13.7.2005
Il Fratello Leader:
“Prima di tutto vorrei darvi il benvenuto in Libia e ringraziarvi per la risposta all’invito dall’Auditorium Verde. Il mondo intero, il 2 marzo 2005, seppe che avevo mandato un invito a tutti gli attivisti più influenti al mondo, compresi professori, intellettuali, studenti, politici e scrittori, all’Auditorium Verde, che avrebbe aperto le porte a loro per lo studio del Libro Verde.
Sentivo che il mondo aveva bisogno di studiarlo e quindi ho chiesto alle assemblee popolari di allocare fondi speciali per accogliere questi visitatori, studiosi e ricercatori che vogliono studiare il Libro Verde, il sistema Jamahiriry e la democrazia popolare diretta. Oggi è un giorno storico, perché è il primo incontro in risposta a questo appello.
È un incontro a livello globale con rappresentanti dell’amica Russia, tra cui professori, pensatori, scrittori e membri della Duma. È un incontro molto importante perché si tiene col fronte politico-intellettuale più avanzato al mondo.
Speriamo vivamente che questo fronte che viene dalla Russia sia seguito da altri che vengano dal Congresso USA, dall’Assemblea Popolare Cinese, dalla Camera dei Lord e dalla Cambera dei Comuni del Regno Unito, dall’India e dall’Europa. Speriamo anche che, oltre ai membri del parlamento, vengano scrittori e intellettuali, ricercatori e studenti per studiare il Libro Verde.
Ritengo che la soluzione stia nel Libro Verde, ma che il mondo deve ancora capirla, perché è stata soggetta a oscuramento e quindi proibita nella maggior parte dei paesi del mondo; perché sanno che il Lubro Verde vuole cambiare il mondo da un mondo di ingiustizia e sfruttamento a un mondo di democrazia diretta e popolare e di socialismo popolare. Chi ha in mano le redini del potere non vuole dividerlo con nessuno.
Mettono al bando il Libro Verde perché stimola chi non ha mai avuto il potere e non v’ha mai partecipato. Il Libro Verde stimola i cittadini comuni, la gente comune, l’uomo della strada, i poveri e tutte quelle grandi masse ai margini della ricchezza e del potere e adoperate come carne da cannone nelle società fondate sull’oppressione e lo sfruttamento in cui si mantengono con gli avanzi dei ricchi e vivono dei servizi che rendono a chi controlla ricchezze e potere. È una situazione iniqua, inaccettabile, ingiusta, dittatoriale, inumana basata sullo sfruttamento.
Non possiamo tollerarlo né sopportarlo, noi gente comune, masse, gente povera che ha diritto alla terra e diritto alla vita. Noi, la stragrande maggioranza, non accettiamo questa marginalizzaztione strategica e storica, questo sopruso.
Noi non accettiamo di stare al servizio dei ricchi e degli sfruttatori e di proteggere la società dello sfruttamento come soldati e poliziotti a guardia delle istituzioni dei ricchi e a garanzia del loro benestare. Non accettiamo che l’elite che si è imposta con la dittatura ci usi come carne da cannone per i suoi interessi capitalistici, economici e imperialistici. Il soldato semplice, povero, ordinario non ha interesse a combattere in una guerra al di fuori del proprio paese. Quando ritorna dalla guerra, ammesso che ritorni, non ne ha ricavato nulla. Piuttosto, se ritorna, ha perso un braccio, una gamba, la vista, l’udito e magari anche la salute mentale; e a volte perde anche la vita...
È l’ideologia dell’oppressione e dello sfruttamento che prevale nel mondo oggi, secondo le forze in atto vincono le elezioni e giungono al potere sborsando denaro, mentre un manipolo dell’elite abbiente si avvale di questo strumento politico e costringe i semplici e i bisognosi, cioè la stragrande maggioranza, a soffrire e a patire disagi e a morire per loro.
Questo manipolo di politici e di abbienti ha raggiunto tale posizione coi mezzi innaturali e illegittimi dello sfruttamento e dell’esborso di denaro, denaro acquisito succhiando il sangue degli operai.
Un ricco è ricco solo perché ci sono i poveri che lo seguono per bisogno e quindi diviene ricco per aver succhiato loro il sangue e sfruttato il loro sforzi per diventare ricchi a loro volta. Questi gruppetti di ricchi si trovano in ogni paese del mondo e sono la causa della tragedia attuale dell’umanità, della guerra, del terrorismo, delle azioni e delle reazioni.
Sono loro la fonte del potere, perché un povero non può diventare presidente se non col sostegno dei ricchi, così che oggi ogni potere è potere finanziario. Oggi non c’è democrazia, c’è solo il denaro come fonte di potere. È denaro illecito che non cade dal cielo nelle mani dei ricchi, ma è il risultato di uno sfruttamento.
