www.resistenze.org – cultura e memoria resistenti – storia – 18-11-19 – n. 729
https://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/custjm18-022070.htm
A letto col Terzo Reich: L’alleanza nascosta degli USA con la Germania nazista contro l’Unione Sovietica.

Michel Chossudovsky | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare 13/11/2019
La Germania nazista dipendeva in larga misura dalle forniture di petrolio della statunitense Standard Oil.

Nell’immagine: Adolf Hitler con Prescott Bush, nonno dell’ex Presidente USA George W. Bush.
Prescott Bush era un socio della Brown Brothers Harriman & Co e direttore della Union Banking Corporation, che aveva stretti rapporti con gli interessi delle imprese tedesche, come la Thyssen Steel, grande compagnia coinvolta nell’industria degli armamenti del Terzo Reich.
“… Nuovi documenti, declassificati [nel 2003], dimostrano che, anche dopo che l’America era entrata in guerra [8 dicembre 1941] e quando già esistevano significative informazioni sui piani e sulle politiche dei nazisti, egli [Prescott Bush] lavorò e fece guadagni con società strettamente legate alla finanza tedesca, la quale supportò economicamente l’ascesa al potere di Hitler. E’ stato anche evidenziato come il denaro ricavato da queste transazioni avesse aiutato a costruire la ricchezza e la fortuna della famiglia Bush, nonché a fondare la sua dinastia politica” (The Guardian, September 25, 2004).
Senza il sostegno degli USA alla Germania nazista, il Terzo Reich non sarebbe stato capace di dichiarare guerra all’Unione Sovietica. La produzione di petrolio della Germania era insufficiente per poter scatenare una grande offensiva militare. Durante tutto il conflitto, il Terzo Reich fece affidamento su regolari forniture di greggio da parte della Standard Oil, nelle mani della famiglia Rockfeller.

I principali produttori di greggio nei primi anni quaranta erano: gli Stati Uniti (50% della produzione globale di petrolio), l’Unione Sovietica, il Venezuela, l’Iran, l’Indonesia e la Romania.
Senza una regolare fornitura di petrolio, la Germania non sarebbe stata in grado di porre in essere l’Operazione Barbarossa, che venne lanciata il 22 giugno 1941. L’invasione dell’Unione Sovietica aveva la finalità di conquistare e prendere il controllo delle risorse petrolifere dell’Unione Sovietica nel Caucaso e nelle regioni del Mar Caspio: il petrolio di Baku.
La domanda mai posta. Da chi ha avuto il petrolio la Germania?
Già prima del dicembre 1941, il petrolio texano veniva spedito in Germania con regolarità. Sebbene la Germania fu in grado di sintetizzare il carbone in benzina sintetica, tale produzione si rivelò insufficiente. Inoltre, le risorse petrolifere di Ploesti, in Romania (sotto il controllo nazista fino al 1944) erano minime. La Germania nazista dipese largamente dalle forniture statunitensi della Standard Oil.
L’attacco di Pearl Harbor (7 dicembre 1941) avvenne appena sei mesi dopo il lancio dell’operazione Barbarossa (Luglio 1941). Gli Stati Uniti entrarono nella Seconda Guerra Mondiale dichiarando guerra al Giappone ed alle altre potenze dell’Asse.
La normativa sui commerci col nemico del 1917, ufficialmente applicata a seguito dell’ingresso degli Usa nella Seconda guerra mondiale, non impedì alla Standard Oil of New Jersey di vendere petrolio alla Germania nazista. Ciò avvenne nonostante il Senato americano avesse messo nel 1942 la Standard Oil sotto inchiesta.
Sebbene le spedizioni di greggio proveniente direttamente dagli USA fossero state ridotte e contingentate, la Standard Oil avrebbe venduto il suo petrolio tramite triangolazione con paesi terzi. Il petrolio statunitense fu spedito alla Francia occupata tramite la Svizzera, e dalla Francia fu spedito in Germania.
