di C. alessandro Mauceri –
Da gennaio a pochi giorni fa una nube radioattiva ha attraversato
tutta l’Europa da est a ovest, dalla Russia fino alla Spagna. E senza
che nessuno dicesse niente.
A dare la notizia che una nuvola di radiazioni nucleari prodotte da
iodio 131 hanno interessato quasi tutta l’Europa è stato il giornale
britannico Daily Mirror, che ha sottolineato che non ci sarebbero
pericoli per la popolazione. A ribadirlo è stata Astrid Liland, della
Norwegian Radiation Protection Authority, che ha affermato che “Le
misure di radioattività rilevate durante il mese di gennaio, pur essendo
al di sopra della media, erano a valori estremamente bassi e non
creavano alcuna preoccupazione per l’uomo o per l’ambiente”. Anche
l’autorità francese per la sicurezza nucleare ha reso noto che il
livello di radioattività in atmosfera e, in particolare, in prossimità
del suolo “non sollevava alcuna preoccupazione per la salute, e che
dagli inizi di febbraio la situazione è tornata alla normalità”.
Un basso livello di pericolosità legato anche al fatto che questo
isotopo ha una vita limitata (statisticamente, ogni 8 giorni la quantità
in atmosfera si dimezza) che non giustifica il fatto che da una base
britannica si è subito alzato in volo un quadrigetto “WC-135 Costant
Phoenix” (noto come il “cane da fiuto” delle esplosioni nucleari), di
proprietà statunitense, in cerca di tracce anche minime di sostanze
radioattive. Anche il Pentagono ufficialmente non ha fornito particolari
sulla natura della missione dell’aereo, che fino ad oggi era stato
impiegato in Europa molto raramente.
Resta ignota provenienza e le cause delle radiazioni. Tra le ipotesi più
accreditate quella che si sia trattato di una fuga da una delle
industrie che producono strumenti per la sanità: lo iodio 131 é infatti
largamente usato per curare i tumori. Proprio pochi giorni prima che
venissero rilevati questi livelli anomali di sostanze radioattive
nell’atmosfera, sulla rivista Plos era stato pubblicato uno studio sui
modelli di diffusione atmosferica dello iodio 131. E l’articolo
riportava proprio di un caso analogo verificatosi nel 2011: a causare
l’emissione di sostanze radioattive allora era stato un guasto ai
sistemi di filtraggio dell’Institute of Isotopes di Budapest, in
Ungheria, dove si producono isotopi radioattivi per la ricerca e per la
medicina nucleare.
Ciò che più di ogni altra cosa ha sorpreso, però, è stato il silenzio di
tutte le autorità dell’Unione Europea: nessuno ha detto niente né è
stato pubblicato alcun comunicato ufficiale sull’accaduto. Una cosa di
una certa gravità dato che il problema non ha riguardato solo uno stato
ma praticamente tutti i paesi dell’Unione (tranne poche eccezioni),
dalla Norvegia alla Finlandia fino alla Polonia, alla Repubblica Ceca,
alla Germania, alla Francia e alla Spagna.
Preso da: http://www.notiziegeopolitiche.net/nube-radioattiva-attraversa-leuropa/
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