Il duetto dei capitalisti e dei politici oppressori è la causa di tutti i mali e i problemi che affliggono il mondo. Non c’è stata epoca storica o paese al mondo in cui i cittadini comuni abbiano mai avuto il desiderio o il bisogno di andare in posti lontani per distruggerli e colonizzarli; è chi ha interessi finanziari che vuole impossessarsi delle ricchezze e del potere altrui (è la loro occupazione) e forzare la gente comune ad lasciare casa loro per andare in casa d’altri a saccheggiarla e a distruggerla e ad ammazzarne gli abitanti come è successo in ogni stadio del colonialismo di cui l’umanità abbia fatto esperienza.
Purtroppo, avevamo creduto che il colonialismo fosse giunto alla fine per poi accorgersi che si stava riprendendo in maniera brutale. Comunque, è positivo e tragico allo stesso tempo che sia oggi difficile colonizzare le terre altrui, stabilirvisi e prendere possesso delle loro risolrse, perché oggi i colonizzati possono resistere e avere accesso a mezzi molto efficaci appunto di resistenza.
Il cittadino comune può riempirsi l’automobile di esplosivi e farla saltare con se stesso dentro. Gli espedienti sono più che mai disponibili grazie alla rivoluzione dell’informazione e alla diffusione di scienza e conoscienza; il traffico e lo smercio di armi non sono più sotto controllo. In passato il successo del colonialismo era dovuto all’impossibilità della gente di resistere con la forza di adesso.
Un tempo le armi erano limitate e le fabbriche erano in possesso dell’invasore o del colonizzatore, mentre gli altri erano disarmati e quindi, vulnerabili, lasciavano la loro terra esposta all’invasione, alla distruzione e all’imposessamento. Non era possibile per queste persone costruire armi o esplosivi, che a loro erano del tutto sconosciuti.
Ora alcune potenza arroganti non tengono in conto di questa trasformazione e credono che il colonialismo possa essere messo in atto con l’agio del passato. Ora invece il colonialismo, al contrario del passato, è impresa difficile e di breve durata e non può radicarsi in terre altrui, perché tali terre sono ora capaci di fabbricare armi ed esplosivi. Tale manifattura è oggi accessibile al mondo intero, grazie all’internet, che dà accesso agli ultimi risultati della scienza e della tecnica.
Il colonialismo si pratica ancora, ma stavolta di fronte alla forte resistenza che in passato (non) era possibile. Certo, si tratta di un esito tragico, perché un solo uomo bomba può esplodere e uccidere decine di persone. Da un punto di vista umanitario la definiamo tragedia, perché in tanti vengono uccisi con questi mezzi moderni; ma lo stesso colonialismo possiede armi letali, tra cui le bombe nucleari, e i mezzi di distruzione sono oggi disponibili, purtroppo, per ciascuna delle parti.
Comunque, l’aspetto positivo è che ciò rende difficile agli imperialisti e ai colonialisti di impossessarsi delle terre altrui e di insiediarvisi; tale risultato richiede grandi sacrifici e gravi perdite da entrambe le parti.
Il mondo è ora nella morsa della crisi. Ci sono dimostrazioni, proteste, disoccupazione e inflazione ovunque; e lamenti, malcontento, arresti, ribellioni, rivolte e vittime. C’è una guerra mondiale virtuale, senza pace, stabilità, sicurezza, tranquillità né speranza nel contesto sociale, economico e politico del mondo di oggi.
Il mondo si basa sulla teoria del colonizzatore e del colonizzato, del padrone e dello schiavo, del ricco e del povero, e su teorie di paghe, assunzioni, traffici, rappresentazioni, marginalizzazioni, dinieghi e disinteresse verso le masse.
Così centinaia di milioni sono rappresentati da centinaia di individui, che è cosa spiacevole, ridicola e futile. Per esempio, in un paese di 300 milioni di abitanti un parlamento di trecento persone è ridicolo, disdicevole e problematico. I trecento milioni hanno capito che i trecento rappresentanti non ne esprimono i desideri né ne condividono i sogni né li rappresentano; quindi li hanno aggirati e hanno dichiarato che la rappresentatività è una frode.
È una frode radunare trecento persone e ritenere che siano trecento milioni. I trecento rappresentano solo loro stessi e non possono sognare per i milioni o condividere i loro desideri e sentimenti.
Quindi la rappresentatività è fallita e la gente è andata oltre; e quindi i popoli e i loro rappresentanti non sono al passo. Può esservi un parlamento che ritenga di essere stato eletto ed è possibile, in alcuni casi, che tale elezione non sia stata truccata; ma i popoli hanno smesso di credere ai parlamenti e ai rappresentanti e li vediamo in strada a manifestare le loro richieste direttamente.