“… per la durata della Seconda Guerra Mondiale la Standard Oil, all’interno degli accordi che Teagle aveva supervisionato, (1) continuò a fornire di petrolio la Germania nazista. Le spedizioni vennero effettuate attraverso la Spagna, le colonie della Francia di Vichy nelle Indie Occidentali e la Svizzera”
Dovrebbe essere evidenziato che una larga fetta della domanda di petrolio della Germania nazista fu soddisfatta dalle spedizioni del Venezuela, il quale, all’epoca, era di fatto una colonia USA.
Il presidente del Venezuela sostenuto dagli USA al tempo della guerra, il Generale Isaías Medina Angarita, (al potere dal maggio 1941 all’ottobre 1945) fu messo lì per proteggere gli interessi petroliferi degli USA, così come per consentire il “commercio col nemico” sin dall’inizio dell’entrata in guerra degli USA nel dicembre 1941.
John D. Rockefeller Jr. possedeva un pacchetto azionario di controllo della Standard Oil corporation, ma il secondo più grande azionista era l’impresa chimica tedesca IG Farben, attraverso la quale la compagnia statunitense ha venduto ai nazisti oltre 20 milioni di dollari in benzina e lubrificanti. E la filiale venezuelana della medesima impresa USA ha spedito oltre 13.000 tonnellate di greggio in Germania, ogni mese, greggio che la possente industria chimica del Terzo Reich ha immediatamente trasformato in benzina.
Mentre il governo di Medina Angarita, su pressione di Washington, rimase ufficialmente neutrale sin dai primi momenti di Pearl Harbor (7.12.1941), ma di fatto allineato agli USA che avevano rotto ogni relazione colla Germania nazista, i traffici di greggio dal Venezuela verso la Germania non subirono interruzioni. Con una svolta piuttosto insolita (al limite del ridicolo) il Venezuela dichiarò guerra alla Germania nel febbraio 1945, quando il conflitto era ormai giunto al suo termine.
Senza queste spedizioni di greggio assicurate dalla Standard Oil e dai Rockfeller, la Germania nazista non sarebbe stata in grado di realizzare la propria agenda militare. Senza carburante, l’apertura del fronte orientale del Terzo Reich e l’Operazione Barbarossa probabilmente non avrebbero avuto luogo, salvando milioni di vite. Il fronte occidentale, con l’occupazione militare di Francia, Belgio e Paesi Bassi, ne avrebbe altrettanto subito conseguenze.
L’amministrazione di F.D. Roosevelt avrebbe potuto adottare severe sanzioni contro la Standard Oil, con il fermo intento di rafforzare il blocco contro la Germania nazista.
Ma gli Stati Uniti non pensavano alla pace: l’obiettivo taciuto era non soltanto quello di distruggere l’Unione Sovietica, ma anche quello di minare il ruolo della Gran Bretagna come potenza imperiale.
Togliamoci ogni illusione. Senza le spedizioni di greggio assicurate dalla statunitense Standard Oil e dalle sue affiliate, l’intero disegno imperiale della Germania nazista non avrebbe potuto essere intrapreso.
Non puoi dichiarare una guerra senza benzina.
Gli Stati Uniti sono andati a letto col nemico per tutta la Seconda guerra mondiale.
L’obiettivo degli USA era quello di distruggere l’Unione Sovietica.
Guardando avanti al 2019
L’Unione Europea ha recentemente adottato una risoluzione intitolata “Importanza della Giornata europea del ricordo per il futuro dell’Europa” che rafforza una precedente dichiarazione del 23 dicembre 2008.
La risoluzione afferma che la Seconda guerra mondiale:
“è iniziata come immediata conseguenza del noto patto di non aggressione nazisovietico del 23 agosto 1939…e dei suoi protocolli segreti, attraverso I quali due regimi totalitari condivisero il fine della conquista del mondo e divisero l’Europa in due zone di influenza”.
Questa è una proposizione assurda che distorce la storia. Asserisce che la Germania nazista e l’Unione Sovietica fossero alleati.
