul territorio nazionale da almeno 24 mesi ed essere iscritti ai centri per l’impiego. Ammontare totale dell’assegno? 600 euro mensili, pari alla soglia di povertà. Secondo le stime questa misura interesserebbe una platea di un milione e mezzo di persone. Costo dell’operazione: 9.166,6 milioni di euro. La cui copertura potrebbe essere assicurata in buona parte dalla patrimoniale e dalla tassa sui voucher, ma anche dall’eliminazione di buona parte delle missioni militari all’estero.
Capitolo cultura e conoscenza. Il bilancio di Sbilanciamoci prevede un investimento di un miliardo di euro per un piano di edilizia scolastica. L’abolizione delle detrazioni Irpef per le famiglie che iscrivono i propri figli alle scuole private secondarie porterebbe a circa 330 milioni di euro di maggiori entrate. Con 448 milioni, invece, ecco un piano straordinario per l’assunzione di 20mila ricercatori universitari a tempo determinato in sei anni. Non è ancora entrato in funzione, eppure già si prevede l’abolizione del “Bonus Cultura”. L’erogazione di 500 euro che il governo ha dedicato ai consumi culturali dei neodiciottenni. «Una sorta di mancia elettorale in vista del referendum costituzionale - si legge - che vede i giovani nettamente schierati per il "No" alla riforma del governo». La cancellazione della misura porterebbe a un risparmio di 290 milioni di euro. Che potrebbero essere reinvestiti, ad esempio, per garantire la gratuità dell’ingresso ai musei, monumenti e aree archeologiche statali.
La voce che solleva più curiosità è quella relativa alla misura strutturale di sostegno al reddito. Una misura dedicata a disoccupati e precari «il cui reddito lordo non sia superiore a 8mila euro annui». Per ricevere il sostegno si dovrebbe dimostrare di essere residenti sul territorio nazionale da almeno 24 mesi ed essere iscritti ai centri per l’impiego. Ammontare totale dell’assegno? 600 euro mensili, pari alla soglia di povertà. Secondo le stime questa misura interesserebbe una platea di un milione e mezzo di persone. Costo dell’operazione: 9.166,6 milioni di euro. La cui copertura potrebbe essere assicurata in buona parte dalla patrimoniale e dalla tassa sui voucher, ma anche dall’eliminazione di buona parte delle missioni militari all’estero.
Capitolo cultura e conoscenza. Il bilancio di Sbilanciamoci prevede un investimento di un miliardo di euro per un piano di edilizia scolastica. L’abolizione delle detrazioni Irpef per le famiglie che iscrivono i propri figli alle scuole private secondarie porterebbe a circa 330 milioni di euro di maggiori entrate. Con 448 milioni, invece, ecco un piano straordinario per l’assunzione di 20mila ricercatori universitari a tempo determinato in sei anni. Non è ancora entrato in funzione, eppure già si prevede l’abolizione del “Bonus Cultura”. L’erogazione di 500 euro che il governo ha dedicato ai consumi culturali dei neodiciottenni. «Una sorta di mancia elettorale in vista del referendum costituzionale - si legge - che vede i giovani nettamente schierati per il "No" alla riforma del governo». La cancellazione della misura porterebbe a un risparmio di 290 milioni di euro. Che potrebbero essere reinvestiti, ad esempio, per garantire la gratuità dell’ingresso ai musei, monumenti e aree archeologiche statali.
E poi c’è l’ambiente. Un miliardo di euro potrebbero arrivare dall’introduzione di un meccanismo di carbon floor price,
utile anche per favorire la strategia nazionale di decarbonizzazione.
Piccolo è bello. La manovra alternativa ipotizza di dirottare i 1.300
milioni di euro che la legge di Bilancio destina alle grandi opere, verso piccoli e medi interventi di manutenzione e potenziamento delle infrastrutture esistenti.
«Privilegiando le reti ferroviarie regionali, le tranvie e le
metropolitane nelle grandi città». Senza dimenticare il Welfare, la
vittima predestinata delle politiche di austerità. Rispetto alla legge
di Bilancio e alle tante elargizioni previste, Sbilanciamoci preferisce
riorientare «le risorse disperse in mille rivoli». Via il bonus bebè, il
premio alla nascita, il bonus asilo e il voucher per i servizi di baby
sitting. Spazio alla riduzione delle rette per gli asili e soprattutto al congedo parentale obbligatorio di 15 giorni per i nuovi papà. Misura utile anche in tema di pari opportunità.
Meno stellette, più risorse da reinvestire. Riducendo il personale militare da 171mila a 150 mila unità e riequilibrando le componenti interne a vantaggio della truppa si prevedono 1.445 milioni di entrate. Altri due miliardi arriverebbero dal dimezzamento degli stanziamenti per i programmi di acquisizione di nuovi armamenti. Senza dimenticare i discussi cacciabombardieri F-35. Finora il nostro Paese ne ha acquistati 15. Congelando i nuovi contratti, entrerebbero in cassa altri 634 milioni di euro. E poi ci sono le missioni militari. Fatte salve quelle in Libano e nel Mediterraneo, il taglio della nostra presenza in Iraq, Afghanistan e Libia (oltre alle tante missioni minori) porterebbe a un risparmio di 830 milioni. E altri 500 milioni arriverebbero dall’unificazione delle forze di sicurezza, strada già indicata a suo tempo dal commissario alla spending review Cottarelli. Chiudono la partita circa 200 milioni di investimenti per sostenere e valorizzare l’economia sociale e solidale. Si tratta di esperienze ormai storiche: l’agricoltura biologica, i gruppi di acquisto solidale, gli orti urbani, il turismo responsabile, le realtà di riciclo e riuso e della mobilità sostenibile. Le idee e i progetti per una manovra finanziaria alternativa si articolano in una ventina abbondante di pagine. Il documento è pubblico, a disposizione di chi volesse prendere spunto per depositare nuovi emendamenti alla manovra.
Meno stellette, più risorse da reinvestire. Riducendo il personale militare da 171mila a 150 mila unità e riequilibrando le componenti interne a vantaggio della truppa si prevedono 1.445 milioni di entrate. Altri due miliardi arriverebbero dal dimezzamento degli stanziamenti per i programmi di acquisizione di nuovi armamenti. Senza dimenticare i discussi cacciabombardieri F-35. Finora il nostro Paese ne ha acquistati 15. Congelando i nuovi contratti, entrerebbero in cassa altri 634 milioni di euro. E poi ci sono le missioni militari. Fatte salve quelle in Libano e nel Mediterraneo, il taglio della nostra presenza in Iraq, Afghanistan e Libia (oltre alle tante missioni minori) porterebbe a un risparmio di 830 milioni. E altri 500 milioni arriverebbero dall’unificazione delle forze di sicurezza, strada già indicata a suo tempo dal commissario alla spending review Cottarelli. Chiudono la partita circa 200 milioni di investimenti per sostenere e valorizzare l’economia sociale e solidale. Si tratta di esperienze ormai storiche: l’agricoltura biologica, i gruppi di acquisto solidale, gli orti urbani, il turismo responsabile, le realtà di riciclo e riuso e della mobilità sostenibile. Le idee e i progetti per una manovra finanziaria alternativa si articolano in una ventina abbondante di pagine. Il documento è pubblico, a disposizione di chi volesse prendere spunto per depositare nuovi emendamenti alla manovra.
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