Ecco la prova che la rappresentanza ha fallito nel parlare per il popolo. Quando alcuni governi hanno deciso di andare in guerra contro l’Iraq, in milioni hanno dimostrato contro la guerra. Cosa vuol dire? Vuol dire che i rappresentanti non hanno espresso le richieste di quei popoli che li hanno eletti, perché se avessero parlato per i popoli e avessero espresso i loro desideri e i loro sogni si sarebbero opposti alla guerra.
Perciò la rappresentatività è una frode, che significa che decine di persone sono governate da regimi dittatoriali e non rappresentate da parlamenti, perché questi parlamenti approvarono l’invio di forze armate. Come può il parlamento approvare ciò che la popolazione non approverebbe?
Dunque: il parlamento non rappresenta il popolo, la rappresentanza è una frote e la mediazione, la rappresentazione e i parlamenti dovrebbero essere aboliti. Questa farsa deve finire al museo dei robivecchi perché la gente può governarsi da sola. Ma un popolo di centinaia di milioni governarsi da solo?:
Siamo abituati a governi di venti, quindici o dieci ministri che governano e a parlamenti di decine o di centinaia di membri che siedono in una camera che ne può accogliere decine o centinaia per decidere per la popolazione. Ma come può la gente governarsi da sola?
Come può il popolo, uomini e donne, sedere in sessione e governarsi da solo? Certo, i miopi direbbero che è impossibile e si adatterebbero alla rappresentanza e a pochi che rappresentano tanti. È una prospettiva sbagliata perché vede la democrazia come un problema di distanza e di misura di camera, ma non è così che si deve vedere.
Dovunque si trovi il popolo, nel quartiere o nel villaggio, si radunano assemblee popolari in cui partecipano tutti gli adulti, uomini e donne, e decidono ciò che vogliono. Così, se l’intero popolazione decide di dichiarare la guerra contro uno stato, allora la guerra sarebbe legittima perché il popolo ha ritenuto che la guerra fosse inevitabile contro quello stato vuoi confinante vuoi separato da un oceano o un continente (anche se sarebbe molto improbabile).
Se passasse una legge, la approverebbe la gente, donne e uomini adulti seduti in riunione. Perciò la condanna a morte ai sensi di quella legge sarebbe sacra perché approvata da tutto il popolo, che ha ritenuto che un tal crimine fosse punibile con la pena di morte; e anche voi sareste tra color che alla fine hanno deciso che il colpevole di tal crimine meritasse la pena di morte.
Perciò vi sottomettereste volontariamente al castigo, nel caso, perché anche voi avreste preso parte alla stesura della legge e ne sareste convinti, perché non sarebbe giusto per voi dovervi sottomettere a leggi approvate da altri. Tali altri potrebbero essere chiamati parlamento, governo, consiglio rivoluzionario o quello che volete. A leggi di cui non aveste responsabilità non vorreste nemmeno obbedire e non solo per la pena di morte, ma anche per ammende, incarcerazioni, arresti...
Questo vizio delle strutture sociali, economiche e politiche nel mondo attuale ha fatto precipitare la crisi che affligge il mondo ora e fa sì che i governanti millantino, confezionino e deformino la verità per giustificare il loro potere e le loro politiche inique. Questa politica non serve né agli altri né al mondo; e nemmeno può risolvere i problemi.
In caso di reazione, la gente direbbe: “La reazione contro di noi veniva da qualcuno a cui abbiamo creato un problema”.
E invece non solo l’uomo di potere trasgredirebbe contro gli altri, ma nemmeno ammetterebbe il suo errore. Frodi e inganni del genere non servono al popolo, alla pace, all’umanità e addirittura nemmeno a chi sposa questa logica. Visto che le strutture sociali, economiche e politiche sono fondate sul terrore, tutte le azioni tendono appunto a giustificare tale terrore, che porta all’ingiustizia, allo sfruttamento e alla dittatura. I popoli non si autogovernano. Non c’è Jamahirirya né socialismo popolare, perché tutte le relazioni sociali si fondano sull’ingiustizia e lo sfruttamento.
I popoli vengono governati per procura e le leggi non vengono approvate dal popolo, ma da qualcun altro in nome del popolo: è uno scandalo. La ricchezza della terra appartiene a tutti gli abitanti della terrra e la ricchezza di ogni paese appartiene equamente a tutti gli abitanti di quel paese stesso.
Ma così non è, perché il potere e la ricchezza sono controllati da un manipolo che ha raggiunto il potere per vie malevoli. Quindi ogni politica serve solo a giustificare questo vizio.
