12 febbraio 2017
Qui un articolo ben documentato e molto chiaro in merito all’andamento delle vicende che riguardano il cosiddetto Stato islamico
negli ultimi tempi. Purtroppo sono un disordinato e non mi riesce
facile trovare quanto vado scrivendo (a volte non so bene nemmeno dove
ho cacciato lunghi articoli di carattere teorico, figuriamoci gli
altri).
Tuttavia, ricordo di avere più volte scritto, pur non facendo previsioni a breve periodo, che alla fine anche l’Isis sarebbe entrato in quella fase “di stanca” e progressivo esaurimento che ha già colto Al Qaeda,
malgrado ogni tanto ancora si torni a parlare di qualche non vivida
fiammata di tale organizzazione, cui – ricordiamocelo – viene ancora
attribuito l’abbattimento delle due Torri gemelle l’11 settembre del 2001; e il cui presunto capo (Bin Laden),
dopo anni di “residenza coatta” a pochi Km. da Islamabad (di fatto
prigioniero dei pakistani, ma certamente senza avere troppi fastidi né
pressioni di consegna da parte americana), sarebbe stato ucciso dai Navy
Seals perché stava per opporre resistenza alla cattura e prendere in
mano un mitra.
Si ricordi la ben nota sceneggiata di Hillary Clinton
e altri maggiorenti politici e militari che avrebbero assistito via TV
alla cattura ed effettivo assassinio del presunto capo di Al Qaeda,
di cui si era scoperto infine il “covo” (in realtà era prigioniero dei
pakistani e dunque anche degli americani, che lo tenevano in serbo per
le varie evenienze elettorali del presidente Obama).
Hillary lanciò il ben
recitato “wow”, quando gli “alti” spettatori finsero di vedere la
soluzione finale. In realtà, sono convinto che, quando si ritenne
opportuno chiudere la parentesi di Al Qaeda per
inneggiare all’ottimo comportamento delle forze di sicurezza americane
(in modo che il popolo potesse sentirsi più tranquillo e grato ai
“delicati” personaggi che lo governano e prendono in giro), Bin Laden
venne prelevato, accoppato e se ne fece sparire il corpo “a scanso di
equivoci”. Del resto, siamo abituati allo specifico genere di
criminalità in uso negli Stati Uniti, dove politica e gangsterismo hanno
ormai una lunga vita “coniugale” (senza quei facili “divorzi” che
coinvolgono attori e cantanti).
Perché ho rifatto questa più lontana “istoria”? Per il semplice fatto che è ora di finirla con tutte queste menzogne sul terrorismo islamico.
Non vi è dubbio che – data la situazione venutasi a creare con tutto il
caos provocato nel mondo islamico dopo l’attacco degli Usa all’Afghanistan, seguito da molti altri disordini voluti dagli Usa (anche, non scordiamocelo, ai confini della Russia, in Cecenia
e nelle Repubbliche centroasiatiche in particolare), che hanno poi
trovato speciale accelerazione nel 2011 con l’infame “primavera araba”,
approvata pure dai farabutti della presunta “sinistra radicale” europea e
italiana (quanto deve essere riscritta la storia degli ultimi anni!) –
vi è stata senza dubbio la “fiammata” islamica, che ha conquistato
perfino alcune migliaia di “spostati” in paesi europei (ma si tratta di
una netta minoranza dei “combattenti”).
Resta il fatto che i capi di tale
“fiammata” sanno bene quali rapporti intrattengono con i dirigenti Usa e
di una serie di paesi arabi (a questi ultimi strettamente legati), da
cui sono stati ampiamente alimentati e foraggiati per una serie di
finalità non ancora del tutto note.
Nel gioco sono probabilmente entrate
anche le rivalità tra le due subpotenze turca e iraniana. Si sono
comunque verificate molte manovre, dal nord Africa e verso il Medioriente, che si sono concentrate pure sul tentativo di buttare giù Assad in Siria
e sulla fortissima tensione creata in Irak, ecc. Gli esaltati dalla
religione islamica si entusiasmano e vanno in giro a fare i suicidi; ma i
loro capi sanno bene di che si tratta, prendono accordi con chi di
dovere e si destreggiano in mezzo ai giochi in questione.
E gli intellettuali e giornalisti, ecc.,
difensori della “nostra civiltà”, fanno da cassa di risonanza (alcuni,
pochi, in buona fede, altri perché sono dei tirapiedi degli Usa e genia “di contorno”), stonandoci la testa e raccontandoci che, al massimo a metà secolo, saremo tutti in mano all’Islam.
Bene, io faccio una previsione diversa e poi i più giovani diranno chi
ha avuto ragione. Nel giro di un ventennio (mi prendo largo) passeremo
dal multipolarismo in tendenziale crescita (un assetto
mondiale in cui ancora una potenza è superiore alle altre; un po’ come
tra guerra civile americana e primo decennio del ‘900) al policentrismo
conflittuale acuto del tipo di quello caratterizzato dalle due guerre
mondiali del ‘900.
Come sarà in questa fase storica il conflitto per la supremazia mondiale,
quali altre fasi di “assestamento” vi saranno, ecc., non lo so
prevedere. Dico solo che non è il “destino islamico” quello che ci
aspetta, ma qualcosa di ben diverso e che altre volte si è visto nella
storia di questo nostro mondo. Tutto sarà assai diverso nelle forme, ma
la sostanza del conflitto per la supremazia sarà invece abbastanza
simile.
Una delle solite code. Nessuno ha ancora
riflettuto abbastanza sul fatto che, nel periodo più acceso del
“terrorismo islamico”, l’Italia è stata risparmiata da eventi drammatici come quelli verificatisi in Francia, Germania,
ecc.; malgrado abbia accoppato uno dei loro (a Sesto San Giovanni) e
malgrado i nostri “esimi” Servizi abbiano messo in allarme più volte le
“istituzioni” (e la popolazione).
Chissà perché, questo mi ricorda quando
ci furono (anni ’70 e dintorni) contatti di importanti politici italiani
(governanti e “oppositori”) con Arafat e il “terrorismo” palestinese; fatto che ci preservò tutto sommato da pericoli estremi (si racconta di contatti tra BR
e palestinesi; secondo me, altra balla propagandata dagli americani e
governanti italiani per nascondere le loro manovre con alcuni membri di
questo spezzone del “rivoluzionarismo” italiano, dimostratosi molto
utile, ad es., nel “caso Moro”, e non solo), salvo irritare gli
israeliani che ci misero sull’avviso di non esagerare con l’abbattimento
dell’Argo nel novembre ’73.
Beh, per il momento terminiamo qui. Però
avremo ancora modo di “divertirci” con tutti i casini che gli Stati
Uniti continueranno a provocare in giro per il mondo al fine di
ritardare la crescita di altre potenze “fastidiose”; fino a quando il multipolarismo non si muterà nel ben temuto policentrismo.
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