Nega il fatto che l’Unione Sovietica sia stata la vittima dell’aggressione nazista, la quale ha avuto come risultato l’uccisione di più di 25 milioni di sovietici (più del 10 per cento della popolazione).
La risoluzione capovolge la realtà storica. L’Unione Sovietica ha giocato un ruolo centrale sia nella sconfitta dei nazisti che in quella dei giapponesi. Inoltre vi è ampia prova che gli USA andarono a letto col nemico, con il più ampio fine di distruggere l’Unione Sovietica e uccidere la sua popolazione.
Le spedizioni di greggio alla Germania nazista (fino al 1944) furono volte a sostenere l’Operazione Barbarossa di Hitler, la quale provocò milioni di morti. Sotto questo profilo, gli Stati Uniti furono complici dei crimini di guerra commessi, sostenendo le ambizioni militari della Germania nazista.
L’ampio disegno della cooperazione tra USA e nazisti
Vendere carburante alla Germania nazista fu solo una delle diverse strategie contemplate dagli USA.
Gli interessi commerciali statunitensi continuarono a cooperare colle imprese naziste anche dopo Pearl Harbor.
Nessun tentativo venne posto in essere per vietare alla Ford di mantenere i suoi interessi e contatti coi tedeschi nella Francia occupata, neppure venne proibito alla Chase Bank o alla Morgan Bank di mantenere aperte le proprie filiali nella Parigi occupata. Si riporta che la Reichsbank e il Ministro nazista dell’Economia fecero esplicita promessa a certuni amministratori di compagnie statunitensi che le loro proprietà non sarebbero state toccate dopo la vittoria del Fuhrer. In tal modo, i capi di queste imprese, come si suol dire oggi, potevano lanciare un dado col sei su ogni faccia. Qualunque parte avesse vinto la guerra, i poteri che veramente controllano le nazioni non sarebbero stati ostacolati.
“Cancellare l’Unione Sovietica dalle mappe”
Già nel corso del 1942 (all’apice della Seconda guerra mondiale), era stato contemplato un attacco nucleare contro l’Unione Sovietica. Secondo un documento segreto (declassificato) ed emesso il 15 settembre 1945 (5 settimane dopo Hiroshima):
“il Pentagono ha previsto di fare saltare in aria l’Unione Sovietica con un attacco nucleare coordinato diretto contro le sue maggiori aree urbane… Il Pentagono ha stimato che sarebbero state necessarie un totale di 204 bombe atomiche per “cancellare l’Unione Sovietica dalle mappe”. I bersagli dell’attacco nucleare erano individuati nelle 66 maggiori metropoli. (Per maggiori dettagli vedi Michel Chossudovsky, Global Research, 10 dicembre 2017)
Una singola bomba atomica lanciata su Hiroshima il 6 agosto 1945 ebbe come conseguenza la morte immediata di più di 100.000 persone. Immaginate cosa sarebbe potuto accadere se 204 bombe atomiche fossero state lanciate su tutte le maggiori aree urbane dell’Unione Sovietica. Questo progetto diabolico, formulato quando gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica erano ancora alleati, è equivalente ad un vero e proprio genocidio.
Ndt
(1) Gli accordi di Achnacarry sono stata un’intesa stipulata il 17 settembre 1928 tra Henry Deterding, direttore generale della Royal Duch Shell, Walter C. Teagle, rappresentante della Standard Oli Company, e Sir John Cadman, dirigente della Anglo-Persian Oil Company (successivamente British Petroleum). Tale accordo era finalizzato a stabilire zone di estrazione e prezzi di vendita del greggio affinché non ci fosse concorrenza, bensì cooperazione tra le compagnie. Successivamente alle prime tre compagnie petrolifere si aggiunsero Mobil, Chevron, Gulf e Texaco. Le compagnie petrolifere aderenti all’accordo in seguito furono conosciute anche come le sette sorelle.(  Note storiche sugli accordi di Achnacarry nel volume “Le fonti dell’energia: Storia e prospettive”, di Maurizio Godart, UTET-De Agostini, 2014).