Noi cittadini comuni sentiamo cose stupefacenti dai governi e dai politic: ci raccontano che il nero e bianco e che il bianco è nero. Ciò che vediamo come nero ci dicono che è bianco e dobbiamo accettare questa stortura. È inaudito. E la verità è che se dite “Questo bianco non è nero”, allora siete canaglia, deviante e nel torto. Vi dicono: “Abbiamo detto che è nero e voi dite che è bianco, il che significa che siete stati in disaccordo con noi; e chiunque è in disaccordo con noi è pazzo e canaglia”. Ciò e falso ed è il vizio che prevale oggi nel mondo in seguito alla marginalizzazione dei popoli dalla ricchezza e dal potere.
Se fossero i popoli a passare le leggi, a prendere le decisioni e a imbastire le politiche, il mondo sarebbe un mondo di pace, equità, stabilità, amore e cooperazione. Perché i popoli non si odiano e cercano comunque pace e stabilità. Nessun popolo lascerebbe la sua terra per andare ad occupare quella di un altro.
Un esercito che lascia questo paese per occuparne altri è costituito da gente nel bisogno coscritta da un’autorità ingiusta che è il prodotto della ricchezza in mano a un manipolo di sfruttatori, che hanno costituito i politici, che hanno coscritto i bisognosi per formare un esercito e hanno ordinato loro di andare a morire fuori dalla loro terra. Se mai tornano, hanno perso un braccio, una gamba, la vita o magari l’udito.
Ciò succede al mondo oggi. Se questi soldati, che hanno lasciato la loro terra per occuparne e distruggerne un’altra, fossero rimasti a casa come gente comune, non avrebbero avuto il desiderio di attraversare i confini e commettere tali atti nefandi. Ma gli ordini e il bisogno li hanno costretti a farsi soldati al soldo dei politici e degli sfruttatori; e finché fossero soldati, avrebbero avuto l’ordine di morire e colonizzare.
Perciò nel mondo oggi c’è una censura imposta al Libro Verde. Dicono: “Il Libro Verde è un libro pericoloso scritto da Al Gheddafi”; ma in verità il Libro Verde non è stato scritto da Al Gheddafi, ma dalla storia dell’umanità.
Il Libro Verde è la lezione imparata dalla nostra storia di esseri umani; è un’analisi di tutti i fatti del nostro passato, quelli tristi e quelli allegri. Il Libro Verde dice: “Tale problema s’è verificato perché le cose non furono gestite così. Gestitele così e non ci saranno problemi”. Perché la gente era infelice in passato? Abbiamo scoperto che chi non è libero non può essere felice.
Abbiamo scoperto che chi è nel bisogno non può essere felice. Quindi la libertà dipende dal bisogno e la felicità dipende dalla libertà. Non si può essere felici se non si è liberi. Abbiamo scoperto che in passato la gente non era felice perché non era libera; e non era libera perché era nel bisogno.
Per essere felice, la gente deve essere libera; e per essere libera deve essere fuori dal bisogno, secondo il Libro Verde. È la storia dell’umanità che lo dice sulla base di quanto ha imparato. È l’umanità, che ha detto questo, l’autore del Libro Verde.
Ora, grazie a Dio, il Libro Verde e le idee ivi contenute possono avere dato inizio alla Terza Teoria Universale, che comincia a circolare e a essere studiata nell’era dell’internet, dei satelliti e della rivoluzione informatica. Nessuno, per quanto ostile all’umanità e al Libro verde, può impedire alle idee del Libro Verde di diffondersi; e si diffonderanno nonostante il volere contrario di costoro.
Il Libro Verde e le sue idee saranno diffuse in internet e per tutti i mass media moderni in tutto il mondo. Ora, nella Duma russa, amici scrittori e professori hanno organizzato società di Amici del Libro Verde; ciò mostra che il Libro Verde sta per raggiungere l’America. Alcuni dicono che un paese piccolo come la Libia è adatto al sistema dello Jamahiriy.
Al contrario, uno stato piccolo non ha bisogno del Libro Verde, del sistema Jamahiriy e del potere del popolo quanto uno stato grande. Maggiore è la popolazione, maggiore è il bisogno del sistema Jamahiriy. Se prendiamo la Cina come esempio, è inconcepibile che un solo individuo o entità governi un impero tale.
Inoltre, chi sta a Pechino non può conoscere i problemi di tutto il popolo cinese; e nessun governo, per quanto sincero, intelligente e premuroso verso gli interessi del popolo, può gestire l’intera popolazione della Cina. Cìò non è possibile perché i rappresentanti, che sono centinaia, non possono rappresentare miliardi di persone. Stiamo cercando di rispondere alla domanda riguardo il modo in cui il popolo possa governarsi da solo. Il governo e i rappresentanti governano, ma come può farlo il popolo?
