20 novembre 2019.
Un drone militare italiano della missione Mare sicuro è
precipitato in Libia: le cause non sono state ancora accertate e fonti
italiane ipotizzano un guasto, ma le forze del generale Khalifa Haftar
hanno rivendicato di averlo abbattuto nel confitto a bassa intensità
che conducono da mesi per la conquista di Tripoli. La capitale libica
dove, col sostegno dell'Onu e dell'Italia, è insediato il premier Fayez al-Sarraj.
Lo Stato maggiore della Difesa italiano si è limitato a rendere noto che
un «velivolo a pilotaggio remoto» dell'Aeronautica militare - si tratta
di un «Predator B» del 32/o Stormo di Amendola, dove è di stanza il
Gruppo velivoli teleguidati - dopo aver perso il contatto con la base, è
«precipitato in territorio libico, per cause ancora in corso di
accertamento».
Il drone stava compiendo «una missione a supporto dell'operazione Mare
Sicuro», quella che ha tra i suoi compiti di garantire la sicurezza del
traffico marittimo commerciale al largo della Libia e che offre
«supporto e sostegno» alla Guardia costiera e alla Marina di Tripoli,
soprattutto in chiave antiscafisti. Il piano di volo del Predator era
stato «preventivamente comunicato alle autorità libiche», aggiunge la
Difesa, che nulla di ufficiale dice sulle cause dell'evento.
Qualificate fonti italiane, tuttavia, pur precisando che «è ancora
presto per una spiegazione definitiva», hanno sottolineato che allo
stato «l'ipotesi prevalente e più accreditata» è quella di «un incidente
provocato da un problema tecnico». La contraerea del generale Haftar,
viene tra l'altro ricordato, non sarebbe in grado di colpire un aereo
che, come il Predator, vola a circa 6.000 metri di altezza. Attraverso i
media, però, un alto ufficiale dell'Esercito nazionale libico, di cui
Haftar è comandante, ha sostenuto che la contraerea della «9/a Brigata
di fanteria ha abbattuto» il drone «armato» a nord di Tarhouna, una
città situata una sessantina di chilometri in linea d'aria a sud-est di
Tripoli.
Il motivo sarebbe stato l'ingresso del velivolo «nello spazio aereo
della zona per una missione ostile». Citando una «fonte militare» della
sala operativa del Comando generale di Haftar, il sito Libya Akhbar
precisa che sulle prime si era pensato che si trattasse di un drone «di
fabbricazione turca», «ma poi si è appurato che portava il logo
dell'aviazione italiana». Tutto documentato da alcune foto del drone
italiano precipitato, rimbalzate su diversi media e account libici: una
delle immagini, in particolare, mostra un'ala del velivolo con il
tricolore, legato su un pick-up, con accanto un miliziano in mimetica e
mitragliatore in pugno.
Il riferimento al drone turco, implicito, è alla guerra per procura che
si combatte oggi in Libia, con il coinvolgimento semi-segreto di altri
Paesi, come appunto Turchia e Qatar, a sostegno di Tripoli, ed Emirati
arabi uniti ed Egitto a dar manforte ad Haftar. Uno scenario in cui gli
uomini di Sarraj vedono apertamente in azione anche russi e francesi.
Conflitto, afferma comunque una fonte di spicco di Tripoli, Ashraf Shah,
che nella caduta del drone italiano «non c'entra nulla», ma le forze di
Haftar «vogliono farlo sembrare un abbattimento».
Preso da: https://www.ilgazzettino.it/esteri/drone_italiano_precipita_in_libia_l_esercito_nazionale_libico_di_haftar_scambiato_per_un_velivolo_turco_e_stato_abbattuto-4877129.html
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