Abbiamo detto che il popolo non si autogoverna riunendosi tutto in una sola camera, visione in sé superficiale. Il popolo sta dov’è e raduna congressi popolari dove si decide ciò che si vuole.
Questi congressi, al contrario delle assemblee, comprendono l’intera popolazione senza eccezione alcuna. C’è differenza tra assemblee e congressi: le assemblee sono elette dalla popolazione, mentre i congressi comprendono la popolazione intera senza escludere nessuno.
Questi congressi formano comitati popolari che portano a compimento le decisioni dei congressi. Questa è auto-gestione. In questa maniera non si passa legge che non sia approvata dall’intero popolo. Non è proposta dal governo o dal parlamento.
Se esistono, hanno il diritto di fare proposte, ma ogni cittadino comune che abbia un’idea ha il diritto di proporla all’intero popolo. Se il popolo approva la legge, questa entra in vigore. E invece, nell’ingiustizia dominante, il cittadino comune è marginalizzato e non può proporre un’idea di legge nel proprio paese.
Chi ascolterebbe un cittadino indiano che dicesse: “Ho una splendida idea di legge”? Nessuno: perché ciò non è considerato di sua competenza. Perché? Perché quel cittadino è stato deprivato della sua volontà e anche della sua dignità per amore della rappresentanza. Visto che c’è un rappresentante, allora si può essere solo membri della sua circoscrizione: è lui a proporre le leggi.
Può quindi un cittadino comune contattare il suo rappresentante? No: è impossibile perché il rapporto col rappresentante scompare il momento in cui si mette la scheda nell’urna. Egli diventa rappresentante e chi vota diventa cittadino ordinario, privato di tutto. Sono i rappresentanti che hanno il diritto di proporre o approvare leggi. Perciò i milioni di persone che compongono il popolo, l’intera nazione, sono messi ai margini.
Fino a quando la nazione è marginalizzata non ha diritti. E allora che bisogno c’è di tutta la macchina burocratica, della rappresentanza e del governo?
Ciò mostra l’invalidità di questi meccanismi e le strutture esistenti nel mondo intero. È fondamentale togliere ogni rappresentanza, governo, classe o partito, e lasciare che il popolo si governi da solo. I partiti stessi sono uno strumento obsoleto e non possono reggere le sfide e le richieste dell’età moderna.
Tutti i criteri e le strutture in uso ora sono obsoleti. I movimenti, le necessità, le richieste e le sfide delle masse sono troppo grandi per le strutture partitiche, che sono ormai pezzi da museo. Se continua il dialogo con voi amici russi, membri della Duma, professori, scrittori e giornalisti, sarà possibile cominciare pensare di convincere il popolo russo, per esempio.
A questo proposito, vorrei rispondere alla domanda di un amico che chiede se sia possibile stabilire la Jamhiriya senza violenza. Non c’è affatto bisogno di violenza: c’è bisogno di persuasione.
Se attraverso i vostri sforzi e quelli di altri gruppi i russi si convincessero che il potere deve essere prerogativa del popolo attraverso i congressi e i comitati popolari, si passerebbe direttamente dalla repubblica alla Jamahiriya, dall’ingiustizia e la dittatura alla democrazia popolare diretta senza bisogno di andare a certi stadi.
Le teorie marxiste-leniniste, le idee di Marx ed Engels sono utopie che, se applicate, avrebbero creato il paradiso in terra. E invece proprio perché erano utopie non hanno avuto successo. Volevamo il paradiso terrestre, ma non abbiamo realizzato il comunismo.
Abbiamo un immagine del comunismo, ma non l’abbiamo mai visto, perché è un processo lungo e bisogna passare attraverso la fase nazionale seguita dalla fase socialista sotto lo slogan “Chi non lavora non mangia”. Poi dal socialismo si passa attraverso diversi stadi fino a quando non si arriva al comunismo, secondo lo slogan: “A ciascuno secondo il suo bisogno e da ciascuno secondo le sue capacità”. Quando ci si arriverà? Quando la produzione si accumula, la proprietà diventa comune, scompare il proletariato e tutto il popolo appartiene a una classe sola.
Se mai ci si fosse arrivati, sarebbe stato meraviglioso. Ma così non fu perché prima di raggiungerlo ci siamo stancati. Non si raggiunse il comunismo per un vizio di forma.
Che fare? Imparare la lezione secondo cui si possono saltare alcuni passaggi. Per esempio in Russia, attraverso i membri attivi della Duma (professor, studenti, intellettuali) possiamo tranquillamente insegnare e distribuire il Libro Verde.
Quando ciò accadrà, ci sarà una transizione in Russia dalla situazione attuale alla Jamahiriya diretta e popolare. È certo che un giorno l’intero mondo adotterà il sistema della Jamahiriya. Oggi siamo solo in una fase, ma tutto al mondo va avanti e finché sarà così il mondo arriverà alla Jamahiriya senza violenza, di cui non abbiamo alcun bisogno.
C’è chi ritiene che, visto che il Libro Verde è opera di Al Gheddafi, sicuramente implica violenza e uso delle armi e ciò è indice di ignoranza del Libro Verde stesso; dovrebbero leggerlo. Ho conoscenza di affermazioni attribuite erroneamente al Libro Verde.
Dicono che il Libro Verde sostenga che il Corano debba essere la Sharia della società; ma ciò non è affatto contenuto nel Libro Verde, che invece parla delle leggi sacre di ogni società e dice che è costume e religione, cioè le usanze e le tradizioni che godono di consenso e rispetto.
Se una società crede in una religione, sia essa quella di Budda, Maometto o Gesù, allora quella diventa una legge fissa e immutabile. Ogni popolo ha le sue usanze e tradizioni che si possono cambiare solo nel corso dell’evoluzione sociale e non per decreto. Il popolo è sempre stato d’accordo su alcune regole di comportamento che costituiscono la Sharia stabile e genuina che nessun parlamento o governo può cambiare.
Rappresentano la credenza in qualcosa che non è necessariamente il Corano. Il Corano è solo per i mussulmani. Quando si parla di mussulmani, si dice che il Corano è Sharia perché è la Sharia di tutti coloro che credono all’Islam. Chi invece crede alla Bibbia, alla Torah, a Budda, a Zoroastro o a Confucio ritiene tali credi sacri e immutabili: e questa è la Sharia.
Per quanto riguarda la costituzione e cose simili, quella può essere definita legge, perché il parlamento potrebbe riunirsi domani e cambiare la costituzione. Le costituzioni si possono cambiare in qualsiasi momento in ogni paese del mondo. Comunque, non possiamo riporre fiducia o fede in qualcosa che un gruppo di persone può cambiare riunendosi in una stanza come questa; possiamo invece riporre fede e fiducia in qualcosa che cambia solo per evoluzione.
Il Libro Verde dice che la vostra Sharia è il Corano se siete musulmani, ma se non lo siete la vostra Sharia si basa comunque sul vostro libro sacro. Ogni nazione ha il suo Corano: una lo chiama Bibbia e l’altro Torah, ognuno vi dà un nome diverso. Tali affermazioni vengono erroneamente attribuite al Libro Verde. Bisogna tradurre correttamente, perché ho visto tanta confusione in alcune traduzioni. Per esempio, nella versione inglese ho notato la parola ‘participation’, che non è quella giusta, perché non si tratta di partecipare col popolo: il popolo non ha partner.
Quando il Libro Verde viene tradotto così il significato cambia rispetto all’arabo. Ho detto che questo incontro e questo giorno sono una data storica perché segnano la prima risposta all’appello globale da me lanciato il 2 febbraio di quest’anno, quando ho chiesto alle nazioni di venire all’Auditorium Verde per studiare il Libro Verde.
Il nostro scopo non era servire l’interesse della Libia quanto piuttosto di risolvere la crisi attuale dell’umanità: eliminare le società basate sull’ingiustizia e sullo sfruttamento, il colonialismo, il terrorismo, le armi, la dittatura, la povertà e il capitalismo sfruttatore.
Volevamo curare il corpo malato del mondo, fargli espellere la malattia e ricrearlo. Ecco lo scopo dell’invito a tutti i popoli a recarsi all’Auditorium Verde; era nell’interesse di quei popoli e dell’umanità. Chi è ostile al Libro Verde o all’Auditorium verde sono affetti dal morbo del razzismo, dello sciovinismo e del narcisismo. Non è umanità, questa?
Se lo studiate e lo trovate utile, perché non farlo proprio? Ogni pensatore, filosofo, analista o profeta al mondo appartiene a tutti noi. Li studiamo, li citiamo e facciamo tesoro delle loro idee; e se li escludessimo saremmo gretti e razzisti.
Perché quindi rifiutare il Libro Verde? Leggetelo, studiatelo e quindi giudicatelo. Le idee di Engels, Smith, Bakunin, Montesquieu, Rousseau e Tolstoij appartengono al mondo intero. Quando rifiutassimo le idee di Ibn Hayyan, Avicenna e Al-Razi priveremmo il mondo di astronomia, matematica, scienza della navigazione e medicina.
Le idee di Avicenna in medicina hanno dato benefici all’umanità intera. Se fossero state rifiutate perché era musulmano e orientale, il mondo sarebbe stato privo di questi grandi benefici. Ogni sostanza chimica terapeutica si chiama “medicina”. Come si dice in russo?”
Un membro dell’assemblea: “Ibn Cina”
IL Fratello Leader: “In qualsiasi posto del mondo dove andiate troverete che quel “cina” è un riferimento ad Avicenna. Perciò il contributo di Avicenna alla medicina appartiene al mondo intero. Se fosse stato rifiutato per pregiudizio, ignoranza o mentalità ristretta, oggi saremmo privi della medicina, che oggi sarebbe ancora agli inizi.
Se avessimo ostacolato le idee di Jabber Ibn Hayyan, Al-Idrisi e Abu Bakr Al-Razi, oggi non avremmo tante delle scienze da cui il mondo trae beneficio. L’algebra venne sviluppata dal Jabber Ibn Hayyan, la medicina da Avicenna, l’astronomia e la scienza della navigazione da altri scienziati orientali musulmani.
Se avessimo per pregiudizio nostro detto che questo è orientale e quest’altro è musulmano oggi non avremmo l’astronomia, la medicina e le scienze da cui traiamo tanti benefici.
Allo stesso modo, se noi avessimo messo al bando elettricità e telefono perché inventati dai cristiani occidentali avremmo avuto solo pregiudizi e problemi. Perciò chi ha inventato l’elettricità non era musulmano, ma noi, come musulmani, possiamo avvalercene. E chi ha inventato la medicina non era cristiano, ma i cristiani possono avvalersene. Ciò vale anche per il Libro Verde.
Chiunque si metta contro il Libro Verde è malato, gretto e ha bisogno di uno psicologo. Si chiedono come certe idee possano emergere dalla Libia. Tale odio è patologico. Se c’è una disputa politica con la Libia è un conto, ma come disse il noto storico greco Erodoto, “Dalla Libia giunge il nuovo...”
Perciò, fratelli, fate attenzione! Forse il nuovo giunge ancora dalla Libia. Se vi trovate in una disputa con la Libia su un golfo, un mare, un confine o un giacimento di petrolio è un conto, ma non dite: “Se un libro viene dalla Libia non lo leggo”. Ora, se chi governa i paesi occidentali dovesse venire all’Auditorio Verde a studiare il Libro Verde, darebbero con noi un contributo alla risoluzione della crisi globale e a curare il mondo dalla sua malattia.
Oggi ho rinunciato a parte del mio pisolino pomeridiano per questa riunione, in vista dell’importanza della delegazione e perché è stata la prima delegazione a rispondere all’appello globale da me lanciato il 3 febbraio di quest’anno. Volevo che fosse un incoraggiamento e un modello per altre nazioni a venire, da quando questo gruppo è giunto dalla Russia. Molte grazie e spero di rivedervi.
Dr. Rajab Abou Dabbous: “In primo luogo, vorrei ringraziarvi per esservi rivolti a noi. Vorrei anche, in nota, riferirmi a coloro che hanno detto che il Libro Verde ha un suo potere distruttivo. Un professore della Sorbona, Edmond Joffi, ha così detto in uno suo libro intitolato: “Al Gheddafi: la mia visione”:
Al Gheddafi ha rinunciato alla bomba atomica e alle armi nucleari perché non sono possibili, ma ha un’arma molto più potente che non distrugge gli edifici, ma le vecchie strutture sociali. Perciò le vecchie strutture sociali sono contro di lui.
Il Fratello Leader: “Ascoltando Haikal, l’ho sentito riferirsi alla forza sottile e alla forza bruta e dire che la forza sottile, cultura e pensiero, trionferà. Ma le bombe e l’acciaio verranno sconfitti. È il Libro Verde la vera forza sottile che trionferà.
Dr. Rajab Abou Dabbous: “Fratello Leader, alcuni compagni hanno alcuni souvenir da darti”.
Il Fratello Leader: “Prego...”
Intervenuto: “Questo è l’emblema della Confederazione Russa: un’aquila a due teste e il cavaliere vittorioso...”
Intervenuto: “Sono della Repubblica dell’Azerbaijan. Il leader dell’Azerbaijan vi ha fatto visita sette anni addietro. CI sono stati alcuni cambiamenti nella Repubblica. Vi vorrei dare questo libro perché vediate i cambiamenti. Vorrei dirvi che il leader ha un compito sempre grande e difficile perché è estremamente difficile gestire le relazioni sociali e politiche. Ma i popoli si comprendono a vicenda molto meglio attraverso la cultura.
Vorrei anche darvi la musica della gente del Caucaso. Visto che non v’è musica senza danza, vi voglio dare anche queste figure di questa compagnia nazionale di balletto (diversi quadri).
Il Fratello Leader: “Quando una delegazione mi ha fatto visita, hanno fatto visita alla casa distrutta dall’America, quindi mi hanno dato una casa nella Repubblica dell’Azerbaijan”.
Intervenuto: io, Muammar, leader della rivoluzione, parlo per un gruppo di lavoro nel parlamento russo. Il gruppo studia il problema delal democrazia nel mondo moderno. Conosciamo il suo libro molto bene e ne rispettiamo le idee ivi incluse e anche le idee e i risultati in proposito...
Vorremmo esprimere il nostro riconoscimento e donarle i simboli della nostra cultura nazionale. Questo è un simbolo della nostra cultura; è un’espressione della fertilità russa e della procreazione e della pienezza di vita. Le auguriamo coraggio, costanza e vittoria e prosperità per il suo caro popolo.
Intervenuto: Onorevole Leader, oggi lei ha parlato parecchio delle vittime di guerra e delle sofferenze della gente e dei soldati in queste guerre. Si dà il caso che io abbia lavorato in tutte le aree difficili del mondo negli ultimi dodici anni. Dopo ciò ho pubblicato un libro sui popoli che combattono queste guerre e sulle loro vite. Questo libro può aiutarci a capire cosa sta succedendo nel mondo.
Intervenuto: Onorevole Leader, ventidue anni fa un mio amico mi ha fatto conoscere il Libro Verde. Da allora ho sognato questo incontro. Da parte dei movimenti rivoluzionari in Russia e a Mosca, vorrei regarlarle questo libro sul parlamento russo e sui media. Vorrei anche che lei firmasse una copia del libro e aspettiamo con impazienza l’edizione russa del libro.
Nomi dei fratelli convenuti:
1- Dr Rajab Abou Dabbous: Presidente del Consiglio e Direttore Generale dell’Accademia di Pensiero Jamahiriy e Direttore Generale dell’Auditorium Verde.
2- Oleg Schmolin: PhD: Primo Deputato del Presidente della Commissione Istruzione e Scienza nella Duma, Presidente del Consiglio del Partito del Lavoro—Partito Comunista.
3-Sergey Babof: Membro del Gruppo dei Cinque, Membro della Redazione Costituzionale e della Commissione di Costituzione dello Stato—Indipendente.
4-Alexander Krevobokov: Direttore Editoriale del giornale Sun di Mosca.
5-David Kartiban: assistente a un membro della Duma.
6- Vadim Kozmin: Legislatore della regione di Leningrado, giornalista e storico, PhD in storia.
7-Michael Pachinko: MA in storia, Università Pushkin di Leningrado.
8-Dimity Gantev : Professore di Cultura Africana, Professore all’Istituto di Studi Asiatico-Africani dell’Università Statale di Mosca e all’Istituto di Studi Orientali dell’Accademia delle Scienze Russa.
9-Faseeh Badrkhan: PhD in storia, Membro del Club Politico (Scuola di Analisi Integrata per Esperti di Politica) e lavora all’Istituto dell’Accademia Russa delle Scienze.
10- Natalia Romanov: Professore di Storia nell’Istituto Orientale dell’Accademia Russa delle Scienze e all’Istituto di Studi Afro-Asiatici dell’Università Statale di Mosca.
11- Askar Bey Edgovrev- Professore di Filosofia al Politecnico di Maicob.
12- Loop Brickbat: Professore di Filosofia nell’Istituto di Scienze dell’Educazione della Siberia e collaboratore al giornale Sun.
13- Ajor Churchenko: Membro del Blocco Russia Unita; Membro del comitato istanze Russia del Nord ed Estremo Oriente nella Duma; Membro del Consiglo Centrale del Partito della Russia Unita.
14- Valentina Sanoa Setyanova: Blocco Madrepatria, Membro del Comitato per il Lavoro e gli Affari Sociali della Duma, Membro del Partito Russo per la Vita.
15-Kim Ahmad Koshev: Vicepresidente della Società per la Solidarietà e la Cooperazione coi Popoli dell’Asia e dell’Africa, Assistente al Comitato Affari Esteri nel Consiglio di Federazione.
16-Gregory Plachkin: MA in Scienze Politiche, specializzato nel seguire i lavori della Duma.
17- Vladislav Shborkin; Sostituto Direttore Generale del giornale Zavetra e Membro dell’Unione Autori Russi.
18- Victor Alexisnis; Blocco Madrepatria; Membro del Comitato per le Risorse Naturali della Duma e Vicepresidente del Partito della Madrepatria.
19- Valerie Kovalenko; Professore di Filosofia; Direttore del Dipartimento di Politiche Russe e Mondiali dell’Università di Stato di Mosca.
Fonte:http://www.algaddafi.org/muammaralgheddafiparlaitaliano/muammar-al-gheddafi-parla-italiano---lincontro-del-fratello-guida-coi-membri-della-duma-russa-intellettuali-scrittori-e-uomini-di-cultura--2-8-
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